Qusayr Amra
Giordania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1985

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La dinastia dei Banu Umayya, altrimenti detti Omayyadi, guidò il giovane Impero Islamico dal 658 al 750, epoca in cui la spettacolare espansione dell'Islam si spinse dall'Indo fino ai Pirenei. Dopo la caduta degli Omayyadi per mano degli Abbasidi, i "castelli nel deserto" furono abbandonati e si trasformarono in rifugi di genti nomadi che talvolta ne asportavano i marmi per venderli al mercato di Damasco. Nessuno in Occidente fu al corrente della loro esistenza fino al 1898, quando il giovane studioso Alois Musil si avventurò in una regione che i continui scontri fra tribù rendevano molto pericolosa e raggiunse Qusair Amra, prima di una serie di sorprendenti scoperte che rivelarono al mondo intero una dimensione dell'arte omayyade fino ad allora sconosciuta.

A partire da Walid I (che regnò dal 705 al 715), i califfi omayyadi risiedettero più frequentemente nei cosiddetti "castelli nel deserto" - innalzati in luoghi inospitali, dove il lusso della loro costruzione è in stridente contrasto con il paesaggio - che non nella capitale dell'Impero, Damasco. 

Tradizionalmente si individua la ragione di questo fatto nell'ayma, la "sete di latte di cammella", cioè nella nostalgia nei confronti della vita nomade dei Beduini. Tuttavia questa motivazione, molto celebrata dai poeti dell'epoca, non convince, poiché si sa con certezza che gli Omayyadi provenivano dall'aristocrazia della Mecca. 

Oggi alcuni esperti sostengono che la costruzione dei "castelli nel deserto" obbediva più che altro a necessità di protezione, più facile da assicurare in un luogo isolato che non in una grande città, e a un vasto progetto di colonizzazione delle regioni subdesertiche poste a sudest di Damasco. Venivano create così oasi artificiali e zone agricole dotate di sofisticati sistemi di raccolta delle acque, al fine di contenere l'avanzata delle tribù nomadi del deserto arabo e rendere più sicure le antiche rotte carovaniere.  

Non lontano da una di queste rotte, 85 chilometri a est di Amman, sorge il complesso di Qusair Amra, del quale attualmente si conserva quello che probabilmente era l'edificio principale. Si tratta di una costruzione in pietra coperta da volte a botte e suddivisa in due parti, corrispondenti allo spazio occupato dal palazzo e alle terme, realizzate secondo il modello classico dei Romani.  

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Eretto da Walid I, califfo dal 705 al 715 (o, secondo alcuni studiosi, da suo figlio Yazid II), il Qusayr'Amra è situato su un'isola naturale formata dal wadi Butum, uno dei torrenti stagionali della regione. In origine il complesso era più ampio di quello che si può ammirare oggi e comprendeva una fortezza con un cortile interno - di cui restano le fondamenta - e giardini con fontane irrigati da una ruota ad acqua. Oltre la porta d'ingresso si apre un'ampia sala, forse destinata a udienze e divisa in tre navate da due archi longitudinali; a sua volta questa da accesso a due piccoli locali ai lati del fondo. 

Il pavimento originale, che Musil poto vedere ma che oggi è interamente perduto, era a mosaico nei due piccoli locali e di marmo nella sala principale. A sinistra della sala si aprono le terme, formate dall'apoditerium o spogliatoio, dal tepidarium e dal calidarium. Le tre sale erano anticamente pavimentate a mosaico.

In ottimo stato di conservazione sono invece i due edifici contigui in arenaria che ospitano la sala delle udienze e le terme (hammam). La prima è un ambiente lungo 10 metri e largo 6 con una copertura formata da volte a botte – divenute poi tipiche dell’architettura islamica – che delimitano tre navate; le due laterali terminano in un'alcova, mentre quella centrale ospitava il trono.

Molto estesi sono gli affreschi sulle volte e sulle pareti. In uno, detto "dei sei re", sono state identificate le figure di Roderico, re dei visigoti, del sovrano sassanide Krisa, dell'imperatore di Bisanzio, del negus dell'Abissinia, dell'imperatore cinese e del capo dei turcomanni. Queste figure potrebbero rappresentare i nemici dell'Islam oppure i "pari grado" del califfo omayyade.

Qusayr2.jpg (311360 byte)Tutto l'edificio è decorato con affreschi, che rappresentano l'aspetto più interessante di Qusair Amra, soprattutto se si tiene conto della successiva proscrizione della pittura figurativa nel mondo islamico. In alcuni casi, però, essi sono talmente deteriorati che è possibile riconoscerne i soggetti solo grazie ad alcuni disegni realizzati durante le ricerche di Musil. 

Un sovrano, forse il califfo sul suo trono, attorniato da un universo animato di uccelli e creature marine, presiede la sala delle udienze, la cui decorazione è completata dalla raffigurazione di una caccia all'onagro (una specie di asino selvatico), da scene di vita di palazzo, da rappresentazioni allegoriche e da un interessante fregio raffigurante alcuni re vinti dai califfi omayyadi: il visigoto Rodrigo, Cosroe, imperatore della Persia sassanide, il negus d'Abissinia o l'imperatore di Bisanzio.

Meno solenni, le stanze delle terme sono ricoperte da pitture con figure di animali, una scena con donne e bambini nudi alle terme e un bellissimo zodiaco affrescato sulla cupola del calidarium, notevole per la sua attendibilità scientifica. Nella tecnica pittorica è possibile individuare influenze bizantine e tardoromane.

Probabilmente il complesso di Qusair Amra risale al regno di Walid I (705-715) o di Walid II (743-744), anche se, per via della sua relativa modestia, è stata avanzata l'ipotesi che il proprietario non fosse il califfo, ma più probabilmente un principe ereditario oppure un altro membro della famiglia reale. Certo è che la costruzione non è anteriore al 711, anno della sconfitta del re Rodrigo in Spagna, né posteriore alla caduta della dinastia degli Omayyadi.