Un'attività
mineraria
risalente all'età
del ferro è
ipotizzata al
confine tra i
Comuni di Pontey e
di Chambave a Mont
Tsailloun sul
fiume Dora
Baltea. È dalla
stessa località
che proviene un
lastrone di
granito
conglomerato
modellato da
colpi di uno
strumento forse
in pietra: la
faccia
anteriore,
levigata con
alcune parti in
rilievo in cui
si riconosce una
faccia al
"ancora"
che delinea le
sopraciglia e il
naso, simile a
quelle del tipo
stele
tardoneolitiche
della cultura Seine-Oise-Marne;
una linea
definisce la
cintura. Da una
località
indeterminata
nei pressi di Chambave proviene
un'accetta di
pietra levigata
di tipo
neolitico.
Durante
la dominazione
romana la strada
consolare
passava poco più
a monte
dell'attuale
borgo: ad essa
appartiene un
miliario ora
davanti la casa
parrocchiale.
Nel
Medioevo fece
parte della
Signoria di Cly,
della quale
divenne anche
sede
giurisdizionale
nel 1640. I
villaggi
dell'Envers nel
1314 passarono
alla Signoria di Fénis,
mantenendo
tuttavia una
certa autonomia
amministrativa:
tra questi Septumian,
Arlier e Margnier che
dipendevano come
parrocchia da Chambave,
ma costituirono
una comunità
autonoma
nell'ambito
della Baronia di Fénis sino
al 1782.
Inizialmente
il borgo di Chambave era
situato più a
occidente
dell'attuale, in
corrispondenza
della località Champagne (ora
sul comune di Verrayes),
ma un'alluvione
lo distrusse
verso la fine
dell'undicesimo
secolo. Il nuovo
borgo venne poi
costrutito nel
luogo attuale e
divenne un
importante
centro
commerciale,
sede di mercati
e fiere.
A Chambave si
trova una delle
più antiche
chiese della
Valle d'Aosta,
di origine
conventuale,
fondata dai
benedettini di
Fruttuaria.
Infine è bene
ricordare che
l'eccellente
moscato che qui
si produce fu il
motivo
principale di
notorietà del
borgo oltralpe.
Questo
paese è sempre
stato
strettamente
collegato dal
punto di vista
economico con Valtournenche e
soprattuto con Torgnon,
i cui abitanti
erano
proprietari di
appezzamenti e
case sulla
collina di Chambave.
Paese
centrale della
Valle d'Aosta,
Chambave era già
abitato in tempi
antichissimi.
Numerose
costruzioni,
quali Casa
Chalfior, Casa
Guidon, Casa
Gaillard, Casa
Roncas
testimoniano
l'importanza del
Comune nei tempi
passati.
Sulle
dolci colline di
Chambave,
privilegiate da
un microclima
particolare
caratterizzato
da scarse
precipitazioni,
vengono prodotte
uve da cui si
ottengono vini
di grande pregio
con spiccate
varietà di
profumi.
Il
prodotto che ha
reso famosa
questa località
sin dal XV
secolo è il
Moscato di
Chambave,
vinificato secco
o passito, che
rappresenta la
punta di
diamante dei
prodotti della
zona e
dell'enologia
valdostana.
Innumerevoli
sono infatti le
citazioni
storiche che lo
riguardano.
Numerosi sono
anche i
riconoscimenti
nazionali ed
internazionali
ottenuti ai
giorni nostri.
Attualmente
nel capoluogo ha
sede la
Cooperativa
Vitivinicola
"La Crotta
di
Vegneron"
in cui
confluiscono le
produzioni dei
Comuni di Nus,
Verrayes, Saint
Denis, Chambave,
Châtillon e
Saint Vincent.
La cooperativa
è dotata di
impianti di
vinificazione
tecnicamente fra
i più avanzati
in campo
enologico e
produce anche
diversi tipi di
grappe
finissime.
Altro
insediamento
importante è il
"Caseificio
Champagne"
dove
conferiscono il
latte gli
allevatori di
Verrayes, Saint
Denis e
Chambave.
