Perloz e il Santuario Notre Dame de la Garde
(Aosta)

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Il piccolo comune di Perloz sorge in una buona posizione geografica nella bassa Valle del Lys, poco prima della confluenza del Lys nella Dora Baltea.

Secondo la pronuncia del patois valdostano, il nome "Perloz" va pronunciato omettendo la "z" finale, quindi "Pèrlo", come per molti altri toponimi e cognomi valdostani e delle regioni limitrofe (la Savoia, l'Alta Savoia e il Vallese).

Questa particolarità, che si discosta dalle regole di pronuncia della lingua francese standard, risale a uno svolazzo che i redattori dei registri del regno di Piemonte-Sardegna erano soliti aggiungere alla fine dei toponimi o dei nomi da pronunciare come dei parossitoni, cioè con l'accento sulla penultima sillaba, molto diffuso in francoprovenzale. In seguito, questo piccolo segno è stato assimilato a una zeta, e spesso viene erroneamente pronunciato, sia dagli italofoni che dai francofoni.  

Nell'antichità fu dimora dei salassi, popolazione di origini italico-celtiche che resistette fieramente all'avanzata di Roma, conclusasi con la piena conquista della regione solo nel 25 a.C. Dopo la caduta dell'impero romano subì le invasioni e le occupazioni di burgundi, ostrogoti e longobardi, prima di essere annessa al regno dei franchi (575) -costoro riorganizzarono amministrativamente la regione, dando vita al COMITATUS della Valle d'Aosta (X secolo), inserito nel secondo regno di Borgogna (879-1032). 

Fu sempre possedimento della nobile famiglia dei Vallaise, vassalli dei Savoia, ad eccezione di un breve periodo, tra il 1390 e il 1409, quando una parte del feudo venne affidata da-Amedeo VII di Savoia, il Conte Rosso, a Ibleto di Challant. Legata da un vincolo indiretto ma comunque forte ai Savoia, passò attraverso la trasformazione della contea in ducato (1416), la creazione del Conseil des Commis (1536), le guerre contro la Francia (XVII-XVIII secolo) e l'annessione al regno d'Italia (1861).

In epoca fascista, il comune fu accorpato a quello di Ponte San Martino.

Il Santuario di Notre-Dame-de-la-Garde sorge all’inizio della Valle d’Aosta lungo un’antichissima strada di transumanza di greggi. L’edificio è posto su ripidi pendii da cui si gode un vasto panorama sulla vallata di Gressoney, fino al monte Rosa. 

La tradizione vuole che nel XII o nel XIII secolo, il santuario sorse sul luogo all‘imbocco della valle del Lys dove, in epoca remota, fu per caso rinvenuta una statua della Madonna con Bambino. Portata nella chiesa parrocchiale di Perloz, essa tornò miracolosamente dove era stata scoperta.

La sua esistenza è attestata a partire dal 1252. L'attuale edificio religioso fu costruito nel secolo XVI a sovrapporsi alla preesistente cappella, ma fu successivamente ampliato nel Settecento fino ad arrivare all'aspetto architettonico attuale. L'8 settembre si svolge la festa patronale con una processione al santuario di Notre Dame de la Garde.

Il Santuario si compone di più elementi architettonici stratificatesi nei secoli. La cappella conserva un'urna ed è decorata da una statua di Cristo nel sepolcro. La chiesa vera e propria è affiancata da un campanile romanico e sul retro è presente una casa ospitale per i pellegrini. 

Davanti alla chiesa, sulla piazza, si trovano una fontana a colonna e una vasca in pietra e quindici edicole raffiguranti i misteri del rosario. La chiesa è decorata da un mascherone del 1642. 

L'esterno, intonacato in bianco, presenta un portico a tre arcate, sorretto da quattro colonne, con basamenti in pietra. L'architrave del portone centrale è anch'esso in pietra, ed è sormontato da una statua di Gesù. La facciata, molto semplice e lineare, secondo l'austero stile degli edifici sacri alpini, culmina in un timpano triangolare.

La Chiesa vera e propria è fiancheggiata da un'altra costruzione minore, alla quale è collegata da un muro di cinta, anch'esso ornato di nicchie affrescate.

Entrando nel santuario si incontra un élémosinaire in pietra che reca inciso sia lo scudo della famiglia Vallaise che il cristogramma IHS.

L'unica navata è divisa in tre campate con volte a vela affrescate da Vittorio Avondo e dal fratello nel 1831 rifacendosi all'iconografia dell'Antico e del Nuovo Testamento; la cupola ottagonale presenta i temi dei quattro evangelisti e dei misteri mariani.

