Soverato
(Catanzaro)
  
  
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Soverato, incastonata come una perla nel Golfo di Squillace, sorge su una pendice collinare tra le valli dell'antico Caecinus, odierno Ancinale, e quelle del torrente Beltrame.

La baia di Soverato rappresenta l'insenatura più interna del Golfo di Squillace da cui parte l'istmo di Catanzaro.

Soverato è suddivisa in tre zone contingenti, la prima sulla costa (Soverato Marina), la seconda in bassa collina, poco distante e leggermente distaccata dalla prima (Soverato Superiore) e la terza, alla stessa altezza della seconda, rappresenta quel che rimane della vecchia Soverato, distrutta dal terremoto del 1783 (Soverato Vecchia), risalente al IX-X secolo. La popolazione è prevalentemente accentrata nella parte bassa della cittadina.  

L'attuale nome della Città, secondo tradizione, deriva dall'albero del sughero presente in grande quantità all'interno del territorio comunale e nelle zone limitrofe, quest'ultime un tempo parte del territorio di Soverato e oggi appartenenti ad altri comuni .

In località San Nicola sono presenti una serie di tombe a grotticelle risalenti a una probabile colonizzazione sicula della costa ionica calabrese durante l'età del bronzo. Alcuni reperti archeologici rinvenuti nel XX secolo sono oggi conservati presso il museo del Parco archeologico di Scolacium.  

Con l'arrivo dei coloni Greci dell'Attica sulla costa ionica, Soverato passò sotto il dominio di Skylletion, e secondo tradizione locale il centro abitato che si andò a formare prese il nome di Poliporto. Nel XX secolo è stato rinvenuto un tesoretto di monete greche di diverse città – Corinto, Crotone, Elea, Eraclea, Locri, Metaponto, Siracusa, Taranto– risalenti al IV-III secolo a.C., esposte oggi nel museo del parco archeologico di Scolacium. Nel periodo romano, sembra che nella marina di Soverato ci fosse un porto, ma non tutti gli studiosi sono concordi su questo punto. Comunque, sulla spiaggia in località San Nicola, sono stati ritrovati resti di basamenti di magazzini (horrea), in seguito trasformati in cave per macine, che vengono alla luce in occasione di mareggiate. Nello stesso posto, poi, furono rinvenuti i resti di un grosso dolium (recipiente in cui gli antichi conservavano il vino, il grano, o altri prodotti di uso quotidiano) e di alcune monete romane. Secondo leggende locali, durante le Guerre Puniche tra Soverato e Montepaone ebbe luogo una battaglia tra gli eserciti di Annibale e Claudio Marcello.  

La nascita dell'antica "Suberatum" sul colle vicino all'attuale Soverato Superiore, risale probabilmente tra il IX e il X secolo, quando i saraceni fondarono emirati lungo le coste calabresi (nel 904 d.C. venne conquistato l'avamposto bizantino di Squillace e fu fondato l'omonimo emiro) e quindi il popolo necessitava di un luogo protetto lontano dalla costa per sopravvivere alle costanti incursioni (inoltre cronache calabresi e bizantine riportano che il generale bizantino Niceforo Foca avesse fatto emanare un decreto, secondo il motto "Ascendant ad montes", il quale stabiliva l'obbligo di trasferimento dei centri costieri in zone interne più sicure, al fine di contrastare le incursioni). Un antico manoscritto del 1096 segnala la presenza di un mulino "…in territorio Suberati". È probabile che il nuovo villaggio sia stato fondato sulle rovine di un antico castrum romano o di una fondazione bizantina (kastron o kastellion), secondo il racconto di un manoscritto tratto dall'Archivio Marincola e datato 1570.  

In seguito alle Guerre Bizantino-Normanne, la Calabria passò sotto il dominio della casata Altavilla. Soverato probabilmente divenne normanna dopo la definitiva caduta di Squillace nel 1059 e appartenne forse al neocostituito feudo, assegnato prima a Guglielmo e poi al Gran Conte Ruggero: il feudo di Squillace era infatti l'unica " Universitas della zona, cioè un Comune con personalità giuridica e autonomia amministrativa, mentre gli altri centri erano casali; tra questi, anche Petrizzi e Argusto appartenevano alla sua giurisdizione.  

