Saint-Rhémy-en-Bosses è
un comune
italiano situato
nell'alta valle
del Gran San
Bernardo, ad una
altezza di 1632
m s.l.m.
Saint-Rhémy
è l'ultimo
borgo prima del
confine
svizzero, a
circa 20
chilometri a
nord-ovest di Aosta.
Il
comune è
attraversato dal
torrente Artanavaz,
tributario del Buthier.
La
funzione di
centro abitato
più vicino al
colle sul
versante alpino
meridionale ha
caratterizzato
Saint-Rhémy nei
secoli. Il
toponimo latino
è Endracinum:
in epoca
romana sul
posto sorgeva un
importante mansio a
controllo della
strada, mentre
la villa del dominus Baucius
sorgeva poco
distante
dall'arteria,
sulla collina.
Subì
le invasioni
degli Unni,
dei Burgundi,
dei Longobardi,
dei Carolingi e
dei Saraceni,
passando di mano
in mano tra il VI al X
secolo. Secondo
la tradizione,
durante la
dominazione
burgunda il re Gontrano,
di passaggio per
la valle, si
fece battezzare
da San
Remigio
arcivescovo di
Reims nel
496 d.C., dando
quindi il nome
al paese.
Sul colle
sorgeva un
tempio al dio
salasso Pen (da
cui derivano il
nome le Alpi
Pennine), poi
sostituito dal
romano Giove:
infatti fin
oltre l'anno
mille questo
passo era
indicato con il
toponimo latino
di Mons Jovis.
L'arcidiacono di Aosta Bernardo,
incaricato di
amministrare i
beni del
monastero di Bourg-Saint-Pierre,
ha avuto
l'intuizione di
ripristinare
l'antico
tempio-rifugio
romano in vetta
al colle e
soprattutto di
dotarlo dei beni
fondiari
necessari al suo
sostentamento.
Ne è nata
un'istituzione
che ancora
oggigiorno è
meta di
numerosissimi
turisti e
pellegrini,
grazie all'opera
ininterrotta dei
Canonici
Regolari di
Sant'Agostino
che la
gestiscono:
particolarmente
interessanti e
preziosi sono il
museo e la
biblioteca.

La storia di
questo borgo è
dunque legata
alle vicende del
colle
soprastante, dal
quale
transitavano
pellegrini,
mercanti ma
anche eserciti
invasori,
l'ultimo dei
quali data 1800,
allorché
Napoleone
Bonaparte forzò
il passaggio
attraverso le
nevi
impressionando
le popolazioni
locali al punto
che due secoli
dopo la loro
principale
manifestazione
folcloristica,
il carnevale, si
svolge ancora
con le tipiche
maschere
ispirate alle
divise
dell'esercito
napoleonico.
In tempo di pace
l'importanza
economica del
colle si
traduceva nel
monopolio che
gli abitanti di
Étroubles e
Saint-Rhémy
avevano sul
trasporto dei
viandanti e
delle loro
mercanzie
attraverso il
passo del Gran
San Bernardo,
sancito da una
carta di
franchigia
datata 1273.
Queste
proto-guide
alpine hanno nei
secoli
costituito
l'epopea dei
Marrons, guide,
salvatori di
viandanti in
difficoltà e,
all'occorrenza,
incorreggibili
contrabbandieri.
Oggigiorno tutte
queste attività
non hanno più
motivo di
esistere, perciò
si punta molto
sul turismo, sia
estivo, grazie
ad una natura
imponente, sia
invernale,
attraverso lo
sfruttamento
della zona di Crévacol,
dove sono stati
installati
diversi impianti
per lo sci.
In
epoca fascista, il toponimo fu
italianizzato in San
Remigio dal
1939 al 1946.
Il toponimo fu
in seguito
ristabilito in Saint-Rhémy fino
al 1991, quando assunse la
forma attuale.
Monumenti
e luoghi
d'interesse
CHIESA
DI SAINT-RHEMY -
La
chiesa
parrocchiale di
Saint-Rhémy è
stata edificata
nel 1784 e
affrescata dai
fratelli
Stornone, di
Ivrea, nel 1898.
Gli arredi
liturgici sono
quasi tutti più
antichi della
chiesa stessa.
CHIESA
DI BOSSES -
La
chiesa
parrocchiale di
Bosses, dedicata
a San Leonardo,
situata vicino
al castello,
risale al
1861-1862 ed è
stata costruita,
sulle rovine
dell’antica
cappella di San
Leonardo, in
stile
neo-gotico.
Anche qui come a
Saint-Rhémy
hanno lavorato
per la
decorazione i
fratelli
Stornone di
Ivrea, nel 1864.
CASTELLO
DI BOSSES - Accanto
alla Chiesa di
San Leonardo
sorge il Castello di Bosses, castello di tipo monoblocco
del XIV-XV
secolo.
Risale al
1095 la
costruzione del
castello da
parte di Gerardo
de Bocha,
cavaliere e
signore del
luogo, che
possedeva tutti
i diritti
feudali di alta
e bassa
giustizia, nonché
quelli di
proprietà del
mulino, del
mercato e di
riscossione
delle gabelle.
L’armoniosa
costruzione, che
nella veste
attuale risale
probabilmente al
XV secolo, ha
pianta
rettangolare e
offre alla vista
la sua solida
struttura
monoblocco a tre
piani.
L’interno è
stato restaurato
ed è visitabile
in occasione di
mostre ed
eventi.

