La Quebrada de Humahuaca si trova al centro
della provincia di Jujuy, in prossimità del confine settentrionale
argentino. Attraversata dal Rio Grande, questa regione va dai 1800 ai
3.800 metri sul livello del mare.
Il
nome quebrada (letteralmente "rotta") sta ad indicare
una valle profonda o una gola. Prende il proprio nome da Humahuaca, una
cittadina di 11.000 abitanti che sorge nella media valle. Il Río
Grande, che in inverno è completamente prosciugato, scorre
copiosamente lungo la Quebrada in estate.
La
regione è sempre stata un crocevia per la comunicazione economica,
sociale e culturale. È abitata da 10.000 anni, fin dai primi
insediamenti delle società di caccia-raccolta, attestati dalla grande
quantità di reperti preistorici. Era una via di transito per le
carovane al tempo dell'Impero Inca, nel XV secolo, e successivamente un
importante collegamento fra il Vicereame del Río de la Plata e il
Vicereame del Perù, nonché il teatro di numerose battaglie della
Guerra d'Indipendenza Argentina.
La ricchezza di ecosistemi di Quebrada de
Humahuaca ha consentito lo sviluppo di numerose specie e varietà
vegetali, selezionate e salvaguardate dal paziente lavoro delle
popolazioni locali. È il caso di molte varietà di patate e di mais, ma
anche della kiwicha, della quinoa, della oca e
della papa lisa, specie dimenticate dal tempo dei conquistadores
o addirittura proibite, perché considerate piante sacre dai nativi e
dunque indicate dagli occidentali come pericolose fonti di
superstizione. Oggi le colture andine rappresentano una risorsa
inestimabile: come patrimonio genetico, ma anche per le potenzialità
economiche.

Le prime tracce della selezione e della
coltivazione delle patate nella Quebrada risalgono a 4.000 anni fa,
quando ogni generazione si tramandava la tradizione di coltivare una
particolare tipologia di patata e, spesso, le famiglie davano il proprio
nome alle varietà coltivate. Alcune comunità si dedicavano alla
coltivazione delle diverse tipologie, altre erano specializzate nella
conservazione della semente: così, di generazione in generazione, le
varietà si moltiplicarono, sopravvivendo a secoli di colonizzazione.
Ciononostante, gran parte delle popolazioni originarie è andata
perduta: le 70 varietà registrate quarant'anni fa oggi si sono quasi
dimezzate.
La tipologie sopravvissute si differenziano
per sapore, colore e utilizzo e sono accomunate da un contenuto proteico
superiore a quello delle patate comuni. Tutte quante appartengono alla
specie Solanum tuberosum indigena, sebbene sia tuttora da
stabilire se si tratti di una sottospecie o di una vera e propria
specie.
Il Presidio ha individuato cinque varietà,
coltivate tra i 2100 e i 3800 metri sul livello del mare: la papa
azul (la più dolce del gruppo, con forma cilindrica, buccia blu
scuro picchiettata di bianco e polpa gialla); la papa señorita
(con forma irregolare, a volte piriforme, buccia bianca chiazzata di
rosa e polpa giallognola); la cuarentilla (con buccia rosata e
polpa bianca, ideale contorno per carni e legumi, come le due
precedenti); la tuni morada (con forma a medaglione, scura
all'esterno e bianca all'interno, adatta per il purè); la chacarera
(tondeggiante, bianca - con riflessi violacei nella polpa se coltivata
al di sopra dei 3.000 metri - adatta alla frittura).


Nata ufficialmente nel 1996, la cooperativa
Cauqueva riunisce 126 piccoli produttori (di patate ma anche di oca,
papa lisa e mais). Il suo obiettivo principale è il miglioramento
della qualità della vita degli abitanti della Quebrada de Humahuaca,
attraverso la commercializzazione dei prodotti, l'assistenza tecnica, il
sostegno economico e la formazione dei produttori. Nel 2002 Cauqueva è
stata selezionata fra i finalisti del Premio Slow Food per la
Biodiversità e all'inizio del 2004 è nato un Presidio per far
conoscere il suo lavoro a livello nazionale e internazionale.
Nel primo anno di attività ciascuno dei
dodici produttori del Presidio ha ricevuto la semente necessaria per
destinare un quarto di ettaro alle cinque popolazioni di patate
selezionate ed è stato assistito nelle fasi di preparazione del
terreno, semina e raccolta. I tecnici della cooperativa ma anche di
altre istituzioni, in particolare della Facoltà di Scienze Agrarie
dell'Università di Jujuy, terranno corsi di formazione sulla
coltivazione, la qualità, la selezione e la commercializzazione.
Il Presidio promuoverà presso la
ristorazione e il mercato nazionale le patate andine e i relativi
trasformati (patate appena sbollentate). Questi ultimi, a differenza
delle patate fresche, potranno anche essere esportati e dunque
commercializzati a livello internazionale.

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