Castelmola (Borgo)
(Messina)  
  
  
  

 

La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia. Il paese, piccolo e ben conservato, si trova sulla cima di un cocuzzolo a strapiombo sul mar Ionio a circa 36 chilometri a sud da Messina, a circa 49 chilometri a nord da Catania e a pochi chilometri da Taormina. 

Il punto più elevato si raggiunge salendo per un sentiero, dalla piazza principale del paese, la Piazza Sant'Antonino, fino ai ruderi di un castello. Sulla piazza esiste un belvedere che offre una splendida vista sulla costa ionica e sulla città di Taormina, sul mare e sulla costa Calabra.  

Le origini di Castelmola risalgono al periodo pre-ellenico. La denominazione trae ispirazione dalla conformazione del grande masso su cui sorge che ricorda appunto una "mola". Forse per la sua posizione sopraelevata fu un tempo la vera acropoli di Taormina, e le loro vicende sono talmente connesse da non poter distinguere quelle dell'una dall'altra.

Mylai era il nome del primo insediamento, risalente all'Età del ferro (VIII secolo a.C.), opera dei Siculi. Ciò è testimoniato dal ritrovamento della necropoli di Cocolonazzo. Le ceramiche con decorazioni dipinte a motivi geometrici, restituite dalle sepolture a grotticella artificiale, hanno consentito di determinare l'origine dell'abitato. 

Nel 396 a.C. Dionisiotiranno di Siracusa, assedia Mylai, ma è sconfitto dai Siculi, che respingono l'assalto. Nel 392, lo stesso Dionisio, ritenta l'attacco, con maggiore fortuna e riesce ad occupare la zona. Alla sua morte, nel 367, la città è presa in mano da Andromaco che costruisce il centro abitato a piano delle Ficare, erige nuove fortificazioni, realizza cisterne, di cui esistono ancora tracce lungo il percorso, e serbatoi per l'acqua, migliorando così le condizioni di vita.

Tindarione, che governa la città, alla morte di Andromaco, la pone sotto protezione di Pirro, ma, durante la prima guerra punica, è conquistata da Gerone di Siracusa, che la governa fino al 214.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la città segue il destino dell'isola, passando sotto l'influenza bizantina. Il primo agosto 902, i Saraceni di Ibrahim II, riescono a far breccia nelle fortificazioni della città e devastano l'abitato. Solo il castello resiste all'attacco dei Mori che si dirigono verso Tauromenion, attraversando il varco che da allora è detto Porta dei Saraceni.

Il dominio arabo si conclude nel 1078, con l'ascesa di Ruggero il Normanno che conquistata Taormina, dopo sette mesi d'assedio, espugna anche la fortezza di Mola. Ruggero costruisce un nuovo centro abitato intorno al castello, chiamato Mola. Quale ringraziamento alla Madonna fece anche erigere la chiesetta della Santissima Annunziata, ubicata nei pressi dell'abitato.

Nei secoli successivi, il paese perde il suo carattere difensivo, ma assume un ruolo politico riconosciuto. Affidata ai nobili fedeli al re, Mola appoggia dapprima gli Svevi contro gli Angiò, restando fedele al casato Hohenstaufen fino all'ultimo, poi nel 1282, durante i Vespri Siciliani, insorge contro gli Angioini schierandosi a favore degli Aragonesi.

Il castello di Mola piazzaforte spagnola, è alternativamente occupato dai contingenti francesi dopo i gravi e ripetuti scontri con le truppe spagnole, lunga scia di episodi che si inserisce tra il 1673 e il 1678 nel triste contesto delle rivolte antispagnole.

Dal 1718 al 1720, la piazzaforte e il territorio sono basi dalle armate austro-piemontesi durante gli scontri contro gli spagnoli capitanati dal Viceré Jean François de Bette III Marchese di Lede. Nella "guerra di successione" le truppe della coalizione resistettero all'assedio spagnolo, per poi cedere la base. La Battaglia di Francavilla si inserisce nel contesto dei conflitti contro la Quadruplice alleanza combattuti dal regno di Spagna contro InghilterraFranciaAustria e Paesi Bassi per il predominio sul mar Mediterraneo. L'esito degli scontri sarà sfavorevole per la compagine iberica, evento che aprirà la breve parentesi austriaca in Sicilia.

