Diamante (Borgo)
(Cosenza)
  
 
  
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Diamante è un borgo turistico della Riviera dei Cedri noto per essere la città dei murales e del peperoncino.

Il centro storico, ricco di vicoli e larghi colorati, si fonde con la parte nuova del centro abitato a due passi dal mare, uno dei pochi casi in Calabria, dove solitamente la parte più antica è posta in altura.

Nel dedalo di strette vie e scalinate, le vecchie case si appoggiano le une alle altre come a sostenersi per il peso degli anni, rivelando clamorosi squarci di colore nelle pieghe più profonde.

Il paese è arroccato su uno sperone di roccia che si tuffa ripido nel mar Tirreno, ed è sorprendente passeggiare tra i vicoli e scoprire che è una sorta di galleria d'arte all’aperto, tra grandi pareti dipinte e poesie scritte sui muri.

La splendida Riviera dei Cedri ospita e custodisce Diamante, scrigno così raro da essere appellato come Perla del Tirreno.

Diamante. Già il nome affascina ed evoca tesori preziosi e luccicanti avventure marinaresche. La splendida Riviera dei Cedri ospita e custodisce Diamante, scrigno così raro da essere appellato come Perla del Tirreno. Per la bellezza del suo territorio, Diamante è stata scelta spesso come location per film cinematografici, fiction e programmi televisivi. Chi sceglie di visitare Diamante, resterà estasiato. Una spiaggia tutta da scoprire, con tante piccole insenature dotate di particolari colorazioni e consistenza e fondali sempre diversi fra loro.

La sua costa, caratterizzata da spiagge, calette e scogliere, ne fanno una delle principali mete turistiche della Riviera dei Cedri e dell'intera Calabria.

Di fronte alla spiaggia si può ammirare la splendida Isola di Cirella, una delle due isole calabresi, caratterizzata dalla presenza della Posidonia Argentata, che testimonia la purezza delle acque. Anche il borgo è uno spettacolo, grazie agli oltre 200 murales realizzati da numerosi artisti di fama internazionale che riempiono le pareti dei vicoli e delle stradine del centro. Ad agosto a Diamante si celebra l’Incoronazione dell’Immacolata Concezione. Secondo la tradizione, la statua della Madonna fu portata nell’omonima chiesa dai marinai di un bastimento che rimase bloccato nel porto del paese. Il giorno successivo, il parroco notò che la statua aveva cambiato postura, e che una delle mani era sollevata verso il cielo con tre dita aperte, segno di protezione verso Diamante. A seguito di questo miracolo la popolazione in festa impedì che la statua potesse ritornare sul bastimento.

Di interesse storico-architettonico si segnalano: i Ruderi di Cirella, il Complesso Monastico di Cirella, l'Antiquarium di Cirella, la Chiesa Matrice dell'Immacolata, la Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa di Santa Maria dei Fiori a Cirella.

Da non perdere una passeggiata sul Lungomare Alto, cuore del borgo, i concerti al Teatro dei Ruderi, i tantissimi Murales che si possono ammirare nei vicoli del centro.

Il nome del comune sembra essere proprio connesso col diamante, inteso come gioiello. Tuttavia non è noto il motivo per il quale venne adottato tale nome. 

Una fonte popolare, dal carattere fiabesco, asserisce che un corvo che si apprestava a bere dal torrente che bagna il paese subito a Nord del centro storico (chiamato per l’appunto torrente Corvino), abbia da esso pescato un diamante.

Fonti storiografiche diverse documentano insediamenti già dai tempi dei greci Focesi e dei Romani. Le prime notizie sulla nascita di un vero e proprio nucleo abitato nei luoghi di Diamante risalgono al 1500, allorquando il Principe Sanseverino ordinò la costruzione di una postazione difensiva per contrastare le incursioni saracene.

Intorno al torrione dei Sanseverino sorse più tardi una fortificazione del territorio ad opera del principe di Bisignano Tiberio Carafa, padrone dei territori di Belvedere Marittimo e di Diamante già dal 1622. Al termine delle scorribande turche, la popolazione dalle campagne si spostò verso il mare incrementando i traffici commerciali. Successivamente benestanti e commercianti napoletani, amalfitani e salernitani, e nobili famiglie, anche di origine spagnola vi si stabilirono per la posizione e l'amenità del luogo dando vita al centro abitato. 

