Il castello
Blonay è un
castello medievale
non visitabile che
si affaccia da un
promontorio al
centro del borgo
di Avise,
nei pressi della
chiesa di San
Brizio. Insieme al
vicino castello
di Avise e
al castello
di Cré,
fuori dal paese,
è uno dei tre
castelli del
comune. È ben
conservato.
La
parte più antica
del castello è la
torre, i cui lati
liberi oggi non
presentano né
feritoie né
ingressi,
nonostante sia
certo che
all'inizio si
ergesse sola sul
modello dei
castelli primitivi
valdostani, mentre
il lato sud è
addossato ad un
edificio
stereometrico
d'aspetto meno
severo, in cui si
aprono alcune
finestre a
crociera
caratterizzate da
cornici in pietra
lavorata. La
torre è coronata
di una merlatura a
coda di rondine ed
ha le mura di
spessore maggiore
rispetto al resto
del complesso,
ulteriore
testimonianza
delle differenti
epoche costruttive
e delle mutate
esigenze difensive
del complesso.
La
torre antica era
detta "des
Prisons": nel
1787 il nobile
Filippo de Blonay
rivendicava il
diritto indiviso
con gli altri
signori d'Avise di
rinchiudervi i
malfattori. La
torre venne ceduta
a famiglie del
posto dai Bianco
di San Secondo,
mentre l'annesso
edificio fu
alienato dai
Blonay.
Secondo Jean-Baptiste
de Tillier,
fu la prima dimora
dei signori d'Avise,
una nobile
famiglia
valdostana già
presente nel XII
secolo.
Torre e edificio
che compongono il
castello di Blonay
non risalgono alla
stessa epoca e non
ebbero sempre gli
stessi
proprietari: la
torre fu edificata
nel XII secolo, e
solo nel XV
secolo si
aggiunse il resto
del castello. La
torre seguì a
lungo le vicende
dei d'Avise,
mentre il corpo di
fabbrica adiacente
alla torre venne
lasciato in
eredità nel 1645
da Prosper
d'Avise,
senatore del
Senato di Savoia,
ai suoi nipoti,
Claude e Josué de
Blonay, figli di
Marie d'Avise e di
Jacques de Blonay,
originario
dello Chablais.
Claude de Blonay
ne fu nuovamente
investito alla
morte della madre,
tra il 20 e il 27
marzo 1649 e
successivamente
quell'ala del
castello restò
nelle mani della
famiglia de
Blonay.

Jean-Baptiste
de Tillier nella
prima metà del
XVIII secolo
fotografava ancora
una situazione di
comproprietà che
proseguiva da
lungo tempo:
(FR)
«Il
est
aujourd'hui
commun entre
les
Seigneurs de
Blonay et
d'Avise;
mais ces
derniers en
ont un autre
à part,
plus
moderne, et
dans une
situation
plus
commode,
avec sa tour
à pavillon
couverts en
ardoises, et
quelques
appartenances
en jardins,
vergers,
prairies, et
autres
terres.» |
(IT)
«Il
castello di
Blonay è
oggi in
comproprietà
tra i
signori di
Blonay e
quelli
d'Avise; ma
questi
ultimi ne
hanno un
altro, più
moderno e
meglio
situato, con
la sua torre
a padiglione
coperta
d'ardesia e
qualche
possedimento
annesso
quali
giardini,
orti, prati
e altri
terreni.» |
François
Gaspard d'Avise fu
l'ultimo erede
della famiglia:
nelle disposizioni
testamentarie del
padre
Antoine-Balthazard,
del 9 febbraio
1677, ricevette
metà del feudo,
mentre la sorella
del defunto,
Claire-Marie
d'Avise, ricevette
in eredità il
resto insieme al
marito
Charles-Joseph,
della nobile
famiglia dei Bianco
di San Secondo. La
torre servì a
lungo da prigione,
tanto da assumere
l'appellativo di
torre delle
prigioni (tour des
Prisons): nel 1787
Philippe de Blonay
in una
dichiarazione
feudale reclamava
il proprio diritto
esclusivo a
imprigionarvi i
malviventi.
Nel
1980 Zanotto lo
dice disabitato.
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