Nel 1738 Mola entra a far parte dei domini borbonici, poi dal 1816 accorpato insieme a tutto il Regno di Sicilia nel nuovo Stato ridenominato Regno delle Due Sicilie, e nel 1860, alla fuga dell'esercito borbonico inseguito dalle truppe garibaldine, vota l'annessione al Regno d'Italia.

Nel 1928 il territorio di Castelmola fu annesso al comune di Taormina. Questo periodo fu particolarmente negativo per Castelmola, in quanto la crescita economica attraversò anni di immobilità che di certo non le giovarono; questa parentesi fortunatamente non durò a lungo, perché nel 1947 riacquistò l'autonomia amministrativa.

L'aspetto del paese e la sua struttura urbanistica medievale si sono mantenuti pressoché inalterati fino al 1928, anno in cui, per creare l'accesso al centro urbano, fu del tutto modificata l'affascinante entrata del borgo. Una scalinata quasi intagliata nella roccia conduceva ai piedi del castello, fino alla porta vera e propria di entrata nel centro; a mantenere l'idea di quello che era, rimane l'arco d'entrata posto su una gradinata in pietra calcarea; l'auditorium comunale conserva al suo interno le straordinarie foto che ne testimoniano la bellezza. Nel tempo, malgrado le modifiche apportate al suo aspetto, questo paese riesce ancora a conservare racchiuso nei suoi vicoli la magia e il fascino immutato dell'antico che, mescolandosi al nuovo, trasmette l'impressione che qui il tempo si sia fermato.

Visitare il borgo

Arroccato nella parte più alta di Taormina, Castelmola è un incantevole borgo antichissimo che affonda le sue origini nel periodo pre-ellenico. Il nome di Castelmola deriva dal siciliano “a mola” ed indica la particolare conformazione della roccia su cui sorge che ricorda proprio quella di un dente.

Giunti all’ingresso di questo piccolo borgo, si aprirà ai vostri occhi un panorama che vi lascerà senza fiato: la visuale che offre la piazza principale su tutta la costa ionica, dalle baie di Taormina all’Etna, fino alle coste calabre, vi lascerà ammaliati e letteralmente rapiti da questo borghetto. Se desiderate trascorrere le vostre vacanze immersi in un luogo dal fascino senza tempo, lontano dal caos e dalla presenza massiccia di turisti, ma molto vicini alle principali attrazioni turistiche, allora Castelmola fa al caso vostro.

Per visitare questo piccolo borgo bastano un paio d’ore. Arrivati all’ingresso di Castelmola, cioè in Piazza Belvedere potrete ammirare l’Antico Arco Romano, posto su una scalinata in pietra che un tempo simboleggiava l’entrata al Castello. Se si prosegue da questa via arriverete alle rovine di questo famoso Castello, antica fortificazione difensiva di origine Normanna, probabilmente risalente al periodo romano.

Durante il tramonto godrete di una vista spettacolare ed unica. Passando al centro storico di Castelmola noterete che è molto suggestivo proprio perché caratterizzato da un’urbanistica tutta medioevale perfettamente conservata: ammirerete vicoli stretti, antiche chiesette e piccole piazze.

Le chiesette da visitare sono quelle di San Giorgio, San Biagio e la Chiesa Madre di Castelmola, poco distanti l’una dall’altra.  

Castello di Mola

Il castello di Castelmola, assieme alla vicina rocca di Taormina faceva parte della catena difensiva peloritana composta dai manieri di CastiglioneFrancavillaTripiMontalbanoCastrorealeSanta LuciaMilazzo e Ficarra, rappresentando per i diversi conquistatori nelle varie epoche, il punto nevralgico da espugnare per assumere il controllo del territorio. Con la sua posizione spazia sull'intera costa ionica, con le coste calabre e lo Stretto di Messina a settentrione, e l'Etna che domina l'orizzonte a mezzogiorno.  

Primitiva fortificazione menzionata da Diodoro Siculo durante la contesa tra Taorminesi e le armate di Dionisio, tiranno di Siracusa (390 - 389 a.C.).

La maggior parte degli storici concorda con la più antica edificazione nel periodo romano, costruzione che dominava con la sua pianta irregolare il castrum Molae.

