Il Monte
Qingcheng è una montagna che si trova nella di Sichuan, in Cina.
Secondo la mitologia taoista, qui l'Imperatore Giallo studiò con Ning
Fengzhi. Nel corso dei secoli su questo monte vennero eretti numerosi
templi di questa religione.
Nella
pianura centrale del Sichuan si trova un’opera idraulica vecchia di
oltre 2000 anni, e che, ancora ai nostri giorni, adempie
instancabilmente alle sue funzioni: irrigazione, navigazione e
deviazione delle piene.
Li
Bing visse all’epoca degli Stati Combattenti (475 –
221 a
.C.). Nato in una famiglia di contadini, fu nominato nel
256 a
.C. governatore di Shu (nel centro dell’attuale
Sichuan
) per mettere fine alle inondazioni che devastavano regolarmente la
regione.

Il
fiume Minjiang ha la sua sorgente sul monte Minshan, alto
4.000 m. e situato nel nord della provincia. Quando il Minjiang
raggiungeva il distretto di Guanxian, privo di rilievi, si estendeva
provocando delle inondazioni. A sud-ovest di questo distretto si innalza
il monte Yulei, che impediva lo scolo delle acque. Risultato:
inondazioni ad ovest e siccità ad est.
La
regolazione di questo corso d’acqua era una reale priorità per gli
abitanti rivieraschi. Sin dalla sua entrata in funzione, Li Bing si recò
sul posto con il figlio per farsi un’idea della configurazione di quei
luoghi. Decise ben presto che doveva essere scavato un canale attraverso
il monte Yulei. Circa diecimila contadini divennero scavatori per
l’occasione, e si misero al lavoro, muniti di attrezzi primitivi.
Su
consiglio dei contadini, Li Bing fece scavare una fenditura nella roccia
compatta, ammucchiare della legna e fare dei grandi fuochi per farla
scoppiare. Fu così che il canale Baopingkou ("il collo della
bottiglia") aprì la montagna per una larghezza di
20 m
. Peraltro, il fiume Minjiang fu diviso in due bracci di cui uno fu
diretto verso il canale Baopingkou.

La
difficoltà principale incontrata era stata quella di fissare molto bene
i grossi blocchi di pietra in mezzo ai flutti impetuosi. Osservando gli
usi locali, Li Bing si accorse che i contadini avevano l’abitudine di
utilizzare il bambù nella costruzione, e che le donne risciacquavano i
loro panni nel fiume fermando l’acqua con delle nasse in bambù. Da ciò,
egli ebbe l’idea di fare intrecciare delle immense nasse, riempirle di
ghiaia e fissarle nel fondo
del
fiume. In questo modo venne così costruita la forca di deviazione
soprannominata "la bocca
del
pesce": ad est, il Neijiang (corso secondario) si suddivide in
numerosi canali di irrigazione, mentre ad ovest, il Waijiang (corso
principale) scorre verso lo Yangtze.
Dietro
"la bocca
del
pesce", si trovano un bacino di decantazione e il
"Feishayan", una diga di scarico delle acque, costruita
anch’essa con l’ausilio di nasse in bambù, che consente di
controllare la portata del Neijiang, all’uscita della "bocca
del
pesce".
Quando
il livello del Neijiang sale, nella stagione delle piogge, le acque
refluiscono naturalmente verso il Waijiang. Il bacino di decantazione
permette inoltre di ridurre la portata d’acqua evitando così il
rischio di chiudere il "collo della bottiglia" a valle.

Li
Bing e suo figlio fecero ancora intagliare una statua antropomorfa in
riva al fiume: nel periodo di secca, il livello
del
Neijiang non scende mai al disotto dei piedi
del
personaggio; nella stagione delle piogge, non oltrepassa mai il livello
delle spalle. Inoltre, fu anche immerso un rinoceronte in pietra, per
indicare la profondità ottimale quando si dragava il fondo.
In
effetti, tra l’inverno e la primavera, conviene pulire il letto
del
fiume
del
suo fango al fine di mantenere un livello costante nel Neijiang. Alla
stessa maniera, si deve provvedere regolarmente alla manutenzione
del
bacino di decantazione per evitare le inondazioni. Queste
raccomandazioni vennero incise nella roccia per essere tramandate ai
posteri.
Li
Bing diede delle istruzioni chiare e semplici ai contadini: al decimo
mese bloccare il Waijiang per mezzo delle nasse in bambù riempite di
ghiaia e argilla per poter dirigere la totalità della portata nel
Neijiang. Poi, ritirare le nasse e ricominciare l’operazione nel
Neijiang. La fine di questi lavori corrisponde precisamente all’inizio
della stagione dei grandi lavori agricoli.
L’opera
di Dujiangyan resiste a dispetto dei tempi da duemila anni; ciò è
sufficiente a provare il carattere scientifico della sua concezione e
della sua realizzazione. Controlla automaticamente la portata
del
fiume e la ripartizione delle sue acque, in funzione dei bisogni
dell’agricoltura. Assicura l’irrigazione di
200.000 ettari
di pianura. Da allora, la regione è stata soprannominata "il
paradiso verde". Da duemila anni, la gente rivierasca continua a
farne la manutenzione e perfezionarla.
