Pur
essendo molto meno nota e visitata, la foresta di Bialowieza (o Belovezhskaya
Pushcha, in russo) rappresenta per l'Europa ciò che il Serengeti è per
l'Africa e Yellowstone per l'America. Questo perché l'area, compresa nel bacino
idrogeologico tra il Mar Baltico e il Mar Nero e ripartita fra la Bielorussia e
la Polonia, è una "fotografia" di come doveva presentarsi il
continente 10.000 anni fa, prima che l'uomo ne cambiasse definitivamente gli
equilibri. L'immenso territorio è tutelato come Riserva della Biosfera nei
180.000 ettari della parte bielorussa e nei 10.000 di quella polacca, ma sezioni
più ristrette della zona hanno ricevuto lo status di parco nazionale.
Originariamente il patrimonio dell'umanità tutelato
dall'UNESCO comprendeva solamente il Parco nazionale polacco di Bialowieza; nel
1992 si è aggiunta la ben più vasta parte bielorussa, Belaveskaja Pusca, per
formare l'attuale area di circa 1000 km2.
L'88
per cento della regione è coperto da foreste vergini di conifere, soprattutto
pini e abeti, e latifoglie, per lo più tigli, querce, betulle, sicomori e
frassini. Alcuni esemplari sono eccezionali per età e dimensioni. Nella sezione
polacca, 864 alberi sono tanto imponenti da essersi meritati il titolo di
monumento nazionale. Ed è proprio in Polonia che la flora è stata studiata in
modo più capillare, grazie a una sorta di tradizione di ricerca iniziata nel
1929 da Jerzy Karpinski, il botanico che assunse la direzione del parco sin
dalla sua istituzione. In totale, nella foresta sono state censite 900 specie di
piante vascolari, 26 delle quali ad alto fusto e 12 orchidacee, 254 di licheni,
80 di briofite e 1500 di funghi, oltre a piante acquatiche in prossimità dei
fiumi Hwozna e Narewka, che delimitano il settore polacco della foresta di
Bialowieza a nord e a ovest.

Questo sito appartenente ai
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO e Riserva della biosfera si trova nella
Bielorussia sud-occidentale, nel Voblast di Brest e nel Voblast di Hrodna per
quanto riguarda la parte bielorussa; nel Voivodato di Podlachia (190 chilometri
a nord di Varsavia) per quanto riguarda la parte polacca. Sul territorio polacco
essa è protetta anche come parco nazionale e si estende su circa 100 chilometri
quadrati. Sul territorio bielorusso invece la riserva della biosfera copre circa
1.771 chilometri quadrati. La parte centrale della foresta si estende per 157 km²,
l'area "cuscinetto" per 714 km² e la zona di transizione per altri
900 km². Il parco nazionale e il Patrimonio dell'umanità vero e proprio si
estendono per 876 km². Il confine che divide i due stati corre attraverso la
foresta e, ad oggi, è chiuso sia per i grandi animali che per i turisti
La
parte bielorussa - Il quartier generale della Belovezhskaya Pushcha, a
Kamieniuki, comprende laboratori, uno zoo (dove si possono ammirare nel loro
habitat naturale bisonti (reintrodotti nel 1929), konik (cavalli allo stato
semi-selvaggio), cinghiali, alci ed altri animali indigeni), un museo, alberghi
e ristoranti costruiti durante l'era sovietica e oggi in gran parte in cattivo
stato di conservazione. Una nuova attrazione della
parte bielorussa è costituita dal museo del Capodanno e dalla residenza di Died
Maroz, letteralmente Nonno Gelo, la versione slava di Babbo Natale,
visitata da migliaia di turisti.
I turisti stranieri che
visitano la zona bielorussa della foresta sono pochissimi a causa della carenza
di infrastrutture e soprattutto a causa della stringente legislazione (per la
visita è necessaria una registrazione speciale all'Ufficio Visti del Ministero
dell'Interno di Brest).
La
parte polacca - Sul lato polacco si può trovare la Radura di Białowieża,
costruita originariamente per gli zar di Russia, che furono gli ultimi
proprietari privati della foresta (dal 1888 al 1917)
quando essa si trovava interamente all'interno del territorio dell'Impero russo.
Nella radura vi sono alberghi, ristoranti e parcheggi. Da qui possono essere
intraprese visite, anche a cavallo, sotto stretta sorveglianza da parte delle
autorità; circa 100.000 turisti l'anno visitano la parte polacca della foresta.

Lo
straordinario patrimonio botanico non esaurisce le ricchezze della foresta. Di
pari interesse è la fauna, che comprende diverse specie di cervi, l'alce (Alces
alces), il lupo grigio (Canis lupus), il cinghiale (Sus scrofa), la linee (Felis
lynx), il castoro (Castorfiber), la lontra (Lutra lutra), 232 specie di uccelli
e 8500 di insetti. Non a caso, la foresta fu per secoli riserva di caccia degli
zar russi e dei re di Polonia. L'animale-simbolo di Bialowieza è il bisonte
europeo (Bison bonasus), lo zubr, protagonista di una lunghissima epopea.
In
epoca preistorica questo grosso erbivoro era diffuso dalla Russia alla Spagna e
dalla Scandinavia all'Italia, come provano le numerose pitture rupestri che lo
raffigurano. Poi, con la deforestazione, il suo habitat si restrinse sempre più,
fino a che, durante la prima guerra mondiale, la sua carne divenne cibo per i
contadini di questa parte d'Europa, ridotti alla fame dal conflitto e dalle
guerre civili seguite alla Rivoluzione di Ottobre. Nel 1927 gli zubr erano
ridotti a 29 esemplari maschi e 25 femmine, sparsi negli zoo di tutto il mondo.
Il bisonte europeo sembrava dunque destinato all'estinzione, ma un gruppo di
zoologi lo prese a cuore e selezionò 13 esemplari, che vennero fatti riprodurre
in cattività per un quarto di secolo. Quando la mandria fu abbastanza numerosa
giunse il momento fatidico: in Polonia i primi bisonti vennero liberati nel 1952
e altri seguirono in Lituania, Ucraina e Russia. Oggi la loro popolazione,
tenuta sotto stretta osservazione, è di 3200 esemplari, 400 dei quali pascolano
indisturbati nell'habitat dei loro progenitori preistorici: la foresta di
Bialowieza.

Le querce della foresta -
La Grande Mamamuszi è la più grande quercia della
foresta. Nel 2005 la circonferenza del suo tronco a 130 centimetri da terra era
di quasi 7 metri (690 centimetri, 10 in più rispetto al 1989). Il nome
dell'albero deriva dall'opera di Molière Il borghese gentiluomo in cui
il protagonista, il signor Jourdin, venne chiamato Mamamouchi dall'ambasciatore
turco. L'albero ha uno splendido tronco a colonna ed è alto 34 metri. Tra tutte
le querce della foresta di Bialowieza con circonferenza oltre i 6 metri, questa
è quella nelle migliori condizioni.
Il Re di Nieznanowo, una
quercia con circonferenza del tronco a 130 centimetri dal suolo di 620
centimetri, alta 38 metri. Essa ha un tronco nettamente a forma di guglia, il più
pronunciato fra tutte le querce di Bialowieza. I primi rami si trovano a 18
metri di altezza. A partire dal 1998 essa sta lentamente morendo, infatti nel
2005 solo 2 rami erano ricoperti di foglie. Dagli anni '60 la circonferenza del
suo tronco è cresciuta di 45 centimetri.
L'Imperatore del Sud
(circonferenza del tronco a 130 centimetri dal suolo di 610 centimetri, alta 40
metri), al contrario della precedente gode di ottima salute.
L'Imperatore del Nord,
caratterizzata da un tronco estremamente regolare (circonferenza del tronco a
130 centimetri dal suolo di 605 centimetri, alta 37 metri)
La Croce del Sud,
circonferenza del tronco a 130 centimetri dal suolo di 630 centimetri, alta 36
metri. Alla base del tronco presenta una notevole lesione nella corteccia sul
lato est. Negli ultimi 40 anni la circonferenza del tronco è cresciuta di circa
65 centimetri. Il nome le è stato dato a causa della forma della chioma, i cui
rami principali ricordano una croce.
Il Guardiano di Zwierzyniec
è una delle più grosse querce della foresta (circonferenza del tronco a 130
centimetri dal suolo di 658 centimetri, alta 37 metri). L'albero è in gran
parte piegato verso ovest, cosa che probabilmente ha contribuito ad ampliare la
circonferenza del tronco alla base. Tutti i rami sono verdi, cosa che significa
che le condizioni della quercia sono ottime.
La Quercia Barile, così
chiamata per la forma del suo tronco, è quella con la circonferenza maggiore
fra quelle di Bialowieza (740 centimetri); è alta 30 metri. L'albero è morto,
in gran parte privo di corteccia, e si pensa che abbia almeno 450 anni.
La Corteccia Zar
(circonferenza del tronco a 130 centimetri dal suolo di 640 centimetri, alta 41
metri) occupa un volume stimato in 75 metri cubi. L'albero si è seccato nel
1984 e per oltre 20 anni è rimasto, morto, sul margine della valle del fiume Leśna
Prawa. Oggi il tronco è totalmente privo di corteccia e molti rami si
sono spezzati e giacciono alla base del tronco.
La Quercia Dominatrice
è una delle più grandi, con una circonferenza del tronco a 130 centimetri dal
suolo di 680 centimetri e un'altezza di oltre 36 metri. L'albero è morto nel
1992 e il tronco ha in gran parte perso la corteccia. Con un'età stimata di 450
anni, per parecchi anni ha dominato la foresta di Bialowieza per quanto riguarda
le dimensioni.
La Quercia di Jagiello,
probabilmente la quercia più famosa della foresta di Bialowieza. Pare che fosse
la quercia al di sotto della quale il re Ladislao II di Polonia sostò prima
della Battaglia di Grunwald.
STORIA - Tutta l'area
dell'Europa orientale un tempo era ricoperta di foreste come quella di
Bialowieza; per gli spostamenti, fino al XIV secolo si viaggiava lungo sentieri
che costeggiavano i fiumi, mentre le strade e i ponti apparvero molto tempo
dopo. Nel XIV secolo la foresta era una riserva di caccia, mentre nel XV secolo
essa divenne proprietà del re Ladislao II di Polonia, che usò la foresta come
riserva di cibo per il suo esercito in marcia verso la battaglia di Grunwald. Un
castello ligneo costruito nella foresta divenne il suo rifugio durante la
pandemia del 1426. Il primo atto legislativo a protezione della foresta di cui
si abbia notizia risale al 1538, quando un editto del re Sigismondo il Vecchio
istituì la pena di morte per i bracconieri di bisonti. Egli costruì anche un
nuovo casino di caccia in legno nella città di Bialowieza, che diede in seguito
il nome a tutta la foresta.
La foresta fu dichiarata
riserva di caccia nel 1541 per proteggere la popolazione di bisonti. Nel 1557
venne istituito uno speciale statuto per la foresta, al fine di porne lo
sfruttamento sotto il giudizio di uno speciale comitato. Nel 1639 il re Ladislao
IV Vasa emanò un editto per liberare tutti i contadini che vivevano nella
regione della foresta in cambio del loro servizio come osocznicy, cioè
cacciatori del re. Essi vennero anche liberati dall'obbligo di pagare le tasse,
in cambio della promessa di curarsi della foresta. Quest'ultima venne divisa in
12 aree triangolari (straże) aventi il centro a Bialowieza.
Fino al regno di Giovanni
Casimiro Vasa la foresta restò prevalentemente disabitata. Nel XVII secolo
invece vi troviamo alcuni piccoli villaggi, fondati per sviluppare l'industria
dell'estrazione dei minerali ferrosi e la produzione di pece. I villaggi furono
popolati da persone provenienti dalla Masovia e dalla Podlachia e i loro
discendenti vivono ancora qui.