OSPIZIO
SAN BERNARDO - Intorno
al colle
del Gran San
Bernardo sorse,
nel Medioevo,
un sistema di
accoglienza per
i viandanti che
transitavano
sulla Via
Francigena.
Elementi
principali di
questa rete di
accoglienza
erano l'ospizio
dei Santi Nicola
e Bernardo sul
colle; i luoghi
di sosta
gratuiti (gli
ospizi di
Fonteintes, di
Saint-Rhémy, di
Saint-Oyen e di
Étroubles); gli
ospizi a
pagamento,
nei borghi
situati lungo la
strada; un
servizio di
guide alpine,
i cosiddetti marronier,
a cui era
demandato il
soccorso dei
viandanti in
difficoltà e la
manutenzione
delle strade; un
mercato dove
i viaggiatori
potevano
approvvigionarsi.
Istituti
ospitalieri sorsero
anche lungo la
strada da Aosta
a
Pont-Saint-Martin,
a Quart, Nus,
Chambave, Châtillon,
Saint-Vincent,
Verres, Montjovet, Bard e
Donnas.
La
prima
attestazione
dell’esistenza
di una struttura
religioso-assistenziale
alla sommità
del Mont-Joux,
cioè al passo
del Gran San
Bernardo, risale
al 1100, quando
Umberto II di
Moriana-Savoia
aumentò la
dotazione
originaria della
“ecclesia
Sancti Nicholai
Montis Iovis”.
A questa data,
quindi, esisteva
già sul colle
una chiesa
dedicata a San
Nicola;
purtroppo, le
fonti non
consentono di
stabilire né la
data precisa
della sua
fondazione, né
quella
dell’adozione
di funzioni
specificamente
ospitaliere. Il
primo esplicito
riferimento a un
edificio
ospitaliero si
trova nel diario
del
pellegrinaggio a
Roma e a
Gerusalemme
dell’abate
islandese
Nikulas di
Munkathvera, che
nel suo viaggio
da Thingor a
Roma (1.154
circa) utilizzò
il passo del
Gran San
Bernardo,
annotando la
presenza, in
cima al colle,
del “Bjanardz
spitali”.
La
fondazione
dell'ospizio del
Gran San
Bernardo,
collocata verso
la metà del
sec. XI, è
stata
unanimemente
attribuita,
dalla tradizione
erudita
valdostana
d’inizio
secolo,
all’arcidiacono
della Cattedrale
di Aosta San
Bernardo
d'Aosta,
morto negli anni
80 dell’XI
secolo
(presumibilmente
San Bernardo fu
originario della
Valle d'Aosta e
non di Menthon,
come vuole una
tenace
leggenda).
L'accoglienza
dei viandanti
tra il colle del
Piccolo San
Bernardo e Aosta
Un
analogo sistema
d’accoglienza
era sorto anche
sulla strada tra
il colle del
Piccolo San
Bernardo e Aosta,
dove, oltre
all’ospizio
sul colle, erano
presenti domus
hospitales in
località La
Balme (Pré-Saint-Didier),
a Morgex (sede
di un importante
fiera annuale,
oltre che del
mercato
settimanale) e a
La Salle.
Proseguendo
verso Aosta,
furono fondati
ospizi anche nei
pressi di
Arvier, in
località
Leverogne (sulle
pareti esterne
di questa domus
sono tuttora
visibili
decorazioni del
XV secolo
raffiguranti la
Cavalcata dei
Vizi e le Opere
di
Misericordia), a
Villeneuve e a
Sarre.
Non
ci è pervenuto
l'atto di
fondazione
dell'ospedale
del Piccolo San
Bernardo,
che è
attribuito a
un’iniziativa
dello stesso
Bernardo.
L’ospizio è
nominato per la
prima volta in
un documento
pontificio del
1145 (bolla di
Papa Eugenio
III). Il fatto
che, a meno di
60 anni dalla
morte di
Bernardo,
l'ospedale
avesse già
questa
denominazione,
fa supporre che
quanto si
tramanda circa
il suo fondatore
corrisponda a
verità.

Fonte
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