Charles
Darwin definì le Isole Galàpagos "un piccolo mondo a parte"
e pensò che avrebbero condotto il mondo più vicino a svelare
"quel mistero dei misteri che è l'apparizione di nuovi esseri su
questa terra". Lo scienziato inglese visitò le isole nel 1835,
epoca in cui era un naturalista imbarcato sul brigantino britannico
H.M.S. Beagle, impegnato in una spedizione quinquennale attorno al globo
con l’obiettivo di tracciare mappe per conto della Marina Reale; poiché
le Galàpagos non erano ancora abitate da esseri umani, le interazioni
erano state così irrilevanti e le isole erano separate dal continente
da tante miglia nautiche da far sì che fossero o laboratorio biologico,
ricco di specie interessanti e sconosciute.
Darwin
restò affascinato dalle specie strettamente correlate che rinvenne
sulle singole isole, reciprocamente simili eppure abbastanza differenti
da spingerlo a porsi domande fondamentali: perché, per esempio, la
tartaruga gigante si era evoluta in 14 varietà distinte sulle diverse
isole dell'arcipelago? E per quale motivo le testuggini giganti di
questo genere non vivevano sul continente? Le questioni sollevate e la
qualità dei campioni raccolti indugiarono nella mente del naturalista
per 20 anni, durante i quali mise insieme la sua teoria della selezione
naturale: nel 1859, quando pubblicò l'Origine delle Specie, Darwin
scosse la coscienza mondiale, ma aprì agli scienziati una via nuova per
affrontare la biologia.

Situato
nell'Oceano Pacifico, in corrispondenza dell'Equatore, circa 1050
chilometri a ovest del continente sudamericano, il gruppo delle Galàpagos
annovera 19 isole principali, cinque delle quali abitate da circa 15.000
persone in totale, e 107 fra isolette minori e rocce isolate;
l'arcipelago è di origine vulcanica (a ovest numerosi crateri sommersi
sono ancora in attività) e le isole sono coperte da roccia lavica e dai
resti di antiche colate magmatiche. Le Galàpagos, che fanno parte della
Repubblica dell'Ecuador e sono state disabitate fino a dopo il 1832,
anno in cui furono annesse al Paese, vennero scoperte nel 1535 da Tomas
de Belanga e in seguito furono usate dai pirati come basi di
rifornimento, in particolare di acqua e di tartarughe giganti, che
potevano essere stivate a bordo dei vascelli e uccise per cibarsene in
caso di necessità. Sia pure affascinato da queste eccezionali creature,
da cui le stesse isole prendono il nome - galàpago significa
"testuggine", in spagnolo -, anche Darwin ne trovò
irresistibile il gusto, sottolineando nelle sue note la bontà della
carne arrostita dentro il carapace e della zuppa che si cucinava con i
giovani esemplari.
Oggi
le isole sono amministrate dal Galàpagos National Park Service, che ha
allestito 60 siti specifici aperti alle visite, al di fuori dei quali
gli ospiti del parco non sono ammessi: questa è la ragione per cui la
fauna delle isole non è abituata alla presenza degli esseri umani, che
di fatto non teme. Gli animali vengono studiati e protetti, perché le
isole conservano tuttora la funzione di laboratorio biologico rivestita
ai tempi di Darwin. La stazione di ricerca dedicata al naturalista,
amministrata dalla Fondazione Internazionale Charles Darwin e situata a
Puerto Ayora, sull'Isola di Santa Cruz, segue un riuscito programma di
allevamento in cattività di tartarughe giganti e di iguana di terra.
Il
parco delle Galàpagos fu istituito nel 1959, quando il 97 per cento del
territorio venne delimitato come riserva biologica, e nel 1978 le isole
sono diventate un Sito del Patrimonio Mondiale; una legge del 1989 ha
quindi esteso l'area protetta alle acque che circondano l'arcipelago e
nel 1998 l'Ecuador ha emesso leggi più severe per proteggerle,
specialmente dall'introduzione di specie vegetali e animali estranee.
Tutte le escursioni, che si tratti di crociere o di gite giornaliere,
devono essere accompagnate da una guida dotata della licenza rilasciata
dall'amministrazione del parco, inoltre gli animali non possono essere
toccati e i visitatori sono obbligati a rimanere all'interno dei
percorsi previsti.

