La Piramide
di Cheope,
conosciuta
anche come Grande
Piramide
di Giza o Piramide
di Khufu, è
la più
antica e
più
grande
delle tre
piramidi
principali
della necropoli
di Giza.
E' la più
antica
delle sette
meraviglie
del mondo
antico nonchè
l'unica
arrivata
ai giorni
nostri non
in stato
di rovina.
E'
costituita
da almeno
2.300.000
blocchi,
ciascuno
mediamente
del peso
di circa
2,5
tonnellate
e, secondo
gli
egittologi,
edificata
in un
lasso di
tempo
dell'ordine
di
decine di
anni.
Archeologi
specializzati
nello
studio
dell'antico
Egitto,
ritengono
che la
piramide
sia stata
costruita
come
sepolcro
del
faraone
Cheope,
regnante
della IV
dinastia intorno
al 2560
a.C. In
una
ipotesi
piuttosto
accreditata,
ne viene
ritenuto
ideatore
l'architetto
reale Hemiunu.
La
Grande
Piramide
aveva
un'altezza,
al momento
della
costruzione
di 146,6 m,
ridotta ai
138,8
attuali a
causa dei fenomeni
atmosferici e
per oltre
3.800 anni
è stata
la più
alta
struttura
artificiale
del mondo,
fino a
quando,
intorno al
1300,
venne
eretta la guglia centrale
della
cattedrale
di Lincoln,
in Inghilterra.
In
origine la
piramide
era
ricoperta
da un
rivestimento
di calcare
bianco con
superficie
esterna
liscia ma,
a causa di
un
terremoto
avvenuto
nel XIV
secolo,
tale
copertura
si sgretolò
e venne in
seguito
adoperata
per la
costruzione
di edifici
nella città
de Il
Cairo.
Solo
alcune
pietre del
rivestimento
sono
tuttora
visibili
attorno
alla base.
La maggior
parte
della
piramide,
sia nella
parte
visibile
all'esterno
che nelle
strutture
interne, è
composta
di pietre
calcaree,
sbozzate
grossolanamente
nelle
parti
esterne
oggi
visibili
mentre,
nelle
parti a
vista
dell'interno,
sono
tagliate
con grande
accuratezza
ed
altrettanto
sapientemente
posizionate
secondo la
tecnica
dell'aggetto.
Tuttavia è
stato
adoperato
anche il
granito,
come nel
rivestimento
della
cosiddetta
"camera
del
re" e
nella
struttura
del
presunto
sarcofago
che si
trova al
suo
interno.
Nella
Grande
Piramide
sono state
scoperte
tre
camere: la
più
bassa,
detta camera
ipogea, si
trova
sottoterra,
scolpita
nella viva
roccia su
cui la
piramide è
stata
costruita
e appare
incompiuta;
più in
alto si
trovano,
nell'ordine,
la
cosiddetta camera
della
Regina e
ancora più
in alto la
cosiddetta camera
del Re. Il complesso originariamente
comprendeva
due templi
mortuari
in onore
di Cheope
(uno in
prossimità
della
piramide e
uno vicino
al Nilo),
tre
piramidi
più
piccole,
dette secondarie (per
le regine di
Cheope),
una più
piccola piramide
satellite,
una strada
rialzata
(detta
rampa
processionale,
per
collegare
i due
templi) e
piccole mastabe, per
i nobili.
Erodoto
di
Alicarnasso fu
il primo
studioso,
di cui si
abbia
notizia, a
raccogliere
informazioni
dai
sacerdoti
egizi, suoi
contemporanei,
per
integrarli
nelle sue Storie.
Nell'anno
820 d.C.
il califfo al-Mà
Mūn,
intenzionato
a
saccheggiarla,
riuscì ad
entrarvi
scavandovi
una
galleria,
ma trovò
la
piramide
già
vuota.
Questo
fatto
contribuì
a far
perdere
interesse
nella
Piramide e
dalla fine
del XIV
secolo essa
fu
sostanzialmente
trasformata
in cava.
In
seguito,
con
l'avvento
dell'umanesimo
rinascimentale e
grazie al
testo di
Erodoto,
la
piramide
tornò a
suscitare
la
curiosità
negli
eruditi
europei,
fra questi
ci fu
l'archeologo
italiano Ciriaco
d'Ancona il
quale
volle
controllare
le notizie
antiche
recandosi
a visitare
la
piramide.
Ne rimase
stupefatto
a tal
punto da
lasciare
vari
disegni e
una
relazione.
Dalla
metà del XVIII
secolo la
Piramide
divenne
meta di
esploratori
occidentali
in cerca
di
emozioni,
ma dopo le guerre
napoleoniche
(1799 -
1801)
le notizie
riportate
dall'esercito
francese
fecero
nascere un
enorme
interesse
anche a
livello
popolare,
creando
quella che
fu detta
"egittomania"
europea e
di
conseguenza
iniziarono
campagne
sistematiche
di studio
da parte
degli
archeologi
europei.
Con
l'indipendenza
dell'Egitto,
il
controllo
del sito è
passato
in mano
dello
stato
egiziano,
che ne
regola i
permessi
di scavo e
studio pur
collaborando
con enti e
organizzazioni
private
estere.
All'interno
della
Grande
Piramide
non è stato
trovato nè
il feretro
nè il
corredo
funerario
(fatto
questo di
per sè
non
sorprendente,
poichè
quasi
tutte le
sepolture
reali
dell'antico
Egitto sono
state
saccheggiate
dai tombaroli già
nell'antichità),
tuttavia
questo
elemento
unito alla
mancanza
di
decorazioni
o geroglifici dei
vani
interni e
alle
gigantesche
dimensioni
dell'opera,
ha fatto
nascere un
vasto
dibattito
con un
certo
numero di
teorie, non
accreditate
dalla
maggior
parte
della comunità
scientifica archeologica,
sul fatto
che le
piramidi
non
avessero
la
funzione
di tombe.
Questa
ipotesi è
basata su
quanto
detto
sopra (cioè
sul fatto
che non è
stato
ritrovato
all'interno
alcun
segno che
faccia
pensare ad
una
sepoltura,
nè
spoglie nè
iscrizioni
sulle
pareti),
constatazione
materiale
che a sua
volta è rafforzata
dal fatto
che è unanime
presso gli
studiosi
la
convinzione
che gli
uomini del
califfo al-Mà
Mūn
sono
stati i
primi ad
entrare
(era l'820
d.C.)
negli
ambienti
interni
della
Piramide.
Tali
uomini
infatti
aprirono
una
breccia
nella
parete sud
della
piramide,
leggermente
ad ovest e
più in
basso
dell'entrata
originaria,
che è stata
portata
alla luce
solo in
epoca
moderna a
seguito di
scavi
nella
parete:
essa era
infatti
abbondantemente
nascosta,
e non vi
sono
testimonianze
che la sua
copertura
fosse una
toppa
rifatta
sopra dopo
precedenti
ipotetiche
aperture
della
breccia.
Inoltre, è
ancor più
comprovato
che gli
stessi
uomini del
califfo
furono i
primi a
riuscire
ad entrare
nei
cunicoli e
nelle gallerie
che
portano
alle
camere "del
Re" e
"della
Regina",
cunicoli e
gallerie i
cui
accessi
furono
chiusi da
invalicabili
sistemi di
lastre di
granito
che sono
ancora sul
posto: gli
uomini del
califfo
riuscirono
fortunosamente
a superare
questi
sbarramenti,
sfondando
tetti e
pavimenti
dei vari
corridoi,
cosa che
non è riscontrata
essere
stata
fatta in
altri
punti
prima di
essi.

Storia
La
Grande
Piramide,
secondo
gli
egittologi,
è stata
realizzata
nel XXVI
secolo
a.C. e
si crede
che sia
stata
progettata
da Hemiunu,
un
sacerdote
e alto
funzionario
egizio.