Presto Diamante divenne un discreto centro per la pesca e l'agricoltura, grazie alla nutrita flotta e alla produzione del cedro (Citrus medica). Le caratteristiche particolari di questo agrume nella sua varietà denominata "Cedro liscio diamante", comunemente detto di Santa Maria del Cedro, (di grosso taglio e profumata, destinata in gran parte alla canditura), lo resero unico e conosciutissimo sul mercato mondiale, anche in virtù del profondo legame con i rabbini provenienti da tutte le comunità ebraiche del mondo, i quali giungevano ogni estate a Santa Maria del Cedro e sulla Riviera dei Cedri, per selezionare il cedro perfetto, ovvero il "frutto dell'albero più bello" (etrog), da utilizzare durante la festa dei Tabernacoli. Grazie alla sua massiccia esportazione verso Israele e gli Stati Uniti, dov'è ancora usato dai rabbini durante Sukkot, il cedro è diventato una risorsa economica consistente per l'intero territorio.

Scoprire il centro storico

I MURALES - C’è una particolarità che rende Diamante unica al mondo. Passeggiando per gli stretti vicoli del borgo ci si accorge subito che i muri indossano con eleganza gli splendidi colori di murales spettacolari. Sono infatti oltre 200 le opere d’arte dipinte sui muri del centro storico e della frazione Cirella, realizzate a partire dal 1981 da pittori ed artisti di fama internazionale. 

Ogni anno si accresce in numero dei murali con il progetto "Muralespanso" che aggiunge nuovi dipinti a quelli già esistenti. Ogni vicolo racconta una storia e ogni casa, con il suo murales, rappresenta uno spezzone di quella storia. Sono davvero tantissimi e non basta una giornata per ammirarli tutti, anche perché il numero dei vicoletti del centro storico è elevato. 

Per questa particolarità bisogna ringraziare Nani Razzetti, pittore milanese di origini ma diamantese di adozione, che ebbe l’idea di rendere speciale il centro storico di Diamante con la proposta di avviare un progetto per rivalorizzare il centro storico in modo originale e senza danneggiare l’estetica semplice e antica delle abitazioni. 

Nel mese di giugno del 1981 più di 80 pittori italiani e stranieri giunsero a Diamante e cominciarono ad abbellirlo con la loro arte. I muri del centro storico si trasformarono in grandi tele e oggi Diamante è considerato un vero e proprio museo a cielo aperto. Oggi, con i suoi bellissimi Murales, Diamante occupa il gradino più alto del podio nella lista delle “Cittàdipinte”, grazie al numero più alto di opere artistiche presenti.

MAUSOLEO ROMANO - Si tratta di un sepolcro monumentale di epoca imperiale, probabilmente del II-III secolo d.C., attualmente oggetto di studio e ricerca da parte del professor Carmelo Malacrino, direttore del museo nazionale di Reggio Calabria.

RESTI DELLA CINTA MURARIA DEL FEUDO - Lungo la strada che porta ai ruderi sono ancora presenti i resti delle mura con cui la famiglia baronale dei Sanseverino fece recingere, nella prima metà del XVIII secolo, la propria tenuta, detta appunto Feudo.

PALAZZO DUCALE - Costruito nel 1753 dai Catalano Gonzaga, è stato oggetto di restauro e trasformato in albergo. Nel cortile, a cui si accede da un ampio portale, si possono ammirare la scalinata, tutta in pietra viva, e i resti di un’imponente colonna in stile dorico-ionico.

I RUDERI DI CIRELLA - Situati a 172 mt sul livello del mare, sono i resti del nucleo abitativo di Cirella sorto all’incirca tra l’850 e il 1000 d.C. e cessato di esistere nel 1808, anno in cui il suo parroco Francesco De Patto, per ultimo, lasciò la Cirella collinare e “pazientemente se ne scese, cogli arredi sacri, alla sua Chiesa suffraganea di Santa Maria dei Fiori, alla Cirella nuova del Porto” (da un’opera di Cesare Consiglio, parroco di Cirella dal 1892 al 1917).  

