Aldabra
è un atollo corallino che
affiora dall'Oceano Indiano, a
sud di Mahé, l'isola
principale delle Seychelles,
quasi non toccato dall'uomo,
con una fauna tipica, tra cui
la tartaruga gigante delle
Seychelles. L'atollo è
il secondo più esteso del
mondo dopo quello di
Kiritimati.
I
primi documenti su Aldabra
risalgono al 1511 e furono
scritti dai portoghesi. Su una
loro mappa dell'epoca si
faceva menzione di Ilha Darà,
o Aldabra, un nome che rivela
un'origine araba: al Khadra,
"
la Verde
". Pare infatti che i
naviganti riuscissero a
orientarsi osservando il
riflesso smeraldino delle
acque racchiuse nell'atollo.
I
primi a porre una bandiera su
una delle 13 isole che lo
compongono furono i francesi
nel 1742, anno in cui la
spedizione di Lazare Picault e
Jean Grossin scoprì
l'arcipelago delle Seychelles.
All'inizio del XIX secolo le
isole vennero conquistate
dalla Marina britannica e più
tardi cominciarono a essere
apprezzate dai naturalisti
inglesi, primo fra tutti
Charles Darwin.
Nel
1966, quando Aldabra sembrava
destinata a un uso militare
anglo-americano,
la Royal Society
di Londra prese coscienza del
valore naturale dell'atollo,
avviando una campagna di
sensibilizzazione che provocò,
il 22 novembre 1967, la
rinuncia al progetto militare
da parte del Governo
britannico. Quattro anni più
tardi si inaugurava
la Aldabra Research
Station. L'indipendenza delle
Seychelles nel 1977 consegnò
l'atollo nelle mani della
giovane Repubblica, che ne
affidò la gestione alla
Fondazione per
la Conservazione
delle Isole Seychelles.
Aldabra
costituisce uno dei migliori
esempi mondiali di atollo
corallino emerso. L'atollo è
formato da quattro isole
-
Isola
meridionale (Grand
Terre, 116,1 km²)
-
Isola
Malabar o Isola Media
(26,8 km²)
-
Isola
Polymnieli o Isola
Polymnie (4,75 km²)
-
Isola
Picard o Isola Occidentale
(9,4 km²)
che
delimitano un'ampia laguna
interna. Separate tra loro da
stretti canali, costituiscono
un insieme disposto in forma
ovale leggermente appuntita
verso est, dove si trovano le
terre emerse più vaste,
mentre nell'estremità
occidentale gli spazi tra
l'oceano e le superfici emerse
sono più diffusi. La
superficie totale dell'atollo
è di
35.000 ettari
, dei quali 18.800 di
terraferma (2.000 coltivati) e
i rimanenti occupati da
una laguna interna. Aldabra
include inoltre le scogliere
periferiche dell'atollo
situate nella fascia larga un
chilometro al di sopra del
livello dell'alta marea.
Gli
studi geologici e
paleontologici illustrano
chiaramente il complesso
processo di formazione di
Aldabra e delle scogliere
coralline. L'atollo sorse
dalle acque
approssimativamente 200.000
anni fa, da fondali marini di
scarsa profondità sopra i
quali si formò, attraverso
successivi accrescimenti
calcarei, la costruzione
corallina. Durante l'epoca
interglaciale Mindel-Riss,
140.000 anni fa,
l'innalzamento di dieci metri
del livello del mare provocò
l'immersione dell'atollo, che
rimase del tutto coperto dalle
acque.
La
progressiva crescita della
struttura corallina permise
all'atollo di affiorare
nuovamente circa 80.000 anni
fa, per poi essere sommerso
ancora durante l'ultima
glaciazione di Wùrm, 17.000
anni prima della nostra era.
Il culmine del processo ebbe
luogo circa 6.000 anni fa,
quando le parti superiori
dell'atollo vennero nuovamente
alla superficie, dando il via
a un nuovo processo di
colonizzazione vegetale e
animale delle terre emerse.
Gli attuali profili
dell'anello corallino, ormai
definitivamente stabilizzati
sotto l'aspetto geologico, si
innalzano di appena tre metri
sopra il livello del mare.
