Uno
dei primi libri che siano stati scritti sulla conservazione del
patrimonio naturale è un romanzo. E precisamente li mondo perduto, di
Sir Arthur Conan Doyle. Più noto come l'inventore di Sherlock Holmes,
quella volta lo scrittore trasse ispirazione dai tepuy, le montagne di
arenaria policroma dalla cima piatta caratteristiche della regione di
Guayana, in Venezuela. In verità, Conan Doyle non vide mai un tepuy con
i suoi occhi. Probabilmente fu colpito dai resoconti entusiastici dei
naturalisti della Royal Society, i primi a esplorare quell'immensa e
remota area dell'America Latina.
Così
immensa che per scoprire quella che oggi è la sua principale attrazione
si dovette aspettare fino al 1937, quando Jimmy Angel, un avventuriero
americano alla ricerca del mitico El Dorado, partì da Panama a bordo di
un piccolo aereo e atterrò sull'Auyàn-tepuy. Dopo poche ore ripartì -
a piedi, perché il velivolo non ne voleva sapere di rimettersi in moto
- e, in 11 giorni di cammino, raggiunse la civiltà. Poté così
mostrare un sacco colmo di pepite d'oro e, soprattutto, dare la notizia
di aver scoperto la cascata più alta del mondo. In suo onore, quella
cascata è stata battezzata Salto Angel. E’ alta 1002 metri - tanto
per fare un paragone, 15 volte le cascate del Niagara - e dalla cima
l'acqua impiega 14 secondi per raggiungere la base.
Il
Salto Angel è oggi una delle principali mete turistiche del Venezuela
e, dal 1964, è parte del Parque Nacionàl Canaima che, con i suoi tre
milioni di ettari, è per estensione il sesto parco del pianeta.
Il
Salto Angel è più spettacolare durante la stagione delle piogge,
quando la maggior parte dell'acqua si nebulizza formando nuvole
impressionanti prima di infrangersi sulla superficie del fiume; nella
stagione umida il nastro d'acqua della cascata, lungo e stretto,
raggiunge i 150 metri di ampiezza alla base, per ridursi a un sottile
vapore nel periodo di siccità. Per raggiungere la località nella
stagione umida gli avventurosi possono unirsi alle escursioni guidate
che risalgono il corso d'acqua sui gommoni, mentre nella stagione secca
la cascata si può vedere solo dal cielo, e possibilmente da bordo di un
aeroplano in buono stato, perché dal Salto Angel c’è ancora molto da
camminare per uscire dalla foresta.
Situato
a sud dell'Orinoco e confinante con il Brasile e la Guyana, è composto
da tre insiemi fisiogeografici: le terre basse, con una morfologia
ondulata, tra i 350 e i 650 metri di altitudine, l'altopiano della Gran
Sabana, tra gli 800 e i 1500 metri, e le sommità dei tepuy, tra i 1000
e i 2810 metri del più alto, il Roraima. I 100 tepuì conosciuti, meno
della metà dei quali è stata esplorata, si formarono quando alcune
fenditure nella placca continentale si erosero e in seguito subirono
un'elevazione, per raggiungere l'aspetto attuale circa quattro milioni
di anni or sono.
Nel
parco nasce inoltre il Rio Caroni che, con i suoi numerosi tributari,
fornisce acqua alla diga di Guri, dove si produce il 60 per cento
dell'energia elettrica del Venezuela. Dal punto di vista geologico, il
territorio è formato da rocce del Precambriano modellate da 600 milioni
di anni di processi erosivi.
La
vegetazione delle terre basse e della Gran Sabana è caratterizzata da
piante erbacee e arbusti del genere Mauritia - detti morichales dalla
popolazione locale - mentre nei pressi dei corsi d'acqua, sulle pendici
e nei canyon dei tepuy cresce la foresta tropicale umida, con una grande
biodiversità e numerosi endemismi.

Nel
sistema dei tepuy, chiamato dai botanici "Pantepuy", spiccano
numerose piante carnivore. Si stima inoltre che sulla superficie del
parco crescano da 3000 a 5000 specie di fanerogame e felci oltre a 500
specie di orchidee.
La
fauna, sebbene non particolarmente abbondante, comprende 118 specie di
mammiferi, 550 di uccelli, 72 di rettili e 55 di anfibi. Tra quelle
incluse nella Red list dell’IUCN si segnalano l’armadillo gigante,
il formichiere gigante e il marguay. Gli uccelli – tucani, pappagalli
e colibrì – sono tra i più facili da avvistare, anche per i
vivacissimi colori del loro piumaggio. Al contrario, è una fortuna –
anzi, quasi un primato – incontrare il giaguaro, schivo e silenzioso
re della foresta.
E,
a proposito di primati, nel 1993 un personaggio volutamente rimasto
anonimo è entrato nel famoso libro dei Guinness per aver ceduto allo
Stato venezuelano 72.000 ettari di foresta adiacente al parco, i più
esteso territorio mai donato al fine della conservazione.

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