Di
notevole valore escursionistico e paesaggistico è la Riserva Naturale Regionale
delle Valli Cupe con
i suoi canyon, monoliti, alberi secolari e le cascate dei fiumi Campanaro e
Crocchio.
Il
Canyon Valli Cupe è unico in Europa nel suo genere e custodisce la rarissima
felce bulbifera. Gli altri canyon sono Melissano, Inferno, Gole del Crocchio,
Catoie-Barbaro e Raga. Il monolito più importante è Pietra Aggiallu alto circa
18 metri. Gli alberi secolari sono il Gigante Buono di quasi 9 metri di
circonferenza, il Gigante Greco e i Giganti di Cavallopoli.
Tra
le innumerevoli cascate si annoverano le cascate Campanaro, Rupe, Allori,
Salice, Muschi, Chiusa, Chiusetta, Rovetto, San Basile, Crocchio, Cavallopoli e
quella dell'Inferno che con le sue profonde gole e i suoi vetusti platani
orientali è ritenuta una delle più suggestive.
La
fondazione ufficiale di Sersale risale al 3 agosto del 1620, per merito di 13
coloni di Serrastretta che, il 3 agosto del 1620, ricevettero in enfiteusi dal
Barone don Francesco Sersale, duca di Belcastro, parte del suo feudo di Zagarise
e vollero chiamare il loro insediamento "Sersale" in onore della
storica famiglia patrizia napoletana e di Sorrento.
Dopo
pochissimi anni dalla fondazione il borgo aveva attirato decine e decine di
famiglie provenienti in gran parte dalla cittadina dei fondatori e da Scigliano,
centro della Presila cosentina
che qualche secolo prima aveva dato origine a Serrastretta.
La
zona dove ora sorge Sersale era già abitata in estate da pastori provenienti
dal Reventino,
infatti sembra che due edifici dell'attuale centro storico esistessero già nel
1538.
La
storia del territorio di Sersale affonda le radici nel periodo greco e romano,
come dimostrato dagli scavi archeologici nelle località Borda e Marina di
Sersale. Di una certa rilevanza sono degli sporadici ritrovamenti del periodo
preistorico.
Del
periodo medievale risalgono i monasteri italo-greci
dei Santi Tre Fanciulli, del IX secolo, in località Casalini-Castania, Santa
Maria della Sana, dello stesso periodo e fra i più importanti in Calabria, sito
nell'omonima località sulle pendici del Monte Raga, e San Nicola, in località
Trebisina-San Nicola, nel 1230 trasformato in castello dai conti Falluch di Catanzaro per
ordine di Federico
II.
Nel
monastero dei Santi Tre Fanciulli nel 1217 soggiornò per un certo periodo papa
Onorio III.
In
località Monacaria dove ora rimangono pochissimi resti sorgeva l'importante
monastero florense di
Santa Maria d'Acquaviva o di Monacaria, costruito nel 1194 direttamente da Gioacchino
da Fiore insieme al discepolo Pietro da Cosenza. Anche se rimangono
poche tracce fu considerato uno dei più importanti monasteri florensi del
massiccio silano. In località Catoie e colle Orlando, sul confine con il comune
di Zagarise, si trovano ancora i resti della città di Barbaro che solo per una
piccolissima parte interessa il comune di Sersale, mentre i colli e i toponimi
che ricordano i paladini di Carlo Magno ricadono interamente nel territorio
sersalese.
Cascate
del Crocchio
Un
centinaio di spettacolari cascate alte fino 100 m è immerso in
una cornice di vegetazione lussureggiante di tipo subtropicale, dove è
possibile vivere l’esperienza unica di un bagno in acque limpide e
incontaminate, alimentate da torrenti che scendono impetuosi attraverso le
pendici montuose fino a raggiungere le acque cristalline del mar Ionio.
La
Cascata dell’Inferno è una delle più suggestive della Riserva: si trova
infatti incastonata in una stretta gola con una pozza molto profonda.
Di
particolare valore naturalistico sono poi la Cascata delle Rupe,
spettacolare salto d’acqua inciso in roccia granitica, arricchita dalla
presenza di due felci tropicali molto rare (la Felcetta
lanosa e la Pteride
di Creta) e le Gole del Crocchio, nel tratto montano
dell’antico fiume Arocha, dove tra l’altro è possibile ammirare la Felce
regale, preziosa e rara pianta di antichissima origine e di grande
valore botanico.
Le
profonde Gole del Crocchio sono scavate fra suggestive pendici
rocciose sovrastate da un ricco manto boschivo. Il corso selvaggio del fiume
Crocchio forma spettacolari salti d’acqua, intervallati da profonde e larghe
pozze — conosciute con il termine dialettale di vulli —
dove, almeno in estate, chi ama l’ebbrezza del contatto con le acque limpide e
pure dei torrenti montani, può fare un rinfrescante e salutare bagno.
Sulle
sponde del fiume è presente una ricca vegetazione ripariale con ontano, salice
e qualche alloro, accompagnata da una lussureggiante presenza della rarissima
Felce regale (Osmunda
regalis), che contorna grossi massi e lastre di pietra granitica.
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