Parco nazionale Ujung Kulon
Indonesia

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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Il suo nome significa letteralmente "foresta vergine", e si trova nell'estrema punta sud-ovest di Giava nella penisola di Panaitan proprio di fronte a Sumatra, comprende anche la grande isola di Pulau Panatian. Già dal 1912 questa zona era considerata riserva naturale, ma solo nel 1980 è diventata parco nazionale a tutti gli effetti, il parco si estende in un'area di circa  60.000 ettari . Proprio a causa del suo isolamento e delle difficoltà di accesso, il parco è rimasta una delle poche oasi incontaminate di foresta  originaria e di fauna allo stato selvaggio nel territorio densamente popolato di Giava. 

Un tempo il rinoceronte di Giava (Rhinocerus sondaicus) abitava la vasta regione che va dall'Assalti, in India, fino a Sumatra e Giava, attraverso l'Indocina e la penisola malese. Sfortunatamente questo magnifico animale è stato vittima di massacri su vasta scala a causa del suo corno, prezioso ingrediente di molte ricette della medicina tradizionale cinese, che lo valuta come un potente afrodisiaco. Cacciata fino alle soglie dell'estinzione, questa specie è oggi probabilmente il mammifero più a rischio del mondo. Nel 2000, durante l'ultima campagna di censimento del WWF, nell'Ujung Kulon National Park se ne contavano circa 60 esemplari, il gruppo più numeroso al mondo. 

 L'unica altra popolazione esistente - una decina di esemplari - si trova nel Cat Tien National Park, in Vietnam. Nonostante i tentativi di incrementarne il numero, la tendenza è stabile rispetto ai preoccupanti dati degli anni precedenti. E i ricercatori sospettano che questo fenomeno sia dovuto alla competizione interspecifica con la popolazione di banteng (Bos javanicus), un bovino selvatico anch'esso iscritto nella Red List dell'International Union for the Conservation of Nature. È tuttavia possibile che anche il bracconaggio faccia la sua parte, perché, sebbene il numero di rinoceronti non sia cresciuto, sono stati osservati cambiamenti nella distribuzione di età, dato che suggerisce un probabile ricambio all'interno della popolazione.  

Situato su una penisola di forma triangolare all’estremità sud-occidentale di Giava - che, con oltre 100 milioni di abitanti, è una delle aree più densamente popolate del pianeta - l'Ujung Kulon National Park si estende sugli ultimi 1200 chilometri quadrati di foresta pluviale sopravvissuti all'impatto antropico e sull'area marina circostante, compresa la Krakatoa Natural Reserve. Oltre che per il rinoceronte, il parco è di importanza basilare per una quantità di altre specie in serio pericolo, molte delle quali sono endemiche e si trovano soltanto sull'isola. Forse è questa la ragione per cui l'area è raggiungibile esclusivamente via mare da Labuhan e l'accesso è severamente regolamentato. 

Se il rinoceronte di Giava se la passa male, un destino peggiore è toccato alla tigre, estinta sull'isola da ormai 40 anni. E molti dei numerosi mammiferi presenti a Ujung Kulon - come il leopardo, il cane selvatico asiatico, il gibbone di Giava, il macaco Macaca fascicularis e diverse altre specie di primati endemici - sono sottoposti a un continuo monitoraggio. Migliore è invece il bilancio dell'avifauna, presente con oltre 270 specie registrate; tra queste, tre sono di cicogne, 11 di colombi e 16 di cuculi. Particolarmente ricca è anche la popolazione di rettili e anfibi, con due specie di pitoni e due di coccodrilli, oltre a numerose altre di rane e rospi.  

I reef corallini che racchiudono la costa di Ujung Kulon sono costituiti per il 90 per cento della massa da coralli del genere Acropora e Pocillopora, mentre il mare circostante è abitato sia da pesci di acque profonde sia da specie di barriera, un insieme che fa di queste acque l'habitat marino più ricco dell'arcipelago della Sonda.

La vegetazione del parco è diversificata a seconda delle aree, con una prevalenza di foresta tropicale pluviale primaria, in relazione alle eccezionali precipitazioni della regione (oltre 3000 millimetri di pioggia all'anno). Sul massiccio di Gunung Payung, alto più di 600 metri , prosperano palmizi ed erbe. La foresta primaria si trova anche a Pulau Peucang, dove dominano piante dal fusto che oltrepassa i 40 metri di altezza.

Anche quest'ultimo angolo di foresta primaria ha però subito notevoli alterazioni per l’impatto antropico, ma soprattutto in seguito alla grande eruzione del Krakatoa, avvenuta nel 1883. Il celebre vulcano, le cui ceneri hanno provocato significativa modificazione della composizione del suolo, è la caratteristica geologica più notevole del parco. Era il 26 agosto quando ebbe inizio l'eruzione principale, preannunciata da una tremenda esplosione, avvertita a più di 150 chilometri di distanza. Là dove sorgevano le isole di Rakata, Payang e Sertung, si era formata un'isola, Krakatoa, dalla quale improvvisamente si innalzò una colonna di fumo alta 36 chilometri . In due giorni di eruzione furono espulsi 20 chilometri cubici di materiali e gli tsunami provocati dalla conseguente scossa sismica uccisero 36.000 persone nelle immediate vicinanze.  

Da quella spaventosa eruzione - la più grande in epoca storica - ebbe origine il nuovo cono di Anak Krakatoa, "il figlio di Krakatoa", attivo dal 1930. Da allora si sono susseguiti 35 episodi eruttivi (l'ultimo dei quali dura dal 1997), che hanno progressivamente fatto crescere l'isola. Alta 181 metri e circoscritta in due chilometri di diametro, oggi Anak Krakatoa offre eccezionali opportunità di studio ai geologi e, soprattutto, ai botanici, che seguono la lenta colonizzazione vegetale delle sue pendici.