Grazie
al quasi totale isolamento dell'arcipelago, le tartarughe marine
giganti, che possono arrivare a 250 chilogrammi di peso e superare i 100
anni di età, sono - come i fringuelli di Darwin - un'altra
straordinaria eredità dell'evoluzione. Sebbene infatti siano
classificate come un'unica specie, derivata da pochi esemplari che
raggiunsero le Galàpagos in epoche remote, se ne contano 14
sottospecie, tre delle quali risultano oggi estinte, mentre di una è
rimasto un solo esemplare. Né si può dire, in realtà, se gli
adattamenti intervenuti nei millenni siano tali da permettere ancora
l'incrocio tra popolazioni diverse. Con l'arrivo dei cacciatori di
balene poi - tra i quali Hermann Melville, che qui trovò ispirazione
per il suo romanzo Moby Dick - il destino delle tartarughe sembrava
segnato. Si stima che ne siano state cacciate oltre 100.000, con una
popolazione residua di circa 15.000 unità.
Situato
a ridosso dell'equatore, a 800 chilometri dalle coste dell'America
Latina, l'arcipelago delle Galàpagos - che conta 13 isole maggiori,
sette minori e un centinaio di isolotti e scogli per un totale di 8000
chilometri quadrati - è costituito da magmi e lave di origine
vulcanica, e conta ancora diversi vulcani attivi. Quando le Galàpagos
furono annesse all'Ecuador, nel 1832, il governo di Quito iniziò un
piano di colonizzazione che portò all'insediamento di diverse comunità.
La popolazione attuale, concentrata soprattutto nel capoluogo, Puerto
Baquerizo Moreno, e nei due centri di Puerto Ayora e Santa Cruz, si
aggira intorno ai 18.000 abitanti. Il 97 per cento della superficie
delle isole fu decretato parco nazionale nel 1959, mentre nel 1986 fu
istituita la riserva marina, per proteggere le acque che circondano
l'arcipelago. Entrambi, rispettivamente nel 1978 e nel 2001, sono
entrati nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
Fringuelli
e tartarughe a parte, quello delle Galàpagos è un incredibile
laboratorio a cielo aperto, in cui gran parte della fauna e della flora
si è evoluta in maniera indipendente, portando a un tasso di endemismi
unico al mondo. In totale, sono state descritte oltre 300 specie di
pesci, 1.600 di insetti, 80 di ragni, 300 di coleotteri e 650 di
molluschi. Tra gli uccelli marini si annoverano specie endemiche come il
cormorano non volatore, un albatros, tre sule, due gabbiani. E ancora
l'unico pinguino che vive in acque tropicali, leoni marini e la foca
delle Galàpagos, ricercatissima nel XIX secolo dai cacciatori di
pellicce.
Un
discorso a parte lo meriterebbero i rettili, che si sono evoluti
liberamente, in un ambiente privo di predatori. Tra gechi, serpenti,
lucertole della lava e iguane terrestri, un cenno particolare va
senz'altro all'iguana marina, l'unica specie di lucertola acquatica del
mondo. Praticamente ogni scoglio delle Galàpagos è abitato da questi
rettili, che vivono sulla terraferma ma si nutrono di alghe che mangiano
sporgendosi dalle rocce o tuffandosi nelle acque. La loro popolazione,
stimata in 200.000-300.000 esemplari, è oggi sottoposta a una grave
minaccia, il petrolio fuoriuscito nel 2001 dalla petroliera Jessica. Il
numero di Nature del 6 giugno 2002 riportava infatti uno studio secondo
il quale la mortalità delle iguane marine sull'isola di Santa Fé era
aumentata in misura eccezionale a seguito dell'incidente.
