Umbriàtico è
un paese rurale per
l'agricoltura e
per l'allevamento e
la forestazione.
È il comune della provincia con la più bassa densità, 12 abitanti per
chilometro quadrato, dovuta al basso numero di abitanti in un ampio territorio
dominato da boschi.
La
caratteristica di Umbriatico è la rupe sulla quale è stato costruito
l'abitato. Della Rupe scriveva l'Ughelli,
"in rupe quadam orrendis praecipitiis munita atquae inaccessa" e Mons.
Pacichelli aggiungeva, "in una rupe di malagevole accesso e di
poca grata dimora tra sentieri di precipizio e di spavento". E il poeta
Teodoro Torchia: "Sì è vero! Tra tante rupi a strapiombo, picchi
inaccessibili, tra orridi abissi è posta Umbriatico... si accede attraverso...
un viadotto, posto su un ristrettissimo istmo. Senza questo viadotto, il paese
rimarrebbe completamente isolato appunto perciò cinto da altissime mura
naturali".
Umbriatico è
una delle poche cittadine calabresi prive di un castello
feudale, costruzione fortificata non necessaria in quanto la roccia su
cui sorge costituisce essa stessa una fortezza inespugnabile. Il territorio
comunale è compreso tra 60 metri s.l.m. e 709 metri (Cozzo Perticaro, il cui
crinale lo divide dal comune di Pallagorio).
Sul colle
dell'attuale abitato, delimitato da spaventevoli dirupi, sorse, intorno al VII
sec. a.c., la città di Bristacia, fondata o fortificata da coloni crotoniati sulle
fondamenta di un borgo enotrio-italico gia attivo.
Nel 215
a.C., durante la Seconda
guerra punica, Annibale vi
costruì un fortino per difendersi dagli attacchi dei Romani,
ma dopo la fuga di Annibale a Cartagine,
i Romani espugnarono il paese (204
a.C.) facendo un massacro. I resti di queste persone morte circa 2000
anni fa sono stati ritrovati durante i lavori per la costruzione della strada
che dall'abitato di Umbriatico porta alla frazione Perticaro (il cui nome deriva
dal greco e significa luogo tutto lieto). I resti del fortino sono ancora
visibili dalla strada provinciale 6, alle falde del monte Tigano. Dalla strada
è inoltre possibile vedere ciò che resta di un serbatoio idrico, sempre di età
romana.
In Contrada
Cospito fu ritrovata una necropoli.
Nell'alto
medioevo in epoca di dominazione
bizantina, sorse come città di Euria (Euraton, Euriatensis), e
compare in età bizantina tra le primitive diocesi suffraganee della nuova
metropolia di Santa
Severina, istituita verso la metà del nono secolo. Essa è presente nel Synecdemus (Euraton)
e nella Notizia III della Diatiposi (Euriatensis).
La scelta del
nome Euria è legata con tutta probabilità al popolamento dell’abitato con
reduci provenienti dall’Epirus Vetus (Grecia nord-occidentale), ove una
diocesi omonima si avviava a scomparire. Nonostante le fonti riferiscono la
denominazione di Euria dal X sec in poi, è plausibile ritenere che Umbriatico
fosse di fondazione precedente, almeno della seconda metà del VI sec, come
testimoniano gli insediamenti rurali di età bizantina nati attorno al kastron
di Umbriatico.
All’ultimo
periodo bizantino (1030-1040) è attribuita la costruzione della cattedrale
di San Donato, edificata sulla "cripta",
che doveva essere secondo alcuni la primitiva chiesa del X secolo, e secondo
alcuni un tempio greco pagano.
All’arrivo
dei Normanni “Ebriaticum”
è sempre vescovato e compare anche il titolo della sua cattedrale: la “matris
ecclesie S. Donati”, come si ricava da un atto del giugno 1115,
sottoscritto da “Johannes, Ebriatice sedis indignus episcopus”, riguardante
una cospicua donazione di beni, siti nell’attuale territorio di Cirò,
fatta da Riccardo Senescalco, figlio del conte Drogone e
nipote del Guiscardo,
all’abate Raymundus ed ai monaci della chiesa di S. Salvatore di Monte Tabor.
La Diocesi
di Umbriatico restò sede vescovile fino al 1818,
con la bolla De
utiliori di papa
Pio VII, quando il suo territorio venne incorporato in quello della diocesi
di Cariati.
