A
San Marco d'Alunzio, antichissimo paese della provincia di Messina, ventidue
chiese, quattro musei, quattro biblioteche ed un tempio greco del IV secolo
a.C. dedicato ad Ercole, riescono a suscitare un notevole interesse
culturale e turistico.
In
questo antico paese che dall'alto dei suoi 548 metri domina la costa
tirrenica da Cefalù a Capo d'Orlando e fino alle isole Eolie, le pietre di
marmo rosso San Marco, ci raccontano la storia delle genti e delle civiltà
che si sono succedute.
Nonostante
molti popoli, nel corso dei secoli abbiano tentato di espugnare l'antica
città, essa ha sempre saputo resistere agli assedi grazie alla sua
posizione strategica che permetteva di localizzare in tempo i nemici ed alla
cinta muraria che la proteggeva.
Chiese, Monumenti e Musei, insieme all'aria purissima e ai panorami stupendi
che l'abitato offre, rendono San Marco d'Alunzio con i suoi 2.202 abitanti,
un paese da scoprire, visitare, conoscere.
Sulle
origini di San Marco d'Alunzio non si hanno notizie certe ma, è senza alcun
dubbio, alla San Marco preesisteva la bizantina Demenna, a questa la romana
Haluntium ed ancora la greca Alwntion; è probabile comunque, che la sua
popolazione discenda dai sicani e che la sua fondazione risalga al periodo
compreso tra la fine dell'età del bronzo e l'inizio dell'età del ferro.
Alwntion
infatti, fu città sicana sia per cultura, che per la sua caratteristica
ubicazione: nel IV sec. a.C., già ellenizzata, emetteva monete in bronzo
con l'iscrizione in caratteri greci e possedeva nuclei di milizia armata.
Con
l'arrivo dei Romani in Sicilia, Alwntion prese il nome di Haluntium e
divenne prima città decumana, costretta a pagare un tributo su frumento,
orzo, olio e vino prodotti nel suo territorio; poi, all'epoca di Augusto, fu
Municipium Aluntinorum e dotata di un acquedotto; una cinta muraria in
struttura isodoma proteggeva la città alla quale si poteva accedere
attraverso quattro porte urbiche.

Di
questo periodo ci sono pervenute monete in bronzo, numerose iscrizioni in
latino ed un piedistallo in marmo rosso attualmente custodito nel Museo
delle Arti Bizantine e Normanne,
su cui risultano incise le impronte di una statua, probabilmente quella di
Augusto.
Come
testimonia Cicerone nelle Verrine, la città di Haluntium, durante la lotta
ai pirati, subì la tirannia di Verre che costrinse gli abitanti a portargli
fino al mare tutto l'argento cesellato ed il vasellame presente nella città.
La
produzione di olio e vino pregiati giustifica la formazione di una flotta
necessaria sia per la difesa del suo territorio, che per l'esportazione di
tali prodotti facendo presumere che la città svolgesse un'intensa attività
commerciale.
Nell'età
tardo-antica, per la città di Haluntium iniziò un periodo di decadenza
dovuto, molto probabilmente, ai terribili terremoti che interessarono la
Sicilia ed alle invasioni barbariche. Nel VI secolo d.C. i Lacedemoniti,
lasciata la Grecia, si rifugiarono in Alunzio, cambiarono il loro nome in
Demeniti e la città divenne Demenna.
Con
i Bizantini Demenna vive un periodo di splendore e prosperità divenendo il
Centro principale di tutto il Val Demone sia dal punto di vista culturale
che religioso.
Sono
tante infatti le chiese risalenti a questo periodo decorate da affreschi di
notevole valore che, restaurati, sono oggi custoditi nel Museo
delle Arti Figurative Bizantine e Normanne.
Anche
gli Arabi furono più volte fermati dai Demeniti ma alla fine, riuscirono ad
espugnare la città e vi costruirono una Moschea nei pressi della Matrice.
Con
gli Arabi, l'agricoltura ebbe un benefico influsso perchè furono migliorati
i sistemi di irrigazione, venne introdotta la coltura di gelso e cotone e
furono incrementati i commerci.
Ad
Alunzio, il periodo medievale inizia nel 1061 quando i Normanni occupano il
suo territorio, lo ribattezzano San Marco e Roberto il Guiscardo vi fa
costruire un grande castello ben difeso e fortificato.
Esso,
a guardia del quale viene posto Guglielmo de Male, viene infatti eretto
sulla cima del monte Rotondo in una posizione strategica tale da permettere
il controllo della costa tirrenica da Cefalù a Capo d'Orlando e fino alle
isole Eolie.
Questo
castello, ai piedi del quale si sviluppa l'abitato, dal 1090 al 1112,
diviene la residenza degli Hauteville, in modo particolare di Adelasia,
madre e reggente di Ruggero II, ma è anche un luogo sicuro tanto che in
seguito, vi si rinchiudono i cospiratori più importanti della congiura
contro il cancelliere Stefano de Perche.
A
partire dal 1081 San Marco pur passando sotto la giurisdizione del Conte
Ruggero, non diviene feudo ma resta alle dipendenze del Regio Demanio; alla
fine del XIII secolo San Marco passa a Garcia Sancio de Esur.
Nel
corso del XIII e del XIV secolo, vi coesistono una fiorente comunità
ebraica composta da 350 anime, un nucleo latino ed uno greco.
Intorno al 1320 re Federico concede San Marco al fratello Sancio d'Aragona e
dopo alterne vicende, il 2 settembre del 1398, re Martino la concede ad Abbo
Filingeri, figlio di Riccardello signore di Licodia e Montemaggiore che in
tal modo viene ricompensato dal re Martino per i servigi resigli fin dal
1392.
Nel
1396 Abbo viene armato cavaliere, nel 1397 Alcade di Cefalù e nel 1398
ottiene San Marco in cambio di Isnello che aveva avuto in concessione l'anno
precedente.
Nel
1453 re Alfonso nomina Riccardo Filingeri Conte di San Marco.
Visitare
il borgo

