Castelli e Fortezze

 
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Si chiamava Castellum, presso i romani. Generalmente si identificavano con questo nome fortificazioni di minore entità lungo i confini dell'impero, disposte ad intervalli regolari a sorveglianza di ponti e strade, al di qua e al di là delle frontiere. I castelli erano temporanei o permanenti: i primi erano semplici ridotte, di forma circolare o quadrata, spesso senza baraccamenti per le truppe; gli altri erano invece recinti rettangolari saldamente fortificati, con argini e terrapieni dapprima, poi (dopo Adriano) cinti di mura merlate, con torri per le macchine di lancio e quattro porte. Le loro dimensioni variavano da 24 m. x 15 m. a 150 m. x 150 m. 

Nel Medioevo il nome di Castello passò ad identificare una residenza fortificata che costituì la dimora del signore feudale. Dapprima fu un fortilizio isolato nel quale l'abitazione del feudatario si riduceva a pochi vasti ambienti ricavati all'interno delle torri e delle muraglie. Poi, quando la vita delle piccole corti feudali si volse ad una maggiore ricerca di agi e di benessere, il castello divenne un organismo complesso, del quale fecero parte l'apparato difensivo, costituito dalla cinta muraria per la difesa esterna e dal mastio per la sorveglianza dell'intero edificio e l'eventuale estrema difesa, il nucleo abitato, costituito dal palazzo del signore, le abitazioni dei famigliari e dei soldati, la cappella, magazzini e servizi comuni. Nel sistema fortificato, le caratteristiche strutturali e tecniche delle varie parti seguirono i progressi dell'arte militare: si passò così dalle nude muraglie merlate dei primi fortilizi feudali, alle ben studiate disposizioni difensive dei castelli dal '200 al '400, dominati dall'alta mole del mastio, coronati dalla serie delle merlature su caditoie del cammino di ronda, protetti dalle robuste torri distribuite nei punti più salienti. In questi già complessi e vasti organismi il palazzo del signore con i fabbricati annessi prese importanza e aspetto di dimora principesca e , pur conservando all'esterno le disposizioni necessarie per la difesa e la sicurezza degli abitanti, si arricchì, nell'interno, di cortili e di sale dalle amene architetture e leggiadre decorazioni. 

Nel XVI secolo il castello perde il duplice carattere di fortezza e di dimora signorile. Il nome castello rimane tuttavia in uso per indicare le grandi dimore di campagna che, specialmente in Francia e nei paesi germanici, si sostituirono alle antiche residenze feudali, sotto forma di fastosi palazzi circondati di vasti parchi.  

I castelli in stile europeo ebbero origine nei secoli IX e X dopo la caduta dell'impero carolingio, il suo territorio finì diviso tra singoli signori e principi. Questi nobili costruirono castelli per controllare l'area immediatamente circostante, promuovendo la realizzazione degli edifici in questione sia a scopi offensivi che difensivi. Questi ultimi si potevano ricomprendere essenzialmente nel binomio generato dalla possibilità di lanciare incursioni e dalla protezione che ne derivava dai nemici. Sebbene le loro origini militari siano spesso enfatizzate negli studi accademici, i castelli fungevano anche da centri di amministrazione e simboli di potere. Quelli urbani avevano la funzione di fronteggiare prontamente insurrezioni cittadine e sorvegliare le importanti rotte di viaggio adiacenti, mentre quelli rurali si distinguevano per la loro collocazione in località specifiche e rilevanti dal punto di vista strategico o degli approvvigionamenti (ad esempio vicino a un fiume, a mulini o a campi coltivati).

