A circa
500 km da Bangalore, la capitale del Karnataka si trovano i templi di
Pattadakal, sulle rive del fiume Malaprabha, che costituiscono con Ahiole e Badami,
il nucleo più importante per l’evoluzione dell’architettura del
tempio indiano nel Deccan. Divenuta capitale politica e religiosa dei Chalukya nel
VII secolo, a Pattadakal si sviluppò lo stile affermatosi e definitosi
nella precedente capitale Badami, tuttavia, pur svolgendosi qui le
incoronazioni e i riti religiosi ed ufficiali, non si ebbe mai un vero e
proprio sviluppo cittadino, che rimase confinato a Badami. Pattadakal fu
dunque esclusivamente un vero e proprio centro di culto dinastico.
Nel 1987 è stato riconosciuto a Pattadakal lo status di patrimonio
mondiale dall’UNESCO.

La
storia di Pattadakal risale a un’epoca in cui era chiamata Kisuvolal,
una valle di terra rossa, che trova persino una menzione nella Geography
Geografia di Tolomeo nel II secolo d.C.
La
dinastia Chalukya di Badami (antico Vatapi) costruirono qui a
Pattadakal un grande complesso di templi per reali commemorazione e
incoronazione. Questo complesso si trova sulla riva del Malaprabha,
fiume che scorre più a nord per incontrare il fiume Krishna.
Pattadakal
significa letteralmente “pietra dell’incoronazione” e testimonia
la fase successiva dell’evoluzione della caratteristica architettura
della dinastia Chalukya. La fase di gestazione di questo sviluppo che ha
preso posto ad Aihole, Badami (l’antica capitale), Alampur e Mahakuta
si ritrova qui al suo massimo splendore. È negli ultimi decenni,
durante i regni successivi di Vijayaditya (696-733 d.C.), Vikramaditya
II (733-746 d.C.) e Kirtivarman II (746-753 d.C.), che diversi templi
furono gradualmente costruiti in questa fertile valle.
Più
tardi, dopo il crollo dell’impero dai loro successori la dinastia
Rashtrakuta, nel IX secolo, a questi templi induisti venne aggiunto
anche un santuario jainista, dedicato al XXIII Tirthankar,
Parsvanatha.

La
struttura standard di questi templi prevede al piano base un sancta
sanctorum garbha griha che si apre su un vestibolo antarala,
che ospita i murti (immagine consacrate) su un pitha (piedistallo).
Un’ampio sala di pilastri mandapa confina con l’antarala.
Una sovrastruttura shikhara, sorge in cima al sancta sanctorum
e contiene un amalaka (pietra che secondo un’interpretazione
rappresenta un loto), con un kalash (vaso con foglie di mango
e una noce di cocco). Le torri così costruite chiamate vimana comprende
quindi sia il garbha griha che lo shikhara.
I
templi di Pattadakal sono tutti dedicati a Shiva e si affacciano ad est.
Tuttavia, le rappresentazione di motivi religiosi nelle sculture e
rilievi non si limitano allo Shivaismo ma attingono generosamente da
tutto il pantheon indù. Il complesso di Pattadakal conta in
totale nove templi dedicati a Shiva.
I
più importanti monumenti che
si trovano nella città di Pattadakal sono:
Tempio Virupaksha - L’epigrafia
rivela che questo tempio è stato costruito dalla regina Loka
Mahadevi (originariamente chiamata Lokeswara) dopo le campagne
militari di successo del re Vikramaditya II contro i Pallava (IV-IX
secolo d.C.). In pianta ricorda il tempio Kailasnatha di
Kanchipuram, ma in pietra ed è la realizzazione del primo tempio
dell’architettura Chalukya pienamente matura in tutto il suo
splendore.
Un garbha griha quadrato, con un
percorso ambulatoriale che lo circonda, è collegato all’antarala. Due
piccoli santuari sono posti lateralmente all’antarala, uno per Ganesha
e l’altro per Mahisasurmardini. Tre portici da est, nord e sud si
aprono su un ampio mandapa. Più a est, su un plinto è posto una
sala mandapa con un Nandi separato. L’intero tempio è circondato da
mura di prakara (recinto) che sono dotate di santuari
sussidiari sul lato interno.