Una riedificazione è effettuata in epoca bizantina, infatti una dicitura greco - bizantina del IX secolo, incisa sulla lapide marmorea posta sulla facciata del duomo cittadino recita: "questo castello fu costruito sotto Costantino, patrizio e stratega di Sicilia". Rocca e fortificazioni sono considerate la seconda acropoli per l'abitato di Taormina, verosimilmente tale funzione avranno assunto durante gli assedi saraceni subiti nell'arco temporale che spazia dal 902 al 962 d.C.

L'Emirato di Sicilia si dissolse nel 1078, con l'ascesa di Ruggero I di Sicilia che conquistata Taormina dopo sette mesi d'assedio, espugna la città. Ruggero costruisce un nuovo castello (chiamato Mola) ed in prossimità del centro abitato quale ringraziamento alla Madonna, fece erigere la chiesetta della Santissima Annunziata. Storici, commentatori, documentatori fanno spesso riferimento alla stretta relazione fra i due edifici e i rispettivi nuclei abitativi distinguendoli rispettivamente in castrum superius e castrum inferior.

Affidata ai nobili fedeli ai Re di Sicilia, Mola appoggia dapprima gli Svevi contro gli usurpatori angioini, restando fedele al casato Hohenstaufen fino all'ultimo, poi nel 1282, durante il Vespro Siciliano, insorge contro gli Angioini schierandosi a favore della legittima Dinastia degli Aragonesi.  

Nel Trecento, sotto il regno di Federico III e poi del di lui figlio Pietro II di Sicilia, l'edificio fu cinto di mura e reso inaccessibile per essere utilizzato come fortezza e prigione funzionale anche per la vicina Taormina.

Un emblema posto sulla sommità dell'arco d'ingresso presenta la dicitura: "Castello fedele a Sua Maestà - anno 1578", chiaro riferimento al Sovrano di Sicilia Filippo II di Spagna.

Nel 1637 è amministrato civilmente dalla città di Taormina. Da qui in avanti (17 novembre), per motivi legati al Regio Erario, castello e territori non sono più appartenenti alla giurisdizione di Taormina e sono venduti col titolo di marchesato.

Il castello della Mola piazzaforte militare, è alternativamente occupato dai contingenti francesi dopo i gravi e ripetuti scontri con le truppe spagnole, lunga scia di episodi che si inserisce tra il 1673 e il 1678 nel triste contesto delle rivolte antispagnole.

Dal 1718 al 1720, la piazzaforte e il territorio sono basi dalle armate austro - piemontesi durante gli scontri contro gli spagnoli capitanati dal Viceré Jean François de Bette III Marchese di Lede. Nella "guerra di successione" le truppe della coalizione resistettero all'assedio spagnolo, per poi cedere la base. La Battaglia di Francavilla si inserisce nel contesto dei conflitti contro la Quadruplice alleanza combattuti dal regno di Spagna contro InghilterraFranciaAustria e Paesi Bassi per il predominio sul mar Mediterraneo. L'esito degli scontri sarà sfavorevole per la compagine iberica, evento che aprirà la breve parentesi austriaca in Sicilia.

Del Castello di Mola rimangono solo alcuni ruderi, rendendo molto difficile una sua ipotetica ricostruzione progettuale per poterne capire meglio la sua forma originaria. È certo che il Castello di Mola si strutturava su almeno due livelli, esattamente come le altre fortezze che è possibile ammirare nei comuni vicini, le quali sono state edificate più o meno nello stesso periodo della fortezza di Castelmola. 

Come dimostrano le sue pareti, il Castello di Mola disponeva di mura molto spesse, composte da piccole rocce perfettamente incastonate tra di loro. In alcuni punti è ancora possibile vedere le piccole finestre e le sottili feritoie che permettevano a chi si trovava all’interno di poter scorgere l’ambiente circostante. Sebbene non ve ne siano tracce, originariamente il Castello di Mola potrebbe essere stato dotato di una qualche torre d’avvistamento. Oggi in alcuni suoi ambienti è possibile visitare gratuitamente il Museo del Medioevo Siciliano.

