Guardia Piemontese e Scoglio della Regina di Acquappesa
(Cosenza)
  
 
  
  Video - Video 2 - Video 3


La Gàrdia, così denominata nel dialetto occitano che la contraddistingue, è un luogo insolito e particolare. Con una storia che affonda le sue radici tra il XII e il XIII secolo.

Già nota con il nome di Casale di Fuscaldo, chiamata in seguito Guardia FiscaldaGuardia dei Valdi e Gaurdia Lombarda, solo in anni più recenti ha preso la denominazione attuale di Guardia Piemontese.

L'aggettivo "piemontese" del nome fu aggiunto in epoca post-unitaria e deriva dall'origine prevalentemente valdese della popolazione locale, la quale - a causa probabilmente della povertà o dell'intolleranza religiosa e delle persecuzioni subite nelle proprie terre di origine - dovette fuggire alla ricerca di un luogo più sicuro e ospitale e si trasferì in Calabria dove popolò il paese di Guardia.

Altre comunità di valdesi si stabilirono in alcuni paesi vicini, a Montalto Uffugo, e a San Sisto dei Valdesi.

I Valdesi arrivarono in Calabria tra il XII e il XIII secolo dal Regno d'Arles, dalla Provenza, dal Delfinato e dal Piemonte (valli occitane della Val d’Angrogna e dalla Val Pragelato). Gli abitanti di Guardia Piemontese vissero senza conflitti per due-tre secoli con le comunità cattoliche circostanti. Dopo la loro adesione alla riforma protestante il cardinale Michele Ghislieri (“Grande Inquisitore” e futuro papa Pio V), deliberò che venissero annientati sia i valdesi del Piemonte sia quelli della Calabria. Scatenò così contro di loro una crociata e li sterminò.

La persecuzione religiosa si portò fino nella parte antica di Guardia (il cosiddetto “paese”) con scontri e violenze e l'uccisione di gran parte della popolazione, comprese donne e bambini. I pochi superstiti scampati al massacro furono costretti alla conversione. Rimane a tal testimonianza la porta del sangue, chiamata così dal 5 giugno 1561, oltre ai nomi delle strade che ricordano tali fatti storici. Una testimonianza diretta dei fatti cruenti di quel sanguinoso giugno 1561 è contenuta in tre lettere scritte da un abitante di Montalto.

Nel 1927 venne fuso con il comune di Acquappesa, formando il nuovo comune di Guardia Piemontese Terme. Recuperò l'autonomia nel 1945.  

Il guardiolo, o lingua guardiola, molto vivo nel centro storico, costituisce l'unico esempio di lingua occitana nel meridione italiano ed è isolata rispetto all'area nativa che consiste sostanzialmente nella Francia meridionale. Altre aree occitanofone sono le valli occitane del Piemonte.

Fino agli anni cinquanta era possibile riscontrare tre tipi di guardiolo, corrispondenti a tre quartieri diversi del pur piccolo centro storico e giustificati dalle diverse Regioni da cui originavano le popolazioni delle diverse aree del paese.

Il centro storico di Guardia si articola in numerosissimi vicoli la cui pavimentazione è formata da un insieme di pietre. Vi è una torretta di avvistamento, facilmente ravvisabile anche dal "paese marino". Nel piazzale antistante la torretta vengono messi in scena vari tipi di spettacoli.

Chiesa di Sant'Andrea apostolo - Dedicata al Patrono di Guardia Piemontese. Interessante da vedere è il portale di tufo sormontato dallo stemma di Guardia Piemontese La Torre.

Chiesa del Santissimo Rosario, ex convento dei Domenicani - Fondato dai domenicani nel 1600 e consacrato nel 1616. Di notevole pregio artistico è l'antico coro ligneo, scolpito a mano alla metà del XVII secolo. Esso è composto da 33 scanni, divisi in due ordini di posti: 21 superiormente e 12 più in basso. 

I braccioli degli scanni rappresentano figure femminili. I pannelli, meravigliosamente scolpiti, sono divisi da alte colonne.

