Parco Nazionale di Simien
Etiopia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1978
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Il Parco nazionale del Simien (o Semien) è uno dei parchi nazionali che si trovano in Etiopia. Si trova nella provincia di Semien Gondar, nella regione di Amhara; ha un territorio prevalentemente montuoso che comprende i monti Semien, tra cui il Ras Dashan, la più alta vetta d'Etiopia e la quarta dell'Africa.

Le sue corna, lunghe più di un metro, per i guerrieri etiopi sono il trofeo più ambito. Ha un folto manto color nocciola, una struttura possente e può arrivare a pesare 120 chilogrammi . E' la capra abissina (Walia ibex), specie residua della primitiva incursione della fauna paleartica nei Tropici. Spesso protagonista dei miti e delle leggende etiopi, questa capra - per l'aspetto fiero e il carattere caparbio - è anche il simbolo del Paese. Ma, nonostante questa consacrazione, ormai ne restano appena 150 esemplari. La minaccia dell'uomo l'ha costretta a rifugiarsi nelle gole più inaccessibili dell'altopiano di Simen, nella regione di Gondar.

Già nel 1963, l'International Union for the Conservation of Nature aveva iscritto la capra abissina nella Red List delle specie a rischio di estinzione e, proprio per preservare il suo habitat, nel 1969 l 'Etiopia aveva istituito il primo parco nazionale del Paese. Purtroppo, però, la protezione dei 22.000 ettari del Simen National Park è rimasta sulla carta. Il territorio è stato spesso il campo di battaglia dell'annosa guerra tra Etiopia ed Eritrea e, sempre in conseguenza del conflitto, vi sono sorti numerosi villaggi di profughi, tanto che oggi l'altopiano etiope è una delle aree agricole più densamente popolate dell'Africa Orientale. E, come se non bastasse, negli ultimi anni tutta la zona è stata afflitta da una terribile siccità. Il paesaggio del Simen è di rara bellezza.  

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Oltre a includere il Ras Dashan Terra – che, con i suoi 4630 metri , è il picco più alto dell’Etiopia – l’altopiano è un susseguirsi di vertiginose gole e falesie dalle pareti profonde fino 1500 metri e lunghe anche 35 chilometri , scavate da processi erosivi nella roccia lavica. La vegetazione, costituita in prevalenza da piante erbacee e da una savana montana caratterizzata da lobelie giganti, è di grande interesse botanico, ma anch'essa è minacciata dalla pressione demografica. L'agricoltura e la pastorizia hanno causato una riduzione del manto erboso; quest'ultima attività, inoltre, è stata responsabile anche dell'ibridazione della capra abissina e di un'altra specie endemica dell'altopiano: il lupo abissino, il canide più raro al mondo.

Di lupo abissino si contano poche centinaia di esemplari allo stato e selvaggio e nessuno in cattività. Un'altra specie faunistica un tempo comune a tutto il continente e ora sopravvissuta soltanto sull'altopiano di Simen è il gelada (Theropithecus gelada), ridotta a 400 esemplari. Nonostante l'aspetto, questo babbuino dalla criniera leonina è meno aggressivo e curioso dei suoi affini. Inoltre detiene due primati: è l'unica scimmia a cibarsi esclusivalmente di erba ed è quella dotata della migliore manualità. All'interno del parco vivono altri mammiferi considerati in pericolo d'estinzione, benché ancora presenti in altre zone dell'Africa: tra questi citiamo il servalo (Felis servai), il caracul (Felis caracal) e la iena maculata (Crocuta crocuta). 

E' stata la preoccupazione per il destino delle specie animali a indurre l'Unesco, nel 1996, a includere il Simen National Park nella lista del Patrimonio Mondiale in pericolo. Pur con l'avallo e le rassicurazioni del governo di Addis Abeba, però, l'interessamento internazionale ha scarsi effetti, osteggiato com'è dalle autorità della regione. Almeno per il momento, infatti, i capi delle comunità locali considerano imperativo alleviare le sofferenze della popolazione umana, ridotta allo stremo dalla fame e dalle malattie.