Molti castelli dell'Europa settentrionale erano originariamente costruiti con terra e legno, ma in seguito essi scomparvero in favore della pietra. La posizione delle strutture non si sceglieva non ricorrendo ad alcun criterio, poiché si soleva sfruttare i vantaggi offerti da specifiche località naturali: si pensi ai castelli realizzati nei pressi di formazioni rocciose o corsi d'acqua, i quali, nei primi tempi, erano prive di elementi come torri e feritoie e si sviluppavano da una base di partenza costituita da un dongione centrale. Tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo si iniziò a seguire un approccio scientifico nella costruzione dei castelli, valido anche per il perfezionamento o l'ammodernamento delle vecchie strutture, che fu reso possibile dalle maggiori conoscenze in campo architettonico e ingegneristico. Ciò portò alla proliferazione di torri, con una certa enfasi posta sulla difesa dalla tattica del defilamento. Molti dei nuovi edifici erano poligonali o, più di rado, ad anello: il particolare genere dei castelli concentrici perseguiva il fine di massimizzare la potenza di fuoco totale, potendo inoltre disporre di una maggiore capacità di truppe. Questi cambiamenti si dovettero a vari aspetti, non ultimi l'esperienza appresa durante le crociate e lo studio attento dei pregi di strutture più ataviche come i castra (accampamenti militari) di epoca romana. Non tutti gli elementi architettonici sopperirono sempre esigenze belliche, ragion per cui alcuni meccanismi difensivi, come il fossato, affrontarono un processo di evoluzione tale per cui si trasformarono in simboli di potere. Alcuni grandi castelli avevano approcci lunghi e tortuosi destinati a impressionare e dominare il loro paesaggio.

Sebbene la polvere da sparo sia stata introdotta in Europa nel XIV secolo, essa non influenzò in modo significativo la costruzione del castello fino al XV secolo, cioè quando l'artiglieria divenne abbastanza potente da sfondare le mura in pietra. Mentre i castelli continuarono a essere costruiti fino al XVI secolo, le nuove tecniche per far fronte al miglioramento del fuoco dei cannoni li resero luoghi non più idonei a soddisfare le esigenze a cui sopperivano nei secoli precedenti e difficili da rifornire. Di conseguenza, i veri castelli andarono in declino e furono sostituiti da forti di artiglieria senza ruolo nell'amministrazione civile e case di campagna indifendibili. Dal XVIII secolo in poi, si sviluppò un rinnovato interesse per i castelli, estrinsecatosi nel periodo neogotico con la costruzione di falsi storici che non avevano alcuno scopo militare, ma ne riprendevano le antiche fattezze.

Nel De verborum significatione di Sesto Pompeo Festolessicografo e grammatico romano del II secolo, il termine castella era a quei tempi il nuovo "moderno" modo di chiamare le dividicole, cioè quelle robuste costruzioni agrarie di legname che Roma, già nei suoi tempi repubblicani, faceva erigere in vicinanza delle più importanti sorgenti d'acqua, affidando ai loro presidi il compito di permettere e garantire a tutti gli agricoltori della zona il godimento di quell’acqua, tanto necessaria alle loro coltivazioni, ed evitando così soprusi e privilegi nella sua distribuzione. Il termine castello deriva dal latino castĕllum, che a sua volta è un diminutivo della parola castrum, il quale significa "luogo fortificato". L'inglese antico castel e il moderno castle, il francese antico castel o chastel e il moderno château, lo spagnolo castillo e il portoghese castelo sono solo alcuni degli esempi che hanno un'origine comune, cioè da castellum.  

La definizione di castello accettata dagli accademici è quella di "una residenza fortificata privata". Si tratta comunque di una definizione non valida per ogni epoca storica, considerando i burh anglosassoni e le città murate di Costantinopoli e Antiochia in Medio Oriente; i castelli non erano messi a disposizione della comunità, essendo posseduti dai signori feudali locali, sia per se stessi che in vece del monarca che li aveva incaricati di sorvegliarlo. Il feudalesimo si contraddistingueva per il legame tra un signore e il suo vassallo dove, in cambio di fedeltà e del servizio militare, il signore concedeva alla controparte la gestione delle terre. Alla fine del Novecento, nella definizione di castello si è iniziato ad includere il criterio della proprietà feudale. Ciò ha di fatto fuso il legame del termine con il periodo medievale; tuttavia, si tratta di una definizione comunque non in grado di comprendere esaustivamente ogni momento di quell'epoca storica. Durante la prima crociata (1096-1099), gli eserciti franchi incontrarono insediamenti fortificati e forti da loro indiscriminatamente chiamati castelli, malgrado esse non andrebbero a soddisfare i requisiti richiesti dalla definizione moderna.

I castelli sopperivano a una serie di scopi, perlopiù militari, amministrativi e domestici. Oltre alle strutture difensive, i castelli rappresentavano strumenti pronti a offendere se impiegati come base operativa in territorio nemico. A titolo di esempio, i castelli fondati dagli invasori normanni in Inghilterra sia per scopi difensivi che per imporre la propria autorità sugli abitanti del paese. Quando Guglielmo il Conquistatore avanzò attraverso l'Inghilterra, egli fortificò posizioni chiave per proteggere quanto aveva espugnato. Tra il 1066 e il 1087 fondò 36 castelli, tra cui quello di Warwick, che usò per proteggersi dalla ribellione nelle Midlands.

Verso la fine del Medioevo, i castelli cominciarono a perdere la loro essenza militare a causa dell'avvento di potenti cannoni e fortificazioni di artiglieria permanenti. Di conseguenza, gli edifici una volta imprescindibili a scopi bellici divennero più funzionali come residenze e come dimostrazione di potere. Un castello poteva operare da roccaforte e prigione, avere uno scopo deterrente e ospitare sale da cui il signore di turno poteva esercitare la propria autorità, dialogare e incontrare cavalieri o propri pari. Nel tempo, l'aspetto estetico si fece più importante, poiché l'aspetto e le dimensioni del castello iniziarono a riflettere il prestigio e il potere del suo occupante. Fungendo da residenza, con il tempo si provò a renderla sempre più confortevole all'interno delle mura fortificate. Sebbene i castelli fornirono ancora una parca protezione nel caso di piccole schermaglie in età moderna, alla fine l'avanzamento tecnologico e ingegneristico li rese obsoleti.  

Castello è talvolta impiegato come termine generico per indicare vari tipi di fortificazione, comportando, in alcuni casi, un improprio utilizzo della parola. Si pensi a tal proposito al castello di Maiden, in Cornovaglia, il quale, nonostante il nome, è una fortezza di collina risalente all'età del Ferro che aveva un'origine e uno scopo assai diversi.

Sebbene "castello" rimanga un termine distinto da maniero, molti manieri adottano l'errata denominazione di "castello" nella prassi, pur avendo poche caratteristiche architettoniche affini: ciò è accaduto perché, di solito, i proprietari di turno amavano richiamare il passato e ritenevano che applicare il termine "castello" fosse più signorile. In Francia, invece, alla trasformazione architettonica si affiancò quella linguistica: è il caso dei numerosi castelli reali della valle della Loira, trasformati in splendidi palazzi, per cui ancora oggi si usa distinguere questi château dalle fortezze che mantengono aspetto medievale, chiamate château-fort. Nella storiografia, il castello nella definizione di cui sopra è generalmente accettato come un concetto dalla vasta portata geografica, perché pur essendo originario dell'Europa e successivamente diffuso in parti del Medio Oriente, grazie ai crociati europei, viene talvolta, in maniera discutibile, applicato anche per latitudini lontane come l'Asia orientale. Il collegamento tra Asia ed Europa fece sì che le tattiche di costruzione venissero apprese, studiate o ammirate dalle varie controparti di riferimento, con il risultato che le influenze tra le varie culture si fecero ineluttabili.

ESEMPI FUORI DALL'EUROPA - Nelle aree più lontane dall'Europa, in particolare, strutture analoghe condividevano aspetti comuni insiti nel concetto di castello, sebbene avessero avuto origine in periodi e circostanze differenti e avessero subito evoluzioni e influenze diverse. Ad esempio, gli shiro del Giappone, descritti alla stregua di castelli dallo storico Stephen Turnbull, hanno sperimentato "un processo di sviluppo completamente diverso, sono stati costruiti in un modo totalmente non paragonabile e sono stati progettati per resistere ad attacchi di natura assolutamente diversa". Mentre i castelli europei costruiti dalla fine del XII e dall'inizio del XIII secolo in poi erano generalmente in pietra, gli shiro erano prevalentemente in legno ancora nel XVI secolo. Si tratta di edifici enormi, a corpo unico, con pianta quadrangolare e alti basamenti in pietra. Lo shiro si sviluppa in verticale con forme tipicamente a pagoda, sviluppandosi su più piani. Proprio nel Cinquecento, quando le culture giapponese ed europea si incontrarono, le fortificazioni in Europa avevano superato i castelli e si basavano su innovazioni come la fortificazione all'italiana.