Non tutti
concordano
sulla data
precisa di
conclusione
dei
lavori, a
causa di
problemi
di
completezza
e
interpretazione
dei Libri
dei Re, le
antiche
cronologie
dei
regnanti
in Egitto,
ma la più
probabile è
intorno
al 2560
a.C.
Tuttavia
la
datazione
al
radiocarbonio,
effettuata
nel 2020
all'Universita
di
Aberdeen,
di un
cuneo di
legno di
cedro
ritrovato
alla base
della
"Camera
della
Regina",
risale al
3341 a.C. confutando
tali
congetture
e
possibilmente
anticipando
la
costruzione
di almeno
5-7
secoli,
rendendo
impossibile
la sua
edificazione
da parte
del noto
faraone a
cui è attribuita,
e neppure
ai suoi
predecessori
delle
Dinastie
precedenti,
addirittura
prima di
tutto
l'Antico
Regno e
persino
precedente
al periodo Periodo
Protodinastico (che
partirebbe
dal 3100
a.C.
circa),
lasciando
la
questione
molto
aperta.
Nonostante
l'incongruenza
con la
datazione
determinata
dall'esame
al C-14,
l'assenza
di fonti
certe e
altre
opere che
si possano
dimostrare
coeve e la
mancanza
del
feretro,
la
piramide è
generalmente
attribuita
al faraone Cheope (nome
ellenizzato
di Khufu)
ed è affiancata
dalla
Piramide
di Chefren,
suo
successore,
dalla Grande
Sfinge e
dalla Piramide
di
Micerino,
successore
di Chefren.
Nelle
immediate
vicinanze
della
piramide
ci sono
ben sette
fosse per barche
sacre di
cui una è
stata
ricostruita
ed è visibile
nell'apposita
struttura.
La
piramide è
provvista
di un
cortile,
di un luogo
di culto a
nord,
di un tempio
funerario,
di una rampa
processionale e
di un tempio
a valle.
Ci sono,
inoltre,
annesse
alla
piramide
principale
di Cheope,
anche tre piramidi
secondarie dedicate
a tre sue
regine e
una piramide
satellite
scoperta scoperta
nel 1999.
Al
tempo di Gregorio
Nazianzeno e Stefano
di
Bisanzio le
piramidi
iniziarono
ad essere
denominate
granaio di Giuseppe,
un errore
di
interpretazione
che durò
fino alla
fine del XV
secolo.
Questa
definizione
potrebbe
esser nata
dalla
falsa
etimologia
del
termine
greco
πυρός
(pyros,
grano). Al
tempo
della
dominazione
bizantina
sull'Egitto
non vi
furono
particolari
attenzioni
sulla
Grande
Piramide e
con la
perdita
della lingua
egizia,
venne
rafforzata
l'interpretazione
dei
monumenti
come
granai.
Con
la conquista
islamica
nel 649 le
cose non
cambiarono.
Lo storico
islamico
al-Maqrizi
(1364-
1442),
raccolse
un certo
numero di
scritti
islamici e
copti, che
descrivevano
quasi
unanimemente
che il
nuovo
accesso
alla
piramide
fu creato
dal
settimo
califfo
abbaside al-Mà
Mūn,
i cui
uomini
avevano
scavato un
cunicolo
vicino
all'accesso
originale
nell'820.
Al-Maqrizi
era
ovviamente
a
conoscenza
dei
sarcofagi
nelle
camere
funerarie
e perciò
del fatto
che le
piramidi
non
fossero
granai ma
tombe.
Anche
lo
storico,
filosofo e
geografo
arabo al-Mas'udi riportò
nella sua
opera Akhbār
al-zamān il
nuovo
accesso di
al-Mà
Mūn.
Le sue
descrizioni
sono
comunque
alternate
a
fantasiosi
abbellimenti.
Le prime
descrizioni
dell'interno
della
piramide
di Cheope
apparvero
dalla
prima metà
dell'XI
secolo,
ad opera
del medico Ali
ibn Ridwan e
all'inizio
del XII
secolo
dallo
scrittore
arabo
Muhammad
al-Kaisi.
Il
viaggiatore
arabo 'Abd
al-Latif
al-Baghdadi (1163-1231)
quando
visitò
l'Egitto
si
meravigliò
dell'ingegno
dei
costruttori
delle
piramidi.
Descrisse
anche come
un
esercito
di
lavoratori
del
sovrano al-Malik
al-Aziz
Uthman tentò,
senza
successo,
di
rimuovere
le pietre
di
rivestimento
della Piramide
di
Micerino,
e che le
pietre di
rivestimento
di alcune
piramidi
vennero
utilizzate
come
materiale
da
costruzione
nella città
di Giza.
Iniziarono
così, per
diversi
secoli,
lavori di
demolizione
del
rivestimento
delle due
grandi
piramidi
di Giza.
Al-Latif
fece anche
riferimento
a varie
iscrizioni
sui
rivestimenti
delle due
grandi
piramidi e
descrisse
la
precisione
con la
quale
erano
state
poste le
pietre di
calcare.
Molto
interessanti
le sue
descrizioni
del
sistema
camerale
della
piramide
di Cheope,
dove si fa
riferimento
anche ai
condotti
di
ventilazione
nella
camera
superiore.
Verso
la fine
del XV
secolo, la
Grande
Piramide è
stata
sempre più
meta o
almeno
tappa di
esploratori
e
pellegrini
europei in
viaggio
verso la
Terra
Santa,
e da
questi
erroneamente
sempre
interpretata
come
monumentale
granaio.
Già
nel 1335 il
monaco
tedesco Guglielmo
di
Boldensele aveva
visitato
le
piramidi
di Giza e
avendo
visto
anche
l'interno
della
Grande
Piramide,
respinse
l'idea del
granaio. A
quel
tempo, i
rivestimenti
esterni
nella
parte
inferiore
della
piramide
dovevano
essere
ancora
intatti,
furono
probabilmente
rimossi su
vasta
scala
sotto il
sultano
mamelucco An-Nasir
Hasan (1347-1362)
per
costruire
la moschea
del Cairo.
Nel
1436 Ciriaco
d'Ancona si
recò a
visitare
la
piramide,
citandola
nei suoi Commentarii e
testimoniando
che
l'antica meraviglia
del mondo
antico era
l'unica ad
essere
sopravvissuta
allo
scorrere
del tempo.
Nel 1646 John
Greaves ne
parla
nella sua Pyramidographia,
(considerata
il primo
tentativo
di un
lavoro
egittologico).
Greaves
scalò la
piramide
di Cheope,
ne misurò
i blocchi,
ne visitò
l'interno
e ne
disegnò
uno schema
di
notevole
precisione
per la sua
epoca.
Il
diplomatico
inglese
Nathaniel
Davison
entrò nel
1765 nella
camera
superiore
e scoprì
la camera
di scarico
più
bassa,
quella
immediatamente
al di
sopra
della
camera
superiore,
alla quale
viene
comunemente
dato il
suo nome.
Un
contributo
scientifico
allo
studio
delle
piramidi
fu un
effetto
della campagna
di
Napoleone
in Egitto:
arrivarono
sul posto
150 tra
filologi,
naturalisti,
cartografi,
geodeti e
disegnatori
francesi, tra
i quali si
ricorda Edme
François
Jomard,
il quale
dedicò un
capitolo
della Description
de l'Egypte alle
piramidi.
Malgrado
la qualità
degli
studi
fosse
divenuta
più
approfondita,
anche in
questo
periodo
non
mancarono
teorie
pseudoscientifiche
che
vedevano
il
complesso
sistema di
misure e
proporzioni
della
Grande
piramide
come una
sorta di
registro
delle
scienze
esatte.
