Jeju-do
è un'isola
vulcanica situata 130 chilometri a sud della costa coreana. È la più grande
isola e la più piccola provincia coreana.
Una
delle principali attrazioni di Jeju è l'Hallasan, la più alta montagna
sud-coreana e vulcano estinto che si eleva 1950 metri sul livello del mare.
Altri 360 piccoli vulcani sono sparsi per l'isola. L'attività vulcanica di Jeju
iniziò approssimativamente nel Cretacico e proseguì fino all'inizio del
Cenozoico. L'ultima eruzione registrata è avvenuta 800 anni fa. L'isola è
ricoperta da rocce vulcaniche prodotte dall'Hallasan. Baengnokdam, il cratere ed
il lago al suo interno, si trovano in cima all'Hallasan, che si formò 25 000
anni fa.
Jeju-do fu
un'isola indipendente, chiamata Tamna finché divenne un protettorato nel 662.
Nel 1105 Tamna perse la sua autonomia ed entrò a far parte di una provincia
sotto la dinastia Goryeo. Quando la Corea venne colonizzata dal Giappone, nel
1910, Jeju divenne nota con il nome di Saishu, che altro non è che la
trascrizione della pronuncia nipponica della scritta "Jeju" in
alfabeto Hanja. Dopo la sconfitta dei giapponesi Jeju entrò a far parte
ufficialmente della nuova Repubblica di Corea. Il 1 luglio 2006 Jeju divenne la
prima e unica Provincia Speciale Autogovernata della Corea.
Jeju
è scientificamente importante per i suoi tunnel di lava. Questi condotti
naturali attraverso cui fluiva il magma sono ad oggi delle grotte vuote, tra le
più grandi del mondo.
Le grotte offrono l'opportunità di svolgere ricerche
scientifiche e sono popolari mete turistiche. Vicino alla città di Seogwipo si
trovano numerose rocce a forma di colonna, tipici esempi della bellezza
dell'isola. In quest'area sono stati trovati numerosi fossili animali, anche di
pesci. Le isole di Beomseom e Moonseom, al largo delle coste cittadine, sono ben
conservate.
I
numerosi animali e piante presenti su Jeju sono un altro motivo che ha permesso
di trasformare l'isola in riserva naturale. Metà delle piante coreane crescono
spontaneamente sull'isola, mentre altre 200 specie endemiche coreane vi sono
state portate. Metà di queste specie rischiano l'estinzione. Le piante polari
provenienti dalle zone meridionali durante un glaciazione sopravvivono sulle
cime più alte. Anche le piante della foresta subtropicale e delle pianure
sottostanti sono a rischio.
Hallasan
si trova al centro dell'isola. Nel 1966 tutto il terreno situato ad almeno 800
metri sul livello del mare è stato trasformato in riserva naturale. Il parco è
per buona parte incontaminato, attrezzato con percorsi per l'escursionismo ed
edifici per la gestione del parco, unici oggetti artificiali presenti nell'area.
La
flora del parco nazionale del monte Hallasan è unica. 1565 specie di piante
sono state classificate finora, la maggior parte delle quali nelle regioni
montuose, 33 delle quali sono endemiche dell'isola. A differenza di altri
ecosistemi coreani di montagna, Hallsan è composta da tre differenti zone:
subtropicana, temperata e frigida.
Oltre
17 mammiferi, 198 uccelli, 8 anfibi, 8 rettili e 947 insetti sono stati trovati
nella riserva naturale. Tra le specie a rischio ci sono il capreolus capreolus
pygargus ed il Felis bengalensis manchuria. Dal momento che l'isola era
collegata alla penisola coreana 10 000 anni fa, gli animali endemici
dell'isola apparvero in quel periodo.
Uno
dei punti più famosi del monte Hallasan è la Grotta Pillemot, un sito
risalente al paleolitico. Le grotte sono importanti anche per i resti
archeologici rinvenuti che proverebbero l'esistenza di uomini che le abitarono
durante il paleolitico.

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