Atollo di Aldabra
Seychelles
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1982
  
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Aldabra è un atollo corallino che affiora dall'Oceano Indiano, a sud di Mahé, l'isola principale delle Seychelles, quasi non toccato dall'uomo, con una fauna tipica, tra cui la tartaruga gigante delle Seychelles. L'atollo è il secondo più esteso del mondo dopo quello di Kiritimati. 

I primi documenti su Aldabra risalgono al 1511 e furono scritti dai portoghesi. Su una loro mappa dell'epoca si faceva menzione di Ilha Darà, o Aldabra, un nome che rivela un'origine araba: al Khadra, " la Verde ". Pare infatti che i naviganti riuscissero a orientarsi osservando il riflesso smeraldino delle acque racchiuse nell'atollo.

I primi a porre una bandiera su una delle 13 isole che lo compongono furono i francesi nel 1742, anno in cui la spedizione di Lazare Picault e Jean Grossin scoprì l'arcipelago delle Seychelles. All'inizio del XIX secolo le isole vennero conquistate dalla Marina britannica e più tardi cominciarono a essere apprezzate dai naturalisti inglesi, primo fra tutti Charles Darwin.  

Nel 1966, quando Aldabra sembrava destinata a un uso militare anglo-americano, la Royal Society di Londra prese coscienza del valore naturale dell'atollo, avviando una campagna di sensibilizzazione che provocò, il 22 novembre 1967, la rinuncia al progetto militare da parte del Governo britannico. Quattro anni più tardi si inaugurava la Aldabra Research Station. L'indipendenza delle Seychelles nel 1977 consegnò l'atollo nelle mani della giovane Repubblica, che ne affidò la gestione alla Fondazione per la Conservazione delle Isole Seychelles.  

Aldabra costituisce uno dei migliori esempi mondiali di atollo corallino emerso. L'atollo è formato da quattro isole 

  • Isola meridionale (Grand Terre, 116,1 km²)

  • Isola Malabar o Isola Media (26,8 km²)

  • Isola Polymnieli o Isola Polymnie (4,75 km²)

  • Isola Picard o Isola Occidentale (9,4 km²)

che delimitano un'ampia laguna interna. Separate tra loro da stretti canali, costituiscono un insieme disposto in forma ovale leggermente appuntita verso est, dove si trovano le terre emerse più vaste, mentre nell'estremità occidentale gli spazi tra l'oceano e le superfici emerse sono più diffusi. La superficie totale dell'atollo è di 35.000 ettari , dei quali 18.800 di terraferma (2.000 coltivati) e i rimanenti occupati da una laguna interna. Aldabra include inoltre le scogliere periferiche dell'atollo situate nella fascia larga un chilometro al di sopra del livello dell'alta marea.

Gli studi geologici e paleontologici illustrano chiaramente il complesso processo di formazione di Aldabra e delle scogliere coralline. L'atollo sorse dalle acque approssimativamente 200.000 anni fa, da fondali marini di scarsa profondità sopra i quali si formò, attraverso successivi accrescimenti calcarei, la costruzione corallina. Durante l'epoca interglaciale Mindel-Riss, 140.000 anni fa, l'innalzamento di dieci metri del livello del mare provocò l'immersione dell'atollo, che rimase del tutto coperto dalle acque. 

La progressiva crescita della struttura corallina permise all'atollo di affiorare nuovamente circa 80.000 anni fa, per poi essere sommerso ancora durante l'ultima glaciazione di Wùrm, 17.000 anni prima della nostra era. Il culmine del processo ebbe luogo circa 6.000 anni fa, quando le parti superiori dell'atollo vennero nuovamente alla superficie, dando il via a un nuovo processo di colonizzazione vegetale e animale delle terre emerse. Gli attuali profili dell'anello corallino, ormai definitivamente stabilizzati sotto l'aspetto geologico, si innalzano di appena tre metri sopra il livello del mare.