Le
case di San Marco d’Alunzio sorgono addossate al monte Rotondo, un colle
roccioso dei monti Nebrodi, quasi scavate nella roccia stessa.
Il
sottosuolo dell’abitato, così come il territorio circostante è
costituito da un particolare marmo ricco di venature, largamente utilizzato
per costruzioni, rivestimenti e pavimentazioni.
A
partire dagli anni sessanta del secolo scorso, le cave da cui viene estratto
il prezioso materiale, hanno portato tanto benessere agli aluntini
migliorando le loro condizioni economiche.
Il
marmo è di un bel colore rosso con venature bianche o anche grigio-azzurro
con venature bianche; viene tutt’ora esportato in tutto il mondo e si
pensa che la vena estrattiva del marmo rosso di San Marco sia la stessa che
giunge fino a Taormina.
Le
necropoli finora note a San Marco d’Alunzio risalgono al periodo compreso
tra la fine del IV secolo a.C. agli inizi del II ed occupano due vaste aree
una in via Cappuccini e l’altra in contrada Santa Marina. La prima
occupava quella che, in origine era una collinetta circolare, tronco-conica,
prima inglobata nel giardino del Convento dei Frati Minori Cappuccini.
Negli
anni 1978 e 1979 esplorando un lembo di questa necropoli, vennero scavate 47
sepolture, databili tra la fine del IV e il II secolo a.C. tutte con
orientamento N-S; le inumazioni erano sovrapposte l’una all’altra, quasi
sempre prive di copertura. In una di questa tombe priva di corredo
vascolare, è stato rinvenuto uno strumento musicale a corde, il trigonon,
di cui restano labili tracce, mentre in un’altra risalente alla metà del
III secolo a.C., per la prima volta in Sicilia, è stato rinvenuto uno
strumento ludico il kottabos.
Chiesa
Madre San Nicolò di Bari (Duomo)
Nel
quartiere medievale di San Marco d’Alunzio, sorge la Chiesa Madre dedicata
a San Nicolò di Bari edificata tra il 1584 ed il 1800.
L’edificio,
a navata unica, presenta una facciata caratterizzata da tre portali in marmo
rosso locale e un elegante rosone.
Al
suo interno è possibile ammirare 12 cappelle laterali cinquecentesche
ricche di tele, statue lignee e altre opere di notevole pregio.
Di
particolare rilievo, il tabernacolo in marmo tardo-rinascimentale ornato con
angeli, presente nell’Altare Maggiore, l’organo con la cantoria in legno
dorato risalente al 1700, un fonte battesimale in marmo rosso aluntino, le
tela raffiguranti L’Ultima Cena e la Santissima Trinità del XVIII secolo,
una tela del 1655 raffigurante la Madonna del Rosario di Giuseppe Tomasi,
due statue rinascimentali in marmo bianco di Carrara raffiguranti i Santi
Patroni Marco e Nicola, due statue seicentesche in legno raffiguranti i
Santi Patroni e un sarcofago in marmo rosso dell’Arciprete Lanza
Filingeri.

Chiesa
di San Salvatore (Badia grande)
Edificata
nel 1176, la Chiesa di San Salvatore extra moenia, anche detta Badia Grande,
è stata rinnovata nel XVII secolo.
L’edificio
sacro, che conserva tuttora l’aspetto romanico, presenta un elegante
portale in marmo aluntino con colonne tortili e putti, sui cui si colloca
una statua di San Benedetto. All’interno della Chiesa è possibile
ammirare l’imponente colonnato romanico e tele devozionali risalenti ai
secoli XVII e XVIII.
Di
rilievo anche le sfarzose decorazioni a stucchi raffiguranti angeli che
suonano e giocano, figure allegoriche, cartigli e ghirlande di fiori.
Abbellisce
l’altare un baldacchino ligneo posto sul tabernacolo, opera di Don Corrado
Oddo del 1704. Annesso alla Chiesa, il Monastero delle Suore Benedettine,
recentemente ristrutturato, che oggi ospita il Palazzo Congressi ed Eventi
intitolato alla regina Margherita di Navarra, fondatrice del Monastero.

Chiesa
Maria Santissima Aracoeli
Edificata
nel XII secolo, dopo l’espulsione dei Saraceni da San Marco D’Alunzio,
la Chiesa di Maria Santissima di Ara Coeli venne ristrutturata e ingrandita
nel 1494 e nel 1630.
L’edificio
sacro presenta un magnifico portale barocco con colonne scanalate
monolitiche scolpite in marmo rosso locale, impreziosite da volute e
decorazioni floreali.
L’interno,
a tre navate divise da colonne in marmo rosso, presenta un soffitto a volta
reale e diverse cappelle nelle quali si possono ammirare opere di rilievo
quali il Crocifisso ligneo opera di Mastro Simioni Livolsi, scultore di
Tusa, custodito nel transetto della cappella di destra tra putti, angeli e
statue marmoree di scuola serpottiana e la Cappella del Santissimo
Sacramento con il suo tabernacolo in legno dorato opera di don Corrado Oddo,
collocata a sinistra.
Di
notevole pregio anche l’altare in marmo dedicato alla Madonna Assunta.

Chiesa
di San Basilio
Risalente
al periodo medievale, la Chiesa di San Basilio è stata successivamente
riedificata.
L’interno,
a navata unica, custodisce la statua lignea di San Basilio Magno, protettore
di San Marco d’Alunzio, realizzata nel XVII secolo dalla famiglia Li Volsi
di Tusa.
Affreschi
bizantini di notevole pregio sono stato portati alla luce da recenti
restauri e inseriti all’interno circuito museografico del Museo
della Cultura e delle Arti Figurative Bizantine e Normanne.
Chiesa
di Santa Maria dei Poveri
In
piazza cardinale Scipione Rebiba sorge la Chiesa di Santa Maria dei Poveri,
risalente al XVII secolo.
L’edificio
sacro, a navata unica, presenta un portale barocco in marmo rosso aluntino e
un soffitto in legno di notevole pregio.
Dal suo sagrato si può godere di un incantevole panorama della costa
tirrenica e delle Isole Eolie.
Chiesa
di San Giuseppe
La
Chiesa di San Giuseppe, edificata a partire dal XVI secolo, è a navata
unica con sei cappelle laterali e ha un sagrato che si affaccia sulla costa
tirrenica.
Il
portale, in stile barocco, presenta due capitelli corinzi.
All’interno,
la statua in legno di San Giuseppe del XVII secolo e la statua di Gesù
Bambino.
Dal
1996, la Chiesa di San Giuseppe ospita il Museo di Arte Sacra.
Chiesa
di San Teodoro (Badia piccola)
Chiesa
del XVI secolo a croce greca, anche nota come Badia Piccola, la Chiesa di
San Teodoro è stata edificata sui resti di una cappella bizantina.
Nel
seicento l’interno è stato decorato con stucchi di gusto serpottiano
raffiguranti scene tratte dal Nuovo e dal Vecchio Testamento: Giuditta e
Oloferne e La caduta della manna nel deserto, ai lati dell'altare, scene
della Parabola del figliol prodigo con Santi e le quattro Virtù Teologali
ai pilastri che sorreggono la volta.
La
Chiesa custodisce anche un prezioso ciborio in legno dorato con tabernacolo
in argento del XVIII secolo, sull’altare maggiore, e alcune pregevoli tele
tra cui il martirio di San Teodoro. Adiacente alla Chiesa, il Monastero
delle Monache Benedettine, risalente al 1545, oggi adibito a "Museo
della Cultura e delle Arti Figurative Bizantine e Normanne".
Fontana
in marmo rosso San Marco
Nella
centralissima Piazza Aluntina a San Marco d’Alunzio, nell’area in cui,
in passato, si collocava l’Agorà, sorge una Fontana in marmo rosso
locale, realizzata nel 1897.
La
fontana si trova ai piedi di una scalinata, anch’essa in marmo locale,
dominata dall’altare della Madonna del Lume.

Porta
di Sant’Antonio
In
epoca medievale, San Marco d’Alunzio fu concepita come fortezza e cinta di
mura con quattro porte d’accesso, Porta Sant’Antonio, costituita da un
arco a tutto sesto con conci laterali in marmo rosso di San Marco,
rappresenta l’unica conservata.
Secondo
quanto riportato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di
Messina, Porta Sant’Antonio “inglobava una delle più antiche porte di
età greca, parte delle mura di fortificazione in struttura isodoma erette
nel IV secolo a.C.
Ruderi
del Castello Normanno
In
cima a Monte Rotondo, nella parte più alta di San Marco d’Alunzio trovano
spazio i ruderi dell’antico Castello Normanno, fatto costruire da Roberto
il Guiscardo a partire dal 1061 sui resti di un castello preesistente.
Per
la posizione particolarmente strategica, il Castello venne utilizzato come
avamposto militare di primaria importanza da cui controllare e dominare la
costa tirrenica che va da Cefalù a Capo d’Orlando fino alle Isole Eolie.
A
partire dal 1090, come documentato da numerose pergamene, il Castello
divenne residenza degli Altavilla, in particolare di Adelasia, terza moglie
del re Ruggero, nonché madre e reggente di Ruggero II.
Oggi,
grazie al restauro delle mura e al recupero di piazza e vicoli adiacenti,
l’area del Castello è di grande.
Tempio
d’Ercole
Il
Tempio greco di Ercole, risalente al IV secolo a.C., è una delle più
importanti testimonianze dell’architettura classica nel messinese.
Sito
su un gradone roccioso prospiciente l’abitato di San Marco d’Alunzio, il
Tempio si mantiene in buono stato di conservazione: pianta rettangolare,
struttura “in antis” con pronao sul fronte, mura laterali terminanti in
due ante tra cui si innalzavano due colonne in stile dorico.
Probabilmente
utilizzato per attività sportive collegate al culto di Ercole, il Tempio è
stato costruito con blocchi isodomi di un particolare tipo di travertino
estratto, probabilmente, da una cava della Valle del Rosmarino.
In
epoca normanna, il Tempio fu convertito in chiesa cristiana dedicata a San
Marco Evangelista e ricoprì il ruolo di Matrice fino al XVI secolo. Agli
inizi del 1600, l’edificio subì l’influenza barocca e il portale fu
arricchito di fregi e decorazioni marmoree di tale stile, successivamente è
stato abbandonato a sé stesso e, addirittura, nel XIX secolo, defraudato
dei propri blocchi costruttivi, che vennero impiegati per altre costruzioni.
Date
molto importanti per il Tempio sono state il 1969, quando fu sottoposto ad
un intervento di restauro e il 2015, anno in cui è stato restituito al
tempio e all’intera comunità aluntina un rocchio di colonna, risale al IV
secolo a.C.

- Fonte
- https://www.comune.sanmarcodalunzio.me.it/
- https://it.wikipedia.org
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