TEATRO DEI RUDERI - Costruito tra il 1994 ed il 1997, è collocato tra i ruderi di Cirella vecchia e il monastero dei Minimi e ospita, durante la stagione estiva, spettacoli teatrali e musicali. Il teatro ricalca lo stile greco, pur essendo stato costruito tra il 1994 e il 1997.

TORRE DELL'ISOLA a CIRELLA - Costruita tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600, fu uno dei tanti presìdi costruiti sulla costa per difendere il territorio dalle incursioni turche. Un altro Apprezzo, eseguito nel 1615 da Giovan Battista Sapio, così descrive la torre: “Al presente in quella (isola) vi è fatta una Torre Regia di molta fortezza con pezzi artiglieria, et homini, che giorno e notte la guardano per socorrere il Mare, e Caricaturo e Vascelli, che ivi dimorano, e d’Estate se vi fa la guardia a piedi, ed a cavallo di notte in detto Mare se ci imbarcano li vini, che si raccogliono in detta Terra”.

FORTINO NAPOLEONICO - I soldati napoleonici occuparono Cirella di Diamante nel 1806 e vi eressero il Fortino, sistema difensivo strategico per la difesa dei punti nevralgici della costa.  

RESTI DI VILLA ROMANA - Sul promontorio di Cirella sono stati effettuati, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, dei lavori di scavo, grazie ai quali sono stati portati alla luce le fondamenta di un’antica villa romana, che si estendeva su un'area molto ampia.

MONASTERO DEI MINIMI a Cirella costruito nel 1545, e la chiesa annessa dedicata alla Madonna delle Grazie, furono abbandonati definitivamente dai frati francescani nel 1810, in seguito alla legge napoleonica sulla confisca dei beni del clero e la soppressione degli ordini religiosi. Nel 1617 il monastero era abitato da “monaci sacerdoti numero tre, Clerici cinque, e tre Abbati” (da un Apprezzo eseguito nel 1617 da Colantonio Svigliola per il S.R.C. di Napoli). Nel 2018 al termine di importanti lavori recupero e valorizzazione che hanno interessato l’intera area storico – archeologica, il Convento dei Minimi è tornato a rivivere come luogo di culto e al contempo come sede polifunzionale di importanti eventi culturali ed artistici.  

CHIESA IMMACOLATA CONCEZIONE - Costruita nel XVII secolo e restaurata nel 1787 e nel 1880. La decorazione è recente (1954), l'interno comprende una navata unica con un pregevole fonte battesimale e una cappella del Purgatorio. Il principe Tiberio Carafa fece suo l’onore di donare alla nuova chiesa la monumentale statua dell'Immacolata Concezione. La statua, alta circa 2 metri, fu scolpita su un tronco di ulivo ed è databile intorno al 1656.  

CHIESA DI SAN GIUSEPPE - Non si conosce l’anno di costruzione della chiesetta di San Giuseppe, ma si sa che sorse come cappella di famiglia, situata nel centro storico. Fino ai primi anni del 1900 era abbandonata e logorata. L’opera di ristrutturazione fu conclusa nel 1949 con l’acquisto della statua di San Giuseppe e facendo costruire un magnifico altare in marmo. Oltre la statua di San Giuseppe nel 1954 fu acquistata anche quella di Santa Rita. La chiesetta, più tardi, verso la metà degli anni sessanta fu decorata ed arricchita di due capolavori dal pittore siciliano Luigi Maniscalco raffiguranti La fuga in Egitto sul soffitto ed il Beato transito di san Giuseppe, fra Gesù e Maria, nell’interno della cupola.  

CHIESA DI SAN BIAGIO - Fu edificata verso l'inizio del 1800. All’interno sono conservati la statua lignea di San Biagio e, vicino al fonte battesimale, un dipinto forse del 1700, raffigurante la Vergine col Bambino fra due santi.  

CHIESA DI GESU' PASTORE - La prima pietra della chiesa dedicata a Gesù Buon Pastore fu posta il 3 Febbraio del 1984. Al suo interno conserva pitture dell'artista Nani Razetti raffiguranti Stazioni della Via Crucis e, sulla pala dell’altare maggiore, l'Ultima Cena. All'interno della chiesa è inoltre presente la scultura raffigurante il Cristo, opera dell'artista Mario Cirone.  

CHIESA SANTA MARIA DEI FIORI a CIRELLA - Sull’origine della chiesa, che pure deve essere alquanto remota, non si hanno notizie certe: nel citato Apprezzo dello Svigliola è testimoniata la sua presenza sulla costa nel 1617; inoltre, l’iscrizione incisa sul suo portale d’ingresso rappresenta la prova più tangibile della sua esistenza nell’anno 1637. Sono presenti colonne romane all’interno e all’esterno della chiesa, monumenti funebri della famiglia Catalano Gonzaga, acquasantiere in pietra locale lavorata, capitello in stile corinzio, portale in tufo del 1637, affreschi del XV e XVI sec. staccati dalla chiesa di San Nicola Magno di Cirella vecchia e dal Monastero dei Minimi, statua lignea della Madonna dei Fiori probabilmente anteriore al XVII secolo e completamente restaurata nel 1996.  

LUNGO MARE VECCHIO - I lavori del cosiddetto “lungomare vecchio” ebbero inizio nel 1965 in quanto l’afflusso turistico aumentava di anno in anno ed il tratto di strada adibito a passeggio e luogo d’incontro, si rivelò insufficiente. Dopo qualche anno, il lungomare fu allungato verso sud raggiungendo l’attuale Banca. Successivamente, questo, fu allungato ulteriormente fino a raggiungere la spiaggia della “Guardiola”. Affacciandosi dalla ringhiera del “lungomare vecchio”, da molti definito il salotto di Diamante, durante le notti con la luna piena si possono osservare le barche munite di lampare o gli agili pescatori che, saltando fra gli scogli, pescano i polpi e i ricci. Di giorno, invece, si può ammirare tutta la costa come trovandosi su una nave.

Nonostante l’innegabile bellezza, i pescatori e molti altri abitanti, al tempo della costruzione, non videro di buon occhio tale opera, poiché copriva molti scogli scombussolando così l’ecosistema locale. Il lungomare fu, comunque, un punto di svolta per il paese da una dimensione di piccolo borgo di pescatori verso l’era del turismo.

PARCO ENZO LA VALVA - A ridosso del centro storico di Diamante c'è il Parco La Valva (ex Corvino). Un'area verde lungo il corso del fiume Corvino che in pochi metri trasforma il paesaggio marino in un vero e proprio paesaggio montano. Immerse nel verde ci sono attrezzature sportive, una palestra, l'acquario multimediale, l'Accademia del peperoncino con l'Università del gusto.

TORRE DEL SEMAFORO - E' la torre che sovrasta il centro storico fu edificata come torrione di guardia nel XVI secolo da Girolamo Sanseverino, principe di Bisignano. Verso la metà del 600 con l’intensificarsi dei traffici commerciali fu adibita a sede di dogana. Verso la fine del 1800 la torre fu restaurata, sopraelevata e dotata di un’antenna di 40 m per essere usata dalla Marina mercantile per avvistamenti e come stazione ricetrasmittente per le segnalazioni telegrafiche. Nel 2016 la Torre è passata definitivamente dallo Stato al Comune di Diamante divenendo una struttura polifunzionale adibita a museo e sede di iniziative culturali e punto informativo turistico.

 Isolotto di Cirella

Il promontorio che propende verso il mare è stato da sempre considerato un presidio difensivo strategico. e ospita sulla sua sommità i resti dell'antica Cerillae. Si tratta di un antico borgo medievale, caratterizzato dalla tipica struttura arroccata dei centri bizantino-normanni dell'alto Tirreno calabrese; pianta simile presentano ad esempio Scalea e Amantea. Ceriallae fu una fiorente colonia della Magna Grecia. La menzione di un certo un Romanus Episcopus Cerellitanus nel Sinodo di Papa Martino I del 649 consente di sostenere che Cirella costituisse già un'importante sede diocesana della Calabria. L'abitato vero e proprio cominciò a svilupparsi intorno al IX secolo, quando le incursioni saracene lungo la costa spinsero gli abitanti a ricercare una posizione più sicura e facile da difendere. Il promontorio del monte Carpinoso era il punto ideale.