Il magnifico shikhara Dravida costruito con un sukanasa ben
conservato (sporgenza arcuata) sul davanti è uno dei tratti distintivi
del tempio. La sovrastruttura è a tre piani e sormontata da un amalaka a
quattro lati con un kalash al suo finale.
Le pareti del tempio sono divise in sporgenze e
rientranze e diverse sculture adornano le nicchie del santuario.
All’interno il tempio è coperto di fregi raffigurante storie e
antiche narrazioni.
Tempio Kashi Vishwanath - E' uno dei
più famosi templi indù dedicati a Shiva. Si trova
a Varanasi, nello stato federato dell'Uttar
Pradesh in India, sulla riva occidentale del fiume Gange.
È uno dei dodici Jyotirlinga.
Il
tempio è menzionato nel Kashi Khanda dello Skanda Purāna,
nelle Upaninad e nei Veda. Fu distrutto e ricostruito
numerose volte. La data di costruzione del primo tempio è sconosciuta,
ma si sa che fu distrutto dall'esercito di Qutb al-Din di
Delhi nel 1194 e ricostruito da un mercante
del Gujarat durante il regno del sultano Shams al-Dīn
Iltutmish (1211–1266). Fu demolito nuovamente durante il governo
di Hussain Shah Sharqi (1447–1458) o di Sikandar
Lodhi (1489–1517). Raja Todar Mal lo ricostruì grazie
al finanziamento di Akbar nel 1575 o nel 1585.
Nel 1669 l'imperatore Aurangzeb distrusse
il tempio e costruì al suo posto la moschea Gyanvapi. I resti
dell'antico tempio sono visibili nelle fondamenta, nelle colonne e nella
parte posteriore della moschea. Nel 1780 (o 1777) il
tempio fu ricostruito per l'ultima volta, adiancente alla moschea, dal
monarca marathi Ahilyabai Holkar di Indore.
Lo Śiva
Mahāpurāna narra che un tempo Brahmā e Visnù litigarono
per chi dei due avesse la supremazia sul creato. Per risolvere la
disputa, decisero di affidarsi al giudizio di Shiva. Quest'ultimo
trafisse i tre mondi con un'enorme colonna di luce, lo
jyotirlinga appunto, e sancì che il primo dei due che fosse
arrivato alla fine della colonna di luce avrebbe avuto la supremazia sul
creato. Visnù e Brahmā si lanciarono rispettivamente verso il basso e
verso l'alto per ottemperare alla richiesta. Nonostante i loro sforzi
però non riuscirono mai ad arrivare alla fine della colonna di luce.
Alla fine Brahmā decise di mentire, sostenendo di aver raggiunto la
fine, mentre Visnù ammise la sconfitta. La menzogna di Brahmā fece
andare su tutte le furie Shiva che apparve come una seconda colonna di
fuoco e maledisse Brahmā affinché non fosse mai adorato da alcun
essere umano. Lo jyotirlinga, oggetto della prova, è il supremo Shiva
stesso, realtà senza parti.
Shiva -
la divinità principale - è conosciuta con i nomi Shri Vishwanath e
Vishweshwara che letteralmente significano Signore dell'Universo. La
città di Varanasi era chiamata Kashi nei tempi antichi, e quindi il
tempio è popolarmente chiamato Kashi Vishwanath.
Il
complesso del tempio è costituito da una serie di santuari minori,
situati in un piccolo vicolo chiamato Vishwanatha Galli, vicino al
fiume. Il tempio principale è a forma di quadrilatero ed è circondato
da santuari minori. Ci sono piccoli templi per Kala Bhairava,
Karttikeya, Avimukteshwara, Visnù, Ganesha, Shani e Parvati.
Il linga di Shiva, la divinità principale, è in pietra marrone, alto
60 centimetri e ha una circonferenza di 90. È alloggiato in un altare
d'argento. A nord del tempio c'è anche un piccolo pozzo chiamato Jnana
Vapi (o Gyan vapi) che significa il pozzo della saggezza. Si narra
che durante le invasioni dei tempi antichi il lingam fosse stato
nascosto nel pozzo.