Le
Galàpagos, d'altra parte, sono caratterizzate da equilibri ambientali
estremamente fragili, che già la presenza umana ha profondamente
alterato. Nel 1976 un gruppo di cani randagi ha attaccato una colonia di
500 iguane terrestri, decimandole. E nell'ultimo decennio del XX secolo
almeno 120 tartarughe giganti sono state uccise dai bracconieri. Come se
non bastasse, il lavoro della Charles Darwin Foundation, che si occupa
della conservazione dell'arcipelago, è messo a dura prova anche dalla
politica del governo ecuadoriano, che dagli anni Ottanta ha stabilito
incentivi per il popolamento delle isole, i cui abitanti stanno
crescendo con un ritmo dell'otto per cento l'anno.

Le
isole principali
L'arcipelago
è stato conosciuto con molti nomi diversi; per esempio, per qualche
tempo le Galápagos furono note come "Isole Incantate" (Las
Islas Encantandas) per via delle difficoltà di navigazione dovute
alle forti e mutevoli correnti. I nomi delle singole isole hanno avuto
una storia ancora più complessa, e oggi quasi tutte le isole
dell'arcipelago dispongono di almeno tre nomi. Una prima mappa
approssimativa dell'arcipelago fu fatta dal bucaniere
Ambrose Cowley nel 1684; Cowley battezzò le isole con nomi di suoi compagni pirati e di alcuni dei nobili inglesi che ne sostenevano
economicamente le scorrerie. I navigatori spagnoli battezzarono le isole
in modo indipendente, e su molte carte
nautiche, fino a gran parte del XIX
secolo, per ogni isola erano segnati sia il nome inglese che
quello spagnolo. Nel 1892, il governo dell'Ecuador
ribattezzò ogni isola ex-novo. Nel seguito, si riporteranno per ogni
isola il nome ufficiale ed eventualmente altri nomi rimasti nell'uso.
San
Cristóbal (Chatham)
- Intitolata a San
Cristoforo, patrono
dei marinai, nella versione spagnola e al conte Chatham in quella
inglese, ha una superficie di 558 km² il suo punto di massima
altitudine è a 730 metri sul mare. L'isola ospita colonie di fregate,
leoni marini, tartarughe
giganti, uccelli tropicali, iguane
marine, delfini, sule dalle zampe azzurre e dalle zampe rosse e gabbiani
a coda di rondine. La sua vegetazione include la Calandrina galapagos
ed il Lecocarpus darwinii nonché alberi come il Guaiacum
officinale. Il
più grande lago d'acqua dolce dell'arcipelago, la Laguna El Junco, è
sito nell'altipiano di San Cristóbal. La capitale dell'arcipelago, Puerto
Baquerizo Moreno, sorge sull'estremità meridionale dell'isola...
Española
(Hood) - In
onore della Spagna e di
un nobile inglese di nome Hood. Ha un'area di 60 km² ed un'altitudine
massima di 206 metri. Española è il luogo dove nidificano gli albatros,
gli sparvieri, i
gabbiani a coda di rondine, i passeri, le tortore
delle Galápagos e le sule mascherate. È abitata anche da tartarughe
marine e giganti, iguane marine, squali
e leoni marini. Una colata lavica sulla spiaggia ha creato uno
sfiatatoio che proietta l'acqua verso l'alto quando viene colpito dalle
onde. È l'isola più meridionale dell'arcipelago nonché quella che
ospita il maggior numero di specie endemiche di fauna.
Santa
Fé (Barrington)
- Intitolata
all'omonima città spagnola,
ha una superficie di 24 km² ed un'altitudine massima di 259 metri.
Santa Fé ospita una foresta di cactus
Opuntia e di Palo
Santo. Le sue corrugate scogliere offrono riparo a gabbiani a
coda di rondine, uccelli tropicali dal becco rosso e procellarie. A
Santa Fé vengono spesso avvistate le iguane di terra e le lucertole
della lava. L'isola ha una pittoresca laguna frequentata da tartarughe
ed acque calme dove si può fare snorkeling
tra i leoni marini.
Genovesa
(Tower) - Dal
nome della città italiana
di Genova. Ha un'area di 14 kmq ed un'altitudine massima di 76 metri.
Quest'isola è ciò che resta dei bordi di un grande cratere ormai quasi
completamente immerso. Il suo soprannome di "isola degli
uccelli" è ben meritato. A Darwin Bay si possono osservare
fregate, gabbiani a coda forcuta, sule dalle zampe rosse, sterne, gabbiani della lava, uccelli tropicali, colombe,
procellarie delle tempeste e fringuelli di Darwin. L'altopiano di prince
Philip è un ottimo punto di osservazione per le sule mascherate e dalle
zampe rosse. L'isola ospita anche una foresta di Palo Santo.

