Caucaso occidentale
Russia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1999

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Il Caucaso occidentale è il territorio occidentale del Caucaso nella Russia che si estende dal Mar Nero al Monte Elbrus.

Questa regione comprende un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO situato 50 km a nord della stazione turistica russa di Soči, e comprende la parte occidentale della catena del Caucaso. Come spiegato dagli specialisti dell'UNESCO, è l'unica grande montagna europea a non aver subito l'impatto umano. Il suo habitat è incredibilmente vario rispetto alla dimensione della zona, e spazia dalle pianure ai ghiacciai.

L'area comprende la Riserva naturale della Biosfera del Caucaso. Il parco venne istituito dal governo sovietico nel Kraj di Krasnodar, in Adighezia e in Karačaj-Circassia nel 1924 per salvaguardare gli esemplari da 85 metri di Abete di Nordmann, forse i più alti alberi d'Europa, ed una foresta unica formata da alberi della morte e da bossi comuni all'interno della città di Soči. Circa un terzo delle specie vegetali presenti sono state riconosciute come endemiche.

L'area comprende anche il parco nazionale di Soči.

Il Caucaso occidentale è anche il luogo di origine e di reintroduzione del bisonte europeo con l'ultimo esemplare ucciso dai bracconieri in questo luogo nel 1927 e poi reintrodotti molti decenni dopo.

Stazioni sciistiche. È questo l'oggetto dell'insolita accusa che gli ambientalisti russi hanno mosso al governo di Mosca, in occasione del vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile: di voler costruire impianti sciistici in quello che, con ogni probabilità, è rimasto il luogo più incontaminato del continente europeo. E pensare che i margini più occidentali della catena del Caucaso, a poche decine di chilometri dalla costa del Mar Nero, non vedono traccia di essere umano da secoli. O quasi, perché, a dire il vero, nel 1882 vi era stata istituita la riserva di caccia del Kuban, dal nome di uno dei principali fiumi della regione, di pertinenza della nobiltà moscovita. 

Già nel 1906, comunque, lo zar decise di restituire la terra agli abitanti, suscitando lo sdegno dell'Accademia delle Scienze, che cominciò a premere affinché vi fosse istituito un parco naturale a scopo di ricerca scientifica. Fu opera degli amministratori sovietici, nel 1924, l'istituzione della Riserva Naturale di Kavkazkyi, cui seguirono, molti anni più tardi, il Parco Nazionale di Sochi e altre piccole aree di interesse conservativo.

Esteso su una superficie di oltre 300.000 ettari, il Caucaso occidentale è interamente occupato dalle estreme propaggini di una delle più imponenti catene montuose d'Europa e varia in altitudine tra i 250 metri e i 4060 metri del Monte Donbai Ulgen. La geologia della regione comprende formazioni di rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie, mentre nella parte settentrionale è dominata da massicci calcarei in cui l'azione erosiva ha scavato, in epoca glaciale, enormi spaccature. 

Tra queste fenditure si annovera la più grande grotta della Russia, che raggiunge i 1600 metri di profondità in 15 chilometri di sviluppo. I numerosi fiumi del versante meridionale, che si gettano nel Mar Nero dopo un breve tratto, hanno un corso tormentato: formano laghi e cascate e scavano profonde gole tra i versanti delle montagne. 

La vegetazione comprende diverse zone chiaramente demarcate dall'altitudine. Fino ai 1000-1200 metri si incontra una foresta decidua in cui prevalgono roveri, peri, castagni, carpini e faggi orientali, che a quote più alte lasciano il posto alle conifere, comprese diverse specie di pini e abeti del Caucaso. 

Sopra i 2000 metri è la volta delle betulle e degli aceri e, ancora più in alto, del rododendro del Caucaso, pianta endemica di questa regione. In totale la flora annovera 160 specie di vegetali vascolari e ben 700 di funghi. 

Tra le 60 specie di mammiferi che vivono stabilmente all'interno della Riserva Naturale di Kavkazkiy e del Parco Nazionale di Sochi, si segnalano lupi, orsi bruni, linci, cinghiali, cervi del Caucaso, caprioli, camosci e il kuban tar, una capra d'alta montagna. Il bisonte europeo, reintrodotto di recente, è incluso in una lista in cui tiene compagnia a due specie di pipistrelli, alla lontra del Caucaso e a una sottospecie di leopardo. L'elenco dei vertebrati comprende anche 160 specie di uccelli e 17 di rettili. 

Sebbene si siano trovate tracce di antichi insediamenti umani, le aree protette non ospitano popolazione residente. Le strade sono poche e tortuose, tanto che buona parte della regione è accessibile solo in elicottero. Gli stessi turisti ammontano a poche migliaia all'anno e tendono a concentrarsi quasi tutti nella stagione estiva, quando, sulle acque irrequiete del fiume Belaya, si organizzano competizioni internazionali di canoa.

  

  

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