Duomo di San Nicola di Bari

Il più importante luogo di culto che è possibile ammirare nella cittadina di Castelmola è il Duomo di San Nicola di Bari, una splendida struttura monumentale che si trova nel cuore del centro storico di Castelmola

L’edificio, che è conosciuto anche col nome di Chiesa Madre di Castelmola, riesce a mescolarsi perfettamente con lo stile architettonico del luogo, presentando diversi tratti dell’architettura medievale sebbene l’attuale costruzione sia decisamente più recente. Il Duomo di San Nicola di Bari è solo una delle bellezze da visitare nella città di Castelmola, a cui si aggiungono i ruderi dell’antico Castel di Mola, tanto da essere una delle località più gettonate dai turisti che trascorrono le proprie vacanze in Sicilia nella vicinissima città di Taormina.

La prima storica edificazione del Duomo di San Nicola di Bari a Castelmola avvenne durante il Cinquecento, e si trattava della prima vera e propria chiesa monumentale del territorio, che fino a quel momento presentava solo delle piccole e semplici parrocchie. L’edificazione del Duomo di San Nicola di Bari fu anche dovuta allo sviluppo demografico della città di Castelmola, che proprio in quello stesso periodo divenne una delle più esclusive baronie della Sicilia orientale. Durante la sua storia, il Duomo di San Nicola di Bari fu più volte ingrandito, con continui rifacimenti dei suoi locali al fine di adeguarlo alle esigenze dei fedeli e per renderlo sempre più maestoso. 

Le ristrutturazioni più importanti avvennero durante il Settecento, nello stesso periodo in cui Castelmola diventava un principato, coi Borbone che furono tra i principali finanziatori dei restauri del Duomo di San Nicola di Bari e di numerosi altri monumenti cittadini. Per quanto riguarda l’edificazione dell’attuale Duomo di San Nicola di Bari, bisognerà attendere fino al 1935, costruito sulle macerie dell’antica struttura religiosa cinquecentesca. 

L'ingresso principale, con portale arco a sesto acuto, è laterale rispetto alla piazza e prospetta su uno straordinario belvedere dal quale si può ammirare l'imponente mole dell'Etna, che domina il golfo di Naxos. Le tre strombature a zig - zag richiamano lo stile chiaramontano, sovrasta il varco d'accesso un rosone in stile gotico.

Sulla parte sinistra è realizzato un portalino in stile gotico catalano. Il campanile, posto sul lato destro e arretrato rispetto alla facciata, presenta delle belle bifore e - incastonata sulla facciata rivolta a sud - un'interessante lapide del X secolo con iscrizione in greco – bizantino attestante la fondazione del castello da parte dello stratega di Sicilia Costantino Caramalo.

«QUESTO CASTELLO FU FABBRICATO DA COSTANTINO PATRICIO E STRATEGATO DI SICILIA, 350 A.C.»

Sulla facciata di levante è stato incastonato il preesistente portale con lunettone tardo romanico.

Architettonicamente presenta una commistione di stili: dal romanico al gotico, dall'arabo al normanno, al barocco dei rivestimenti degli altari e delle sculture.

L'impianto è ad una sola navata, culminante con un'abside circolare e tetto ligneo. Nella controfacciata, sorretto da due colonne, è addossato il coro con cantoria e organo.

Causa lavori di restauro il tempio ospita e custodisce numerosi simulacri provenienti da altri luoghi di culto: la statua della Madonna Addolorata e l'Urna contenente il Cristo Morto, la statua lignea dell'Immacolata Concezione, la statua di San Giorgio, manufatti entrambi provenienti dalla chiesa di San Giorgio.

Parete destra

- Prima arcata: Cappella di Sant'Antonio di Padova. Altare con nicchia contenente la statua raffigurante Sant'Antonio di Padova.

- Seconda arcata: varco d'ingresso di levante. Portale del '500.

- Terza arcata: Cappella dell'Addolorata. Altare con nicchia contenente la statua raffigurante l'Addolorata.

- Pulpito in noce intarsiato.

- Fonte battesimale in marmo rosso di Taormina con cupolino ligneo.

Parete sinistra

- Prima arcata: Cappella di Santa Maria Maddalena. Altare con nicchia contenente la statua settecentesca raffigurante Santa Maria Maddalena.