La
struttura è quella classica del Mandir. Il tempio è famoso per le
cupole d'oro che lo sormontano e per la guglia d'oro alta 15,5 metri.
Due delle tre cupole furono ricoperte d'oro nel 1839 grazie al
Maharaja Ranjit Singh, mentre la terza dal Ministero della cultura
dell'Uttar Pradesh in tempi recenti.
Il
tempio di Kashi Vishwanath è considerato uno dei luoghi di culto più
sacri della religione indù nonché lo jyotirlinga più importante.
Molti santi di spicco, tra cui Adi Sankaracharya, Ramakrishna
Paramhansa, Swami Vivekananda, Bamakhyapa, Goswami
Tulsidas, Swami Dayananda Saraswati, Sathya Sai
Baba, Yogiji Maharaj, Pramukh Swami Maharaj, Mahant Swami
Maharaj e Guru Nanak Dev hanno visitato il tempio.
Pregare qui conduce a mokna e i veri devoti di Shiva vengono
liberati dal sansāra, il ciclo delle reincarnazioni.
Si dice
che durante alcune festività particolari, come Maha Shivaratri, il
dio stesso scenda nel tempio a pregare. In questo lasso di tempo,
l'accesso al tempio è proibito.
A causa
dell'immensa popolarità del tempio, centinaia di luoghi di culto in
tutta l'India sono stati costruiti con lo stesso stile architettonico.
È uno dei santuari del Vaippu Sthalam, i luoghi menzionati
nel Tevaram.
Tempio Sangameshvara - Questo tempio fu costruito nel 720 d.C. da
Vijayaditya e originariamente chiamato tempio Vijayeswara. Il garbha
griha che in genere ospita un lingam (simbolo del fallo)
e su entrambi i lati dell’antarala e sono presenti anche dei
santuari secondari. Ad est del mandapa, un’immagine del toro
Nandi supportato su un piccolo zoccolo. Il tempio stesso è costruito su
un alto basamento.
Sulle pareti del tempio, nicchie recanti sculture di
diversi avatar di Vishnu e Shiva che si alternano magnificamente. Sotto
il kapota (la gronda del tetto), una fila di meravigliose
sculture sono posizionate come se l’intero carico del tetto sopra
fosse sostenuto da loro.

Tempio
di Kasivisweswara - Probabilmente
è l’ultimo tempio costruito in questo complesso, databile alla metà
dell’VIII secolo. Mostra lo stile meravigliosamente sviluppato che si
eleva in cinque fasi, purtroppo mancano l’amalaka e
il kalash. Un sukanasa ben conservato adorna la parte
anteriore dello shikhara con un’immagine di Uma-Maheswara
scolpita all’interno di un arco.
Nel
piano, il tempio segue il modello generale dell’architettura antica
Chalukya, come evidenziato in altri templi di questa località. Le
sculture di Ardhanariswara e Kalabhairaba abbelliscono il lato nord del
muro di mandapa. Le pareti sono inoltre decorate con figure
accoppiate a sostegno dei frontoni degli archi chaitya.
Compaiono anche storie di Shiva e Bhagavat Purana, molto piacevoli
da vedere. Un pannello del soffitto squisitamente preparato che si trova
al centro del mandapa raffigura Shiva, Parvati con in mano Kartikeya e
Nandi. Oltre il mandapa, più a est un piccolo mandapa di
Nandi, ora in gran parte rovinato.
Tempio Mallikarjuna
- Originariamente
era chiamato Trailokeswara in onore della regina Trailokya
Mahadevi. Quasi
come un gemello, il tempio di Mallikarjuna fu costruito per lo stesso
scopo, contemporaneamente al tempio di Virupaksha che si erge accanto ad
esso. Ci sono solo alcuni evidenti differenze tra questi due, uno di
loro essendo un amalaka emisferico al contrario di un
quadrilatero e un parapetto privo di certi elementi architettonici. I
santuari, laterali all’antarala, sono purtroppo mancanti delle
immagini delle loro rispettive divinità. Anche i muri prakara sono
in gran parte distrutti. Racconti dai purana (testi religiosi)
ed epopee sono scolpite all’interno del tempio, sono presenti tra
l’altro sculture di Mahisasurmardini, Narasimha che combatte con
Hiranyakashipu, e l’uccisione di Mareecha ecc.