Nonostante tutto, le coste sono molto irregolari poiché l'erosione differenziata della struttura corallina crea una superficie frammentata e solcata da scanalature dalla quale si staccano blocchi isolati, conosciuti volgarmente con il soprannome di "funghi".  

La flora presente ad Aldabra è formata da 263 specie di angio-sperme spontanee, di cui 43 endemiche. In alcuni settori costieri appaiono i boschi di mangrovie formati dalle specie Rhizophora mucronata, Brugiera gymnorhiza e Avicennia marina, dalle caratteristiche radici esterne, con fusti "alati" come contrafforti e pneumatofori, veri organi di respirazione per le radici sommerse. Sopra il livello delle maree si estende una folta e impraticabile sterpaia a Pemphis acidula. A "maggior quota", con il sistema radicale lontano dalle intrusioni marine, cresce una vegetazione arborescente di Apodytes e Ochna che rappresenta la formazione di flora più ricca di Aldabra e dove si trova la maggioranza delle piante autoctone, tra le quali 30 endemiche.  

L'atollo di Aldabra, così come le isole Galàpagos, ha raggiunto fama mondiale grazie alla presenza delle tartarughe giganti delle Seychelles. Concentrata nelle pianure orientali dell'Isola Sud, la popolazione di questi animali è stata stimata in 152.000 esemplari, con una densità approssimativa di 17 tartarughe per ettaro. Il periodo della riproduzione si svolge durante la stagione delle piogge, nei mesi di febbraio e marzo. Le tartarughe svolgono un severo controllo della vegetazione erbacea, adattando la propria strategia riproduttiva alla disponibilità di cibo. Così, con una bassa densità di popolazione, viene deposta una maggiore quantità di uova che garantisce, di conseguenza, un'alta percentuale di nascite. Recenti studi suggeriscono una coevoluzione tra differenti specie di flora e le tartarughe: infatti è stato scoperto che i semi di almeno 28 specie endemiche passano attraverso l'apparato digerente delle tartarughe per garantirsi un successo germinativo. L'introduzione di specie esotiche è una delle principali minacce per gli ambienti insulari. Tale è stato il caso di Aldabra con Stachytarpheta jamaicensis che si propaga attraverso lo strato erbaceo sostituendosi all'erba che serve da alimento alle gigantesche tartarughe terrestri. Anche i topi e le capre selvatiche, cibandosi di arbusti, minacciano la flora dell'atollo. Il capitolo delle introduzioni indesiderate si chiude con la cocciniglia Icerya seychellarum, un insetto che si riproduce per partenogenesi, alimentandosi della linfa e dei germogli di molte altre specie autoctone. 

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L'atollo di Aldabra è di importanza fondamentale anche per la riproduzione di un'altra tartaruga marina: la tartaruga verde. Ogni autunno oltre mille femmine guadagnano faticosamente le sue coste per deporre le uova.  

La maggior parte degli atolli corallini e delle isole di piccole dimensioni dell'Oceano Indiano vedono la loro avifauna limitata alle specie marine, senza che siano presenti uccelli di terraferma. Aldabra costituisce un'eccezione alla regola, poiché vanta la presenza di 13 specie di uccelli terrestri. L'insularità ha fatto sì che l'80% di queste specie si siano evolute in specie diverse da quelle continentali. Tra di loro emergono due passeriformi endemici, il drongo di Aldabra e il cantore di Aldabra, uno degli uccelli più rari al mondo.

Aldabra ospita anche un rallide esclusivo dell'arcipelago, presente con circa 5.000 individui. Risulta sorprendente che la sottospecie analoga presente nel Madagascar conservi la capacità di volare, mentre quella di Aldabra sia esclusivamente terricola. Nell'atollo si trovano anche notevoli concentrazioni di uccelli marini, che si installano sulle terre emerse e fra le mangrovie. Seimila coppie di fregata minore e quattrocento coppie nidificanti di fregata maggiore fanno di questa oasi il secondo luogo di importanza mondiale per la riproduzione di queste specie.