Durante questo dominio, iniziato verso il 1194, si hanno notizie più dettagliate sui vari feudatari di Soverato; a Ferdinando Passalacqua, nel 1213, Federico II concesse il feudo di Soverato e gli diede l'investitura da cavaliere. Ferdinando fu capostipite di una famiglia che godette nobiltà fino all'avvento degli Angioini (1266).

In un documento di età angioina il quale attesta la cessione di Soverato alla famiglia Passalacqua, il paese viene riportato come oppidum, ovvero come insediamento cittadino fortificato.  

Nel 1271 Soverato passò per accordi con il re Carlo I dalla famiglia Passalacqua a Giovanni De Montfort-Castres e al fratello Simone, feudatario anche del feudo di Satriano e della Contea di Squillace; negli anni a seguire si verificò un continuo avvicendarsi di signori feudali,, legati, ora agli Angioini, ora agli Aragonesi. Verso la fine del XIII secolo, ai De Montfort-Castres subentrò Giacomo II Castrocucco su concessione di re Carlo II; dopo un breve periodo sotto l'egida della Baronia di Mileto (famiglia Sanseverino), nel 1317 il paese passò a Tommaso Marzano, I conte di Squillace, e ai suoi successori; nel 1436 Antonio Marzano lo concesse a Guglielmo dei Passalacqua, famiglia che dopo oltre due secoli ne riotteneva il possesso.  

Il 1443 segnò l'avvento del dominio Aragonese; durante il regno di Alfonso I, Guglielmo perse il feudo, forse per ribellione o per altri intrighi di corte, e il re lo concesse a un certo Valentino Claver. In seguito, per alcuni anni Soverato, come molti centri calabresi, fu Comune demaniale. Nel 1483 passò a Federico d'Aragona. A partire da questa data si hanno notizie abbastanza precise circa l'ampiezza della popolazione, numerata per fuochi, ovvero per nuclei familiari.  

Nel 1494 Soverato fu donata in dote dal padre Alfonso II, nuovo re di Napoli, alla figlia Sancia d'Aragona, andata in sposa a Goffredo Borgia, figlio di papa Alessandro VI; a quel tempo il paese faceva parte del Principato di Squillace. I Borgia lo mantennero per quasi un secolo.

Attorno al 1490 padre Francesco Marini da Zumpano fondò il monastero della Pietà (oggi territorio di Petrizzi), che divenne centro della riforma Agostiniana propugnata dallo stesso Marini. A lui si deve anche la presenza della Deposizione marmorea, detta Pietà, scolpita a Palermo nel 1521 da Antonello Gagini, oggi conservata nella chiesa matrice della città.  

Intorno alla seconda metà del 1500, per porre rimedio alle frequenti incursioni saracene, Carlo V, anche Re di Sicilia ultra farum, ordinò la costruzione di torre costiere a protezione dei centri abitati; tre di queste erano situate nel territorio di Soverato: la Finibus Terrae a Montauro; la Santa Maria di Poliporto, più nota come torre di Galilea o torre di Carlo V, sullo sperone di Spina Santa (l'attuale Panoramica di Soverato); la torre Ravaschiera, nel territorio di Satriano

Durante questo secolo Soverato giunse alla sua massima espansione territoriale: il suo territorio si estendeva dalla foce del fiume Vetrano (Beltrame) a quella del fiume Ancinale, e comprendeva anche l'entroterra, fino a Gagliato, Argusto, Petrizzi, Montepaone e Olivadi, per poi riscendere lungo l'Ancinale passando per il bivio di Turrati. Inoltre in poco più di un secolo, dal 1447 al 1561, il borgo aveva segnato un costante incremento della popolazione: dai 425 fuochi del 1447, il paese ne registrò 450 nel 1545 e 575 nel 1561. Ebbe fama il dotto predicatore fra' Giacomo da Soverato, monaco cappuccino, che fu padre provinciale e "diffinitore generale" dell'Ordine. Morì a Napoli nel 1594.  

Il 10 settembre 1594 Scipione Cicala, pirata Turco di origini genovesi, arrivò con novanta galere, risalì il fiume fin sotto le mura del paese e lo attaccò brutalmente, bruciando case, uccidendo abitanti e depredando beni. Durante il trasporto dei beni sulle navi una grossa campana d'oro, probabilmente della chiesa matrice del paese, cadde nel fiume e non fu mai ritrovata.  

Dopo oltre un secolo di possesso ininterrotto, i Borgia cedettero il feudo di Soverato. Nel 1607 Soverato risulta appartenere agli Scoglio, un'agiata famiglia di mercanti che risiedevano a Catanzaro; nel 1610 il feudo passa ai Marincola, famiglia di origine Aragonese, che nel 1625 lo ricedette ai Loffredo; nel 1629 il paese fu concesso alla famiglia Falco; i Marincola lo riacquistarono nel 1634, e lo mantennero fino al XIX secolo.

Questo periodo fu segnato da una serie di forti terremoti, tra i quali quelli del 1627 e dell'28 marzo e 8 giugno 1638, e soprattutto quello del 1659, che misero a dura prova la sopravvivenza del piccolo villaggio provocando una diminuzione costante del numero di abitanti: 510 nel 1635, 315 nel 1648, 195 nel 1669 e appena 110 nel 1679, che rappresenta il minimo storico nella vita di Soverato. Tuttavia, il villaggio ebbe una pronta ripresa demografica, e in poco più di un decennio, dal 1679 al 1691, raggiunse le 300 unità che mantenne fino al 1783.  

Il 28 marzo del 1783 un violento terremoto scosse l'intera Calabria, sin dalla notte violente scosse che a volte durarono anche più di due minuti rasero al suolo interi paesi, tra cui Soverato. I danni, stimati in Ducati, furono altissimi: perciò agli abitanti di Soverato convenne rifondare nuovamente il paese, piuttosto che recuperare la somma per ricostruire le case distrutte dal terremoto. Il nuovo centro venne fondato su una vicina collina chiamata Arizzone e prese il nome di Soverato Nuovo. Nonostante i gravissimi danni materiali, Suberatum subì solo una perdita umana su 303 abitanti.  

Finita la costruzione del nuovo paese Soverato continuò ad espandersi ritornando anche sulla costa dove già nel XVIII secolo esisteva una piccola comunità di pescatori. Quest'area abitata dai pescatori, l'attuale Soverato Marina, risultava nei libri parrocchiali già dal '600 come Santa Maria di Poliporto o "Paleporto".

Fino al 1806, anno dell'eversione della feudalità ad opera dei francesi la città fu sotto l'amministrazione dei duchi di Petrizzi.

Lo sviluppo di Soverato avvenne dal 1875 in poi quando venne costruita la ferrovia della linea Taranto-Reggio Calabria e gli amministratori dell'epoca decisero di trasferire, nel 1881, la sede municipale da Soverato (Superiore) alla Marina.

Durante il primo decennio del '900 fu di passaggio dalla città il salesiano Michele Rua, primo successore di Don Bosco, che era in cerca di una terra per poter edificare una nuova opera Salesiana. Grazie alla baronessa Scoppa, la quale donò una delle sue terre, venne posta la prima pietra per la nuova opera Salesiana che vedrà la luce nel 1908, prima come Chiesa e in seguito come Istituto scolastico con indirizzo classico, diventando il più grande istituto Salesiano del Sud Italia per anni.

Durante la Seconda Guerra Mondiale in località Santicelli sorse un avamposto tedesco con cannoni di contraerea, a causa di quest'ultimi la città venne bombardata diverse volte.

Nel 1947, già piegata dal dopoguerra, fu scossa da un violento terremoto (con epicentro a Satriano) che rase quasi al suolo i paesi limitrofi, ma arreco non ingenti danni alla cittadina che riuscì a superare in poco tempo.

Fino a metà del XX secolo Soverato vide lo sviluppo di varie attività commerciali e piccole industrie nonché la nascita di campeggi e hotel, e quindi un incremento turistico, che le valse il nome di "Perla dello Ionio".

È stata dichiarata città dal presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1974.

La notte tra il 9 e il 10 settembre del 2000, una disastrosa alluvione colpì la parte nord di Soverato, facendo straripare il torrente Beltrame, distruggendo il Camping "Le Giare" e provocando 12 morti e 1 disperso.