Nel 1817 l'esploratore
italiano Giovanni
Battista
Caviglia liberò
il
corridoio
discendente
dalle
macerie e
scoprì la
camera
ipogea
scavata
nella
roccia,
che a
quanto
pare era
rimasta
sepolta
per
secoli,
trovando
anche
l'accesso
al
cunicolo
verticale.
Nel
1837 i
ricercatori
britannici Richard
William
Howard
Vyse e John
Shae
Perring penetrarono
nelle
altre
quattro
camere,
cosiddette
di
scarico,
al di
sopra
della
camera di
Davison,
trovando
diversi
graffiti
lasciati
dai
lavoratori
edili,
indicanti
il nome
Cheope, la
prima
testimonianza
moderna
che
consentì
l'assegnazione
univoca
della
piramide a
questo
faraone.
Individuarono
inoltre le
aperture
esterne
dei
condotti
di
ventilazione
della
camera
superiore,
che
ripulirono.
Con gli
scavi sul
lato est
della
piramide,
portarono
alla luce
i resti
del
basolato
del tempio
funerario.
Nel vano
tentativo
di trovare
ulteriori
aperture
all'interno
della
piramide
scavarono
e fecero
saltare
con la
dinamite
una
breccia
sul lato
sud.
Anche
il re di
Prussia Federico
Guglielmo
IV inviò
una
spedizione
in Egitto
(1842-
1845)
sotto la
direzione
di Richard
Lepsius,
ed anche
questa si
occupò
della
piramide
di Cheope.
I
partecipanti
alla
spedizione
festeggiarono
il
compleanno
del re
scalando
la
piramide e
dispiegando
al suo
apice la
bandiera
prussiana.
Il
compleanno
del re
giustificò
anche
l'incisione
di un
messaggio
che
elogiava
il
sovrano,
con
geroglifici
egizi, su
una delle
travi a
contrasto
dell'ingresso
originale.
L'astronomo inglese Charles
Piazzi
Smyth (1819-1900)
derivò un
complesso
insieme di
interrelazioni
numeriche
tra le
varie
dimensioni
misurate
da lui
stesso
sulla
piramide.
Misure che
si
rivelarono
in gran
parte
artificiose
ed
arbitrarie.
Taylor
infatti,
sulla base
delle
cronache
dei
viaggiatori
e delle
spedizioni
in Egitto,
adottò
una serie
di
coincidenze
matematiche,
dichiarando
che la
Grande
Piramide
fu
costruita
per creare
una sorta
di
registro
delle
misure
della
Terra e
riteneva
che
l'architetto
che aveva
progettato
e
supervisionato
la
costruzione
della
Grande
Piramide
non era un
egiziano,
ma
nientemeno
che il
biblico Noè.
Egli
sostenne
che la
struttura
fu
realizzata
utilizzando
un'unità
di misura
che
battezzò pollice
piramide (1/25
del cubito
sacro,
quasi
identico
al pollice
inglese).
L'archeologo
inglese Flinders
Petrie lavorò
alla
necropoli
di Giza
dal 1880
al 1882 e
misurò
con
strumenti
topografici
parzialmente
auto-costruiti
sia
l'esterno
che
l'interno
della
Grande
Piramide,
smentendo
le teorie
di Piazzi
Smyth e le
speculazioni
sul pollice
piramide.
Suo padre
era spesso
ospite a
casa di
Piazzi
Smyth, ed
egli fu
influenzato
da La
nostra
eredità
nella
Grande
Piramide,
tuttavia
successivamente
con le su
ricerche
smentirà
il lavoro
di Piazzi
Smyth.
Egli
inoltre
coniò il
termine
pyramidiot
per
descrivere
ciò che
vedeva
come un
culto
quasi
religioso.
Dal
1902 al
1932 George
Reisner eseguì
estensivi
scavi
nella zona
ad ovest
della
piana di
Giza e,
nel 1925
scoprì
nelle
vicinanze
a nord-est
della
piramide
ò la
tomba di Hetepheres
I (G
7000x),
con il suo
corredo
funerario.
La tomba,
collocata
sul fondo
di un
pozzo alto
27 metri,
infatti
non era
stata
saccheggiata,
sebbene
fosse
priva
della
mummia
della
regina e
molti
reperti
fossero in
cattivo
stato di
conservazione.
Hetepheres
I era
probabilmente
la moglie
di Snefru e
la madre
di Cheope.
Anche Hermann
Junker effettuò
scavi
estensivi
nella zona
ad ovest e
scoprì,
tra
l'altro,
nella
mastaba G
4000 una
statua,
alta circa
1,50 m, di Hemiunu seduto,
con il
titolo di
sovrintendente
alle
costruzioni
reali, e
quindi
probabilmente
responsabile
della
costruzione
della
Grande
Piramide.
Due
archeologi
egiziani,
Kamal
el-Mallakh
e Zaki
Iskander,
scoprirono
nel 1954,
a sud
della
piramide
di Cheope,
due pozzi
ancora
sigillati
che
conservavano
le parti
di due
barche
sacre.
Dopo una
lunga
opera di
restauro
una di
esse,
detta barca
solare di
Cheope,
fu
mostrata
al
pubblico
nel 1982 in
un museo
creato
appositamente
a fianco
della
Grande
piramide.
La
seconda, a
causa
delle
cattive
condizioni
di
conservazione,
è stata
lasciata
all'interno
del pozzo
originario.
Tra
il 1986 ed
il 1987 alcuni
ricercatori
francesi
hanno
esaminato
la
piramide
con
strumenti
micro-gravimetrici
per
individuare
eventuali
camere
interne
sconosciute.
Si
trovarono
però solo
tre
piccole
cavità
all'interno
del
condotto
che
conduce
alla
camera
intermedia,
ed esse
risultarono
essere
riempite
di sabbia,
che, una
volta
analizzata
in
laboratorio,
risultò
proveniente
da
un'altra
regione
egiziana,
essere
stata
selezionata
in qualità,
e crivellata.
Successivamente
alcuni
ricercatori
giapponesi,
diretti da
Sakuji
Yoshimura,
utilizzando
scanner
elettromagnetici
per
sondare le
onde
sonore
all'interno
delle
pareti,
confermarono
le
ricerche
francesi
rilevando
anche
altre
micro
cavità.
Dal 1988,
iniziarono
gli scavi,
guidati da
Mark
Lehner, in
uno degli
insediamenti
dei
lavoratori,
situato a
sud-est
della
Piana di
Giza. Dal
1990, ad
ovest di
questo
quartiere
di operai,
fecero
seguito
gli scavi
della zona
cimiteriale,
diretti da Zahi
Hawass.
Lo stesso
Hawass
scoprì,
nel 1992,
i resti
della
piccola
piramide
satellite ad
est della
piramide
principale.
Nel
1992 e
successivamente
nel 1993
l'ingegnere
tedesco
Rudolf
Gantenbrink,
in
collaborazione
con il Deutsches
Archaologisches
Institut al
Cairo,
usando
diversi
robot e
sotto la
supervisione
dell'archeologo
Rainer
Stadelmann,
esplorò
entrambi i
condotti
di
aerazione
della
camera
intermedia,
riuscendo
a visitare
interamente
solo il
condotto
sud, il
quale
presentava
uno
sportellino
di
chiusura.
A
differenza
di quelli
presenti
nella
camera
superiore
infatti, i
condotti
nella
camera
intermedia
non
comunicano
con
l'esterno. La
spedizione
liberò
dai
detriti la
parte
esterna
dei
condotti
della
camera
superiore
ed installò
nel
condotto
nord un
ventilatore
per far
affluire
aria
pulita
nella
camera
superiore.