Per quanto riguardava l'India, i suoi abitanti mantennero contatti con l'Occidente in varie epoche, così, qualche secolo dopo il Medioevo europeo, anche in Asia meridionale ebbe luogo un incastellamento da parte dei feudatari. Come gli shiro, anche i forti indiani condividevano caratteristiche comuni con i castelli in Europa, con torri, mura e camere per ospitare il signore che li abitava, e la natura di presidi. Oltre a distinguersi però per una maggior attenzione alle decorazioni architettoniche, ovviamente in stile orientale, essi affrontarono comunque un percorso di sviluppo autonomo rispetto a quello dell'Europa. Quando gli inglesi raggiunsero quella regione nel XVII secolo, i castelli in Europa erano generalmente considerati superati. Ad ogni modo, durante la colonizzazione britannica, vennero costruiti nuovi forti, pur mantenendo un certo gusto orientaleggiante, come nel caso del Forte Rosso a Delhi.

Termini e tipologie di castello

Castrum - Accampamento delle milizie romane. Sempre di forma quadrata, viene protetto da un recinto costituito da una semplice palizzata in legno, oppure in alcuni casi in muratura. Spesso veniva anche dotato di un fossato per una maggiore difesa.

Castellum - Fortilizio di modeste dimensioni costituito da una torre di vedetta, detta specula, protetta da uno sbarramento murato e generalmente da un fossato.

Castello medievale (X° secolo) - Spesso costruito su preesistenti fortificazioni, è costituito da un recinto in pietra con il versante più esposto protetto da un fossato asciutto o riempito d'acqua. All'interno del recinto, provvisto di torre scudata, si trovano le abitazioni degli armigeri e la torre maestra che svolge una duplice funzione, difensiva e di residenza per il signore. 

Castello medievale (XII° secolo) - Con il tempo il castello viene ampliato. Vicino alla torre maestra viene edificato il mastio, residenza promiscua del feudatario e del personale di servizio. Alla prima cinta di mura sovente ne viene affiancata una seconda per garantire una maggiore difesa. Le porte d'ingresso alle varie cinte murarie sono quasi sempre ubicate molto distanti fra loro per obbligare gli assedianti a percorrere un maggiore percorso allo scoperto e quindi essere esposti maggiormente al tiro degli arcieri.   

Castello medievale (XIII-XIV° secolo) - Per garantire maggiore protezione ai contadini ed artigiani che lavorano all'interno del feudo, viene edificata una ulteriore cerchia di mura, all'interno della quale vengono costruite le diverse abitazioni. In tal modo si dà origine al borgo fortificato che in alcuni casi darà origine a vere e proprie città murate ed in altre maestose fortezze.  Le maggiori esigenze abitative portarono poi all'ampliamento del mastio che si ampliò seguendo il circuito murato. 

Casaforte - Si tratta di fortificazioni aventi diverse funzioni: residenza protetta, centro di una proprietà, rifugio per gli abitanti del borgo. 

Abbazia fortificata - L'esigenza di fortificare un complesso monastico si deve al fatto che molti di questi, oltre ad essere luoghi di culto, erano dei veri e propri feudi con la giurisdizione su ampi territori. Il complesso è costituito da un circuito murato che circonda il monastero vero e proprio composto dalla chiesa con il campanile (che funge anche da torre maestra), depositi ed abitazioni. 

Centa - La Centa ha come principale scopo quello di difendere un abitato urbano. E' costituita da un circuito murato (circolare o poligonale) sul quale sono innestate una o più torri. All'interno trovano posto la chiesa con il campanile che funge anche da torre mastio, quindi le abitazioni ed i depositi.

Caratteristiche comuni

A - Residenza fortificata, comprensiva del mastio, la vera e propria abitazione della famiglia feudale e della corte

B e C - Penusino a cappella

D - Mastio o donjon, la torre più grossa, residenza dei feudatari ed estrema difesa in caso di invasione della corte

E - Cappella

G e H - Torri difensive minori

K - Accesso laterale

M e N - Torrette del mastio collegate con scale a chiocciola alle torri esterne difensive

O - Garitte a strapiombo, camere delle sentinelle e torrette di guardia

P - Merlatura guelfa

Q - Cammino di ronda

R - Fossato

S - Barbacane  

Antemurale - Opera difensiva leggera anteposta ad una successiva e più consistente: poteva essere costituito da un muro ma anche da una palizzata o da un terrapieno.

