Il castello
di Champorcher,
noto anche come torre
dei Signori di
Bard o torre
di Champorcher,
era un castello di
origine
altomedievale andato
distrutto e del
quale rimane solo
una torre
di avvistamento su
una piccola altura
a 1430 m s.l.m.,
al centro del
capoluogo del
comune di Champorcher,
che per questo
motivo si chiama Château.
A
differenza di
altri castelli valdostani nei
secoli ebbe solo
un ruolo difensivo
e mai
residenziale. Del
castello
originario, andato
distrutto, si
conserva solo la
torre risalente al XIV
secolo, la
quale durante il
Medioevo venne
usata come torre
di segnalazione.
Oggi è il simbolo
del paese.
Il
castello di
Champorcher è una
castello
valdostano di tipo
"primitivo"
risalente
probabilmente
all'XI secolo o,
per una minoranza
di fonti, al XII
secolo e coevo del castello
di Cly e
del castello
di Graines.
Venne eretto per
volere dei potenti
Signori di Bard,
per impedire che
si sviluppassero
vie alternative al
proficuo traffico
commerciale che
passava
strategicamente
lungo l'antica via
delle Gallie attraverso
la gola di Bard.
Il passaggio per
Bard era
controllato dalla
fortificazione
sopraelevata (oggi forte
di Bard) a
cui si doveva
necessariamente
pagare il
pedaggio.
Il
castello di
Champorcher fu
bruciato tra il
1212 e il 1214 da
Ugo II di Bard
nella guerra
contro il suo
terzo fratello,
Guglielmo,
capostipite di Pont-Saint-Martin,
durante la quale
fu distrutto anche
il borgo di Donnas:
mentre il padre
Ugo I aveva
giurato fedeltà
ai conti
di Savoia,
Ugo II di Bard
volle
riconquistare
l'indipendenza e
soprattutto
continuare a
godere dei diritti
di pedaggio nella
gola di Bard, a
differenza
dell'altro
fratello,
Guglielmo, che
voleva proseguire
nella scelta
paterna. Alla
fine della
contesa, nel 1214,
il territorio di
Champorcher fu
spartito tra i
fratelli in due
parti, dette
ressorts.
Nel
1242, Amedeo
IV di Savoia si
appropriò della
parte del feudo
della valle
di Champorcher dell'indisciplinato
Ugo II di Bard
insieme a ciò che
restava del
castello, durante
una campagna di
espropri portata
avanti in quasi
tutta la Valle
d'Aosta che vide i
Savoia iniziare ad
occuparsi
direttamente dei
loro feudi. Da
allora il castello
non tornò più in
mano ai signori di Bard.
Secondo
alcune fonti, il
castello fu
ricostruito prima
del 1276, ma
alcuni documenti
attestano che il
cantiere per la
ricostruzione
della torre iniziò
piuttosto nel 1312
con un restauro
parziale.
Un
rifacimento
completo si ebbe a
partire dal
1319-1320, per
volere di Casa
Savoia:
nella torre
vennero costruiti
il camino, le
aperture nei muri,
una scala in
legno, un avampiede,
la merlatura e
una copertura del
tetto. Risalgono a
quest'epoca anche
il ponte levatoio
e la cortina
muraria, oggi
scomparse.
Nel
XIII e nel XIV
secolo il castello
costituì un vero
e proprio
avamposto militare
presidiato da una
piccola
guarnigione, come
risulta dalle
spese registrate
nei conti della castellania di
Bard direttamente
in mano ai Savoia.
Nel
1590, i Savoia
vollero premiare
varie personalità
dimostratesi
fedeli, tra cui
ricchi
commercianti che
erano stati
nobilitati, alcuni
ufficiali dell'esercito
sabaudo e
vari funzionari di
Corte. Il feudo di
Champorcher e il
castello passarono
di mano in mano
tramite le Regie
Patenti a
queste nuove
famiglie nobili
locali, tra cui
ricordiamo i
Riccarand, i
Bruiset, i
D'Albard, i
Tillier, i
Reverdin, i
Freydoz.
Nel
1861, il Comune di
Champorcher
riscattò i
diritti signorili
sui territori
comunali e divenne
proprietario del
castello.
Negli anni
ottanta del
Novecento la torre
fu sottoposta a un
importante
restauro
conservativo.

Si
suppone che la
struttura
originaria dell'XI
secolo fosse
principalmente
costruita in
legno: nulla resta
di questa prima
architettura.
La
torre del castello
ancora oggi
esistente è
l'antico mastio trecentesco:
è alta circa 15 m
e termina con una merlatura a
coda di rondine.
In passato, la
torre presentava
anche una
copertura di scandole.
La porta, come è
comune nei
castelli primitivi
medievali
valdostani, è
sopraelevata per
scopi difensivi,
in questo caso di
4 m dal suolo e
raggiungibile solo
con una scala a
pioli removibile
in caso di
attacco. La
torre ha una
pianta quadrata
con lato di 6,40
m.
All'interno
della torre, al
pianterreno, si
suppone fosse
allestito un
magazzino, mentre
ai tre piani
superiori si
sviluppavano altri
ambienti, separati
da soppalchi in
legno e illuminati
solo da strette
feritoie, nei
quali alloggiava
la piccola
guarnigione
durante la
stagione calda.
Tra
gli elementi
architettonici
ancora leggibili
nella struttura si
rileva la presenza
di un camino in
pietra mentre
dall'esterno è
visibile la
latrina
aggettante.
Sotto
i Savoia, il
castello fu
attorniato da una
cinta muraria di
150 m di
lunghezza, mentre
per accedere al
castello era
necessario passare
sopra uno pseudo ponte
levatoio.
La
tradizione vuole
che il castello
avesse una propria
cappella che
costituì la prima
chiesa
parrocchiale del
paese: secondo
alcune fonti la
cappella sorgeva
sull'attuale Corseria,
ossia sul sagrato
della chiesa
parrocchiale di
San Nicola, mentre
per altre fonti sorgeva
dove oggi si trova
il coro della
parrocchiale.
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