Merita
una menzione
particolare
anche il
tradizionale
"gioco
della
rouletta"
che si svolge
lungo la strada
del borgo nel
pomeriggio
dell'11 agosto
durante la Festa
Patronale. Ogni
giocatore,
vestito con gli
abiti di una
volta, ha a
disposizione una
boccia con cui
deve avvicinarsi
il più
possibile al
pallino,
imitando, in
fase di lancio,
"la
mossa" dal
giocatore
precedente.
Certamente
Chambave ha
saputo
conservare il
suo habitat a
misura d'uomo
dove l'ospitalità,
la cordialità i
prodotti genuini
e l'ambiente
naturale sono
una norma di
vita. Durante la
stagione estiva
le possibilità
di gite ed
escursioni sono
molteplici.
Nel centro
storico di
Chambave alcuni edifici
cinquecenteschi testimoniano
l’importanza
del comune nel
passato.
Chiesa
Parrocchiale di
San Lorenzo
Sorta
su resti
romanici, deve
la sua attuale
sistemazione ai
rifacimenti di
fine ‘800. Nel museo
parrocchiale sono
conservati
antichi oggetti
ad uso liturgico
ed alcune opere
d’arte
religiosa.
Agli
inizi del XII
secolo la
parrocchia
figura come
dipendente dal
monastero di
Fruttuaria, che
la cedette nel
1182 con tutti
gli altri beni
posseduti
dall’abbazia
in Valle
d’Aosta alla
prevostura di
Saint-Gilles di
Verrès. Questa
duplice
dipendenza
conventuale è
all’origine
del termine di
“priore” con
cui ancora ai
nostri giorni è
qualificato il
parroco di
Chambave.
Dal
1781 la
prevostura di
Chambave passò
sotto la
giurisdizione
del vescovo.
La
prima menzione
storica della
chiesa di
Chambave, forse
all’epoca in
fase di
costruzione,
risale al 1100.
Nulla è rimasto
del primitivo
edificio
romanico, se si
eccettua la
parte inferiore
del campanile
risalente alla
metà del XII
secolo.
Nel
1744 i
parrocchiani di
Chambave
decisero di
ricostruire
dalle fondamenta
la loro chiesa.
I lavori vennero
affidati
all’architetto
Giovanni Ferro
di Alagna e
terminarono nel
1748.
Il
merito della
definitiva
sistemazione
della chiesa è
dovuto al priore
Favre che, nel
1889, prolungò
la navata
abbattendo il
portico antistante
e costruendo due
nuove cappelle
laterali. La
chiesa assunse
allora la forma
e le dimensioni
odierne.
Tra
gli antichi
oggetti di uso
liturgico
raccolti nel museo
parrocchiale si
segnalano: il
reliquiario in
rame argentato a
forma di
cofanetto,
offerto nel XVI
sec. dal priore
commendatario
J.L. Vuillet,
dei signori di
Saint-Pierre;
quattro croci in
lamina
d’argento
(XV-XVI sec.);
le riproduzioni
fotografiche
delle pagine
miniate di due
preziosi libri
liturgici, un
antifonario del
XV sec. e un
graduale dei XVI
sec., ad uso del
celebre priore
della Collegiata
di S. Orso
Giorgio di
Challant. Oggi
questi preziosi
codici sono
conservati con
gli altri libri
liturgici
valdostani
presso la Biblioteca
del Seminario
Vescovile di
Aosta.
Quasi
a coronamento
dell’insieme,
è posto un
prezioso quadro
ad olio
dell’Angelo
Custode (fine
XVII sec.).
Nella sacrestia
è invece
conservato un
busto
reliquiario di
san Lorenzo (XIX
sec.), opera
dello scultore
Molino.
Cooperativa
“La Crotta di
Vegneron”
“La
Crotta di
Vegneron” è
la cooperativa
dove vengono
prodotti
numerosi vini
(la maggior
parte DOC) ed
alcune grappe.
Si possono
prenotare visite
dell’azienda per
gruppi e
l’acquisto è
possibile nel
vicino punto
vendita.
La
Cooperativa La
Crotta di
Vegneron nasce
nel 1980 con
circa 25 soci.
Oggi con più di
50 soci è
arrivata a
produrre 200.000
bottiglie.