Balestriere - Le balestriere, comunemente chiamate feritoie, erano strette aperture verticali nelle mura difensive che consentivano di scoccare frecce o dardi di balestra all'indirizzo degli assalitori. Le strette fessure avevano lo scopo di esporre quanto meno possibile il difensore, ma al contempo la dimensione dell'apertura poteva costituire un ostacolo al raggio di tiro dell'arciere/balestriere. In alcuni casi si sopperì alla relativamente scarsa libertà di visuale aggiungendo un'apertura orizzontale più piccola all'altezza degli occhi. A volte vi era una sortita, che consentiva una via di fuga da cui comunque la guarnigione che arretrava poteva ingaggiare le forze assedianti. Era consuetudine che le latrine o i guardaroba presentassero solitamente un semplice buco con scarico all'esterno e nel fossato circostante.

Battiponte - Piano di appoggio di un ponte levatoio abbattuto, cioè abbassato.

Bertesca - Opera leggera in legno o muratura sporgente dalle mura con funzioni di guardia o di avvistamento.

Bolzone - Meccanismo di sollevamento di un ponte levatoio.

Cammino di ronda - Passaggio alla sommità delle cortine, all'interno del parapetto merlato, che unitamente alle piazzole delle torri formava un percorso continuo lungo l'intero perimetro della fortificazione per la sorveglianza verso l'esterno.

Coronamento - Parte terminale delle cortine e delle torri consistente in un parapetto per la protezione dei difensori, generalmente munito di merli di varia foggia.  

Corpo di guardia - L'ingresso era spesso la parte più vulnerabile al momento della difesa. Per ovviare a tale problema, si sviluppò la creazione del corpo di guardia, il quale consentiva a coloro che si trovavano all'interno del castello di supervisionare il flusso del traffico delle entrate e delle uscite. Nelle versioni in terra e legno, la porta fu di solito il primo elemento ad essere rimpiazzato dalla pietra. La parte anteriore della porta era un punto cieco e, per evitare che generasse limitazioni alla visibilità, si aggiunsero torri sporgenti su ciascun lato della porta in uno stile simile a quello sviluppato dai romani. Il corpo di guardia conteneva una serie di difese volte a rendere un assalto diretto più difficile del semplice abbattimento di un cancello. In genere, una o più saracinesche (cioè una griglia di legno rinforzata con metallo che bloccava il passaggio) e feritoie agevolavano il compito dei difensori contro gli aggressori. Si intuì col tempo che il passaggio attraverso il corpo di guardia andava aumentato in termini di metri, poiché ciò avrebbe consentito di aumentare il tempo che un assalitore doveva spendere sotto il fuoco ostile in uno spazio ristretto e incapace di rispondervi adeguatamente.

È un falso mito quello che le cosiddette buche assassine, cioè le aperture nel soffitto del passaggio all'ingresso, fossero usate per versare olio bollente o piombo fuso sugli aggressori; il prezzo di queste sostanze e la distanza del corpo di guardia dagli incendi rendevano una simile strategia impraticabile. A questa regola non scritta sfuggivano il Nord Africa, il Medio Oriente e le fortificazioni sul mar Mediterraneo, dove reperire tali risorse era compito più facile. Le si usava, più probabilmente, per far cadere oggetti sugli aggressori o per versare acqua sullo scoppio di roghi sottostanti. Al piano superiore del corpo di guardia si predisposero alloggi in modo che il cancello non fosse mai lasciato indifeso, malgrado nei secoli si finì per renderlo più confortevole a spese della difesa.

Durante il XIII e il XIV secolo si sviluppò il barbacane. Esso consisteva in un baluardo, in un fossato e, talvolta, in una torre, posizionata davanti al corpo di guardia in modo da proteggere ulteriormente l'ingresso. Lo scopo di un barbacane non era solo quello di fornire un'altra linea di difesa, ma anche di consentire un'unica strada d'accesso al cancello.

Corte e cinta - La corte era uno spazio aperto solitamente situato all'ingresso di una fortificazione. Si trattava di una caratteristica comune dei castelli, tanto che la maggior parte ne aveva almeno una. Il mastio in cima alla motta rappresentava il domicilio del signore a capo del castello e un baluardo di ultima difesa, mentre la corte dava accesso alle dimore del resto della famiglia del signore e permetteva l'accesso a diverse stanze. Tra queste, vi erano le caserme, idonee ad ospitare la guarnigione, le stalle, le officine e i depositi. L'acqua era fornita da un pozzo o una cisterna. Nel corso del tempo, l'attenzione degli alloggi di alto rango si spostò dal mastio alla corte interna; questo portò alla creazione di una divisione tra la via che conduceva agli edifici principali (come le camere del signore e la cappella) dalle strutture di uso quotidiano come le officine e le caserme.