Il
17
settembre
2002,
anche una
spedizione
della
National
Geographic
Society inviò
un veicolo
robotizzato
denominato Pyramid
Rover all'interno
dei
condotti
della
camera
intermedia.
Il robot
riuscì a
bucare lo
sportellino
ed a far
penetrare
la propria
videocamera
all'interno
solo per
scoprire
una cavità
vuota,
chiusa da
un'altra
pietra. Il
18
settembre
2002 venne
scoperta
una porta
del tutto
analoga
nel
condotto
nord.
Nel
maggio
2009, un
gruppo di
ricerca
internazionale
guidato
dall'ingegnere
britannico Robert
Richardson ha
annunciato
i
risultati
di
un'ulteriore
spedizione
nel
condotto
inferiore
sud. Il
robot Djedi,
utilizzando
una camera
snodabile,
riuscì a
visualizzare
l'interno
del
piccolo
vano da
varie
angolazioni.
La
Piramide
Quando
fu
costruita,
la
piramide
di Cheope
era alta
circa
146,6 metri (280
cubiti
egiziani)
ed era
pertanto
la
costruzione
più alta
realizzata
fino ad
allora. La
sua
altezza
attuale è
tuttavia
di soli
138 metri
e risulta
essere
pertanto
di poco più
alta della piramide
di Chefren,
alta 136
metri.
Causa di
questa
perdita di
altezza è
probabilmente
la
rimozione
del
rivestimento
di pietra
calcarea che
in passato
rivestiva
l'intera
piramide,
dovuto sia
a fenomeni
di erosione naturale,
sia
all'asportazione
delle
pietre
calcaree
da parte
degli
abitanti
del Cairo,
che in
passato
sfruttarono
le
piramidi
come cave
di pietre.
La
piramide
con il suo pyramidion d'oro
situato
sulla
sommità,
sotto i
raggi del
sole
doveva
risplendere
come una
gemma
gigantesca
risultando
visibile
anche a
notevole
distanza.
La
base della
piramide
copre
oltre 5 ettari di
superficie,
formando
un quadrato di
circa
230,34
metri per
lato.
L'accuratezza
dell'opera
è tale
che i
quattro
lati della
base
presentano
un errore
medio di
soli 1,52 cm
in
lunghezza
e di 12" di
angolo
rispetto
ad un
quadrato
perfetto.
I lati del
quadrato
sono
allineati
quasi
perfettamente
lungo le
direzioni
Nord-Sud
ed
Est-Ovest
(l'errore
dell'allineamento
è di solo
2′ e
28″).
I lati
della
piramide
salgono ad
un angolo
di 51º 50' 35".
Per
la
costruzione
del
rivestimento
esterno e
del corpo
interno
della
Grande
Piramide
furono
scelte
pietre di calcare,
pesanti
ognuna
dagli 800
kg
alle 4
tonnellate,
che
rappresentano
circa il
97% del
materiale
usato. Per
le camere
interne
vennero
usati
monoliti
di granito pesanti
dalle 20
alle 80
tonnellate.
Il peso
totale si
aggira
intorno ai
7 milioni
di
tonnellate.
Il volume
totale è di circa 2.600.000 m³.
E' quindi
la più
voluminosa
piramide
d'Egitto,
ma non del
mondo,
dato che
la piramide
di Cholula,
in Messico è
più
grande.
Nell'epoca
immediatamente
successiva
alla
costruzione,
la
piramide
era
rivestita
esternamente
di bianche
pietre di
calcare,
lucide e
molto
lisce,
incise con
antichi
caratteri,
precipitate
al suolo a
causa di
un
violento terremoto nel
1301 a.C.
La maggior
parte dei
blocchi di
rivestimento
venne
rimossa
nel XIV
secolo per
la
costruzione
della
cittadella
e della
moschea
del Cairo.
L'opera di
demolizione
della
piramide
iniziò
tuttavia
già in
epoca
antica,
come
testimoniano
i conci
ritrovati
nel Complesso
piramidale
di
Amenemhat
I recanti
incisi i cartigli di Cheope.
Vi
è notevole
incertezza
su quanto
durarono i
lavori di
costruzione;
le
indicazioni
di Erodoto sono
assai
tarde (V
sec. a.C.)
e di
seconda
mano, in
quanto
derivano
da quanto
riferito
dai
sacerdoti
egizi del
tempo.
Erodoto
narra che
furono
utilizzati
circa
centomila
uomini,
che
lavorarono
per circa
vent'anni.
Simili
indicazioni
generano
molti
dubbi di
fattibilità
tecnica,
economica
e sociale
e si
intrecciano
con le
infinite teorie
su come è
stata
realizzata
la
piramide.
Oggi le più
comuni
ipotesi
spaziano
dai 20 ai
40 anni di
cantiere.
La
piramide
di Cheope
si
distingue
dalle
altre per
la sua
posizione
geografica,
ma anche
per il
grande
numero di
passaggi e
vani
interni,
per la
rifinitura
delle
parti a
vista e la
precisione
di
costruzione.
La
piramide
poggia
sullo
sperone
dell'Altopiano
di Giza che
si
affaccia
sulla valle
del Nilo;
questo è costituito
da roccia
calcarea.
Uno dei
motivi per
cui fu
scelto il
sito, è che la
base
rocciosa
costituiva
un solido
appoggio
per la
struttura,
impedendo
che il
cedimento
del
terreno
(dovuto
alla massa
di
materiale)
facesse
crollare
la
struttura,
come
peraltro
era già
successo
in
precedenti
piramidi.
Inoltre il
nucleo
centrale
della
piramide
poggia su
una
sporgenza
della base
rocciosa,
di cui non
è stato
possibile
misurare
le
dimensioni,
che ha
consentito
agli
operai di
risparmiare
un buon
volume di
pietra di
costruzione.
Da rilievi
effettuati
sul
cunicolo
discendente
e sul
cunicolo
verticale,
infatti,
il livello
di base in
quei punti
(interfaccia
roccia
viva-blocchi
di
costruzione)
non
coincide
affatto
con il
precisissimo
livello di
base
perimetrale.
Per questo
motivo si
suppone
che la
piramide
poggi e
copra una
collinetta
di 10–15 m
di altezza
dal
livello di
base
perimetrale.
Questo, e
la
presenza
di una
camera
inferiore
incompleta,
ha fatto
ipotizzare
che la
piramide
sia stata
costruita
sopra una
più
modesta piramide
a gradoni o
una
mastaba rimasta
incompiuta.
Originalmente
l'altopiano
era
piuttosto
accidentato,
con
collinette
(ancora
oggi fino
a quota
105 m s.l.m.)
e gole (ex uadi),
presentando
una
naturale
pendenza
media di
circa 5
gradi. La
preparazione
del sito
impose il
livellamento
del suolo,
tagliando
a terrazza
le colline
e
riempiendo
con i
detriti le
cavità,
tanto che
oggi il
dislivello
della base
perimetrale
della
piramide è
poco più
di 2
centimetri
(si
ritiene
perfino
che
l'attuale
dislivello
sia dovuto
ai
movimenti
causati
dal
terremoto
del 1301
a.C.).
|
Sezione
schematica
della
Piramide
di
Cheope
1.
ingresso
originale
2.
nuova
entrata
3.
passaggio
discendente
4.
cunicolo
discendente
5.
camera
inferiore
6.
cunicolo
ascendente
7.
camera
intermedia
8.
cunicolo
orizzontale
9.
grande
galleria
10.
camera
superiore
11.
cunicolo
verticale
|
Una
parte
delle
strutture
interne
della
piramide
sono
scavate
nella
roccia
viva sotto
la base
d'appoggio:
parte del
cunicolo
discendente
(4), la
camera
inferiore
(5), due
cunicoli
che si
dipartono
da
quest'ultima
e il cunicolo
verticale (12).