Raccoglie le uve
di due
importanti zone
di produzione
che danno il
nome alle
denominazioni di
origine Chambave
(che comprende
anche i comuni
di Châtillon,
Saint Vincent,
Saint Denis e
Verrayes) e Nus
(che comprende
anche i comuni
di Quart e Fénis).
I
vini Valle
d’Aosta DOC di
nostra
produzione
nascono in un
ambiente montano
con forti
pendenze e
vigneti molto
frammentati, la
cui esposizione
è
prevalentemente
a sud. Nella
Cooperativa il
40% della
produzione
totale è
rappresentato da
uve a bacca
rossa, mentre il
60% da uve a
bacca bianca. Da
queste uve
nascono svariati
tipi di vino, di
cui 15 a
Denominazione di
Origine
Controllata
Valle d’Aosta
DOC tra
bianchi e rossi, 2
vini spumanti
con il marchio
“Quatremillemètres
Vins
d’altitude”,
con una gamma
completa di
tipologie, che
va dai vini da
aperitivo ai
vini da dessert
e
meditazione.
La
filosofia di La
Crotta di
Vegneron è
marcatamente
votata alla valorizzazione
dei vitigni
autoctoni come
Petit Rouge,
Fumin, Vien de
Nus oltre, a
quelli
tradizionali
come Muscat
de Chambave e
Nus Malvoisie.
La produzione
dell’azienda
verte anche su
vitigni dai nomi
più
internazionali
come Pinot Noir,
Gamay e Müller
Thurgau che
perfettamente si
adattano ai
nostri terreni
ed al nostro
clima.
L’altezza dei
vigneti de La
Crotta di
Vegneron è
significativa:
da 500 a 850 m
s.l.m., il
microclima è
particolarissimo
con scarse
precipitazioni e
temperature
medie diurne
elevate
contrapposte a
notti fresche,
quasi fredde nel
periodo estivo.
Queste
caratteristiche
morfologiche e
climatiche
favoriscono
perfette
maturazioni
delle uve e
limitano gli
attacchi dei
parassiti. Ne
consegue la
necessità di
pochissimi
trattamenti,
condotti e
pianificati
sempre nel
massimo rispetto
dell’ambiente.
Da
segnalare,
l’antico gioco
della Rouletta
che si svolge
ogni anno lungo
la strada del
borgo ad agosto,
nel corso della
festa patronale.
La
chilometrica
pista ciclabile
collega Chambave
ai paesi
limitrofi, si
spinge verso
l’alta e basse
valle della Dora
e rappresenta un
percorso ideale
per rilassarsi
sulle due ruote
in una bella
giornata di
sole.
La
pista attraversa
l’area
sportiva,
allestita con
giochi di un
tempo e attrezzi
di ogni genere.
Denominatore
comune di ogni
offerta, è la
splendida natura
circostante.
La
“coursa di
bosse” , gara
con le botti da
vino, fa parte
della “Féta
di Résen”, la
festa del vino
tra i produttori
della zona che
si svolge ogni
anno
all’inizio
dell’autunno.
In
quella
occasione,
vengono aperte
le cantine dalle
volte in pietra,
dove si possono
sorseggiare i
vini della
località e le
sue grappe
aromatiche, che
nulla hanno da
invidiare ai
digestivi più
blasonati. Il
successo di
questa
iniziativa è
crescente e sono
sempre più
numerosi i
visitatori
provenienti dal
Piemonte, dalla
Savoia e dal
Vallese. La
festa è
l’occasione
per un incontro
tra i
viticoltori di
Chambave, i
valligiani e i
turisti.
Anche
l’inverno ha
il suo fascino a
Chambave, quando
i filari si
ammantano di
bianco e vengono
stretti dalla
morsa del gelo,
che però non
porta loro alcun
danno.
L’aria
sottile
dell’inverno,
assolutamente
priva di umidità,
agevola
l’osservazione
del panorama
sulle montagne
che circondano
la valle e così
lo sguardo può
spingersi
lontano.
In
questo periodo
il tempo sembra
essere sospeso,
ma già
precocemente i
vegenron di
Chambave danno
inizio al taglio
dei tralci della
vite.
Le
vigne restano il
cuore di questa
località che la
storia e la
tradizione hanno
legato a vini
che sono un
vanto per tutta
la Valle
d’Aosta.
Fonte
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