Nonostante
tutto, le coste sono molto
irregolari poiché l'erosione
differenziata della struttura
corallina crea una superficie
frammentata e solcata da
scanalature dalla quale si
staccano blocchi isolati,
conosciuti volgarmente con il
soprannome di
"funghi".
La
flora presente ad Aldabra è
formata da 263 specie di
angio-sperme spontanee, di cui
43 endemiche. In alcuni
settori costieri appaiono i
boschi di mangrovie formati
dalle specie Rhizophora
mucronata, Brugiera gymnorhiza
e Avicennia marina, dalle
caratteristiche radici
esterne, con fusti
"alati" come
contrafforti e pneumatofori,
veri organi di respirazione
per le radici sommerse. Sopra
il livello delle maree si
estende una folta e
impraticabile sterpaia a
Pemphis acidula. A
"maggior quota", con
il sistema radicale lontano
dalle intrusioni marine,
cresce una vegetazione
arborescente di Apodytes e
Ochna che rappresenta la
formazione di flora più ricca
di Aldabra e dove si trova la
maggioranza delle piante
autoctone, tra le quali 30
endemiche.
L'atollo
di Aldabra, così come le
isole Galàpagos, ha raggiunto
fama mondiale grazie alla
presenza delle tartarughe
giganti delle Seychelles.
Concentrata nelle pianure
orientali dell'Isola Sud, la
popolazione di questi animali
è stata stimata in 152.000
esemplari, con una densità
approssimativa di 17
tartarughe per ettaro. Il
periodo della riproduzione si
svolge durante la stagione
delle piogge, nei mesi di
febbraio e marzo. Le
tartarughe svolgono un severo
controllo della vegetazione
erbacea, adattando
la propria strategia
riproduttiva alla disponibilità
di cibo. Così, con una bassa
densità di popolazione, viene
deposta una maggiore quantità
di uova che garantisce, di
conseguenza, un'alta
percentuale di nascite.
Recenti studi suggeriscono una
coevoluzione tra differenti
specie di flora e le
tartarughe: infatti è stato
scoperto che i semi di almeno
28 specie endemiche passano
attraverso l'apparato
digerente delle tartarughe per
garantirsi un successo
germinativo. L'introduzione di
specie esotiche è una delle
principali minacce per gli
ambienti insulari. Tale è
stato il caso di Aldabra con
Stachytarpheta jamaicensis che
si propaga attraverso lo
strato erbaceo sostituendosi
all'erba che serve da alimento
alle gigantesche tartarughe
terrestri. Anche i topi e le
capre selvatiche, cibandosi di
arbusti, minacciano la flora
dell'atollo. Il capitolo delle
introduzioni indesiderate si
chiude con la cocciniglia
Icerya seychellarum, un
insetto che si riproduce per
partenogenesi, alimentandosi
della linfa e dei germogli di
molte altre specie autoctone.

L'atollo
di Aldabra è di importanza
fondamentale anche per la
riproduzione di un'altra
tartaruga marina: la tartaruga
verde. Ogni autunno oltre
mille femmine guadagnano
faticosamente le sue coste per
deporre le uova.
La
maggior parte degli atolli
corallini e delle isole di
piccole dimensioni dell'Oceano
Indiano vedono la loro
avifauna limitata alle specie
marine, senza che siano
presenti uccelli di
terraferma. Aldabra
costituisce un'eccezione alla
regola, poiché vanta la
presenza di 13 specie di
uccelli terrestri. L'insularità
ha fatto sì che l'80% di
queste specie si siano evolute
in specie diverse da quelle
continentali. Tra di loro
emergono due passeriformi
endemici, il drongo di Aldabra
e il cantore di Aldabra, uno
degli uccelli più rari al
mondo.
Aldabra
ospita anche un rallide
esclusivo dell'arcipelago,
presente con circa 5.000
individui. Risulta
sorprendente che la
sottospecie analoga presente
nel Madagascar conservi la
capacità di volare, mentre
quella di Aldabra sia
esclusivamente terricola.
Nell'atollo si trovano anche
notevoli concentrazioni di
uccelli marini, che si
installano sulle terre emerse
e fra le mangrovie. Seimila
coppie di fregata minore e
quattrocento coppie
nidificanti di fregata
maggiore fanno di questa oasi
il secondo luogo di importanza
mondiale per la riproduzione
di queste specie.

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