Parco Nazionale Garamba
Repubblica Democratica del Congo

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1980 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO

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DAL 1984 - 1992 1996 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Riduzione della popolazione del rinoceronte bianco settentrionale (1984). Bracconaggio di due rinoceronti bianchi, uccisione di tre guardie forestali e assenza di un piano di misure correttive da parte delle autorità (1996).

Il Parco, noto soprattutto per la tutela del rinoceronte bianco, è caratterizzato da un'eccezionale varietà faunistica: vi è stata censita una cinquantina di specie diverse di mammiferi, di cui alcune molto rare e a rischio di estinzione, che non sarebbero sopravvissute senza la creazione di quest'area protetta.

Il nome comune di alcune specie animali è così singolare che riesce difficile comprendere con quale logica sia stato scelto. La situazione può apparire assurda quando questo nome si riferisce in modo evidente al colore dell'animale, mentre l'aspetto esteriore dello stesso lo smentisce clamorosamente. È il caso del rinoceronte bianco e del rinoceronte nero, entrambi di un colore grigio quasi identico. Si dice che il rinoceronte bianco fu chiamato così quando gli Europei osservarono i primi esemplari ricoperti di fango essiccato, che aveva assunto una colorazione bianchiccia. Secondo un'altra ipotesi, il nome sarebbe una deformazione del termine usato dai Boeri olandesi: weit, che significa "lungo", o wijt, "largo", e che richiamano entrambi la parola inglese white, cioè "bianco".

Il Parco Nazionale Garamba è una semipianura appena interrotta, di quando in quando, da modeste colline granitiche. La sua posizione prossima all'Equatore potrebbe indurre a pensare che l'ecosistema dominante sia la foresta o il bosco tropicale; invece non è così. A causa del clima, la savana, prima alberata e poi erbacea, ha progressivamente sottratto spazio alla foresta, cosicché solo dove i corsi fluviali come il Dungu, l'Aka e il Garamba attraversano il territorio è possibile ritrovare la caratteristica foresta a galleria o aree acquitrinose.

Per comprendere meglio questa situazione bisogna tenere presente che nel Parco Nazionale le piogge si concentrano nei mesi tra marzo e dicembre, mentre durante il resto dell'anno si verificano condizioni di clima secco rese più marcate dal vento caldo che soffia quasi costantemente da nordest. Di conseguenza, come ci si allontana dall'Equatore, la foresta tropicale a galleria cede il passo a una savana che inizialmente è molto verde e alberata, ma che progressivamente diventa secca e arbustiva. È evidente che questi fattori influiscono in modo determinante sulla distribuzione delle diverse specie che popolano il Parco Garamba: ad esempio, mentre gli erbivori possono popolare la maggior parte dell'area protetta, i coccodrilli o gli ippopotami restano confinati in prossimità delle acque.

Parlando di savana è d'obbligo menzionare l'albero più famoso dell'Africa, il baobab, facilmente riconoscibile per il tronco enormemente ingrossato dove viene immagazzinata l'acqua necessaria per superare la stagione secca.

La consistente presenza di erbivori che vengono a riprodursi nel Garamba è alimentata dalla straordinaria produttività della savana e dalla vegetazione erbacea che, come è risaputo, cresce dalla base dello stelo e non dalla parte superiore, come invece avviene per alberi e arbusti. In questo modo, dopo essere stata mangiata dagli animali o bruciata dal fuoco, naturale o doloso, l'erba può tornare a crescere. Le abbondanti piogge della stagione umida favoriscono la rapida crescita di alcune graminacee, come quelle del genere Hyparremia, e soprattutto della grande "erba degli elefanti" (gen. Urelytrwnthyroides), che supera i cinque metri di altezza.  

Il rinoceronte bianco è un animale molto massiccio che raggiunge i due metri di altezza al garrese, pesa 2000 chilogrammi e sfiora i cinque metri di lunghezza. Le fonti storiche attestano che nel XIX secolo questi animali, privi di nemici naturali e dall'indole pacifica e sicura, erano molto numerosi in buona parte dell'Africa; ma l'arrivo dei cacciatori bianchi li portò rapidamente sull'orlo dell'estinzione. Esistono due razze, o sottospecie, del rinoceronte bianco: una è la sudafricana e l'altra è quella del nord, che vive nel Garamba.

Secondo un censimento del 1963 nel Parco vivevano 1200 esemplari, ma una serie di contese militari che ebbero luogo in queste zone durante gli anni Sessanta si risolsero in un'autentica mattanza che causò l'eliminazione di quasi un migliaio di esemplari. Tornata la calma nella regione, il governo ha preso provvedimenti per salvaguardare questa specie, però, nonostante i rinoceronti siano tornati a vivere in pace, il loro basso tasso di natalità - nel migliore dei casi un parto ogni cinque o sei anni - rende difficile il recupero della popolazione. Venendo meno l'interferenza dell'uomo, i rinoceronti potrebbero lentamente aumentare, ma in questi ultimi anni i problemi politici nel Sudan hanno causato il dispiegamento di truppe militari e mercenarie che, approfittando della situazione, danno la caccia a questo grosso mammifero per le sue carni e per il ricercato corno.

Il corno del rinoceronte è in realtà un indurimento della pelle; privo di supporto osseo, cade naturalmente ogni dieci anni, ricrescendo in una sola stagione. Una curiosa abitudine di questi animali è quella di depositare gli escrementi sempre negli stessi luoghi, per poi disperderli con il corno o le zampe; questo comportamento serve a delimitare il territorio. Gli Asandeh, un'etnia che vive nella zona, ha trovato una spiegazione più interessante: quando Dio creò gli animali, al rinoceronte, che non era stato molto favorito, donò un ago con cui cucirsi la pelle; sbadatamente l'animale lo smarrì e, prima di rendersi conto di averlo inghiottito, frugò tra i suoi escrementi nella speranza di ritrovarlo. Il Parco Nazionale Garamba è circondato da tre aree di caccia controllata (per un totale di un milione di ettari) che costituiscono una sorta di zona di rispetto per ammortizzare la pressione esterna.  

L'area protetta, vista l'estensione e la varietà degli habitat, ospita una fauna straordinariamente ricca che non si esaurisce con rinoceronti ed elefanti. Basti dire che sono state censite una cinquantina di specie diverse di mammiferi, alcune molto rare e in pericolo di estinzione, e che non sarebbero sopravvissute senza l'istituzione del Parco. Bisogna infatti ricordare che il Parco Nazionale è stato costituito nel 1938 per salvaguardare il rinoceronte e la giraffa.  

Con un breve percorso all'interno del Parco vi è dunque la possibilità di ammirare i quattro più grandi mammiferi terrestri viventi, che oltre alle tre specie precedentemente menzionate includono l'ippopotamo. 

Talvolta si può avere la fortuna di incontrare anche i grandi felini, come leoni e pantere, o branchi di gazzelle, antilopi, gnu, bufali e alcelafì. Sono molto diffusi anche predatori come i licaoni, o animali necrofagi come le iene; infine non possiamo assolutamente dimenticare le numerose specie di uccelli che solcano i cieli del magnifico Parco Nazionale Garamba.