Alpi svizzere Jungfrau - Aletsch
Svizzera
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2001

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Sin dall'epoca della sua scoperta "turistica" - i cui pionieri furono i naturalisti e i gentlemen dell'alpinismo, due secoli fa - la Svizzera si è meritata l'appellativo di "Paese dei ghiacciai". Le sue vette e le sue distese candide sono state celebrate da famosi poeti e scienziati, tra i quali Wolfgang Goethe, Albrecht von Haller, Johannes Scheutzer e Ferdinand de Saussure, mentre a consolidarne il mito romantico furono legioni di illustratori, primo tra tutti Caspar Wolf, che tra il 1773 e il 1778 rese omaggio al paesaggio montano, producendo centinaia di acquarelli e dipinti a olio.

In tempi più recenti, gli amanti delle statistiche hanno calcolato che, se si distendesse l'enorme massa dei ghiacciai su tutto il territorio della Confederazione Svizzera, di superficie pari a 41.285 chilometri quadrati, questa sarebbe interamente ricoperta da una coltre bianca dello spessore di un metro e mezzo. Tuttavia, al di là di queste fantasie, tale doveva essere l'aspetto della Svizzera durante i numerosi cicli glaciali che si succedettero durante il Quaternario. Il lascito più imponente di quell'era è rappresentato dall'Aletschgletscher, il quale, con una superficie di 87 chilometri quadrati e uno spessore massimo di 890 metri in corrispondenza del sito di Konkordiaplatz, è il ghiacciaio più grande dell'Eurasia occidentale. Ma l'Aletsch vanta altri primati. 

Lo spettacolo di questo mare bianco è alla portata di tutti da quando, più di un secolo fa, su queste montagne fu costruita la ferrovia a cremagliera della Jungfrau, la più alta delle Alpi, la cui stazione di arrivo - la Jungfraujoch - è situata a 3454 metri di quota. E proprio tra l'Aletsch e il picco della Jungfrau, tra il 1841 e il 1846, lo scienziato Louis Agassiz formulò la teoria sui cicli glaciali che ancor oggi è alla base della moderna glaciologia. Scienza che attualmente è anche in grado, grazie a sofisticati strumenti e a rilevamenti satellitari, di misurare con precisione il preoccupante restringimento della massa dei ghiacciai su scala globale.  

L’area posta sotto il patrocinio dell’Unesco – estesa su 53.888 ettari di superficie e compresa tra i 900 e i 4274 metri di altitudine - è dominata dal massiccio dell'Aar, un rilievo molto frastagliato, per lo più composto da rocce metamorfiche formatesi tra i 400 e i 450 milioni di anni fa e da più recenti intrusioni granitiche. Gneiss e scisti caratterizzano la Jungfrau, il Mònch, l'Aletschhorn, il Fiescherhorn, il Grùnhorn e il Finsteraahorn, ovvero i picchi superiori ai 4000 metri situati nelle parti più esterne del massiccio, mentre la sezione centrale di quest'ultimo, ossia l'area in cui si innalza il Bietschhorn, è composta da una massa di granito che si estende per una lunghezza di 100 chilometri e un'ampiezza di nove. 

L'Aar ospita un eccezionale campionario di fenomeni glaciali - le caratteristiche valli a "U", le vaste formazioni moreniche, i margini pro glaciali e i crepacci – ognuno dei quali presenta un peculiare dinamismo, tanto che il massiccio nel suo insieme è considerato dagli scienziati e dai ricercatori come uno straordinario laboratorio in cui studiare futuri mutamenti geomorfologici causati dalle variazioni climatiche. 

Di grande interesse è anche la flora che si incontra ad altitudini più elevate, costituita da ben 529 specie tra fanerogame e pteridofite. A questo patrimonio naturalistico si aggiunge la vasta fascia boschiva, presente fino a un'altitudine di 2000 metri e comprendente numerose specie, tra le quali dominano il pino montano (Pinus mugo), che caratterizza soprattutto i versanti esposti a settentrione, il sicomoro (Acer pseudoplatanus) e il faggio (Fagus sylvatica), che prosperano sulle pendici rivolte a sud. 

La zona, protetta ormai da settant'anni, ospita una fauna alquanto varia e abbondante. Qui vivono indisturbate numerose specie di ungulati, volpi, marmotte e rapaci, e la lince europea (Felis lynx), reintrodotta da alcuni decenni, è ormai diventata comune. Tanto comune che è facile vederla correre agile sulla neve, anche dal finestrino del treno.