Al suo interno il Santuario ospita numerosi ex voto. Sono presenti anche una statua della Madonna con Bambino del XIV secolo e tre notevoli altari lignei e dorati: di essi, l'altare maggiore è stato decorato nel 1845 da Joseph Vinea e a Denys Fusotto, mentre i due laterali risalgono al 1731. Sopra l'altare maggiore sono presenti le statue di san Giocondo, di san Grato e della Madonna venerata, del XIV secolo.

Chiesa parrocchiale: dedicata a san Salvatore (Saint-Sauveur), fu costruita nel 1617 al posto di una chiesetta del secolo XII che fino al 1184 rappresentava l'unica chiesa della Valle del Lys; il campanile, del XII secolo, conserva lo stile romanico con monofore, bifore e archetti pensili. La chiesa fu il mausoleo di famiglia dei Vallaise fino al XV secolo. La parrocchiale è caratterizzata da una sola navata con volte a vela. 

La facciata è ornata da un grandioso affresco rappresentante il giudizio universale, ispirato agli affreschi della parrocchiale di Issime e realizzato da Bernardino Fererio della Val d'Ossola nel 1677. I patroni della parrocchia (Orso, Pietro e Salvatore) compaiono in un affresco sovrastante il portone d'ingresso.

Chiesa di San Giuseppe alla Tour d'Héréraz - La chiesa ha la particolarità di sorgere sulle rovine dell'antico castello e il campanile non maschera l'aspetto originario dell'antica Tour d'Hérère, massiccia torre presumibilmente di origine romana, inglobata poi in una casa-forte medioevale e che, a partire dal 1878, è stata utilizzata come campanile della chiesa costruitale a fianco.

La torre d'Hérères, nota anche come tour d'Hérères, tour d'Hérère, château d'Héréraz o tour d'Héréraz, è una delle più antiche torri medievali valdostane e si trova nella frazione omonima del comune di Perloz, nella bassa valle del Lys. Oggi è parte integrante dell'ex chiesa parrocchiale, la chiesa di San Giuseppe alla tour d'Héréraz. A fianco al complesso fino al 2013 si trovava un albero monumentale.

La tour d'Hérères, che risale probabilmente agli anni Mille, si trova lungo l'antico chemin de la Vallaise che collegava Valle d'Aosta e Piemonte e, a livello locale, il Capoluogo (Véa) di Perloz alla frazione di Tour d'Héréraz passando sul Lys, sul ponte di Moretta; secondo Pierre-Louis Vescoz lo chemin de la Vallaise risalirebbe ad epoca pre-romana, forse salassa. Per secoli venne percorso dai pellegrini che si recavano in visita al santuario di Notre-Dame-de-la-Garde e utilizzato dalle popolazioni locali per evitare il percorso sul fondovalle.

La torre prende il nome dal ramo della famiglia dei Vallaise a cui appartenne, i De Hereris (d'Hérères), nobili che prosperarono tra il XII e il XIV secolo.

A differenza di quello tra i Savoia e altre famiglie nobiliari valdostane, il rapporto tra i Vallaise-d'Hérères e i Conti di Savoia non fu lineare: nel 1321 Ruffin d'Hérères cedette metà del castello d'Hérères ai Savoia, ma solo tre anni dopo i Vallaise, forse per ribadire i loro diritti sul feudo, se ne riappropriarono con le armi. Il Balivo di Aosta intervenne e mise in fuga gli occupanti.

Nel 1390 il Conte Rosso infeudò Ibleto di Challant della sua parte della signoria di Hérères. Alla morte di Ibleto, il castello di Hérères passò a suo figlio Francesco di Challant.

Nel 1409 il nuovo Conte di Savoia, Amedeo VIII, riconobbe i diritti di Jean e Roulet de Vallaise, dei rami dei Vallaise de l'Hôtel e dei Vallaise de la Côte rispettivamente, sul castello d'Hérères e glieli restituì, seppure incontrando le proteste di questi quando scoprirono che si trattava di diritti allodiali e non diritti signorili. La tour d'Héréraz restò nelle mani dei Vallaise per secoli fino a quando Alessandro Guarene di Roero, figlio di Rosalie de Vallaise, vendette il castello alla parrocchia, che fu edificata nel 1878 su progetto del geometra Pacifique Dallou di Donnas, trasformando notevolmente la struttura originaria.

La chiesa di San Giuseppe alla tour d'Héréraz oggi sorge sulle rovine dell'antico castello ed è ancora in uso.

Nel 1986, la parrocchia della Tour d'Héréraz è stata soppressa e unita a quella di Perloz.

Lo chemin de la Vallaise è stato ripristinato nel 2002 dal Comune di Perloz valorizzando anche la torre con pannelli informativi.

In gennaio 2013, l'ippocastano monumentale piantato nel 1925 dal parroco Théophile Glésaz, e dichiarato albero monumentale con L.R. 50/1990, è stato abbattuto per rischi di cedimento a seguito di un'infezione fungina.  

La torre fu edificata come dongione sul modello delle torri romane facilmente rinvenibili in Valle d'Aosta, a cui si rifanno probabilmente anche le simili torre di Ville di Arnad, torre de la Plantaz di Gressan e tour de l'Archet di Morgex: «Tutte queste torri sono state edificate in zone che non presentano alcun elemento morfologico che possa facilitare la difesa, anzi appare chiara la scelta di spazi pianeggianti, aperti e non sempre in prossimità di percorsi viari. Tutte e dieci si caratterizzano quindi per la particolare scelta del sito.»

La torre presenta mura di 2 metri di spessore e 6,5 metri di lato, ed è costruita come opera a sacco rivestita esternamente da conci squadrati. L'accesso, come di consueto nelle torri dell'epoca, era sopraelevato, nel caso della torre di Hérère a 7 metri di altezza e sovrastato da un architrave ad arco cieco.

La torre faceva inizialmente parte di un complesso fortificato che definiremmo castello medievale di tipo "primitivo": la torre, mastio del castello, si affiancava ad un edificio di servizio ed era circondata da una cortina muraria ormai perduta.

Dalla sua edificazione, la torre ha subito importanti trasformazioni e mutazioni d'uso: la cinta muraria venne distrutta per recuperare le pietre che vennero impiegate per costruire la chiesa parrocchiale di Hérères, l'edificio addossato alla torre venne recuperato in chiave residenziale per farne l'abitazione del parroco mentre il dongione venne trasformato nel 1878 nel campanile, modificando la parte terminale per far posto alla cella campanaria, alleggerita da arcate e lato ridotto rispetto al resto dei muri perimetrali della torre, e ricoprendolo con un tetto a quattro spioventi di lose. 

Castello dei Vallaise - E' il più antico dei castelli presenti nel comune di Perloz. Sorge al centro del capoluogo a dominare la Valle del Lys.  

La presenza di una sala domini nel capoluogo di Perloz è già attestata in un documento del 1195. Il castello dei Vallaise, come il vicino castello Charles, appartenne all'antica famiglia valdostana dei Vallaise, che possedeva varie terre tra Perloz, Fontainemore e Lillianes, e anche il castello inferiore di Arnad. La famiglia, che aveva come centro di potere Perloz, prese il nome proprio dal torrente della zona: il Lys un tempo era chiamato Hellex in latino, e i signori delle terre del Lys erano i signori delle Vallis Hellesii, da cui Vallaise.

Abbiamo poche informazioni sul castello e la vita quotidiana dei castellani nel medioevo.

Probabilmente tra la fine del XIV e i primi del XV secolo si sono svolti alcuni interventi architettonici.

Il 30 giugno 1944, durante un rastrellamento, il castello e un centinaio di case del paese vennero incendiate dai nazi-fascisti. Oggi ciò che restava del borgo, e il castello con esso, è stato ristrutturato.

Il castello si presenta come un edificio massiccio di quattro piani di cui restano i soli muri perimetrali. Il complesso è stato ripreso e rimaneggiato in momenti successivi, anche con campagne di restauro decise, come dimostrano varie tracce nel muro perimetrale.  

Ad esempio, una finestra a crociera decorata con le insegne dei Vallaise e degli Challant e risalente a poco prima del 1477, realizzata per la celebrazione del matrimonio tra Pietro Vallaise de la Côte e Antonia, figlia di Guglielmo di Challant - Villarsel, venne asportata nei secoli scorsi dal castello dei Vallaise e rimontata sulla facciata del castello Charles, dove si trova tuttora.

La facciata a valle che sovrasta chi giunge in paese dalla strada principale è imponente: di 16 m di larghezza e alta 15 m, oggi si presenta come facciata principale, ma in origine essa era la facciata posteriore del castello, quella rivolta a valle. Su di essa fanno bella mostra varie finestre realizzate in pietra lavorata, di diverse forme: la bifora ad arco a tutto sesto si affianca a quella trilobata e alle finestre a crociera.

Il tetto è stato ricostruito nel Novecento a seguito delle devastazioni della seconda guerra mondiale, durante le quali sono andati perduti sia gli arredi interni che i vari piani, costruiti in legno.  