- Seconda arcata: Dipinto raffigurante San Nicola in trono in abiti vescovili.

- Terza arcata: Cappella della Madonna del Rosario. Altare con nicchia contenente la statua settecentesca raffigurante la Vergine del Rosario.

Altare maggiore

Nella sacrestia, oltre a pregevoli paramenti sacri, si custodiscono alcune tele di notevole valore:

- Madonna in trono con Bambino raffigurata tra San Rocco e San Michele Arcangelo della seconda metà del Cinquecento;

- Sposalizio della Madonna e di San Giuseppe del XVI secolo;

- San Michele Arcangelo del Settecento.  

Chiesa di San Giorgio

Costruita nei pressi di punta san Giorgio intorno all'anno 1450, la chiesa si distingue per la sobrietà delle linee architettoniche e per l'unicità del suo campanile, costituito da una breve torre inglobata nel corpo edilizio e sormontata, negli angoli, da 4 pinnacoli piramidali (clocheton). 

Si accede al tempio da un esonartece coperto da una volta a botte a tutto sesto e chiuso da un pregevole cancello in ferro battuto. La pianta della chiesetta è ad una sola navata e presenta sul lato destro una cappella intitolata al SS. Crocifisso. 

Questo ambiente è stato aggiunto alla struttura principale, e costituisce una seconda navata che si interseca ortogonalmente a quella maggiore. 

Nel coro, al quale si accede mediante una scala in muratura sorretta da un arco a sesto acuto rampante, si trova un enorme organo a canne. 

La pavimentazione in marmo presenta due lapidi sepolcrali delle congregazioni di san Giorgio e del Crocifisso con epigrafi in latino, posizionate nella navata centrale e nella cappella. 

Dalla prima si accede, tramite una scalinata ricavata nella roccia, alla cripta che custodisce delle catacombe. 

All'interno della chiesa sono custodite pregevoli opere d'arte, fra cui: una tela raffigurante l'Incarnazione dell'Immacolata, la statua di San Giorgio, patrono del paese, e una statua lignea settecentesca dell'Immacolata Concezione.

Nella Cappella del Santissimo Crocifisso si trovano le statue di San Biagio, della Madonna Addolorata e l'Urna contenente il Gesù Morto, le tele del Purgatorio e dei Misteri del Rosario, e un affresco settecentesco della Pietà, posto dietro un antico Crocifisso ligneo.

Chiesa di San Biagio

Fu la prima chiesa edificata a Castelmola. Posta a ridosso di una roccia e prospiciente su un piazzale dal quale si gode uno straordinario panorama sull'Etna, Taormina e il golfo di Naxos, è stata recentemente restaurata. 

Durante i lavori è stata ricostruita la volta a botte e sono stati ripristinati i prospetti. È stato inoltre recuperato l'affresco settecentesco raffigurante una Madonna con Bambino ritratta con san Biagio e schiere angeliche che si trova all'interno.  

Chiesa dell'Annunziata

Il tempio sorge nella contrada omonima, poco prima di entrare nel paese, nei pressi del cimitero. Fu costruita nel 1100 da Ruggero il Normanno quale ringraziamento alla Madonna per l'aiuto ricevuto durante la vittoriosa guerra contro i Saraceni, e presenta un portale di notevole pregio, inventariato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. 

La chiesetta è aperta al culto per un breve periodo dell'anno, dal 1° al 15 agosto, durante il quale si celebrano la novena della Madonna Annunziata e la festa dell'Assunzione di Maria al cielo.

Piazza Sant'Antonio

Costruita nel 1954, la piazza è il belvedere sulla sottostante Taormina. Presenta una pavimentazione a mosaico in pietra bianca e lavica, e marciapiedi alberati dove sono collocati sedili in pietra. 

Sulla piazza prospetta l'omonima chiesetta: armoniosa costruzione più volte rimaneggiata, che conserva ancora i tratti essenziali dell'architettura sacra del Sud Italia. Recentemente è stata trasformata in Auditorium comunale. 

Defilato sulla destra, si trova l'antico arco che segna l'ingresso del paese. Venne posto su una gradinata in pietra, che ne enfatizza la bellezza, durante i lavori per la realizzazione della piazza. 