Nel 1806 un contingente di truppe napoleoniche assediò il borgo medievale, occupando la residenza dei duchi Catalano-Gonzaga che avevano ereditato Cirella. L'evento diede origine alla leggenda secondo cui il borgo fu assalito da formiche giganti, le quali divorarono gli abitanti del paese. Nel 1808, la marina britannica colpì con un violento bombardamento l'avamposto francese, compresa la torre che dominava l'isola di Cirella. L'abitato sul promontorio venne cancellato definitivamente, mentre gli abitanti superstiti decisero di ricostruire il proprio borgo sulla costa. I ruderi vennero usati da quel momento come cava di pietre e spogliate dei manufatti presenti. Oggi la vegetazione spontanea ha invaso i vicoli e le costruzioni dell'antico borgo, rendendo difficile il passaggio in alcuni punti.

Ruderi.jpg (461278 byte)TorreCirella.jpg (468591 byte)Ruderi2.jpg (297284 byte)Castello2.jpg (334986 byte)La città fu distrutta e ricostruita numerose volte nel corso dei secoli. La chiesa parrocchiale di S. Maria de Flores contiene un capitello medievale di stile corinzio, adibito a portacero pasquale, un busto ligneo della Madonna con Bambino del sec. XIII e opere varie provenienti da una chiesa di Cirella Vecchia. Verso la costa è visibile l'isolotto di Cirella con alla sommità rovine di antiche fortificazioni costruite per prevenire lo sbarco dei mori.  

Guardando in alto verso l'interno, su una altura, si scorgono le rovine di Cirella vecchia distrutta dalla flotta francese nel 1806. Sono interessanti in questo sito le rovine di un castello ed i resti di una chiesa con campanile romanico e residui di affreschi. Alle pendici del colle sono state rinvenute varie necropoli oltre al più noto Mausoleo di Cirella, una tomba monumentale di età romana poi adibita a edificio di culto cristiano per divenire successivamente deposito di prodotti agricoli.

Festival del peperoncino

Chi avrà scelto di visitare Diamante a settembre potrà assistere allo storico Festival del Peperoncino, un evento nato nel 1992 in occasione del cinquecentenario della scoperta delle Americhe, da dove iniziò l’importazione in Europa di questa spezia. Il Festival del Peperoncino è un vero e proprio viaggio alla scoperta di antichi sapori e di quelle tradizioni gelosamente custodite dai calabresi. 

Il centro storico ospita numerosi stand gastronomici dove è possibile assaggiare qualsiasi piatto a base di peperoncino, ma anche gustose pietanze della tradizione culinaria locale. L’evento dura una settimana e offre divertenti gare di abbuffate all’ultimo peperoncino ed molti altre occasioni di divertimento, come Mangiare Mediterraneo, Laboratori piccanti, cabaret, Rassegna del cinema piccante. Non per nulla a Diamante ha sede l’Accademia Italiana del Peperoncino che conta migliaia di associati in tutto il mondo.

Cedro

Diamante fa parte della Riviera dei cedri, fascia di territorio dell’Alto Tirreno Cosentino in Calabria, dove si coltiva il cedro, ed è proprio il cedro liscio di Diamante è uno dei prodotti che la rende conosciuta in tutto il mondo, tanto che vi è una massiccia esportazione del frutto verso Israele e Stati Uniti, dove è usato dalle comunità ebraiche in occasione della festa dello Sukkot.

Con il cedro si realizzano diverse specialità gastronomiche, come i bocconotti, dolci di pasta frolla farciti con la particolare marmellata di cedro. Grazie all’infusione della corteccia si ottiene il liquore al cedro, molto apprezzato dai buongustai. 

Infine si produce il cedro candito, ottenuto da un complesso procedimento di salamoia e i "penicilli", acini di uvetta aromatizzata avvolti nelle foglie del cedro, legati con un giunco e infornati, che anche Gabriele D'annunzio definì un'autentica delizia.

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