Fu sempre feudo
aggregato al Principato di Cariati, che includeva diversi comuni, di diverse
potenti famiglie come i Ruffo,
i Riario, gli Spinelli ed
infine i Rovegno. Il vescovo aveva anche rendite, spesso in contrasto con il
feudatario.
La diocesi
cominciò a decadere verso la fine del Duecento quando fu particolarmente
devastata dalla guerra
del Vespro. Scoppiata infatti l’insurrezione in Sicilia (31 marzo
1282), l’esercito di Pietro
III d'Aragona invadeva la Calabria, distruggendo i paesi che si
opponevano tra cui Umbriatico sotto il vescovo Lucifero, i cui beni furono
particolarmente saccheggiati. I successivi tentativi di rinascita e di
ripopolamento non daranno i frutti sperati, nonostante i privilegi ottenuti dal
re Carlo II
d’Angiò: Umbriatico sia per le distruzioni subite a causa della guerra
che per la crudele tirannia del feudatario, andò deserta tanto che il papa
Giovanni XXII, il 19 agosto 1317, incaricò l’arcivescovo di Santa
Severina di trasferire la sede vescovile in un altro luogo insigne della stessa
diocesi. Fu così che Ypsicrò (Cirò)
divenne la sede abituale dei vescovi di Umbriatico.
Dopo un breve
periodo di rinascita durante la prima metà del Cinquecento, iniziò, similmente
alle altre città vicine, una lunga fase di decadenza, accresciuta dal fatto che
i vescovi potevano e preferivano, quando erano in diocesi, risiedere
abitualmente con la loro famiglia e curia a Cirò.
Al tempo del vescovo Alessandro Filaretto Lucullo (1592-1606) la città ha circa
700 abitanti. Verso la fine dei Seicento Umbriatico è ormai ridotta a circa 350
abitanti e subì gravi epidemia di colera.
Passata la
grave crisi seicentesca, Umbriatico si ripopolava e le rendite del vescovo
aumentavano, anche se modeste.
Con il riordino
amministrativo messo in atto sotto la dominazione napoleonica, Umbriatico fu
prima capoluogo di un territorio comprendente le città di Bocchigliero, Campana, Melissa e Savelli;
poi semplice comune, facente parte della giurisdizione di Campana; divenne
autonomo nel 1816.
Cattedrale
di San Donato
L'ex cattedrale
di San Donato è il principale luogo di culto cattolico situato
a Umbriatico; già cattedrale della diocesi di Umbriatico
fino alla definitiva soppressione avvenuta il 27 giugno 1818 e il suo
successivo trasferimento alla sede vescovile di Cariati, è attualmente
sede dell'omonima parrocchia appartenente all'arcidiocesi di Crotone-Santa
Severina.
Struttura
architettonica più importante della cittadina, venne costruita verso la fine
della dominazione bizantina (1030-1040) sopra una preesistente cripta.
L'ex cattedrale, un tempo intitolata all'Assunta, oggi è dedicata a san
Donato, vescovo di Arezzo e martire della Chiesa cattolica, nonché
compatrono della comunità. Il cambio di dedicazione della chiesa fu
probabilmente dovuto all'arrivo di una reliquia del santo, tuttora
conservata nella chiesa assieme a una statua argentea dello stesso.
Nel
corso dei secoli subì diversi rifacimenti e restauri: i più notevoli furono
eseguiti nel 1610 dal vescovo Paolo Emilio Sammarco che
fece assumere alla cattedrale l'aspetto barocco; fu poi potenziato nel 1701 dal
vescovo Bartolomeo Olivieri, nel 1725 dal vescovo Francesco Maria
Loyero che eseguì lavori di così vasta portata che riconsacrò la
cattedrale e l'altare settecentesco.
Nella prima metà
dell'Ottocento il vescovo cariatese Nicola Golia fece
restaurare la facciata, come fece infine anche il vescovo Eugenio
Raffaele Faggiano nel 1949. Il tempio però fu denudato (venne
smontato l'antico organo, il monumentale altare centrale, il pergamo e il coro
con i 26 stalli lignei, fu demolito il fonte battesimale e tutti gli
altari lungo le navate laterali), con grande sconcerto della popolazione di Umbriatico,
e la chiesa fu riportata alla sua originaria struttura architettonica di
epoca normanna.
La chiesa sorge
nel pieno centro storico del borgo e apre il suo portale principale
con stipiti in pietra preceduto da una gradinata a semicerchio. Alla
sinistra del frontone s'innalza la torre campanaria terminante
a cuspide e il portale laterale in pietra tufacea che reca
l'iscrizione P.S. Aem S. Samarcus rossa S. PP. S. Umb. S. Anno D. MDCX.
L'interno è a pianta basilicale con l'assoluta nudità
architettonica.
La cripta,
divenuta una chiesa ipogea dopo la costruzione della cattedrale
nell'XI secolo, doveva essere secondo alcuni la primitiva chiesa bizantina del X
secolo; secondo altri, invece, un tempio greco pagano. Si tratta di un
modesto edificio in stile romanico a pianta rettangolare di 20×7
metri; è divisa in tre navate da due file di colonne – in tutto 12
– tutte più o meno l'una diversa dall’altra, anche nel capitello e
nel basamento, sulle quali poggiano le 18 arcate costituenti la volta
a crociera; si ritiene che le colonne fossero state recuperate da altri templi
pagani greci e romani come il tempio di Apollo Aleo di Krimisa.
Sulla cripta si sviluppa il transetto della chiesa, caratterizzato da
quattro archi a tutto sesto.
Per quanto
riguarda la data di fondazione della cattedrale di Umbriatico si ritiene sia
coeva a quella di Santa Severina, come è testimoniato dai materiali usati,
dalla manodopera e dai due mattoni reperiti dall'arciprete Vespasiano
Arcuri; durante i lavori di restauro del 1959, vennero murati nella navata maggiore:
il primo mattone riporta una scritta in greco che, riferita alla chiesa,
indica che «il tempio fu costruito da Teodoro Vescovo» (primo vescovo di
Umbriatico nella prima metà dell'XI secolo); il secondo mattone riporta,
invece, il sigillo di «Lucio Novio Ele» (cioè Eleato), probabilmente
colui che produsse i mattoni, gli stessi impiegati anche per la costruzione
della cattedrale di Santa Severina, consacrata nel 1036. Quindi, la
cattedrale umbriaticese può essere datata intorno alla prima metà dell'XI
secolo e comunque tra il 1030 e il 1040.
All'interno
della chiesa, che si presenta a tre navate con archi lievemente acuti e
sormontate da monofore, si ricordano l'altare maggiore in marmi policromi di stile
barocco, le lapidi sepolcrali di alcuni vescovi titolari di questa sede
diocesana, le reliquie di san Gregorio Papa e di altri santi, alcuni
frammenti della veste di Cristo e il reliquiario della Sacra
Spina.
Chiesetta
di Santa Maria delle Grazie
Di origine
medioevale, si trova a un centinaio di metri della Cattedrale. La chiesa, che si
presenta con una navata chiusa da un'abside semicilindrica, al suo interno
conserva le tracce di un affresco dedicato alla Madonna incoronata.
Palazzo
Giuranna
Il
settecentesco palazzo
nobiliare Giuranna, che oggi ospita la sede municipale, è stato
fortemente danneggiato da un incendio nel marzo del 2002.
La famiglia
Giuranna è originaria della Calabria;
le prime memorie certe risalgono a Jacopo nel 1398 ed
al fratello Guglielmo, vescovo di Cerenzia;
il casato si stabilì ad Umbriatico nel 1724;
della famiglia si ricordano Giuseppe,
giurista; Donato
Antonio, celebre medico; Giovan
Domenico, professore in medicina nella Regia Università di Napoli,
cavaliere ufficiale della Corona d’Italia, vivente nella prima metà del XX
secolo.
Fortini
difensivi
Umbriatico
disponeva di due fortini di difesa, situati alle due estremità dell'abitato. Il
primo, sul lato sud, era la Porta Fortino, nel rione Castello, dove ancora oggi
restano alcune mura provviste di feritoie.
Il secondo era
il Fortino di Canalicchio, sul lato opposto del borgo in direzione nord e
collocato più in basso rispetto all'abitato, in modo tale da proteggere una
strada di accesso alla rupe; in prossimità del Fortino di Canalicchio vi sono
anche alcune grotte a due e tre vani, la cui origine non è però ancora chiara.
Fonte:
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