Di fronte si trova il Caffè San Giorgio, fondato nel 1700 dai monaci che lo adibirono a taverna. Molti anni dopo don Vincenzo Blandano lo trasformò in uno dei locali tipici del paese, caratterizzandolo con una ricca collezione di album dove dal 1907 sono raccolte le firme e i pensieri dei visitatori, comprese quelle di alcuni uomini illustri del Novecento. La sua notorietà è inoltre legata alla specialità del piccolo borgo molese, il Vino alla Mandorla, di cui lui è l'inventore. Nei primi anni del Novecento fra i vari infusi preparati, Don Vincenzo Blandano, usando le antiche tecniche greche di infusione, creò il vino aromatizzato alla mandorla che chiamò proprio “Blandanino”, un liquore misterioso ambrato scuro dentro il quale si fondevano diversi odori e sapori della sua Sicilia.

Leggende e tradizioni

La Festa di San Giorgio - Il 23 aprile si svolge ogni anno la festa religiosa dedicata al patrono san Giorgio. Non è noto il motivo esatto che ha portato alla scelta di questo Santo come patrono ma si può ritenere che questa abbia origini molto antiche. Gli abitanti attendono questo appuntamento con molta devozione e sentimento e preparano, attraverso la parrocchia, il comitato san Giorgio e la collaborazione del comune, i festeggiamenti trasportati da una calorosa partecipazione. L'evento si protrae per almeno quattro o cinque giorni caratterizzato da spettacoli di intrattenimento e da una piccola fiera lungo la strada d'accesso al paese. Nel 2008, l'amministrazione comunale ha voluto far coincidere ad una manifestazione così importante per la cittadinanza, "Primavera nel Borgo", la festa della primavera, valorizzando in questo modo quello che da sempre per Castelmola è un momento religioso ma anche un'occasione per riunire l'intera comunità.  

I Presepi - Castelmola negli anni '90 è riuscita a rendersi nota, durante il periodo natalizio, per la realizzazione dei presepi. Tramite la stretta collaborazione tra istituzioni, commercianti e cittadini volontari vengono allestiti dei presepi lungo tutto il paese che nelle sue innumerevoli viuzze ospita le più svariate creazioni artistiche. Quest'anno erano presenti dalle realizzazioni tradizionali a quelle con i fiammiferi, la pasta di pane, la pasta, le bottiglie ecc.; tutto ciò accompagnato da tappe degustative con prodotti locali tipicamente natalizi.

L'Amante di Lady Chatterley - L'amante di Lady Chatterley, il famoso romanzo di D. H. Lawrence, pubblicato nel 1928 e successivamente ritirato per oscenità, venne ispirato dalla condotta licenziosa della baronessa tedesca, Frieda von Richthofen, moglie dello scrittore inglese. Durante il loro soggiorno a Taormina, Frieda, ebbe, infatti, modo di esprimere la propria esuberante sensualità, tra i vigneti e le cascine delle campagne di Castelmola, con il giovane mulattiere molese, Peppino D'Allura, che aveva il compito di accompagnare la baronessa alla villa della sua padrona, la signora Betty, la quale viveva a monte Venere ad 800 metri sul mare. Tra un dolcetto e l'altro “Lady Chatterley”, raccontava alla sua amica, i giochi erotici nella splendida e selvaggia Sicilia lungo le mulattiere di Monte Venere.  

Florence Trevelyan - Florence Trevelyan era una nobildonna inglese che si stabilì a Castelmola in seguito al suo matrimonio con il professor Cacciola. Imparò ad amare questi luoghi meravigliosi a tal punto da costruire il suo paradiso di pace e tranquillità su queste pendici. La comoda e piccola casetta in pietra locale, abbellita da vialetti, aiuole e spianate lastricate e ancora oggi visibile, all'ombra dei pini, sul belvedere panoramico. La Trevelyan impegnò parte delle sue finanze nell'acquisto di vaste aree incolte assumendo operai per il rimboschimento e trasformando queste aspre montagne in boschi di eucalipti, castagni e querce. Contribuì alla realizzazione della villa comunale di Taormina e delle due casette per i giochi dei bambini. Progettò, inoltre, la mulattiera di Scalazze: una scorciatoia per raggiungere Monte Venere.  

Fonte
https://it.wikipedia.org