Iscrizioni preistoriche del monte Tsodilo
Botswana

patrimonio dell'umanità dal 2001  

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Nel paesaggio sterile del Kalahari occidentale, circa 50km ad ovest del villaggio di Sepupa sulla banca del panhandle, le scogliera-facce pure della quarzite delle quattro colline di Tsodilo aumentano maestoso sopra la savana circostante. Le quattro colline formano una linea e secondo le credenze della gente di san, si riferiscono a  "il maschio" (410 m. circa),  "la femmina" (300 m. circa) e il "il bambino" (40 m. circa). Esiste una quarta collina molto più piccola, che la leggenda ha individuato come la prima moglie della collina maschio.

Con una delle maggiori concentrazioni al mondo di arte rupestre (4500 pitture in soli 10 kmq), le colline Tsodilo sono state definite "il Louvre del deserto". Le comunità locali lo considerano un luogo sacro frequentato dagli spiriti ancestrali, ritenendolo il punto in cui il primo uomo venne portato sulla terra dal suo Creatore.

Come Uluru in Australia, questi massi solitari si stagliano netti sullo sfondo di un deserto ondulato, sconfinato come l'oceano. Permeate di evocazioni mitiche e leggendarie e di significati spirituali, queste colline sono considerate dalle etnie dei Makoko e dei Dzucwa San come il sito stesso della creazione. Laurens van der Post ha immortalato Tsodilo con il soprannome di Slippery Hills (colline infide) dato che durante la sua visita nella regione le macchine fotografiche si bloccarono, i registratori smisero di funzionare ed egli stesso fu assalito da nugoli di api, forse perché aveva offeso gli spiriti del luogo.  

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Tsodilo è stata abitata dagli antenati dei San per più di 35.000 anni e in questo sito si trovano oltre 3500 pitture rupestri. Queste rappresentazioni stilizzate di animali, persone e disegni geomorfi furono probabilmente, nelle intenzioni dei loro ideatori, null'altro che ghirigori fantastici ma siamo comunque tentati di immaginare una sequela di antichi Michelangelo intenti a creare dei capolavori. 

Quasi tutti questi dipinti sono in ocra o bianco e furono probabilmente realizzati dai San e dalle successive popolazioni bantu che abitarono in questa zona: tra le più interessanti meritano un cenno la zebra, il pinguino, la famiglia di rinoceronti e un folla di uomini impegnati in una danza sensuale.

Le popolazioni che gravitano intorno alle colline appartengono ai gruppi etnici Hambukushu (Bantu, arrivati  nel 1700) e Ju’hoansi (dell’etnia dei San, meglio conosciuti come Boscimani). Le pitture rupestri raffigurano animali che hanno sempre vissuto qui e che per i Boscimani, rappresentano precisi riferimenti cosmologici e rituali.