La
struttura si localizza leggermente in superficie, ma sotto una fattoria
(masseria) del XVIII secolo, dove si trovano le decorazioni musive.
Il lungo e difficile lavoro d'esplorazione, durato 20 anni, permise di
portare alla luce la parte centrale del complesso antico.
Si tratta di un gran peristilio di circa 20 metri di lato circondato da un
portico largo m.3,70, su cui danno diversi ambienti individuati sui lati
nord e sud.
La Villa
Romana del Tellaro fu scoperta nel 1971 grazie a degli scavi
clandestini avvenuti in contrada Vaddeddi (Noto). Si tratta di una
villa romana tardo imperiale, che si estendeva al di sotto di una masseria
sette-ottocentesca in totale stato di abbandono. La Villa Romana del Tellaro
risale alla stessa epoca della Villa Romana di Patti (provincia di Messina)
e della meravigliosa Villa Romana del Casale (Piazza Armerina). Tutte e tre
queste ville si trovano in zone autosufficienti lontane dai centri urbani e
in punti strategici al centro della Sicilia.
Il contributo che danno alla conoscenza dell’assetto socio-economico
dell’isola in età tardo-antica è di notevole importanza.
I
lavori di esplorazione e scavo della villa sono durati per oltre un
ventennio, sotto la guida di Giuseppe Voza. Grazie al duro lavoro
effettuato, è stato possibile riportare alla luce il corpo centrale della
villa, circondato da ambienti abitativi a Nord e Sud. I lati ad Ovest e a
Est invece sono stati distrutti o gravemente danneggiati in seguito alla
costruzione della masseria.
Ciò
che più colpisce della villa sono i suoi pavimenti a mosaico, alcuni
dei quali ben conservati, risalenti alla metà del IV secolo d.C.. Sul lato
Sud è stato rinvenuto un pavimento a mosaico policromo a motivi geometrici,
mentre quelli più belli sono stati rinvenuti sul lato Nord.
Gli
ambienti attorno al portico conservano un mosaico con raffigurati
eleganti festoni di alloro, che fanno da cornice a dei medaglioni decorati
da motivi geometrici. Questo mosaico, a differenza degli altri, non è stato
staccato per il restauro e conserva quindi la sua posizione originale. Sul
lato sinistro si possono ancora osservare delle macchie scure lasciate
dall’incendio che distrusse la villa intorno alla metà del C secolo d.C..
Anche il pavimento, se guardate bene, ha una forma irregolare, subita in
seguito alla pressione dovuto al crollo del tetto durante l’incendio e ai
terremoti verificatisi nel corso dei secoli.
Un
altro mosaico invece conserva, raffigurata al centro, una piccola parte
della scena del riscatto del corpo di Ettore. Purtroppo di questo mosaico si
conserva solamente l’angolo in basso a sinistra e si è riusciti risalire
alle figure raffigurate grazie a delle incisioni greche. Partendo da
sinistra sono rappresentati Ulisse, Achille (si è conservata solo la parte
superiore della testa)e Diomede, mentre non restano tracce di Priamo e dei
Troiani. Le figure si trovano intorno ad una bilancia, che conserva sul
piatto sinistro degli oggetti d’oro per il riscatto e sul piatto destro il
corpo di Ettore, di cui si sono conservati solo i piedi. Il tutto è
contornato da una cornice di foglie e fiori, tigri, leopardi e antilopi, e
una seconda cornice interna con festoni di foglie e fiori e maschere
teatrali agli angoli.
Nella
stanza centrale del portico si trova un altro mosaico raffigurante sugli
angoli quattro grandi crateri da cui partono strisce di foglie, frutti e
fiori che si uniscono ad arco sopra quattro riquadri rettangolari. In ogni
riquadro sono raffigurati una Menade e un Satiro che danzano
tenendo tra le mani uno strumento musicale. Al centro probabilmente era
rappresentato il dio Dionisio, alla cui corte appartengono le altre figure,
ma purtroppo l’immagine è andata perduta.
L’ultimo
mosaico raffigura le scene di una battuta di caccia, il tutto
delimitato da una cornice con figure di uccelli acquatici alternati a delle
svastiche. Al centro del mosaico si trova una figura femminile, associata
alla personificazione dell’Africa, seduta su una roccia e circondata da
alberi. Intorno alla donna si sviluppano diverse scene di caccia. Quello che
salta subito all’occhio è il realismo con cui queste scene sono
raffigurate, come l’effetto dell’acqua attorno alle zampe degli animali
o alle gambe dei cacciatori in movimento, oppure la paura sul volto del
cacciatore attaccato dalla tigre. Nella parte inferiore del mosaico è
invece rappresentato un banchetto, con le prede disposte sul tavolo, i
cavalli legati agli alberi e i servi che preparano il tutto.
Sulla
base dell'evidenza numismatica, i mosaici vennero realizzati dopo la metà
del IV secolo d.C.
La
villa del Tellaro è stata oggetto negli ultimi anni di un rinnovato
interesse, grazie soprattutto ad una serie di progetti di ristrutturazione e
riqualificazione dell'area interessata. Il 15 marzo 2008,
oltre trenta anni dopo gli scavi, la villa del Tellaro è stata finalmente
inaugurata e resa fruibile al pubblico.
Alle
spalle della Villa cominciano gli splendidi e talvolta antichi vigneti, dove
ancora oggi si coltivano le tradizionali uve del territorio: nero
d'Avola, moscato e albanella (o albanello)
sempre più difficile da trovare.

Agosto 2019
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