Alle spalle dell'altare si trova la tomba di Mario Spinelli, figlio del marchese Salvatore Spinelli, morto nel 1636. Le mura sono abbellite da tipiche e antiche tele su cornici artistiche (presumibilmente del sec. XVI) e da colossali e vivaci affreschi.

Porta del sangue - Porta principale d'ingresso il cui nome ci rimanda immediatamente ai giorni della repressione. Il sangue dei Valdesi uccisi in loco, nella notte del 5 giugno 1561 dal castello si riversò nelle viuzze, fino a oltrepassare la porta principale d'ingresso che dal 1561 venne chiamata La porta del sangue. È composta prevalentemente da ciottoli di diversa grandezza, frammenti di laterizio e di pietre rozzamente squadrate legate con malta di diverso spessore.

Porta Carruggio - Piccola porta secondaria d'accesso dell'antico sistema murario di Guardia Piemontese. Si trova a poche decine di metri dalla Porta del Sangue, un tempo principale porta d'accesso al sistema murario cittadino. Il basamento della terza porta, ormai scomparsa, si trova inglobato nel muro esterno di un palazzo sito sulla Via Panoramica, circa all'opposto di Porta Carrugio.

Porte con spioncino - Antiche porte munite di spioncino apribile solo dalla parte esterna, imposte dall'Inquisizione dopo la strage del 5 giugno 1561. Lo spioncino consentiva ai frati domenicani giunti a Guardia Piemontese nel XVII secolo di controllare la vita pubblica e privata degli ex eretici scampati al massacro e convertiti con la forza al cattolicesimo. Di queste porte se ne può visionare una, restaurata, presso il Museo Valdese e almeno tre in giro per il centro storico.

Portale Palazzo Spinelli - Antica residenza estiva del marchese Salvatore Spinelli feudatario di Fuscaldo alla cui giurisdizione apparteneva il territorio di Guardia. Oggi rimane soltanto il portale e in alto è raffigurato lo stemma della famiglia Spinelli: un cigno sormontato da una corona.

Roccia di Val Pellice - Posta nella Piazza Chiesa Valdese, così denominata perché ivi anticamente sorgeva il tempio valdese. Un lastrone di roccia alpina a specchio è collocato su una base di cemento armato. Fu portato dai monti di Torre Pellice nel 1975. Vi è incisa una scritta molto significativa per il popolo guardiolo, tratta dal versetto del profeta Isaia ): «Considerate la roccia da cui foste tratti»

Sotto la Roccia è stata posta una lapide, su cui sono riportati i 118 nomi dei martiri guardioli uccisi il 5 giugno 1561.

Torre di guardia - Risalente intorno all'anno 1000. Come tutte le torri ubicate sui promontori della costa aveva la funzione di segnalare l'eventuale presenza di navi saracene, che in quel periodo infestavano il Mediterraneo.

Bassorilievo - Opera dello scultore Giuseppe Tarantino. Offerto al comune di Guardia Piemontese dalla Regione Piemonte su richiesta del Presidente dell'Associazione Piemontesi nel mondo di Pinerolo Michele Colombino. Rappresenta la storia dell'emigrazione piemontese ma anche di quella calabrese. Inaugurato il 17 luglio 2000, rappresenta per il popolo guardiolo la continuità delle proprie radici che lo legano anche al Piemonte.

Statua di Padre Pio - Posta in località Manca. Posa in opera il 28 maggio 2000.  

Il Museo valdese di Guardia Piemontese del Centro culturale "Gian Luigi Pascale" è stato riaperto nel 2011, proprio nel 450º anniversario della strage dei valdesi in Calabria e in Puglia. È aperto al pubblico previo prenotazione. Per le scuole calabresi è un importante punto di riferimento per approfondire la storia delle minoranze in Calabria.

Museo Multimediale Occitano - Inaugurato il 22 gennaio 2011, è un museo dedicato alla conoscenza della storia e della cultura guardiola attraverso la visione di documenti video e reportage del borgo occitano. Il museo è dotato di biblioteca libraria e multimediale, di una sala espositiva, di una sala formativa, di una sala conferenza. Offre un percorso multimediale sulla storia e cultura occitana in Europa, in Italia, e nel comune di Guardia Piemonte.