Dalla fine del XII secolo, si diffuse la tendenza per i cavalieri di trasferirsi dalle piccole residenze che avevano precedentemente occupato all'interno della corte, nello specifico in piccole strutture fortificate in campagna. Sebbene spesso associati alla motta castrale, le corti esterne si potevano trovare anche come strutture difensive indipendenti. La cinta muraria e il muro di cortina rappresentavano due elementi strettamente connessi e che sovente rappresentavano la principale barriera difensiva del castello. I castelli senza mastio, con una pianta antica e risalenti in genere a prima del X secolo, facevano affidamento sulle loro difese esterne per la protezione, venendo talvolta chiamati castelli di cinta.

Cortina - Le cortine continue erano mura difensive che circondavano e difendevano dagli attacchi esterni una corte. L'altezza costituiva un aspetto importante, considerato lo scopo di impedire che le mura potessero venire scalate. Inoltre, dovevano essere abbastanza spesse da resistere ai bombardamenti delle macchine d'assedio che, dal XV secolo in poi, includevano l'artiglieria e le armi che funzionavano con la polvere da sparo. Un muro tipico soleva essere spesso tra alto tra i 3 e i 12 m, malgrado questa non vada intesa come una cifra fissa per ogni castello. 

Cortine_CastelloBeaumarisGalles.jpg (150668 byte)Per proteggersi dal rischio di realizzazione di passaggi sotterranei, alla base delle pareti divisorie a volte veniva realizzato un basamento di pietra che impediva di scavare. La facoltà di poter camminare lungo le passerelle permetteva di rispondere al fuoco nemico o di usare strumenti quali l'olio bollente o il fuoco. La presenza delle torri, solitamente tutte ben sorvegliate, impediva che si potesse ricorrere a tattiche di fiancheggiamento. Le feritoie nelle pareti non divennero comuni in Europa fino al XIII secolo, per il timore che potessero compromettere la stabilità delle mura.

Dongione - Un dongione è una grande torre che, di solito, rappresenta il punto più fortemente difeso di un castello. Tale caratteristica tende a scemare dopo l'introduzione dei castelli concentrici. Nelle fonti in latino, tale elemento architettonico veniva indicato come turris. Nelle motte castrali, il mastio si ergeva imperioso in cima alla collina. Il termine dongione, derivante da donjon, indicava in origine una prigione oscura e inospitale. Sebbene spesso fosse la parte maggiormente robusta di un castello e l'ultimo luogo dove ritirarsi in caso di caduta delle difese esterne, il mastio non veniva lasciato vuoto in caso di attacco, ma veniva utilizzato come residenza del signore che possedeva il castello oppure occupato dagli eventuali ospiti o dagli ambasciatori.

In alcuni casi, la moglie del signore abitava in una residenza separata (domusaula o mansio) vicino al mastio, con quest'ultimo che fungeva da caserma e quartier generale. Gradualmente le due funzioni si fusero nello stesso edificio, con i piani residenziali più alti che disponevano di grandi finestre; di conseguenza, per molte strutture è difficile operare una corretta e distinta suddivisione architettonica. Gli enormi spazi interni visibili in molti dongioni superstiti possono trarre in inganno: in passato, è probabile che le stanze fossero divise da tramezzi leggeri, come in un moderno edificio per uffici. Anche in alcuni grandi castelli la grande sala era separata solo da un tramezzo dalla stanza personale del signore, dalla sua camera da letto e da quello che poteva definirsi, con un eufemismo moderno, il suo ufficio.

Feritoia - Stretta apertura praticata nelle mura per consentire ai difensori di colpire gli assalitori senza esporsi al loro tiro. Poteva essere foggiata in modo diverso secondo il tipo di armi utilizzate: si ebbero così feritoie arciere (verticali), balestriere (orizzontali) oppure a croce per consentire indifferentemente l'uso degli archi o delle balestre. Per dare più spazio e manovrabilità alle armi, le feritoie erano aperte in una nicchia più o meno svasata verso l'interno (detta strombatura o sguancio) sostenuta nella parte superiore da uno o più archi di scarico a sesto ribassato e col piano alla base inclinato per consentire anche un tiro che fosse il più ravvicinato possibile alle mura.  

Fossato - Un fossato consisteva in uno scavo, dalle dimensioni variabili, che circondava un castello o che divideva una parte della struttura da un'altra: poteva inoltre essere asciutto o riempito d'acqua. Il suo scopo era spesso e volentieri difensivo, in quanto si tentava di ridurre la portata delle torri d'assedio, attutire il rischio di raggiungimento delle mura tramite scale o altri mezzi e intrappolare chi si avventurava nello scavo perché magari impossibilitato a risalire in tempi rapidi. Ciò non toglie che in alcuni casi aveva solo un mero scopo ornamentale. I fossati d'acqua erano realizzati anche in zone di bassa quota e di solito erano attraversati da un ponte levatoio, sebbene relativamente presto trovarono spazio i ponti in pietra. Il sito del castello di Caerphilly del XIII secolo, in Galles, si estende per oltre 120.000 m² e le difese idriche, create allagando la valle a sud del castello, appaiono tra le più imponenti dell'Europa occidentale.Fossato_CastelloCaerlaverock.jpeg (123594 byte)

Anche quando si assistette alla diffusione del fossato, alcuni castelli medievali conservarono la caratteristica di un ingresso sopraelevato rispetto al terreno, essendo in tale guisa difficilmente raggiungibile dal nemico. Vi si accedeva a mezzo di una scala in legno, di corda o tramite un argano e una fune.

Macchine da guerra - Per macchine da guerra si intendono le armi non individuali e i mezzi utilizzati dagli assalitori durante l'avvicinamento e l'assalto a una fortificazione, oppure dai difensori per bloccare le macchine degli assalitori; gli uni e gli altri utilizzavano anche le mac­chine da getto, cioè le artiglierie meccaniche.

Mantelletta - Tavolato ligneo, spesso con rivestimento in lamiera di ferro e montato su intelaiatura a ruote, usato per proteggere i soldati e in particolare i guastatori in avvicinamento alle mura di una fortificazione.

Merlatura - Le merlature rappresentavano il complesso di merli sulla parte sommitale di un edificio fortificato e sulle parti superiori dei corpi di guardia. Oltre all'elemento base rappresentato dunque dal merlo, esse comprendevano diversi elementi, tra cui le bertesche, le piombatoie e le feritoie. Lo stile tipico con cui si realizzava la merlatura vedeva un'alternanza di merli e spazi vuoti, così da originare forme dentate. La finalità delle merlature era la protezione dei soldati sui camminamenti dagli attacchi di arcieri e frombolieri. Le bertesche erano piccole prominenze rettangolari attaccate tramite un arco a mensola al muro di un'apertura difensiva: ciò permetteva una maggiore difesa della stessa o la possibilità di far cadere oggetti sugli attaccanti alla base del muro senza doversi chinare pericolosamente sui merli, esponendosi così al fuoco nemico. Le piombatoie (o caditoie) erano sporgenze di pietra in cima a un muro con piccole aperture che permettevano di far cadere oggetti su un nemico alla base del muro in modo simile alle bertesche.

I merli presentano due stili architettonici: si definiscono merlature ghibelline (o imperiali) quelle che presentano sommità a coda di rondine, mentre guelfe (o papali) sono le merlature a corpi quadrati. Tuttavia questa definizione è impropria, poiché anche se guelfi e ghibellini effettivamente utilizzarono queste divisioni, negli anni successivi le merlature furono costruite a discrezione dei progettisti.

Motta - Una motta è un sito recintato da palizzate in legno e dominato da una collina su cui sorge una torre protetta da una seconda palizzata. Si trattava di un'altura spesso artificiale, malgrado a volte incorporasse una caratteristica preesistente del paesaggio. Lo scavo di terra per realizzare il tumulo dava luogo a uno spazio meno elevato attorno alla motta, detto fossato (che poteva essere bagnato o asciutto). 

La motta è comunemente associata ai castelli quando si parla di "motta castrale" (in inglese motte-and-bailey), ma questa locuzione fa riferimento a una fase di sviluppo successiva rispetto alle strutture originarie, le quali non vedevano talvolta la presenza di seconde palizzate.

