La
Mesopotamia è un ponte che unisce l'Oriente con l'Occidente, attraverso i
deserti. Da sempre utilizzata dalle carovane dei mercanti, culla delle più
antiche civiltà, fu ripetutamente interessata da successive invasioni, in cui i
vincitori si mescolavano ai vinti, dando origine a società varie e complesse.
Sumeri, Accadi, Amorrei, Assiri, Persiani. Il clima secco con piogge irregolari,
i fiumi ricchi d'acqua, ma soggetti a piene devastatrici, furono domati con
sapienti canalizzazioni che trasformarono il deserto in campi coltivati.
In questi
luoghi gli uomini mossero i primi passi verso la scienza, inventando
tra l'altro il calendario, che suddivideva l'anno in mesi, divisi in settimane
di sette giorni, a sua volta di 24 ore di 60 minuti di 60 secondi, come oggi.
Fino al IV secolo a.C. una delle sue città più famose, se non la più grande,
50 miglia a sud dell'odierna Bagdad, fu Babilonia, i cui resti sono stati
riportati alla luce da una spedizione archeologica tedesca.
Sorta sulla riva
sinistra dell'Eufrate, si estese successivamente sulla riva destra; un ampio
ponte in mattoni riuniva i due quartieri. Città leggendaria, contenente ampi
spazi verdi, fu difesa da due formidabili cinte di mura merlate, con torri alte
30 metri, in cui si aprivano sette porte.

Nel
Museo di Pergamo a Berlino si può osservare una ricostruzione della porta di
Ishtar, alta 12 metri, ricoperta di mattonelle smaltate. Di Babilonia è famosa
la biblica "Torre di Babele", ma ancor più stupore riscuotevano i
giardini pensili, frutto e vanto della grande capacità sviluppata dai
mesopotamici nel campo dell'idraulica e dell'irrigazione. Fatti costruire
probabilmente dal re Nabucodonosor di Babilonia (605-562 a.C.) che aveva
liberato Babilonia dal giogo degli Assiri facendola tornare per qualche tempo
capitale di un impero, sorgevano su una collina naturale, su terrazze
impermeabilizzate con bitume e regolarmente bagnate e drenate da un sistema
complesso di irrigazione, che faceva salire l'acqua anche nei punti più alti. Si
narra che il re avesse fatto allestire i giardini per la giovane moglie Amiti,
la quale soffriva di nostalgia, in modo da creare per lei un ambiente simile a
quello del suo paese d'origine nelle montagne della Persia.
I Giardini si estendevano su quattro lati lunghi circa 123 metri
ciascuno, su questa base di circa 3.500 metri quadrati si disponevano su più
livelli le terrazze, di cui l'ipotesi più diffusa è che fossero cinque.
L'effetto frontale era quello di una struttura simile al teatro il cui aspetto
rigoglioso doveva essere da lontano simile a un monte. Ogni terrazza era
sostenuta da una costruzione di colonne, pilastri in pietra, atta a sopportarne
il peso. Questo porticato sottostante generava una galleria, la più alta
misurava circa 25 metri ed era posta allo stesso livello della cinta protettiva.
I muri, sontuosamente decorati in rilievo, erano spessi circa 7 metri, e ciascun
passaggio era largo circa 3 metri.
All'ultimo livello si accedeva per mezzo di una scala, lungo la quale correvano
delle spirali attraverso cui l'acqua veniva portata di continuo dall'Eufrate,
che scorreva lungo l'edificio dei Giardini.
Sopra i tetti di Babilonia si levava una montagna verde che saliva in un dolce
pendio appoggiandosi direttamente alle mura di fortificazione. Conteneva: alberi
dalle grandi foglie, alberi da frutto e una grande varietà di fiori. In questo
paradiso la regina Amytis, poteva pensare con nostalgia alla sua patria lontana
stando all'ombra fiorita degli alberi.
I
giardini pensili erano una delle caratteristiche più celebri dell'antica città
di Babilonia, ma non esiste una prova certa della loro esistenza, benché gli
archeologi abbiano individuato rovine che potrebbero corrispondere ai giardini
in questione. Siamo a conoscenza della loro esistenza solo perché chi li vide
nell'antichità ne lasciò testimonianza scritta.
Tutti
gli antichi testi dicevano che i giardini pensili di Babilonia erano il solo
luogo della città in cui era stata usata la pietra. Erodoto, cui piacevano
oltremodo i particolari pieni di fantasia, consacra un lungo paragrafo a questi,
che i lirici annoveravano tra le sette meraviglie del mondo. Dopo uno studio
minuzioso dei testi antichi e un attentissimo scavo, Robert Koldewey (un
archeologo) arrivò fatalmente alla conclusione che le strutture a volta presso
la Porta Ishtar erano davvero la base di sostegno dei famosi giardini pensili di
Babilonia.
La
strada processionale, larga 22 metri, rivestita da mattonelle smaltate azzurre e
ornate con 120 leoni di oltre due metri, con le fauci spalancate e dipinti di
bianco, rosso e giallo, passava attraverso la celebre porta Ishtar, gigantesca
opera fortificata, fiancheggiata da due torri avanzate, interamente rivestita da
mattonelle smaltate azzurre decorate con immagini di animali sacri tori, draghi.
Noteremo
a questo proposito come l'arte neo-babilonese, rinunci alla decorazione figurata
agli intenti storici e narrativi tipici della decorazione assira in cui i
soggetti erano imperniati sulla figura del sovrano e sulla descrizione delle
imprese: cambia qui il materiale, sostituendosi alla pietra il mattone smaltato
o la pittura a colori verticali, e il soggetto, prevalentemente simbolico che
assume una funzione decorativa mediante l'iterazione di uno stesso motivo o
figura; la decorazione delle superfici maschera così, ricoprendole con colori
smaglianti di uno stendardo, le strutture architettoniche.
Babilonia
sul piano simbolico è contrapposta a Gerusalemme al Paradiso anche se il suo
nome Bab ilim significa Porta degli dèi. È una città magnifica la cui
grandezza e bellezza sono condannate in quanto simbolo del trionfo passeggero
del mondo materiale. Destinate al disfacimento alla corruzione. L'effimero mondo
mondano vissuto tra raffinate esperienze sensoriali, trionfante
nell'autocompiacimento della sua grandezza.
Di Babilonia, città posta a 100 chilometri a sud di Bagdag non è rimasto quasi
nulla. Conquistata dai Persiani di Ciro nel 539 a.C. parzialmente distrutta nel
482 a.C. fu poi abbandonata.
Eppure il suo ricordo è ancora vivo nell'immaginario come i suoi Giardini
Pensili. E così il suo legame con il cielo, poiché anche il giardino da sempre
è associato simbolicamente al Paradiso.
L'Eden, un luogo di pace e di profumi, collocato per tradizione in
Mesopotamia, probabilmente a nord. Un luogo di piacere e fecondità che gli
uomini da allora hanno cercato di ricreare.

   

   
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