Riserva naturale orientata di Torre Salsa
(Agrigento)

Nel comune di Siculiana la Regione Sicilia ha da tempo istituito un'importante area naturale protetta, la Riserva naturale orientata di Torre Salsa, gestita dal WWF.

L'Oasi si estende su un'are di 762 ettari, ed è compresa tra Siculiana Marina ed Eraclea Minoa, dove si alternano falesie più o meno ripide, dune e spiagge; tutela circa 6 chilometri di costa pressochè incontaminata, e vanta uno dei pochi esempi integri di ambiente dunale sopravvissuti in Sicilia.

Dal punto di vista geologico il territorio è caratterizzato dalla presenza di rocce sedimentarie denominate evaporiti, appartenenti alla serie gessoso-solfifera, le cui caratteristiche sono evidenti soprattutto nella falesia costiera e nelle cave.

A ridosso della falesia vi sono dei terrazzi naturali dove scorrono i torrenti Cannicella ed Eremita e dove si è maggiormente sviluppato il paesaggio agrario. Dal lato opposto a quello della falesia si possono vedere il monte Stella (148,40 m s.l.m.), con un versante a strapiombo sul mare, il monte Cupolone (170 m s.l.m.), dove si trovano i resti delle cave di materiali inerti e il monte Eremita (162,50 m s.l.m.).

Tra il monte Eremita e il promontorio della Salsa, in un'ampia depressione detta "Pantano", scorre il torrente Salso. Sul promontorio della Salsa si trova il rudere della torre omonima, costruita per la difesa delle coste siciliane dalle incursioni saracene nella seconda metà del XVI secolo. Nell'area vi sono inoltre i resti di un'altra torre ("torre Pantano"), e di quattro tombe risalenti all'epoca bizantina; infine lungo una mulattiera in abbandono, vi è una piccola "calcara", testimonianza delle tecniche utilizzate in passato per la produzione del gesso, e diverse case rurali di interesse storico-architettonico.

Tra gli ambienti che costituiscono la riserva c'è un pantano, caratterizzato da forti variazioni stagionali del tasso di salinità della falda (quando le precipitazioni sono scarse la salinità è accentuata) e nella stagione invernale è soggetto a frequenti esondazioni naturali. Il litorale invece è circondato da dune su cui cresce una vegetazione tipicamente mediterranea. Una parte della spiaggia è più rocciosa, in alcuni punti gli scogli creano con l'acqua delle piscinette naturali e nelle vicinanze si raggiungono delle scogliere di alcare bianco quasi luccicante, simili alla Scala dei Turchi.

Nella parte occidentale si arriva ai terreni adibiti alla tutela della tartaruga marina comune, Caretta caretta, e del suo habitat. Per preservare l'ambiente riproduttivo di questo animale sono organizzate attività di pulizia e monitoraggio della spiaggia, in modo da proteggere le zone di deposizione delle uova e permetterne la schiusa in ambito sicuro.

Proprio sul promontorio della Salsa si trova il rudere della torre omonima, costruita per la difesa delle coste dalla incursioni saracene nella seconda metà del XVI secolo. Nell'area vi sono inoltre i resti di un'altra struttura ("Torre Pantano") e di quattro tombe di epoca bizantina; infine, lungo una mulattiera in abbandono, vi è una piccola calcara, testimonianza delle tecniche utilizzate in passato per la produzione del gesso, e diverse case rurali di interesse storico-architettonico.

La successione vegetazionale ha inizio a ridosso della linea di costa con le piante pioniere, specie a ciclo vegetativo breve e adattate a vivere in habitat con condizioni estreme, quali il ravastrello marittimo o la Salsola soda e Salsola kali. Seguono le dune embrionali e le prime formazioni dunali dove crescono la gramigna delle spiagge, la santolina delle spiagge, l'erba medica marina e la calcatreppola, che resistono al seppellimento e alle ostili condizioni ambientali attraverso particolari adattamenti (rizomi striscianti sotto la sabbia, foglie coriacee o ricche di pelosità per proteggere la pianta da un'eccessiva traspirazione); seguono poi le dune mobili, dove crescono lo sparto pungente, la pannocchina dei lidi, la carota spinosa e il giglio marino. Queste piante partecipano tutte al consolidamento del suolo sabbioso.

Nella zona postdunale vivono la finocchiella mediterranea, la cardogna comune, la carlina siciliana, lo zigolo delle spiagge, la liquirizia, la canna d'Egitto e le tamerici.

La zona denominata "Pantano" è caratterizzata da forti variazioni stagionali del tasso di salinità della falda (quando le precipitazioni sono scarse la salinità è accentuata) e nella stagione invernale è soggetta a frequenti esondazioni naturali. In questa zona si trova un importante insediamento di piante alofite, specializzate a sopportare acqua con elevate concentrazioni saline, e di vegetazione idrofila: cannucce di palude, la lisca, il cardo cretico (Cirsium creticum), il trifoglio di palude, la convolvulacea alofita, la salicornia fruticosa, qualche cespuglio di atriplice portulacoide e varie specie di giunchi e di tamerici.

Le zone più interessanti per quanto riguarda la diffusione di fauna sono quella del Pantano e quella in prossimità della duna.

Fra i mammiferi si annovera l'istrice, specie protetta da leggi nazionali e direttive comunitarie.

Le specie di uccelli nidificanti nell'area sono una trentina. Le più interessanti risultano essere la cannaiola, l'usignolo e l'usignolo di fiume; tra i rapaci il falco pellegrino, la poiana, il gheppio, la civetta e il barbagianni. Si possono inoltre osservare il passero solitario e la cappellaccia.

Nelle scogliere basse sono presenti l'airone cenerino, la garzetta, la spatola. Sulla spiaggia sono numerosissimi i gabbiani reali mediterranei, ma anche i gabbiani comuni e i gabbiani corallini; durante le migrazioni si osservano il piro piro piccolo, gruccioni, corrieri e pivieri. Nelle aree alberate trovano rifugio le tortore e i colombacci.

Le spiagge sono spesso frequentate dalla tartaruga marina (Caretta caretta), che vi depone le uova. Nel Pantano vivono l'endemica testuggine palustre siciliana e il ramarro.

La varietà di habitat favorisce la presenza di diverse specie di insetti, come il monarca africano, farfalla di origine nordafricana, e la sfinge dell'euforbia. Nella zona dunale, nello sparto pungente, si è osservata l’Ochrilidia sicula, un ortottero endemico della Sicilia.