La Jungfrau (toponimo che significa la Vergine) è una montagna della sezione Alpi Bernesi a cavallo tra il Canton Berna ed il Canton Vallese, la cui altezza è di 4158 m s.l.m., la terza vetta più elevata della sezione dopo il Finsteraarhorn e l'Aletschhorn. Insieme ad un'ampia zona delle Alpi Bernesi, tra cui spiccano le vicine vette del Mönch e dell'Eiger, il Ghiacciaio dell'Aletsch ed il Bietschhorn, costituisce un gruppo di particolare bellezza paesaggistica, celebre in tutto il mondo, definito come Sito Patrimonio dell'Umanità.

La Jungfrau rappresenta un'ambita meta alpinistica, con innumerevoli vie di salita di difficoltà generalmente alta. Il versante verso il Canton Berna costituisce con i vicini Mönch ed Eiger come un'unica grande parete che scende a precipizio sulla Lauterbrunnental. Il versante verso il Canton Vallese è molto più dolce e ricoperto da ampi ghiacciai.

Dalla vetta in direzione nord-est si diparte la cresta che abbassandosi al Jungfraujoch (3.471 m) la collega con il Mönch; in direzione sud una seconda cresta, passando dal Rottalhorn (3.972 m), va verso il Gletscherhorn. Poco a nord della vetta si trova l'anticima detta Wengen Jungfrau (4.089 m), che è inserita nella lista secondaria dei 4000 delle Alpi.  

La prima salita alla vetta risale al 3 agosto 1811 ad opera di J. Meyer e H. Meyer.

La via normale di salita alla vetta solitamente prende inizio dalla stazione di arrivo della ferrovia al Jungfraujoch o dalla Mönchsjochhütte. Dal rifugio si tratta di ritornare al Jungfraujoch e poi si scende lungo il Jungfraufirn in direzione sud. Ci si porta così alla base del roccioso sperone est del Rottalhorn ad un'altezza di circa 3.410 m. Si risale lo sperone fino a raggiungere il Rottalsattel (3.885 m), colle che separa il Rottalhorn dalla Jungfrau. Dal colle si risale la cresta sud-est della montagna fino alla vetta.

Dal versante bernese si può salire sulla vetta partendo dalla Rottalhütte (2.755 m) e percorrendo la Innere Rottalgrat.  

Le località ai piedi del versante bernese, in particolare Grindelwald, Wengen e Mürren, sono rinomatissime e moderne stazioni sciistiche, dotate di un vasto carosello di impianti di risalita e di infrastrutture turistiche.

La maggior attrazione turistica della zona resta tuttavia la celebre Ferrovia della Jungfrau, la tratta ferroviaria più alta d'Europa e una delle più alte del mondo, che parte da Interlaken, attraversa la località di Lauterbrunnen, transita da Wengen e raggiunge il valico della Kleine Scheidegg (2.061 m), da cui scende sul versante opposto a Grindelwald, dalla quale ritorna a Interlaken. 

Dalla Kleine Scheidegg parte una ripida ferrovia a cremagliera che, dopo lunghi tratti in galleria alternati a panorami (è famosa la finestra che si apre proprio nel cuore della celebre parete nord dell'Eiger), raggiunge dapprima i 3.100 m della stazione di Eismeer, un balcone panoramico sui vasti ghiacciai della zona, e quindi il capolinea ai 3.475 m dello Jungfraujoch dove sorge un ristorante.

Infine con un ascensore si arriva al balcone dello Sphinx a 3.586 m, uno spuntone roccioso la cui sommità ospita il più elevato osservatorio astronomico d'Europa e dal quale si gode uno dei migliori panorami dell'intero arco alpino: sul lato settentrionale le verdi vallate dell'Oberland verso i grandi laghi alpini, dall'altro l'immensa conca glaciale del ghiacciaio dell'Aletsch, il più vasto ghiacciaio delle Alpi, e i numerosi 4 000 dell'Oberland che gli fanno da corona.

Il ghiacciaio dell'Aletsch è il ghiacciaio più esteso delle Alpi con oltre 120 km2 di superficie, situato in Svizzera, nei cantoni Berna e Vallese.

Di tipo "vallivo", deriva il nome da una delle più elevate vette che dominano la zona, l'Aletschhorn; ha origine dal bacino glaciale alla base delle maggiori cime dell'Oberland bernese, a meridione del famoso trio: JungfrauMönch, Eiger, ricevendone le ampie colate che confluiscono nel Konkordiaplatz, un vasto altopiano glaciale pressoché pianeggiante largo oltre 5 km, e con uno spessore di ghiaccio stimato in circa 1.500 m. Sul suo lato orientale si trova un lago glaciale, lago Märjelen (Gr. Märjelensee) (2 350 m s.l.m.). Ad ovest si trova l'Aletschhorn (4.195 m), scalato la prima volta nel 1859. Il fiume Rodano scorre lungo il fianco meridionale delle montagne.

Dal versante occidentale scorre il Grande Aletschfirn, che segue il lato nord dell'Aletschhorn e del Dreieckhorn. L'Aletschfirn viene rifornito a nord da tre lingue: l'Ebnefluhfirn, il Gletscherhornfirn ed il Kranzberfirn. Tutte queste lingue nascono ad un'altezza di circa 3 800 m. Da Ebnefluhfirns alla Konkordiaplatz, l'Aletschfirn è lungo circa 9 km. Da ovest, l'Aletschfirn nasce dai 3 173 m d'altezza del Gletscherpass, il Lötschenlücke, che lo porta nel Langgletscher, e quindi alla valle del Lötschental.

Dal versante nordoccidentale nasce il Jungfraufirn. Questa lingua rappresenta il prolungamento del ghiacciaio dell'Aletsch, che è il più corto dei tre ghiacciai. La fonte si trova sul lato sud del Mönch. Quando raggiunge il Konkordiaplatz la lingua ha raggiunto i 7 km scarsi di lunghezza. Nel suo punto massimo raggiunge i due km di larghezza, mentre a valle si riduce ad un chilometro.

Da lato nord nasce il Ewigschneefeld (campo eterno innevato). In un'ansa costeggia il Trugberg ad ovest ed il Gross Fiescherhorn ed il Grünhorn ad est, raggiungendo Konkordiaplatz. In questo punto è lungo circa 8 km e largo 1,2 km.

Un altro affluente del Konkordiaplatz, da est, è il piccolo ma importante Grüneggfirn (3 km di lunghezza e 300 m di larghezza). Questa lingua unisce il ghiacciaio dal passo Grünhornlücke (3 280 m) al Ghiacciaio di Fiesch ad est.

Da Konkordiaplatz, il ghiacciaio dell'Aletsch ha una larghezza di circa 1.5 chilometri e si muove ad una velocità di circa 180 metri l'anno verso sudest lungo il corso della valle del Rodano, costeggiando il Dreieckhorn ad ovest ed il grande Wannenhorn ad est. A questo punto fa una grande curva a destra e si muove verso sudovest, costeggiando il fianco dell'Eggishorn e del Bettmerhorn.

La parte inferiore del grande ghiacciaio dell'Aletsch è coperta per buona parte da detriti provenienti dalle morene laterali e centrali. Il punto più avanzato del ghiacciaio si trova a circa 1560 metri di altezza, ben lontano dall'inizio della zona alberata. Da esso nasce il fiume Massa, che corre lungo il Massa Canyon e viene utilizzato per generare energia idroelettrica. Prosegue attraverso la metà alta del distretto di Brig, per poi confluire nel Rodano.

Nel Konkordiaplatz il ghiaccio ha uno spessore di 900 metri, ma durante la discesa buona parte fonde arrivando a circa 150 metri.

La caratteristica morena scura, situata al centro del ghiacciaio, si muove in due fasce dal Konkordiaplatz per l'intera lunghezza della lingua avanzata del ghiacciaio. Questa morena è il risultato del confluire delle tre lingue che alimentano il ghiacciaio. La parte occidentale della morena è stata chiamata Kranzbergmoräne, mentre quella orientale Trugbergmoräne.  

Il ghiacciaio è meta di numerosi alpinisti e scialpinisti, che ne risalgono il bacino per raggiungere le vette che lo circondano trovando un ideale punto d'appoggio nella Konkordiahütte, uno dei rifugi storici delle Alpi svizzere. È inoltre meta degli studiosi e degli appassionati di speleologia glaciale, che ne discendono i grandi crepacci, i pozzi, i mulinelli e le tante spaccature che sprofondano nel corpo glaciale in molti casi per decine di metri.

Il Bietschhorn (3.934 m) (il "Re del Vallese") è una delle montagne più alte delle Alpi bernesi. Si trova nel Canton Vallese (Svizzera).

A nord e ad ovest è chiuso dalla Lötschental mentre a sud si affaccia sulla valle del Rodano. I versanti nord-est e sud fanno parte del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO insieme con Jungfrau ed il ghiacciaio dell'Aletsch.

Venne scalato la prima volta il 13 agosto 1859 da Leslie Stephen, accompagnato dalle guide Anton Siegen, Johann Siegen e Joseph Ebener. Oggi si può salire sulla vetta partendo da nord (dalla Lötschental) e passando dalla Bietschornhütte (2.565 m). In alternativa si può, partendo da sud, passare dalla Baltschiederklause (2.783 m). La salita è riservata ad alpinisti esperti.


  

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