È presente una ricca biblioteca, con numerosi libri di narrativa, storia e cultura, con una sezione dedicata alle tre minoranze linguistiche presenti in Calabria: quella occitana, quella grecanica e quella albanese.

Il Museo Multimediale è un punto di riferimento per chi volesse immergersi nella storia di questo luogo e di questa comunità. Effettuata la visita l’avventore potrà prendere nota dei vari testi tematici presenti e/o dedicarsi alla loro lettura.



Scoglio della Regina di Acquappesa

Sebbene venga ormai da tutti considerato parte del paesaggio balneare di Guardia Piemontese (CS), lo Scoglio della Regina appartiene in realtà al comune poco più settentrionale di Acquappesa (CS), più precisamente alla località Intavolata. La conformazione rocciosa, che si erge per circa 20 metri sopra il livello del mare, era conosciuta sin dall'antichità come Petra Majura. Un tempo era circondata solo in parte dal mare, oggi invece ne risulta completamente circondata, posizionata poco lontano dalla riva e raggiungibile in poco tempo da chi si diletta nell'attività natatoria.  

Allo Scoglio della Regina sono legate varie leggende che ne hanno dato il toponimo, tramandate da generazione in generazione fino ai giorni nostri.

La più conosciuta è quella legata al viaggio di due sovrani, probabilmente Edoardo II di Inghilterra e la regina consorte Isabella di Francia. Isabella, descritta come una donna di grande fascino e prestigiosa intelligenza diplomatica, si era unita in matrimonio al re di Inghilterra Edoardo II nel 1308. Nei primi anni di matrimonio, però, i due non riuscirono ad avere eredi, una condizione che cominciava a sviluppare malumori e voci a corte, tutti convergenti sulla possibile sterilità della regina.

Succede che i due regnanti durante un viaggio nel Tirreno, intorno ai primi mesi del 1312, navigarono lungo il litorale calabrese e qui dovettero gettare l’ancora a causa del mare in burrasca.

Durante quel soggiorno forzato, Isabella di Francia esplorò il territorio. Trovò delle acque calde (il torrente Bagni) nelle quali cominciò a fare dei bagni e un giorno si imbatté in quel grosso faraglione sulla spiaggia che la lasciò senza fiato. Qualche giorno dopo la sovrana si accorse di essere incinta, di aspettare quell’erede che lei e il marito tanto desideravano.
Re Eduardo II e la regina Isabella brindarono alla nascita di Edoardo III il 13 novembre dello stesso anno, il prim

 dei loro quattro figli. Da quel giorno gli abitanti del posto, emozionati da ciò che era accaduto, cominciarono a chiamare il faraglione sulla spiaggia lo Scoglio della Regina.

Una seconda leggenda, altrettanto affascinante, ha come protagonisti ancora due sovrani.
Un non meglio specificato re viveva nei pressi dell’odierno territorio di Acquappesa e attraversava un lungo periodo di tristezza e insoddisfazione. Neppure le guerre vinte e l’amore della moglie riuscivano a rasserenare il suo animo. Così una mattina decise di partire a bordo di un veliero per un rischioso viaggio in mare.
Salutò la consorte giurandole che sarebbe rientrato presto e che il suo ritorno sarebbe stato preannunciato da un bagliore scarlatto all’orizzonte del mare. La regina trascorse ogni sera in riva al mare, per settimane, mesi, anni, in attesa della propria metà. Invano.

Così una sera, in preda alla disperazione, decise di scalare il faraglione per scorgere meglio l’orizzonte, ma cadde finendo tra le onde del mare in tempesta che la portò via per sempre, insieme al marito.
Gli acquappesani tuttora narrano che i tramonti più rosseggianti dell’anno, di là dello Scoglio della Regina, siano proprio dovuti all’incontro delle anime del re e della regina che nella morte riuscirono finalmente a riabbracciarsi.

Fonte: