Koh
Ker è il nome moderno del sito cambogiano ove sorge
quella che fu la capitale dell'Impero Khmer durante il regno di Jayavarman
IV, che la costruì a partire dal 921.
Agli
inizi del X secolo la capitale dell'Impero Khmer, in piena espansione,
era Yasodharapura (nel sito chiamato oggi Angkor), ove il
grande re Yasovarman I aveva costruito il tempio-montagna Phnom
Bakheng come suo nucleo. Alla sua morte il regno passò ai figli, Harshavarman prima
e Ishanavarman II poi.
Verso
la fine del regno di Harshavarman però un loro zio, Jayavarman IV,
iniziò ad avanzare delle pretese e decise quindi di lasciare la
capitale e fondare un proprio centro di potere in una zona circa 70 km
a nord-est. La successione da padre a figlio nei regni khmer non fu mai
una questione totalmente esplicitata, sia perché il ramo materno per
antica tradizione aveva un suo peso (all'epoca Chenla legittimo erede
era il figlio della sorella), che per le relazioni "bizantine"
che legavano le famiglie dominanti.
Frequenti
erano perciò le dispute durante il passaggio dei poteri. Jayavarman IV
era figlio di Mahendradevi, figlia di Indravarman, e aveva sposato
la propria zia Jayadevi, sorellastra di Yaśovarman; poteva quindi
vantare diritti legittimi al trono.
Fino
a pochi decenni fa la storiografia lo considerava un usurpatore, ma la
sua figura è stata rivalutata da autori più recenti, come Vickery,
anche in ordine all'amplissima attività costruttiva e allo slancio che
caratterizzò il suo regno.
Il
luogo scelto si chiamava Chok Gargyar ("isola di
gloria") e la grande città che vi sorse nel breve spazio di due
decenni venne chiamata nelle iscrizioni Lingapura. Costruita a
partire dal 921, quando Jayavarman era solo un pretendente al trono, fu
capitale vera e propria dell'impero Khmer solo successivamente. La
prima iscrizione che nomina chiaramente Jayavarman come re indiscusso è
stata datata al 928 (K.35 Prasat Nan Khmau).
A Jayavarman
IV successe suo figlio Harshavarman II, il cui regno fu molto
breve: dal 941 o 942 al 944 d.C. Harshavarman II rimase a Koh Ker,
ma il suo successore Rajendravarman (944-68) riportò la capitale
nel sito di Angkor. La successione di Rajendravarman secondo
le iscrizioni del Pre Rup è probabile non sia stata pacifica.
Rajendravarman era figlio di una sorella maggiore di Yaśovarman ed
era cugino di primo grado e contemporaneamente zio del suo predecessore.
Nonostante
il breve periodo in cui essa fu capitale, il numero di costruzioni ed
edifici religiosi della zona è notevole. IL nucleo centrale è
costituito da una città con un recinto esterno di 1200 m di lato,
che contiene un recinto interno che racchiude il tempio di stato,
chiamato ai giorni nostri Prasat Thom ("grande
tempio"). Varie altre decine di templi minori si estendono però su
un'area vasta ben 7 km per 5 km.
Subito
a sud del tempio principale si trova il grande bacino idrico del baray Rahal (1188
per 548 metri, ora prosciugato), alimentato dal fiume Stung Sen, che
divide il gruppo del Prasat Thom dai templi minori del cosiddetto
"gruppo Nord". Una particolarità di tale baray è di essere
stato costruito scavando in parte nella roccia viva (anziché
minimizzando gli scavi e innalzando invece argini come prassi), dovette
quindi richiedere molta manodopera.
Complesso
centrale - Il complesso del Prasat Thom comprende una piramide a
sette gradoni di 55 metri di lato alla base che raggiunge
l'altezza di 32 m. Secondo le stime di Henri Parmentier, il
colossale linga eretto in cima, menzionato nelle iscrizioni, doveva
essere alto più di 4 metri e pesare 24 tonnellate.
La
scala dell'intera area è di enormi proporzioni, al punto che alcuni
degli elementi costitutivi appaiono smisurati: è il caso di uno dei
gopura, detto Prasat Kraham, che era stato concepito così grande
ed elaborato da diventare un tempio vaishnavita a sé stante. La ragione
di una concezione architettonica su così grande scala è ravvisata da
alcuni studiosi, nell'esigenza politica (e forse anche morale) del
pretendente al trono di dimostrare il proprio potere politico e la
propria autorità.
Altri
templi - Il Prasat Nan Khmau (Santuario della donna nera)
è un alto edificio in laterite particolarmente ben preservato che si
distingue per la ricca decorazione e per il fatto di essere orientato ad
Ovest (invece che a Est, come quasi tutti i templi Khmer). Il santuario
detto Prasat Kong Yuan ("del giovane Vietnamita") si
distingue per un elemento decorativo che sarà poi impiegato anche nei
secoli successivi (a partire dal tempio di Banteay Srei): il
fastigio con le punte verso l'alto, reminiscenza forse di una pregressa
tecnica decorativa usata sul legno.
Le
attività archeologiche e turistiche - Situata a circa 70 km a
NE di Angkor, Koh Ker è stato a lungo un sito quasi inaccessibile per i
turisti, ma dal 2005 una nuova strada permette di raggiungere le sue
bellezze in circa 3 ore da Siem Reap. Negli anni passati, infatti,
Koh Ker è rimasta isolata, prima a causa dei "Khmer rossi" e
poi della presenza massiccia di mine inesplose. Tale forzato isolamento
non ha giovato alla conservazione dell'immenso patrimonio artistico del
sito. I disegni e le descrizioni fornite da Lunet de Lajonquière nel
1902 e da Henri Parmentier nel 1939 sono oggigiorno quasi
indecifrabili, vista l'interazione di diversi fenomeni: la vegetazione
che si è insinuata e a volte ha rovinato le architetture, alcuni errori
di costruzione commessi dai costruttori, la presenza di predatori e
vandali che hanno pesantemente danneggiato o sottratto moltissime opere.
Non a caso, nonostante il breve periodo in cui la città fu attiva come
capitale, è particolarmente elevato il numero di sculture e frammenti
provenienti da Koh Ker nei musei e nelle collezioni private di tutto il
mondo.

Il
sito archeologico di Koh Ker mostra in modo eccezionale lo scambio di
valori umani che ha dato origine allo stile Koh Ker, un'espressione
scultorea caratterizzata da immagini audaci ed espressive e da un
senso dinamico del movimento che è risultato dalla fusione del
simbolismo religioso e artistico indiano con concetti di design locali e
artigianato artistico. Lo stile Koh Ker, sebbene formatosi in un breve
periodo di ventitré anni nel X secolo, ha avuto un'influenza duratura
sull'espressione artistica del periodo successivo dell'Impero Khmer e di altri paesi
del Sud-est asiatico.
Il
sito archeologico di Koh Ker è un prototipo di un nuovo paesaggio
urbano caratterizzato da edifici su larga scala, grazie all'uso di
colossali blocchi monolitici di pietra per la costruzione e le sculture.
Ha inaugurato una fase secolare di costruzione di templi in pietra
in tutto l'Impero Khmer ed è diventato una fonte di ispirazione per i
grandi monumenti di Angkor e del Sud-est asiatico nei secoli successivi.
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