In
antichità,
il corpo
della
piramide
era
rivestito
da uno
strato di
bianchissimi
blocchi di calcare
di Tura,
lavorati e
levigati
in modo da
creare una
perfetta
forma a
piramide,
con le
pareti
lisce.
Oggi
questi
blocchi
sono
scomparsi,
prima per
il crollo
degli
stessi in
occasione
del
terremoto
del 1301
a.C., poi
perchè
sono stati
rimossi e
riutilizzati
per
edificare
i
principali
monumenti
del Cairo.
A riprova
di ciò,
ci sono
testimonianze
per cui
durante il
regno di
Barkuk
(1382-1399
d.C.) la
piramide
fosse
ormai
spogliata.
Plinio (I
secolo
d.C.)
sosteneva
che questa
copertura
fosse
ricoperta
da
geroglifici;
se così
fosse,
avremmo
perso
un'eccezionale
documentazione
su Cheope
e la sua
piramide.
Una
piccola
testimonianza
di come
dovesse
apparire
si ha
nella Piramide
di Chefren,
dove, in
cima, è sopravvissuto
un
"cappello"
dell'antico
rivestimento
in pietra
chiara.
La
piramide
era
completata
da una
cima,
detta pyramidion,
oggi
scomparsa.
In
particolare
si ferma
con una
piattaforma
di 11 m
di lato a
circa 138 m
di
altezza.
La sua
assenza è
normalmente
spiegata a
causa dei
crolli
dovuti a
fattori
ambientali
o
spoliazioni
intenzionali.
Le
tradizioni
antiche ci
hanno
fatto
pervenire
la voce
che il
vertice
fosse
tutto
d'oro o in
pietra
verniciata
in oro,
tale che
potesse
essere
ammirato
da molto
lontano
perchè
riflettente
l'intensa
luce del
sole.
La
piramide è
stata
realizzata
sovrapponendo
corsi (cioè
strati) di
blocchi di
pietra
calcarea
gli uni
sugli
altri,
sfalsati
tra loro e
con alcuni
che si
allungano
verso
l'interno,
in modo da
migliorare
la
stabilità
e la
solidità
della
struttura.
Oggi si
possono
contare
203 corsi,
ma in
passato
dovevano
essercene
di più,
in quanto
la punta
della
piramide è
andata
persa.
L'altezza
dei corsi
(e
conseguentemente
dei
blocchi
che
compongono
questi
ultimi)
non è costante:
mediamente
sono
compresi
tra i 60 e
gli 80 cm;
mentre
alla base,
dove si
scarica il
carico
maggiore,
si possono
trovare
corsi alti
oltre il
metro.
Ingresso
originale
- L'ingresso
originale
(1) della
Grande
Piramide
si trova
sul lato
nord, a 17
metri dal
suolo e
7,29 metri
a sinistra
dalla
linea
mediana
della
facciata.
Sebbene
non sia
attualmente
utilizzato,
è ben
visibile a
causa del
grande
scavo
compiuto
per
riportarlo
alla luce.
All'ingresso
si sono
ritrovate
tracce che
hanno
fatto
pensare ad
alcuni
ricercatori
che in
antichità
fosse
dotato di
una porta
di pietra
a cardini
orizzontali.
Nuova
entrata
- La
struttura
più
recente
della
piramide è
l'entrata
attraverso
cui oggi
accedono i
turisti
(2).
Questo
passaggio è
stato
realizzato
all'incirca
nell'820
d.C. dagli
operai del califfo al-Mà
Mūn,
per
esplorare
l'interno
del
monumento,
in quanto
si
favoleggiava
della
presenza
di un
grande
tesoro.
Il
tunnel è tagliato
direttamente
attraverso
il
pietrame
per circa
27 metri e
gira
bruscamente
a sinistra
per
scavalcare
le pietre
che
bloccano
il
passaggio
discendente
(3).
Invece di
rimuovere
questi
massi, gli
operai
proseguirono
il tunnel
sopra di
essi,
attraverso
la più
morbida
pietra
calcarea,
finchè
non
raggiunsero
il
passaggio
ascendente
(6). è possibile
raggiungere
da questo
punto
anche il
passaggio
discendente
(4), ma
l'accesso è
solitamente
vietato.
Cunicolo
discendente
- Dall'entrata
originale
si dirama
un
cunicolo
(4) alto
96 cm
e largo
1,04 metri,
che scende
con un
angolo di
26° 31' 23"
attraverso
le pietre
della
piramide
penetrando
all'interno
della base
rocciosa
su cui
sorge
l'edificio.
Dopo
105,23
metri (di
cui 28
nella
parte
edificata
e 77 nella
roccia
viva) il
passaggio
diviene
orizzontale
e continua
per 8,84
metri fino
alla
Camera
inferiore
(5).
Camera
inferiore
- La Camera
inferiore (5)
è la
struttura
più bassa
della
piramide.
Questa
appare di
forma
rettangolare,
dalle
dimensioni
approssimative
di 14 m
di
larghezza,
8,3 m
di
lunghezza
e 4,3 m
di
altezza,
ed è visibilmente
solo
sbozzata.
Nel
muro sud
della
camera c'è
uno
stretto
cunicolo
cieco
(circa 75
× 78 cm),
anch'esso
solo
sbozzato,
che
termina
dopo 16,4
metri. La
camera
presenta
anche un
pozzo
scavato
nel
pavimento;
però
questo è probabilmente
lo scavo
effettuato
dall'archeologo
Perring
(1837),
mentre era
alla
ricerca di
una camera
nascosta.
Il
motivo
della
presenza
di questa
camera
incompiuta
costituisce
un
mistero;
l'opinione
tradizionale
è che
questa sia
un
diversivo
per i
tombaroli.
Alcuni
egittologi
hanno
suggerito
che questa
dovesse
essere
l'originale
camera
sepolcrale,
ma che
Cheope
abbia
cambiato
idea e
chiesto
che la
camera
fosse
collocata
più in
alto nella
Piramide.
Come già
accennato,
altri
pensano
che sia
invece una
realizzazione
abbandonata
più
antica.
Cunicolo
ascendente
- A
28,2 m
dall'entrata,
nel
soffitto
del
passaggio
discendente
(3), è presente
un buco
quadrato
(originariamente
nascosto
da una
lastra di
pietra),
questo
costituisce
l'inizio
del Cunicolo
ascendente (6)
che
termina
all'inizio
della Grande
galleria (9).
Quest'ultimo
è lungo
39,9
metri.
Altezza e
larghezza
sono
simili a
quelle del
cunicolo
discendente
(105 ×
125 cm).
Anche
l'inclinazione
è
pressochè
la
medesima.
L'estremità
inferiore
di questo
cunicolo è
chiusa
da tre
enormi
blocchi di
granito,
lunghi
ognuno
circa 1,5 m.
Questi
avrebbero
dovuto
salvaguardare
dai ladri
le camere
reali, ma
furono
semplicemente
aggirate
scavando
un tunnel.
Cunicolo
verticale
- Il Cunicolo
verticale (11)
parte dal
Cunicolo
discendente
e,
seguendo
un
percorso
irregolare
attraverso
la
muratura
della
piramide,
raggiunge
la Grande
galleria.
Anche
questo
passaggio è
del
tutto
misterioso;
molti
hanno
esposto
teorie, ma
mai del
tutto
convincenti.
Tra queste
c'è chi
sostiene
che sia
stata la
via
attraverso
la quale i
predoni
hanno
raggiunto
le camere
reali già
in
antichità
(da cui il
nomignolo
"passaggio
dei
ladri").
Cunicolo
orizzontale
- Il Cunicolo
Orizzontale (8)
è un
cunicolo
in
leggerissima
pendenza,
lungo
circa 35 m
e avente
una
sezione
approssimativamente
quadra di
1,1 m
di lato.
Vicino
alla
camera c'è
un gradino
nel
pavimento,
dopo il
quale il
passaggio
diventa
alto 1,73
metri.
Lungo
il suo
percorso
sono state
nel tempo
fatte
numerose
trapanazioni,
sempre
alla
ricerca di
camere
nascoste
(mai
trovate).
Camera
intermedia
- La
camera
intermedia,
chiamata Camera
della
Regina (7),
è esattamente
a metà
strada tra
le facce
nord e sud
della
piramide e
misura
5,75 metri
per 5,23,
con
un'altezza
al vertice
della
camera di
6,23
metri. La
camera è stata
chiamata
in questo
modo dagli
arabi, ma
all'interno
non sono
state
trovate
evidenze
archeologiche
di
sepolture.
è interessante
notare che
questo è l'unico
vano che
occupa una
posizione
centrale
nella
struttura
della
piramide,
esattamente
sotto il
suo
vertice.
Sul
lato
orientale
della
camera è presente
una
nicchia a
gradoni di
4,67 metri
di
altezza.
Dei
predoni,
pensando
che fosse
un
passaggio
murato, la
perforarono;
in effetti
trovarono
un
cunicolo
alto 84 cm
e largo
100, ma
questo
risultò
cieco dopo
7 m;
altri predatori
di tombe lo
allungarono
di
ulteriori
7 m,
ma
inutilmente.
Resta il
mistero
del
significato
della
nicchia e
del
cunicolo
murato;
l'opinione
comune è che abbia
un qualche
significato
simbolico-religioso.
Condotti
di
ventilazione
inferiori
- I
condotti
di
ventilazione
nella
camera
superiore
furono
descritti
già nel
1610,
mentre i
condotti
della
camera
intermedia
non sono
stati
scoperti
fino al
1872. In
quell'anno,
Waynman
Dixon, un
ingegnere
ferroviario
scozzese,
e il suo
amico, il
dottor
James
Grant,
notarono
una crepa
nel muro
sud della Camera
della
Regina.
Dopo aver
spinto un
lungo filo
nella
fessura,
che
indicava
che
probabilmente
dietro la
lastra vi
era il
vuoto,
Dixon
assunse un
falegname
di nome
Bill
Grundy per
tagliare
la lastra
del muro.
Venne così
scoperto
un canale
rettangolare,
mediamente
di 20,5 cm
di
larghezza
e 21,5 cm
di
altezza,
il quale
si snoda
per quasi
3 metri
all'interno
della
piramide,
prima di
curvare
verso
l'alto con
un angolo
di circa
39°. Dato
che la
camera
superiore
aveva due
cunicoli
simili,
Dixon
misurò la
posizione,
analoga al
cunicolo
appena
scoperto,
sulla
parete
nord e,
come
previsto,
Grundy
trovò
l'apertura
del
cunicolo
gemello.
All'interno
del
cunicolo
nord
vennero
scoperti
tre
manufatti:
un piccolo
gancio in
bronzo,
un'asta di
legno
(descritto
come
simile al
legno di
cedro)
lungo 12 cm,
ed una
sfera di
diorite
nera con
inserti in
bronzo.
Questi
oggetti
rimasero
nelle mani
della
famiglia
Dixon fino
agli anni
'70,
quando
vennero
donati al
British
Museum
dove sono
tuttora
conservati
e, dagli
anni '90,
esposti.
Nel
dicembre 2020 è
stato
datato al
radiocarbonio
il reperto
in legno
di cedro
all'Università
di
Aberdeen rilevando
una
datazione
risalente
esattamente
(+/-
l'errore
statistico
di 200
anni) al
3341 a.C.;
basandosi
su questi
dati si è
ipotizzata
una
possibile
costruzione
della
piramide
ad almeno
500 anni
prima.Gli
archeologi
ritengono
però che
tale
cuneo,
usato come
attrezzo,
sia stato
riciclato
da un
pezzo di
legno già
antico,
risalente
a parecchi
anni prima
della
costruzione
della
piramide.
Gli
avventurieri
inoltre
accesero
fuochi per
convogliarne
il fumo
all'interno
dei
condotti,
nel
tentativo
di
scoprire
dove
questi
conducessero.
Il fumo
ristagnò
nel
condotto
nord, ma
scomparve
nel
condotto
sud e non
fu visto
uscire
all'esterno
della
piramide.
Le
aperture
di
entrambi i
condotti
sono
situate
approssimativamente
allo
stesso
livello
nella
camera,
alla
giunzione
di sommità
della
prima
lastra di
granito.
L'apertura
settentrionale
è leggermente
inferiore,
mentre il
piano
dell'apertura
meridionale
è all'incirca
all'altezza
della
giunzione.
I
condotti
nella Camera
della
Regina furono
esplorati
nel 1993
dall'ingegnere
tedesco
Rudolf
Gantenbrink,
sotto la
supervisione
dell'archeologo
Rainer
Stadelmann
del Deutsches
Archäologisches
Institut,
usando un
robot
cingolato
di sua
progettazione
chiamato Upuaut
2.
Esplorando
il
condotto
sud, al
termine di
una salita
di 65 m,
scoprì
una lastra
di calcare
con
infisse
due erose
maniglie
di rame, a
chiusura
del
cunicolo.
Gantenbrink
provò ad
esplorare
anche il
condotto
nord, ma
si preferì
non
proseguire
oltre una
curva a 18
m
dall'imbocco,
perchè
avrebbe
potuto
incastrare
il robot.
Nel
2002, la National
Geographic
Society creò
un robot
simile,
chiamato Pyramid
Rover,
che fece
un buco
nella zona
centrale
della
lastra del
condotto
sud, solo
per
scoprire,
il 17
settembre,
un'altra
lastra di
pietra
dietro di
essa, ma
priva di
maniglie.
Il giorno
seguente
venne
finalmente
esplorato
il
condotto
nord, dove
si scoprì
una lastra
di
chiusura
del tutto
analoga.
Le
ricerche
proseguirono
nel 2009
con il
progetto
Djedi, che
adottava
una
telecamera
in grado
di
orientarsi
liberamente
all'interno
del
condotto (micro
snake
camera),
fu grado
di
penetrare
il primo
portello
del
condotto
meridionale
attraverso
il foro
nel 2002 e
visualizzare
tutti i
lati del
piccolo
vano
dietro di
esso.
Furono
scoperti
dei segni
scritti in
vernice
rossa,
forse
geroglifici.
La
telecamera
inquadrò
anche le
maniglie
in rame
incorporate
nel
portello
all'interno
del
piccolo
vano. La
parte
interna
del
portello
era stata
rifinita,
il che
suggerisce
che non
sia stato
posto solo
per
evitare
che i
detriti
potessero
penetrare
nel
condotto.
Grande
galleria
- La Grande
Galleria (9)
costituisce
la
prosecuzione
del
Cunicolo
Ascendente,
ma è alta
8,6 metri
e lunga
46,68.
Alla base è
larga
2,06
metri, ma
dopo 2,29
metri i
blocchi di
pietra
rientrano
verso
l'interno
per 7,6 cm
su ogni
lato. Ci
sono 7 di
questi
gradini,
cosicchè
alla
sommità
la
galleria è
larga
solo 1,04
metri.
La
copertura è
fatta
di blocchi
posati a
un angolo
leggermente
più
inclinato
rispetto
al
pavimento,
così da
incastrare
ogni
blocco in
un incavo
ricavato
nella
sommità
della
galleria
come un
dente di
un crick.
Lo scopo è
fare in
modo che
ogni
blocco sia
retto dal
muro della
galleria
piuttosto
che
poggiare
sul blocco
sotto di
esso, cosa
che
sarebbe
risultata
in una
pressione
cumulativa
eccessiva
al termine
della
galleria.
Il
pavimento
della
Grande
galleria
consiste
in una
doppia
gradonata
disposta
su ogni
lato,
larga 51 cm,
che lascia
al centro
spazio per
una rampa
liscia
larga 1,04
metri.
Vicino al
pavimento
sono
ricavate
varie
nicchie
dall'uso
ignoto.
L'estremità
inferiore
della
galleria è
un
crocevia
importante,
in quanto,
oltre ad
essere il
punto in
cui il
cunicolo
ascendente
sfocia
nella
Grande
galleria,
a destra è
presente
un foro
nel muro
(oggi
bloccato
da rete
metallica)
che
costituisce
lo sbocco
superiore
del Cunicolo
verticale (12).
Da qui
inoltre
parte il Cunicolo
orizzontale (8)
che
conduce
alla
cosiddetta Camera
della
regina (7).
All'estremità
superiore
della
galleria,
sul lato
destro, è
presente
un foro
nel
soffitto
che si
apre in un
breve
tunnel
attraverso
il quale
si può
avere
accesso
alla Camera
di scarico inferiore.
Lo
scopo
della
Grande
Galleria
non è stato
chiaramente
determinato.
Una cosa
su cui
quasi
tutti
concordano,
fa
riferimento
al sistema
di
chiusura
del
Cunicolo
Ascendente:
le
dimensioni
della
rampa
centrale
pari a
quelle del
passaggio
ascendente,
ha fatto
ipotizzare
che le
pietre di
chiusura
fossero
stivate
nella
Grande
Galleria,
e che le
lastre
delle
gradinate
reggessero
pali di
legno
intesi a
trattenerle
dallo
scivolare
nel
passaggio
finchè i
lavori non
fossero
stati
completati.
Questa
ipotesi
però non
spiega
completamente
la
struttura
e la
grandiosità
della
galleria. Alcune
altre note
ipotesi
prevedono:
-
che
originariamente
fossero
previsti
molti più
blocchi
dei
ritrovati,
in modo da
riempire
completamente
il
cunicolo;
-
che
fosse una
specie di
"cattedrale"
per le
cerimonie
funebri;
-
che
contenesse
un sistema
di
contrappesi
ed argani
destinati
al
sollevamento
dei
blocchi più
pesanti.
Camera
delle
saracinesche
o
anticamera
- Al
termine
della Grande
Galleria è
presente
un gradino
(alto
circa 90 cm)
che dà su
un
cunicolo
orizzontale
lungo
approssimativamente
1,02 metri
e alto 111 cm,
da cui si
accede
alla Camera
delle
Saracinesche o
anticamera.
In questo
vano si
possono
riscontrare
quattro
alloggiamenti,
tre dei
quali
erano
probabilmente
destinati
ad
accogliere
delle
grandi
saracinesche
di
granito,
destinate
a chiudere
definitivamente
la Camera
del Re (10).
Oggi
le lastre
sono
scomparse,
probabilmente
distrutte
ed
asportate
già in
antichità.
Frammenti
di granito
rinvenuti
da Petrie
(1881/82)
nel
passaggio
discendente,
probabilmente
appartenevano
a queste
lastre.
Camera
superiore
e camere
di scarico
- Superata
la Camera
delle
Saracinesche si
accede
alla
struttura
chiamata
Djed, in
egizio
"luce"
(10)
(denominata
così per
la
somiglianza
con un geroglifico
egizio),
composta
dalla
camera
superiore,
chiamata Camera
del Re,
e dalle
cinque Camere
di Scarico.
Le
dimensioni
della Camera
del Re sono
di 10,47 x
5,234 di
lunghezza
e 5,974
metri di
altezza.
Le pareti,
il
pavimento
e il
soffitto
sono stati
realizzati
con grandi
blocchi di
granito
provenienti
dalle cave Assuan.
I blocchi
sono
tagliati e
collocati
con
eccellente
precisione,
tanto che è
impossibile
inserire
tra loro
un foglio
di carta.
Il
soffitto è
piano,
formato da
nove
blocchi di
pietra del
peso
complessivo
di 400
tonnellate.
In
particolare,
il
pavimento
misura
esattamente
10 per 20
cubiti per
cui l'unità
di misura
usata
(rapportata
al metro) è
di
0,524
metri e
non 0,525
generalmente
usata.
Al
di sopra
del
soffitto
della Camera
del Re sono
stati
realizzati
cinque
comparti
chiamati Camere
di scarico.
Le prime
quattro
hanno
soffitti
piatti, ma
la camera
terminale
ha un
tetto a
capanna.
Come già
accennato,
la prima
camera fu
subito
scoperta
per via
del
passaggio
realizzato
in
antichità
dai
costruttori,
poi Vyse
sospettò
l'esistenza
di altre
camere
quando
verificò
che poteva
inserire
un lungo
palo
attraverso
una crepa
nel
soffitto
della
prima
camera. Le
altre
camere di
scarico
furono
esplorate
tra il
1837 e il
1938 dal
colonnello
Howard
Vyse e da
John Shae
Perring,
che
scavarono
dei tunnel
verso
l'alto
usando
dell'esplosivo. Dalla
superiore
all'inferiore
sono
denominate Camera
Davidson,
Camera
Wellington, Camera
di Lady
Arbuthnotr e Camera
Campbell.
Si ritiene
che queste
camere
bassissime
servano a
reindirizzare
e
ridistribuire
il carico
della
massa di
pietra che
grava sul
soffitto
della Camera
del Re,
evitando
che questo
collassi.
Dal
momento
che non
erano
state
concepite
per essere
visibili,
non sono
state
rifinite,
e le
pietre in
esse
riportano
ancora i
marchi di
cava. Le
pietre
all'interno
delle
camere di
scarico
presentano
dei marchi
geroglifici,
probabilmente
il nome
della
squadra di
lavoro,
che
contengono
un
riferimento
al faraone
Cheope.
L'unico
oggetto
presente
nella Camera
del Re è
un
sarcofago
monolitico
rettangolare
in granito
rosa, con
un angolo
rotto e
senza
coperchio
(forse
razziato
in
antichità).
Il
sarcofago è
poco più
largo del
passaggio
alla
camera, e
quindi
deve
essere
stato
collocato
prima che
fosse
messo in
opera il
soffitto.
Contrariamente
alle
pareti,
magistralmente
lavorate,
il
sarcofago è
rozzamente
sbozzato,
con tracce
di
utensili
da taglio
e scavo
visibili
in molti
punti. Ciò
è in
contrasto
con i
sarcofagi
ben
rifiniti e
decorati
trovati in
altre
piramidi
dello
stesso
periodo.
Petrie
suggerì
che un
sarcofago
decorato
fosse
stato
inizialmente
previsto,
ma sia
andato
perso nel
fiume a
nord di
Assuan e
sia stato
frettolosamente
predisposto
un
rimpiazzo.
Questa
teoria,
tuttavia,
non spiega
perchè il
secondo
sarcofago
non sia
stato
rifinito
in situ.
Una
spiegazione
plausibile
è che il
sarcofago
sia stato
inserito
nella
Camera
nelle
condizioni
in cui lo
vediamo
oggi, come
un
manufatto
già
considerato
storico
dagli
stessi
costruttori
e quindi
mantenuto
intatto.
Questo ne
cambierebbe
la
destinazione
d'uso da
sarcofago
a
contenitore
o vasca
perchè
privo di
copertura.
Condotti
di
ventilazione
superiori
- Come
per la
camera
intermedia,
anche le
aperture
dei
condotti
nella
camera
superiore
sono
posizionate
approssimativamente
allo
stesso
livello,
alla
giunzione
della
sommità
del primo
blocco di
granito e
ad
un'altezza
di 91 cm
dal
pavimento.