Architetture religiose

Duomo di Maria SS Addolorata - A seguito del disastroso terremoto del 1783 che distrusse l'antico borgo fortificato oggi chiamato Soverato Vecchia (o antica), gli abitanti di Soverato decisero di stabilirsi sulla collina antistante all'ormai distrutto centro abitato. Una dei primi edifici a essere costruiti fu la chiesa, che, una volta terminata, venne consacrata a Maria della Pietà, in memoria dell'antica chiesa matrice dell'antico borgo. Dai primi anni del XX secolo circa, la chiesa iniziava a risultare come "Chiesa di Maria SS dei Sette Dolori" e in seguito come "Chiesa arcipretale di Maria SS Addolorata" (notizie conosciute in seguito ai bolli ufficiali della parrocchia).

La chiesa subì un primo restauro, dopo più di cento anni, nel 1891, come riporta una targa all'interno di una navata, che cambiò la struttura interna della chiesa e una seconda nel 1984-85 con aggiunta di decorazione a opera del prof. Saverio Presta

La facciata richiama le costruzioni delle chiese del periodo neoclassico: la parte superiore presenta un timpano e sotto di esso una trabeazione. presenta nella parte inferiore 5 lesene e un portone con tre gradini.

Il campanile originariamente era a cuspide e in seguito sul retro venne aggiunta una navata.

Originariamente la chiesa presentava una singola navata, a cui venne aggiunta nel XX secolo una seconda tra campanile e sagrestia, e il tetto a capriate in legno, coperto in seguito dal soffitto a cassettoni.

Duomo2.jpg (243558 byte)Nella navata principale sono presenti 7 edicole con all'interno i Santi Francesco da Paola, S. Giuseppe, S. Rocco, S. Alfonso, S. Giovanni Battista, S. Rita e S. Antonio e sopra l'altare si trova l'edicola con la statua della Patrona della città Maria SS Addolorata (XVIII sec.). 

Nella navata laterale è presente l'altare del Sacro Cuore di Gesù, la cappella della Pietà e un Crocifisso Ligneo del XVII sec.

Sono presenti anche una pala policroma dell'antico altare (demolito nel 1970), datata 1740, proveniente da una delle chiese di Soverato Vecchia e una fonte Battesimale in pietra proveniente dalla chiesa matrice dell'antico borgo fortificato.

Chiesa di Sant'Antonio di Padova - fondata nel 1908 dal beato Michele Rua fu progettata dall'ingegnere Salvatore Sciuto Patti (Catania, 1877 - Bologna, 1926) in stile neogotico.

Istituto Salesiano - progettato dall'ingegnere Alberto Bedarida (Mondovì, 1890 - Pentone, 1933) in stile razionalista.

Chiesa dell'Immacolata - costruita nel 1963 per volere della Curia Vescovile.

Chiesa del Rosario - costruita agli inizi del XX secolo a opera della famiglia Marincola. la costruzione avvenne sopra l'antica chiesa dei pescatori di cui non rimane traccia, di probabile datazione al V secolo d.C..

Chiesetta di Maria SS di Portosalvo (o dei pescatori) - costruita ex voto dalla famiglia Caminiti nel 1908.

Architetture militari

La Torre di Carlo VTorrazzo, è una torre di avvistamento eretta tra la fine del secolo XVII e i primi del seguente, per la difesa del Regno contro gli attacchi dei pirati. Si erge solitaria affacciata sul Mar Jonio, su di uno sperone a nord di Soverato, seppure ormai assediata da agglomerati urbani.

Castello di Soverato - probabilmente un castello di epoca Moderna, ciò che ne rimane è stato inglobato all'interno di vari palazzi, in particolare tra Palazzo Corapi e Palazzo Gregoraci.

Palazzi

Palazzo Gregoraci

Palazzo Alcaro

Palazzo Corapi (ex Castello)

Palazzi vari in stile Liberty su Corso Umberto

Siti archeologici

Il sito archeologico di "Soverato Vecchia ": il vecchio centro cittadino distrutto dal terremoto del 1783, avvolto dalle colline limitrofe che guarda verso il mare.

Zona archeologica di Poliporto: rovine di magazzini di epoca romana in località San Nicola.

Le tombe Sicule

Tradizioni e folclore

Riti legati alla settimana santa, in particolare la presa di Cristo all'orto, a Cumprunta e il Martedì di Galilea.

Fiera della Galilea, storica fiera - lunedì e martedì dopo Pasqua.

Fiera di S. Anna - fine del mese di luglio.

Festa di Maria SS di Porto Salvo, protettrice dei marinai soveratesi - seconda domenica di agosto.

Festa patronale di Maria SS Addolorata - terza domenica di settembre.

Fonte: