L'arena
tettonica di Sardona (tedesco: Glarner Überschiebung) è una della
principali zone tettoniche delle Alpi situate in Svizzera orientale. Lungo
questa linea i monti elvetici vennero spinti oltre 100 km a nord, oltre
all'Aarmassiv e al complesso infraelvetico. Questa zona rappresenta il
confine tra l'antico blocco roccioso (elvetico) permo-triassico del gruppo
verrucano ed il nuovo (esterno) blocco calcareo del Giurassico e del
Cretacico, e del flysch e della molassa del Paleogene.
L'arena
tettonica affiora da un'area relativamente grande nel cantone di Glarona,
nel Canton San Gallo e nel Canton Grigioni, a causa dell'orientamento
orizzontale e dell'altezza del rilievo. Tra i famosi affioramenti vi sono
quello di Lochsite nei pressi di Glarona ed uno sul pendio chiamato Tschingelhörner,
tra Elm e Flims.
Questo
genere di faglie è comune in molte catene montuose in tutto il mondo, ma
questa di Glarus ne è un ottimo esemplare, ed ha giocato un ruolo
importante nello sviluppo geologico della formazione delle montagne.
L'area in cui si trova il sovrascorrimento è stata dichiarata patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO, con il nome di "Arena tettonica
svizzera di Sardona". Quest'area copre 32.850 ettari di
territorio quasi esclusivamente montuoso diviso tra 19 comunità tra il
distretto di Surselva, il Linth e il lago di Walen. Nell'arena sono
presenti numerosi picchi alti oltre 3000 metri, come ad esempio il
Surenstock (il cui nome romancio è Piz Sardona), Ringelspitz e
Pizol.
Il
primo naturalista ad esaminare il sovrascorrimento di Glarus fu Hans
Conrad Escher von der Linth (1767-1823). Escher von der Linth scoprì che,
in contraddizione con la legge della sovrapposizione formulata da Niccolò
Stenone, la roccia più antica si trovava sopra a quella nuova in certi
affioramenti del Glarus. Il figlio Arnold (1807-1872), primo professore di
geologia presso la Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, mappò
la struttura con maggior dettaglio concludendo che avrebbe potuto
trattarsi di un'enorme sovrascorrimento.
In
quel periodo molti geologi credevano alla teoria dei geosinclinali,
secondo cui le montagne sono formate da movimenti verticali all'interno
della crosta terrestre. Escher von der Linth ebbe quindi difficoltà a
spiegare la dimensione di questo sovrascorrimento.
Nel
1848 invitò il geologo britannico Roderick Impey Murchison, un'autorità
internazionale, a controllare di persona la struttura. Murchison era
esperto di faglie di queste dimensioni, e concordò con l'interpretazione
data da Eschers. Comunque lo stesso Escher era dubbioso sulle sue
conclusioni, e quando pubblicò le proprie osservazioni nel 1866 indicò
il Glarus come una coppia di anticlini. Questa ipotesi venne giudicata
assurda, come ammise anch'egli in privato.
Il
successore di Eschers nel ruolo di professore a Zurigo, Albert Heim
(1849-1937), inizialmente si bloccò sull'interpretazione del doppi
anticline data dal predecessore. Alcuni geologi appoggiarono l'ipotesi del
sovrascorrimento. Uno di essi fu Marcel Alexandre Bertrand (1847-1907),
che lo definì una fagli nel 1884, dopo aver letto le osservazioni di
Heims. Bertrand era esperto della Faille du Midi, un grande
sovrascorrimento presente nelle Ardenne belghe. Nel frattempo i geologi
britannici iniziarono a riconoscere la natura delle faglie delle Highlands
scozzesi. Nel 1883 Archibald Geikie accettò il fatto che le Highlands
fossero costituite da un sistema di faglie.
I geologi svizzeri Hans Schardt e Maurice Lugeon scoprirono nel
1893 che, nella svizzera occidentale, gli strati di rocce giurassiche si
trovavano sopra alla molassa, e ne concluse che la struttura delle Alpi
era in realtà una serie di falde, larghi fogli di roccia accumulatisi
l'uno sull'altro. Alla fine del secolo Heim venne anche convinto di una
nuova teoria. Lui ed altri geologi svizzeri iniziarono a mappare le falde
svizzere con maggior dettaglio. Da questo momento i geologi iniziarono a
riconoscere le grandi faglie in numerose catene montuose in giro per il
mondo.
Non
si era però ancora capito da dove arrivassero le grandi forze che mossero
le falde. Solo l'arrivo della teoria della tettonica a zolle degli anni
cinquanta fornì la spiegazione. Nella tettonica a zolle il movimento
orizzontale delle zolle tettoniche sul fondo morbido dell'astenosfera
causa forze orizzontali sulla crosta terrestre. Attualmente i geologi
credono che molte catene montuose si siano formate a causa dei movimenti
convergenti delle zolle tettoniche.