L'apertura
settentrionale
è leggermente
inferiore,
il suo
soffitto è
allineato
con il
giunto,
mentre la
meridionale
è all'incirca
all'altezza
del
giunto.
Contrariamente
a quelli
della Camera
della
Regina,
i condotti
comunicano
con
l'esterno
della
piramide.
Non tutti
concordano
sul
proposito
di questi
cunicoli:
per alcuni
sembrerebbero
avere
degli
allineamenti
astronomici,
ma,
d'altro
canto,
entrambi
seguono un
percorso
irregolare
attraverso
la
struttura,
e di
conseguenza,
attraverso
di esso
non ci può
essere
allineamento
diretto
alle
stelle.
Un'altra
spiegazione
è che
siano
associati
con il
rituale di
ascensione
dell'anima
del
sovrano.
Con
poche
eccezioni,
i quattro
condotti
sono stati
costruiti
in
conformità
con un
sistema
invariabile:
la
struttura
superiore
ed
entrambe
le pareti
sono state
ricavate
da un
blocco in
modo da
formare
una sorta
di canale
di pietra.
Il
pavimento è
stato
fornito da
un secondo
blocco,
che
sorreggeva
il blocco
superiore.
Il
condotto
settentrionale
è rettangolare,
largo
circa 18 cm
ed alto
circa 13 cm,
dimensioni
che
mantiene
per tutta
la sua
lunghezza.
Il
condotto
rimane
orizzontale
per circa
180 cm
poi prende
una serie
di quattro
curve, per
evitare la Grande
Galleria.
Pur
mantenendo
il suo
angolo
verso
l'alto
abbastanza
costante,
si sposta
prima a
nord-nord-ovest
poi di
nuovo a
nord, poi
a
nord-nord-est,
e infine
di nuovo a
nord. La
lunghezza
totale del
condotto
settentrionale
è di
circa 59 m
e un
angolo con
una
variazione
compresa
tra 25°
ai 34°. Alcune
parti del
condotto
sono state
scavate da
cercatori
di tesori.
Il
condotto
meridionale
è diverso
in
apparenza.
Il suo
imbocco è
più
grande,
circa 45 cm
di
larghezza
per 60 di
altezza,
ma le
dimensioni
si
riducono
dopo poco.
La
lunghezza
totale del
condotto
meridionale
è di
circa 53 m
e sale con
un angolo
di circa
39° per
la maggior
parte
della sua
lunghezza.
Attualmente
in uno dei
condotti è
stata
installata
una
ventola
per
cercare di
far
circolare
aria nella
piramide,
altrimenti
viziata
per la
presenza
dei
turisti.
Il
complesso
piramidale
Il
tempio
funerario
- Il Tempio
funerario o
cultuale,
dedicato
al culto
del
sovrano e
da non
confondere
con la piramide
satellite o
cultuale,
ci è pervenuto
totalmente
privo di
muratura,
ma è possibile
ricostruirlo
per mezzo
delle
fondamenta.
Edificato
a est,
alla fine
della Rampa
processionale,
che
presenta
una lieve
deviazione
del
tragitto,
era vicino
al lato
della
piramide,
ma come
tutti i
templi
funerari
risalenti
alla IV
dinastia non
comunicava
con essa.
Le
dimensioni
erano di
circa 52
metri per
40,30, i
muri
perimetrali
avevano
uno
spessore
di oltre 3
metri e
presentava
all'ingresso
un portale
con due
battenti;
dal
portale si
accedeva
ad un
grande
cortile a
peristilio con
il
porticato
formato da
colonne
quadrate
in
granito;
la
pavimentazione
formata da
spesse
lastre di
basalto è
fornita di
canali per
lo
smaltimento
delle
acque.
Purtroppo
la parte
ad ovest
del tempio
è andata
completamente
distrutta
per
l'edificazione
di una
tomba a
pozzo
neanche
terminata
verosimilmente
di età
saitica.
Tra
il tempio
e la
piramide
vi è un
elevato
terrazzamento
e numerose
sono le
ipotesi
sulla
ricostruzione
della zona
di culto,
ma i
rilievi
architettonici
propendono
per due
alte stele con
in mezzo
una tavola
delle
offerte e
due
scalinate
laterali.
La
rampa
processionale
ed il
tempio a
valle
- La Rampa
processionale,
citata da
Erodoto,
univa il
Tempio a
valle al Tempio
funerario è
presente
ancora a
piccoli
tratti e
studi
effettuati
nel 1990,
hanno
dimostrato
che era
lunga più
di 800
metri e
larga in
media 10
metri.
Doveva
essere
decorata
sui muri
laterali
come
testimoniano
alcuni
frammenti
ritrovati
nella
parte
iniziale,
verso il
Tempio a
Valle.
Poche
tracce
sono
rimaste
del Tempio
a valle,
le cui
pietre
servirono
già in
passato
per
edificare,
come sopra
accennato,
il complesso
piramidale
di
Amenemhat
I,
sui cui
blocchi
sono stati
ritrovati
i cartigli di
Cheope.
Ma
alcune di
queste
pietre
sono state
ritrovate
anche nel
villaggio
di Nazlet
el-Samman
che è sorto
proprio
sopra il
tempio e,
in
particolare,
è tornata
alla luce
parte
della
pavimentazione
in basalto.
Il
peribolo
- Il
peribolo,
già a
partire
dalla IV
dinastia,
appare
estremamente
ridotto e
circonda
sui
quattro
lati solo
la
piramide
delimitando
con il
muro
perimetrale
di cinta
l'area
sacra,
detta
cortile
(perimetrale),
da quella
profana.
Il
muro
perimetrale
dista
dalla
piramide
una decina
di metri,
risulta
largo
circa 3,50
metri e
aveva le
pareti
inclinate
intonacate
con la
sommità
arrotondata,
detta a
dorso
d'asino,
ma
l'altezza
non può
essere
definita
residuando
solo pochi
resti.
Il
cortile
era
pavimentato
con lastre
di calcare
bianco.
La
costruzione
della
piramide
Hemiunu,
il
costruttore
- Hemiunu
era figlio
del
principe
Nefermaat
e della
sua
consorte
Itet;
Nefermaat
e Cheope
erano
entrambi
figli
avuti dal
faraone
Snefru, ma
da due
mogli
diverse.
Hemiunu
era quindi
nipote di
Cheope, e
sotto il
suo regno
era il
"Visir",
cioè il
più alto
dignitario,
responsabile
dei lavori
reali. A
lui si
attribuisce
la prima
fase della
costruzione
della
Grande
Piramide
di Giza.
Dati
principali
- Le
dimensioni
originarie
possono
solo
essere
stimate,
in quanto
lo strato
di
copertura è
andato
perduto a
causa dei
fenomeni
di
erosione
verificatisi
durante il
tempo:
altezza
originale
= circa
146,60 m;
altezza
attuale =
circa 137 m;
lato
di base in
origine =
circa
230,38 m;
volume
= 2 617 034
metri
cubi;
1 cubito
reale =
0,5236 m;
angolo
di base =
51º 50' 40".
In
realtà le
misure
della
Grande
Piramide
vanno date
in Cubiti
Reali
(CR).
Il
lato di
base = 440
CR mentre
l'altezza
= 280 CR.
Queste
misure
sono
quelle
ufficialmente
accettate
ed
adottate
dall'Egittologia
ufficiale.
Dato
che un CR
= 52,36 cm
(pari
circa a π/6 oppure a Phi²/5 metri) se
ne deduce
che le due
misure
principali
sono: 440
x 0,5236 =
230,38 m
per il
lato e 280
x 0,5236 =
146,60 m
per
l'altezza.
-


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