Com'era consuetudine, all'interno delle mura si trovava un pozzo per l'approvvigionamento dell'acqua. Degli interni non resta nulla, devastati dall'incendio: si conservano solo i resti di due camini monumentali, uno dei quali è in discrete condizioni ed è adornato dallo stemma dei Vallaise.

Château Charles - Il castello Charles è una casaforte medievale valdostana.

Il castello Charles venne costruito nel XVII secolo dalla famiglia Vallaise che lo abitò sino agli inizi del secolo successivo quando la proprietà passò ai Savoia. Vittorio Amedeo II cedette la struttura al notaio Jean Charles, noto personaggio che nel 1706 era riuscito con la propria diplomazia e influenza ad allontanare i Francesi di Luigi XIV che assediavano Bard, dove era giudice reale. In tale occasione Charles venne anche nobilitato.

La famiglia Charles venne espropriata dei propri terreni con l'avvento della Rivoluzione francese e della Repubblica Subalpina: nel 1793, infatti, la proprietà venne concessa a un tale Pierre-François che la utilizzò per scopi agricoli.

Casaforte dei Vallaise de la Côte 

Castello di Suzey - Il castello di Suzey è un castello medievale oggi ridotto a rudere a monte della frazione Ivéry del comune di Pont-Saint-Martin, ai confini del territorio del comune di Perloz.

Sorge sopra Ivéry, rialzato su di un modesto sperone roccioso rispetto al villaggio, su di un promontorio molto amato dagli escursionisti e tutelato con la riserva naturale stagno di Holay per il notevole interesse floristico.  

Seppure sembra sia stato eretto precedentemente, il castello è citato regolarmente dal XIV secolo nelle ricognizioni feudali della nobile e potente famiglia dei Vallaise, famiglia che aveva vari possedimenti e castelli nella valle del Lys e nella bassa valle della Dora, tra Perloz, Lillianes, Fontainemore, parte di Pont-Saint-Martin e Arnad (non a caso, derivavano dalla famiglia De Arnado): questo castello veniva quindi a trovarsi alla periferia della giurisdizione dei baroni Vallaise e i nobili rampolli che vi soggiornavano non mancavano di dar sfogo ai loro peggiori istinti, tra prepotenze e angherie: si narra che, nel 1351, Domenico e Gottofredo di Vallaise rapinarono, rapirono e vi condussero in prigionia un agiato mercante di Ivrea, Pietro di Stria, per chiedere un riscatto alla sua famiglia, restando per questo impuniti.  

Il castello, oggi è completamente in rovina, era della tipologia dei castelli primitivi valdostani ed era caratterizzato da una torre, oggi distrutta, che secondo studi recenti viene definita a sezione circolare e dal diametro di 5 metri, e che potrebbe far risalire al XII o al XIII secolo

Le mura di cinta che la racchiudevano, oggi in parte soffocate dalla vegetazione e crollate, avevano forma irregolare per meglio adattarsi alle asperità del terreno. Ad esse, sul lato nord, si appoggiava il corpo abitativo principale, con mura di 80 centimetri di spessore.

Il corpo abitativo, probabilmente successivo di un secolo rispetto alle mura e alla torre, presentava un tetto a due falde, sovrastato da una merlatura sotto alla quale erano presenti i fori per lo scolo dell'acqua piovana. Al pian terreno eravi un unico ambiente, dotato di feritoie, mentre l'unico ambiente del primo piano era dotato di finestre e bifore. Nel sottotetto era ricavato un ulteriore ambiente illuminato dalle finestre ricavate dai due frontoni.

Il castello era anche dotato di una postierla che forse presentava un piccolo ponte levatoio. Sulle facciate nord e ovest erano le finestre quadre, aveva un ingresso principale con archivolto in pietra lavorata e, rialzata rispetto ad esso, si legge ancora una bifora la cui colonnina è andata perduta. A sud si rileva una finestra quadrangolare in pietra.

Pont de la Morette - E' un ponte pedonale di origine medioevale che scavalca una profonda gola formata dal torrente Lys e mette in comunicazione il capoluogo di Perloz con Remondin e la Tour d'Héréraz. 

Probabilmente, la gola era attraversata già in epoca pre-romana, e il sentiero conserva il nome di chemin de la Paroy: il ponte fu ricostruito più volte in legno a partire da spalle di pietra e calce, fino ad arrivare al ponte attuale, costruito interamente in pietra poco a monte del sito precedente e risalente al 1721. 

Al centro dell'attuale struttura sorge un piccolo oratorio con due affreschi, che fungeva anche da porta. Al ponte è legata una leggenda: l'eroe Gran Vignal di Perloz avrebbe sconfitto un drago che terrorizzava i passanti proprio nei pressi del ponte.

  
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