Floreana
(Charles o Santa María) - Prende
il nome da Juan José Flores, il primo presidente dell'Ecuador,
durante la cui amministrazione l'Ecuador prese possesso dell'arcipelago.
Viene anche chiamata Santa Maria, in onore ad una delle tre caravelle
di Cristoforo Colombo.
Ha un'area di 173 kmq ed un'altitudine massima di 640 metri. È una
delle isole dalla storia umana più interessante nonché una delle prime
a venire abitate. Vi si riproducono i fenicotteri
rosa e le tartarughe marine verdi, da dicembre a maggio. Qui si trova
anche la procellaria a zampe palmate, un uccello marino notturno che
passa la maggior parte della sua esistenza lontano dalla terraferma.
Alla "Baia della Posta", fin dal XVIII
secolo, i balenieri si servono di barili di legno per scambiare
la posta in partenza ed in arrivo con le navi in transito. Alla Corona
del Diavolo, un cono vulcanico sotterraneo, si trovano formazioni coralline.
South
Plaza - Deve
il nome ad un ex presidente ecuadoriano, il generale Leonidas Plaza. Ha
un'area di 0,13 kmq ed un'altitudine massima di 23 metri. La flora
dell'isola comprende i cactus Opuntia e piante di Sesuvium, che formano
un tappeto rossastro sulla superficie delle colate laviche. Qui sono
numerose le iguane (terrestri, marine e qualche ibrido di entrambe le
specie) e vi sono numerosi uccelli osservabili dalle scogliere della
parte meridionale dell'isola, tra cui specie tropicali e gabbiani a coda
forcuta.
Santa
Cruz (Indefatigable)
- Il
nome inglese è lo stesso di una nave della flotta britannica. Ha
un'area di 986 kmq ed un'altitudine massima di 864 metri. Santa Cruz è
l'isola che ospita la maggiore popolazione umana dell'arcipelago, nella
città di Puerto Ayora. Sull'isola si trovano la stazione di ricerca
Charles Darwin ed il quartier generale dell'autorità del parco
nazionale delle isole. Presso il centro di ricerca opera un allevamento
di tartarughe che si occupa del reinserimento di questi animali nel loro
habitat. Le zone collinari di Santa Cruz possiedono una vegetazione
lussureggiante e sono famose per i tunnel di lava. A Santa Cruz si
trovano numerose tartarughe. Black Turtle Cove è uno splendido sito
circondato da mangrovie che le tartarughe marine, le razze
e piccoli squali usano come zona di accoppiamento. Altro sito dell'isola è
Cerro Dragòn, noto per la laguna dei fenicotteri, lungo i cui sentieri
è possibile vedere le iguane mangiare.

Baltra
(South Seymour)
- L'origine
del nome non è nota. Ha un'area di 27 kmq ed un'altitudine massima di
100 metri. Vi si trova il principale aeroporto dell'arcipelago,
costruito durante la seconda
guerra mondiale dalla Marina degli Stati
Uniti per tenere sotto controllo il Canale di Panama. Vi vivono iguane marine e tartarughe marine. Le iguane
terrestri vi sono state reintrodotte dopo l'estinzione della popolazione
originaria avvenuta nel periodo della permanenza dell'esercito
statunitense.
North
Seymour - Il
nome è quello del nobile inglese Lord Hugh Seymour. Ha una superficie
di 1,9 kmq ed un'altitudine massima di 28 metri. L'isola è domicilio di
un gran numero di sule dalle zampe azzurre e gabbiani a coda forcuta.
Ospita inoltre una delle più grandi colonie di fregate.
Marchena
(Bindloe) - Dal
nome del frate Antonio Marchena. Ha un'area di 130 kmq ed un'altitudine
massima di 343 metri. È abitata da sparvieri e da leoni marini.
