Il
Parco nazionale del Simien (o
Semien) è uno dei parchi
nazionali che si trovano in
Etiopia. Si trova nella
provincia di Semien Gondar,
nella regione di Amhara; ha un
territorio prevalentemente
montuoso che comprende i monti
Semien, tra cui il Ras Dashan,
la più alta vetta d'Etiopia e
la quarta dell'Africa.
Le sue corna, lunghe più di un metro, per i guerrieri
etiopi sono il trofeo più
ambito. Ha un folto manto color
nocciola, una struttura possente
e può arrivare a pesare
120 chilogrammi
. E' la capra abissina (Walia
ibex), specie residua della
primitiva incursione della fauna
paleartica nei Tropici. Spesso
protagonista dei miti e delle
leggende etiopi, questa capra -
per l'aspetto fiero e il
carattere caparbio - è anche il
simbolo del Paese. Ma,
nonostante questa consacrazione,
ormai ne restano appena 150
esemplari. La minaccia dell'uomo
l'ha costretta a rifugiarsi
nelle gole più inaccessibili
dell'altopiano di Simen, nella
regione di Gondar. 
Già nel
1963, l'International Union for
the Conservation of Nature aveva
iscritto la capra abissina nella
Red List delle specie a rischio
di estinzione e, proprio per
preservare il suo habitat, nel
1969 l
'Etiopia aveva istituito il
primo parco nazionale del Paese.
Purtroppo, però, la protezione
dei
22.000 ettari
del Simen National Park è
rimasta sulla carta. Il
territorio è stato spesso il
campo di battaglia dell'annosa
guerra tra Etiopia ed Eritrea e,
sempre in conseguenza del
conflitto, vi sono sorti
numerosi villaggi di profughi,
tanto che oggi l'altopiano
etiope è una delle aree
agricole più densamente
popolate dell'Africa Orientale.
E, come se non bastasse, negli
ultimi anni tutta la zona è
stata afflitta da una terribile
siccità. Il paesaggio del Simen
è di rara bellezza.


Oltre a includere il Ras Dashan Terra – che, con i suoi
4630 metri
, è il picco più alto
dell’Etiopia – l’altopiano
è un susseguirsi di vertiginose
gole e falesie dalle pareti profonde fino 1500 metri
e lunghe anche
35 chilometri
, scavate da processi erosivi
nella roccia lavica. La
vegetazione, costituita in
prevalenza da piante erbacee e
da una savana montana
caratterizzata da lobelie
giganti, è di grande interesse
botanico, ma anch'essa è
minacciata dalla pressione
demografica. L'agricoltura e la
pastorizia hanno causato una
riduzione del manto erboso;
quest'ultima attività, inoltre,
è stata responsabile anche
dell'ibridazione della capra
abissina e di un'altra specie
endemica dell'altopiano: il lupo
abissino, il canide più raro al
mondo.
Di lupo abissino si contano poche centinaia di esemplari
allo stato e selvaggio e nessuno
in cattività. Un'altra specie
faunistica un tempo comune a
tutto il continente e ora
sopravvissuta soltanto
sull'altopiano di Simen è il
gelada (Theropithecus gelada),
ridotta a 400 esemplari.
Nonostante l'aspetto, questo
babbuino dalla criniera leonina
è meno aggressivo e curioso dei
suoi affini. Inoltre detiene due
primati: è l'unica scimmia a
cibarsi esclusivalmente di erba
ed è quella dotata della
migliore manualità. All'interno
del parco vivono altri mammiferi
considerati in pericolo
d'estinzione, benché ancora
presenti in altre zone
dell'Africa: tra questi citiamo
il servalo (Felis servai), il
caracul (Felis caracal) e la
iena maculata (Crocuta crocuta).
E' stata la preoccupazione per il destino delle specie
animali a indurre l'Unesco, nel
1996, a
includere il Simen National Park
nella lista del Patrimonio
Mondiale in pericolo. Pur con
l'avallo e le rassicurazioni del
governo di Addis Abeba, però,
l'interessamento internazionale
ha scarsi effetti, osteggiato
com'è dalle autorità della
regione. Almeno per il momento,
infatti, i capi delle comunità
locali considerano imperativo
alleviare le sofferenze della
popolazione umana, ridotta allo
stremo dalla fame e dalle
malattie.
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