Dopo le Spartizioni della
Polonia lo zar Paolo I trasformò tutti gli abitanti della foresta in servi
della gleba e li consegnò con le zone della foresta in cui essi vivevano a vari
generali e aristocratici russi. In quest'epoca un gran numero di cacciatori entrò
nella foresta, dal momento che ogni tipo di protezione era stata abolita. Il
numero di bisonti crollò da circa 500 a circa 200 in meno di 15 anni. Nel 1801
lo zar Alessandro I reintrodusse la legislazione che istituiva una riserva per
la foresta; assunse inoltre un piccolo numero di contadini per prendersi cura
degli animali. Nel 1830 il numero di bisonti era cresciuto nuovamente fino a
700. Nel 1830-1831 la stragrande maggioranza dei forestali (500 su 502) partecipò
all'insurrezione di novembre e questo fatto causò l'immediata abolizione dei
loro privilegi, il che portò ad una sospensione della protezione della foresta.
Alessandro II visitò la
foresta nel 1860 e decise di reintrodurre la protezione per i bisonti. In base
ai suoi ordini, gli abitanti del posto uccisero indiscriminatamente tutti i
predatori: lupi, orsi e linci. Nel 1888 gli zar russi divennero i proprietari di
tutta la foresta: una volta ancora essa divenne riserva di caccia. Gli zar
cominciarono a spedire in dono i bisonti a varie capitali europee, e allo stesso
tempo popolarono la foresta con cervi, alci e altri animali importati da ogni
angolo dell'Impero. L'ultima grande caccia zarista avvenne nel 1912.
Durante la prima guerra
mondiale la foresta subì gravissimi danni. L'esercito tedesco occupò l'area
nell'agosto del 1915 e cominciò a cacciare intensamente gli animali. Durante
poco più di 3 anni di occupazione, più di 200 chilometri di ferrovia vennero
costruiti per facilitare lo sviluppo industriale della regione. Vennero
costruite tre grandi segherie a Hajnowka, Bialowieza e Grodek. Fino al 25
settembre, quando venne impartito l'ordine di non cacciare entro il perimetro
della foresta, vennero uccisi almeno 200 bisonti. Ciò nonostante i soldati
tedeschi, i bracconieri e i predoni sovietici continuarono il massacro fino a
febbraio1919,
quando la regione venne conquistata dall'esercito polacco. L'ultimo bisonte era
stato ucciso appena un mese prima.
Dopo la guerra russo-polacca
del 1921 il cuore della foresta di Bialowieza venne dichiarato Parco Nazionale.
Nel 1923 si scoprì che solo 54 bisonti erano sopravvissuti alla prima guerra
mondiale, tutti sparsi in vari zoo nel mondo (nessuno di essi si trovava in
Polonia). Nel 1929 lo stato polacco acquistò 4 bisonti da vari giardini
zoologici e dal Caucaso occidentale (dove i bisonti si sarebbero estinti pochi
anni dopo). Per la loro protezione, gran parte della foresta di Bialowieza venne
inclusa all'interno dei confini del Parco Nazionale (1932). La reintroduzione
venne coronata dal successo e nel 1939 nella foresta di Bialowieza i bisonti
erano diventati 16.
Nel 1939 la popolazione locale
di etnia polacca venne deportata in zone remote dell'Unione Sovietica, per
essere rimpiazzata da lavoratori sovietici; nel 1941, comunque, la regione venne
occupata dall'esercito nazista e gli abitanti sovietici vennero a loro volta
deportati. A partire da quell'anno la foresta divenne il rifugio di parecchi
partigiani polacchi e sovietici, e infatti le autorità tedesche organizzarono
esecuzioni di massa ai danni delle popolazioni sospettate di aiutare la
resistenza. Hermann Göring progettava di costruire qui la più grande riserva
di caccia del mondo, ma nel luglio del 1944 la foresta venne liberata
dall'avanzata dell'Armata Rossa. Ritirandosi, la Wehrmacht distrusse lo storico
casino di caccia di Bialowieza.
Dopo la guerra la foresta
venne divisa fra la Polonia e la Bielorussia, che all'epoca faceva parte
dell'Unione Sovietica. Nella parte polacca nel 1947 venne riaperto il Parco
Nazionale, mentre nella parte sovietica la foresta divenne parte
dell'amministrazione pubblica.

|