Pinzón
(Duncan) - Dal
nome dei fratelli Pinzòn, capitani delle caravelle Pinta e Niña. Ha
una superficie di 18 kmq ed un'altitudine massima di 458 metri. Vi si
possono osservare leoni marini, sparvieri, tartarughe giganti, iguane
marine e delfini.

Rábida
(Jervis) - Porta
lo stesso nome del convento in cui Colombo lasciò il figlio in affido
durante il suo viaggio verso le Americhe. Ha un'area di 4,9 kmq ed
un'altitudine massima di 367 metri. L'elevato contenuto di ferro nella lava di Rábida le conferisce un caratteristico colore
rosso. In una laguna d'acqua salata vicino alla spiaggia vivono
fenicotteri ed anatre e nidificano pellicani bruni e sule. Sono censite
qui anche nove specie di passeri.
Bartolomé - Dal
nome del luogotenente David Bartholomew della marina inglese. Ha una
superficie di 1,2 kmq ed un'altitudine massima di 114 metri. Famosa per
il suo pinnacolo di roccia che è uno dei tratti distintivi
dell'arcipelago. Qui si possono osservare i leoni marini ed i rari pinguini
delle Galápagos. Vi si trovano anche insolite formazioni
laviche, lasciate inalterate sin dalle ultime eruzioni.
Santiago
(San Salvador, James) - Quest'isola
ha un'area di 585 kmq ed un'altitudine massima di 907 metri. Vi si
trovano iguane marine, leoni marini, foche,
tartarughe terrestri e marine, fenicotteri, delfini e squali. Vi sono
anche capre e maiali, introdotti dall'uomo. Tra gli uccelli, si possono
osservare i fringuelli di Darwin e i falchi
delle Galápagos. Nella località di Sullivan Bay è possibile vedere
una colata lavica recente.
Pinta
(Abingdon) - Prende
il nome da una delle caravelle di Colombo. Ha un'area di 60 kmq ed
un'altitudine massima di 777 metri. Vi vivono gabbiani a coda forcuta,
iguane marine, sparvieri e foche.
Isabela
(Albemale) - Chiamata
così in onore della regina Isabella di Castiglia, che finanziò il
viaggio di Colombo. Con un'area di 4588 kmq è l'isola più grande
dell'arcipelago. Il suo punto più alto è la sommità del vulcano Wolf,
con un'altitudine di 1707 metri. La forma dell'isola è il risultato
della fusione di sei grandi vulcani in un'unica terra emersa. Sull'isola
abbondano i pinguini, i cormorani di terra, le iguane marine, le sule, i
pellicani ed i granchi. Alle falde e nelle caldere dei vulcani di
Isabela si possono osservare le tartarughe giganti e le iguane di terra.
Tra le specie di uccelli si annoverano i fringuelli di Darwin, i falchi
e le colombe. Degna d'interesse è anche la vegetazione delle zone a
quote inferiori. Puerto Villamil, il terzo insediamento umano
dell'arcipelago per popolazione si trova all'estremità sud-orientale
dell'isola.

Fernandina
(Narborough) - In
onore di re Fernando di Spagna, che finanziò il viaggio di Colombo.
Fernandina ha un'area di 642 kmq ed un'altitudine massima di 1494 metri.
È l'isola più giovane e più occidentale dell'arcipelago. Punta
Espinoza è una stretta lingue di terra sui cui blocchi di lava le
iguane si riuniscono numerose. Vivono sull'isola anche i cormorani di
terra, i pinguini, i pellicani ed i leoni marini. Ospita inoltre foreste
di mangrovie e mostra sulla sua superficie numerose diverse colate
laviche.
Wolf
(Wenman) - Deve
il nome al geologo tedesco
Theodor Wolf. Ha un'area di 1,3 kmq ed un'altitudine massima di 253
metri. Qui si possono osservare foche, fregate, sule mascherate e dalle
zampe rosse, iguane marine, squali, balene,
delfini e gabbiani a coda forcuta.
Darwin
(Culpepper) - Chiamata
così in onore di Charles Darwin. Ha un'area di 1,1 kmq d un'altitudine
massima di 168 metri. Ospita foche, fregate, iguane marine, gabbiani a
coda forcuta, leoni marini, balene, tartarughe marine, delfini, sule
macherate e dalle zampe rosse.

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