Il Parco Nazionale di Komodo comprende, oltre all'isola
omonima, altri due isolotti appartenenti
all'arcipelago delle Piccole Isole della Sonda (Rinca
e Padar), un breve tratto dell'isola di Flores e
circa
1300 chilometri
quadrati di mare. Komodo si trova nella zona
dell'Indonesia meno interessata dal monsone nord-orientale: quando, fra novembre e aprile,
buona parte dell'Asia è colpita dai nubifragi, le
piogge che cadono sull'isola sono molto modeste
e sono seguite da un periodo di siccità che si
protrae per tutto l'anno. A causa della vicinanza
all'Equatore, inoltre, la temperatura si mantiene
sempre su valori elevati e raggiunge i 40-45°C
nei mesi più secchi.
Di origine vulcanica e di modeste dimensioni (ha una
lunghezza
di
35 chilometri
e una larghezza che varia dai 5 ai 15), Komodo è
caratterizzata da una serie di promontori che
scendono a picco sul mare e, all'interno, da una
morfologia piuttosto accidentata, attraversata
da una serie di leggeri rilievi la cui
altitudine varia fra i 500 e i
600 metri. I pendii sono ricoperti dalla foresta monsonica
secca o dalla savana.
Le coste sono fronteggiate
da isolotti e scogliere coralline che rendono difficile
la navigazione e che, insieme alla
presenza di forti correnti marine e alla scarsità
d'acqua potabile, hanno scoraggiato gli
insediamenti umani. L'isola di Rinca,
morfologicamente simile a Komodo, è situata
accanto
all'isola di Flores, alla quale forse un tempo era
unita. Dal Monte Doro Ora (670 metri
di altitudine) si può godere una piacevole
vista sull'arcipelago circostante. È presente
un solo insediamento umano, il villaggio di
Kampung Rinca, con circa 600 abitanti.
La piccola isola di Padar, lunga 9 chilometri e situata fra
Komodo e Rinca, è perfetta per l'eco turismo:
si possono percorrere magnifiche spiagge di
sabbia corallina e osservare dalla costa i grandi
mammiferi marini. Anche qui, come a Komodo, la
mancanza di acqua potabile ha di fatto impedito
gli insediamenti umani, mantenendo l'isola allo
stato vergine.
La presenza a Flores di una piccola popolazione del varano
di Komodo, il grande sauro che costituisce
l'attrattiva principale del Parco e anche il
motivo principale della sua istituzione, ha
fatto allargare l'area protetta a un tratto di
quest'isola e al braccio di mare adiacente.
A Komodo e nelle isole vicine la scarsità delle piogge e
la lunga durata della stagione asciutta
determinano lo sviluppo di una flora
caratteristica, propria di altre latitudini. La
foresta monsonica secca, che occupa circa un
quarto della superficie e si estende nelle valli
costiere e sui pendii delle colline e delle
montagne, rappresenta l'habitat ideale per il
varano di Komodo. Ma l'ecosistema più esteso su
queste isole è rappresentato dalla savana
(circa il 70% della superficie), dove l'erba è
molto alta e dove crescono radi alberi
appartenenti
a poche specie.
La più diffusa è una palma che
riveste un certa importanza nell'economia di
buona parte dell'arcipelago indonesiano: le sue
foglie, infatti, erano utilizzate in passato per
produrre la carta su cui vennero scritti gli
antichi libri di Bali, mentre oggi dalle stesse
foglie si ricava la materia prima per avvolgere le
sigarette. Le foreste di mangrovie, infine, che
crescono nelle baie al riparo dalle correnti,
occupano il 5% dell'area protetta.
Fra gli animali che popolano il Parco, quello di maggior
interesse
è senza dubbio il varano di Komodo. Per le sue dimensioni, gli abitanti delle isole lo chiamano
"buaja darat", il "coccodrillo di
terra". E in effetti un esemplare adulto, in
genere, supera i tre metri di lunghezza e si
aggira intorno ai
70 chilogrammi
di peso. Ma il varano di Komodo non è un coccodrillo: appartiene
alla famiglia dei varanidi, la stessa di cui fanno
parte le lucertole.
E, anzi, il più grande
rappresentante di tutto l'ordine dei rettili
squamati, e costituisce una specie di eccezionale
valore per gli studiosi dell'evoluzione. Walter
Auffenberg, pioniere degli studi su questi
nipotini dei dinosauri, diceva: "Quando
questo animale decide di attaccare, non c'è nulla
che lo possa fermare". Sarà forse questa la
ragione per cui, nonostante possa muoversi al
massimo a 20 chilometri all'ora, intorno alle doti
di terribile predatore del varano di Komodo sono
fiorite innumerevoli leggende.


I giovani varani si cibano di uccelli, uova, carcasse di animali
morti e di un roditore endemico, il Rattus
rintjanus; gli adulti catturano anche cinghiali,
cervi, macachi e qualunque capo di bestiame
rinselvatichito, come i bufali indiani e i
cavalli. I varani usano vari sistemi per
procurarsi il cibo. Con l'aiuto dell'olfatto
cercano le carogne oppure, celati fra l'erba alta
grazie al colore mimetico della pelle, si
avvicinano silenziosi alla preda e l'azzannano
con i denti forti e affilati. Un'altra tecnica di
caccia è quella di sostare in agguato lungo i
percorsi battuti dalle prede, specialmente al
limite fra il bosco e la savana.
Anche se il varano di Komodo è l'ospite più illustre del
Parco, non bisogna dimenticare che nella zona
protetta la fauna è molto ben differenziata, con
7 specie di mammiferi terrestri e 72 di uccelli,
fra i quali il cacatua ciuffogiallo minore e il
megapodio di Freycinet, esclusivi di questa zona
insulare.
Il Komodo National Park, inoltre,
vanta un'importante barriera corallina che ospita
una delle faune ittiche più ricche del mondo, un
ecosistema seriamente minacciato dalla pesca di
frodo, che negli ultimi decenni è stata
tranquillamente praticata con mezzi estremi come
la dinamite. Vi si contano mammiferi marini come
la balena azzurra, in
pericolo di estinzione, il capodoglio e dieci specie di delfini, tra i quali il
dugongo, inserito tra le specie
vulnerabili della Red List.
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