Alla struttura fortificata superiore, simile a grosse linee a un mastio, si accedeva percorrendo un ponte che procedeva lungo la controscarpa. La struttura era mobile e rappresentava l'antenato del ponte levatoio dei secoli a venire. Tale informazione si apprende da un'analisi della raffigurazione compiuta dall'arazzo di Bayeux del castello di Dinan. A volte una motta occultava un castello o una sala più antica, le cui stanze diventavano depositi sotterranei e prigioni sotto un nuovo mastio.

Ponte levatoio - Ponte mobile costituito da un tavolato ligneo incernierato alla basse della porta. Il sollevamento poteva avvenire per mezzo di meccanismi di vario tipo e più o meno complessi, il più semplice e più usato dei quali era quello a contrappeso. Consisteva in una coppia di travi dette bolzoni incernierate in bilico subito sopra la porta e dotate all'estremità interna di un contrappeso, solitamente formato da segmenti di travi oppure da una cassa contenente pietre o ghiaia, di peso quasi pari a quello complessivo del ponte, della parte esterna delle travi e delle catene di sollevamento. Per il sollevamento era dunque sufficiente una piccola forza generata dalla trazione di funi agganciate all'estremità contrappesata dei bolzoni. Quando il ponte veniva abbassato, poiché la sua lunghezza era sempre inferiore alla larghezza del fossato, necessitava di un piano di appoggio, detto battiponte, costituito in questo caso dall'estremità del ponte fisso che consentiva di raggiungere il bordo del fossato verso la campagna. Il ponte poteva anche essere dotato di un solo bolzone, al quale era collegato da tre segmenti di catena agganciati a una forcola; aveva larghezza più contenuta ed era utilizzato in corrispondenza di pusterle.

Pseudotorre - Semplice struttura muraria angolare formata da due sole pareti, sopraelevata rispetto alle cortine.

Postierla - Una postierla era un'angusta porta d'accesso ai camminamenti per le guardie di ronda nei castelli e nelle fortificazioni nascosta nelle mura, che poteva essere usata anche come uscita o ingresso di emergenza in caso di attacco o di assedio. Proprio per questa sua funzione come via di fuga, era distante dalla porta principale e celata quanto più possibile.

Sala grande - La sala grande era un'ampia stanza decorata dove il proprietario o feudatario del castello riceveva i suoi ospiti. Essa rappresentava il prestigio, l'autorità e la ricchezza del signore, circostanza che spiega la presenza di decorazioni artistiche e la cura dell'arredamento. Nella grande sala si svolgevano eventi come feste, banchetti, raduni sociali o cerimoniali, riunioni del consiglio militare e processi giudiziari. A volte, la grande sala esisteva sotto forma di un edificio separato.

Saracinesca - Serranda per bloccare una porta, scorrevole entro scanalature praticate nel muro; era manovrata dall'alto mediante un argano posto in un locale o su un ballatoio sovrastanti la porta. Poteva avere fogge diverse ma generalmente era costituita da una grata di grosse sbarre di ferro oppure da un pesante tavolato di legno.

Torre passante - Torre posta a cavaliere di una porta.

Torre scudata - Torre aperta verso l'interno del recinto per un duplice scopo: renderla inutilizzabile per gli assedianti che fossero riusciti ad espugnarla poiché si sarebbero trovati esposti al tiro dei difensori; facilitare il trasferimento di armi, proiettili e altri materiali da terra ai piani superiori.  

Torri - La torre quadrata fu il primo tipo ad essere costruito. Permetteva solo alcune linee di tiro ed era spesso soggetta a scavi nelle fondamenta da parte dei nemici per farla crollare. Più tardi un secondo tipo più raro comparve sulla scena: la torre poligonale, che offriva più linee di tiro. Ultima e più recente, la torre rotonda, ideata tra XII e XIII secolo dal re di Francia Filippo II Augusto, che sostituì le precedenti perché non poteva essere minacciata dagli scavatori e offriva illimitate linee di tiro. Le torri potevano essere scoperte o coperte da un tetto a capanna o conico.

Le torri alte e svettanti divennero all'inizio dell'età moderna più basse e larghe fino a trasformarsi in bastioni a forma di punta, per meglio deviare i colpi d'artiglieria.    

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