Parco Nazionale Noel Kempff Mercado
Bolivia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITĀ DAL 2000

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Non c’era nessuno che conoscesse il Parque Nacionāl Huanchaca meglio del professor Noel Kempff Mercado. Era un naturalista, che aveva dedicato la sua carriera all'esplorazione e allo studio sistematico di quel selvaggio milione e mezzo di ettari costituiti dall'altopiano che dava il nome al parco e da una vasta pianura solcata da numerosi fiumi, le cui acque sarebbero poi confluite nell'immenso Rio delle Amazzoni. 

Per il professore e per i suoi tre allievi, il 6 settembre 1986 avrebbe dovuto essere un giorno come tanti altri. Erano partiti all'alba, con l'obiettivo di raggiungere la falesia del Huanchaca nel primo pomeriggio. Ma, forse soltanto con la loro presenza, disturbarono un manipolo di trafficanti, che trasportavano droga in Brasile. E, per questo, vennero barbaramente uccisi. 

In ricordo di quello scienziato, il governo boliviano decise, a due anni dalla sua morte, di dedicargli il parco. Allo stesso tempo, cominciō a prendere misure drastiche in difesa di quello straordinario ambiente naturale che - a causa della caccia di frodo, del disboscamento indiscriminato e, non ultimi, dei loschi affari che vi si svolgevano - era in serio pericolo. 

Con il patrocinio statale, una decina di anni fa, č stata istituita la Fundaciķn Amigos de la Naturaleza che, grazie all'iniziativa "Adotta un Acro", č riuscita a trovare i finanziamenti per raddoppiare la superficie dell'area protetta. E che, soprattutto, si č fatta promotrice del pių grande progetto forestale di cattura di gas serra del mondo, in partnership con lo Stato e con tre colossi dell'energia statunitensi. 

Secondo le stime, con un investimento di dieci milioni di dollari volti a uno sviluppo sostenibile dell'area, si sarā capaci, in 30 anni, di evitare l'emissione di 25-36 milioni di tonnellate di biossido di carbonio causata dal disboscamento. Del resto, il Parque Nacionāl Noel Kempff Mercado č una delle pių vaste aree selvagge dei Neotropici e presenta un'altissima biodiversitā. 

Situato nella zona di integrazione tra la foresta amazzonica e la provincia biogeografica del Cerrado - che ha un clima secco - č suddiviso in almeno cinque estese sezioni vegetative, dalla foresta sempreverde dell'altopiano di Huanchaca, con alberi alti fino a 45 metri, a quella fluviale che si allinea lungo i corsi dell'Iténez e del Paraguā. 

In totale, qui sono classificate 4000 specie di piante vascolari, tra le quali spiccano varie specie di liane e un centinaio di orchidacee. E la varietā di habitat č il substrato di una fauna estremamente ricca che include 139 mammiferi, 620 uccelli, 74 rettili, 62 anfibi e 254 pesci. Gli zoologi, peraltro, continuano a fare interessanti scoperte, soprattutto per quanto riguarda i mammiferi di piccole dimensioni, primi tra tutti i pipistrelli, gli anfibi, i rettili - come una rara specie di caimano nero - e gli insetti, tra i quali alcuni scarabei endemici. 

Le vaste aree erbose nella sezione meridionale dell'altopiano sono uno degli ultimi habitat del cervo delle pampas, mentre l'altrettanto raro cervo delle paludi abita le pianure soggette ad alluvioni stagionali. Tra gli altri mammiferi d'interesse per la conservazione spiccano marsupiali come la Glironėa venusta e il Monodelphis kunsi, la lontra gigante e la lontra della Plata.

In definitiva, grazie alla sua flora, alla sua fauna e agli sforzi internazionali per la salvaguardia dell'ecosistema, il parco č un luogo dal fascino primordiale. Lo stesso che colpė, pių di un secolo fa, sir Arthur Conan Doyle, che dalle foreste dell'America Latina trasse ispirazione per il romanzo Il mondo perduto.