Tempio Galganatha
- Questo tempio, uno degli ultimi ad essere costruito nel sito
intorno al 750 d.C., possiede una sovrastruttura sviluppata nello stile
del nord adottata dagli architetti del primo Chalukya. Esso è stato in
gran parte conservato con l’amalaka e il kalash nella
parte superiore, salvo quelli parzialmente danneggiati nella parte
anteriore del sukanasa.
Il pradakshinapatha (passaggio
per la circumambulazione) è chiuso sui tre lati ma l’ampio spazio
aperto sopra il basamento di fronte al tempio suggerisce la deplorevole
perdita del mandapa alle devastazioni del tempo. L’ingresso
al sancta sanctorum è dominato dalle dee del fiume su entrambi i lati
con l’architrave scolpito con una Nataraja.
Il
tempio contiene una scultura di Shiva che uccide il demone Andhakasura.

Tempio Kadasiddeshvara
- Questa
modesta struttura è stata costruita tra la metà e la fine del VII
secolo d.C. Attesta l’antica architettura Chalukya ancora in
evoluzione con il suo shikhara sviluppato lungo lo stile
nordico (rekha nagara) dalla prole curvilinea e un
semplice sukanasa che proietta dalla sovrastruttura nella
parte anteriore, sopra l’antarala. Il sukanasa raffigura
l’immagine di uno Shiva danzante con Parvati come sollievo
superficiale chaitya (sala di preghiera).
Le
nicchie devakoshtha ospitano immagini di Ardhanariswar,
Harihara e Shiva rispettivamente sui lati nord, ovest e sud.
Il mandapa rettangolare avrebbe potuto avere un mukha mandapa (portico) nella parte anteriore, come
suggerito dallo zoccolo, con soliti stampi decorativi. Le figure di
Shiva e Parvati abbelliscono l’architrave della porta
al garbha griha con intagli di Brahma e Vishnu su
entrambi i lati.
Tempio Jambulinga
- La
sua pianta e il periodo di costruzione sono entrambi paragonabili al
tempio di Kadasiddheswara menzionato prima.
La garbha griha quadrata ospita un lingam su
una pitha e si apre sull’antarala a fronte che si
espande ulteriormente in un mandapa. Il sukanasa proietta
dallo sikhara (costruito nel stile nord in tre fasi
decrescenti) nella parte anteriore. Il piccolo Nandi Mandapa ad est è
in stato di rovina, con l’immagine accovacciata di Nandi quasi
distrutta.
Tempio
di Chandrashekhara
-
Questa
struttura relativamente piccola è posta tra i templi di Sangameswara e
Galganatha. Non
vi è alcuna sovrastruttura in cima alla garbha griha che
segue la tradizione di custodire un lingam su un pitha.
Un devakoshtha è progettato su entrambe le pareti nord e a
sud del sancta sanctorum.
I Dwarpala (guardiani della
porta) abbelliscono entrambi i lati della porta d’ingresso al
santuario.

Santuario giainista,
situato lungo la strada che collega Pattadakal con Badami, eretto dai
Rashtrakuta di Manyakheta. Contiene alcune notevoli sculture e venn
eretto probabilmente nel IX secolo, dal re Amoghavarsha I o da suo
figlio Krishna II.
Ad
un chilometro dai templi di Pattadakal si trova un tempio jainista
dedicato al XXIII Tirthankar, Parsvanatha. Chiamato
localmente il tempio Jain Narayana, fu costruito molto più tardi
durante il dominio della dinastia Rashtrakuta nel IX secolo d.C.
Sebbene
costruito un secolo dopo e sotto un diverso sovrano, segue il modello di
base che è stato sviluppato durante gli inizi dell’era Chalukya.
È
un tempio a tre piani con i due inferiori ancora funzionali. Il
quadrato garbha griha ospita un’immagine di
Parsvanatha. L’adiacente antarala si apre su
un mandapa e infine su
un mukha mandapa splendidamente a colonne. Un percorso
circumambulatoriale, sebbene con muri crollati, è anche presente. La
sovrastruttura è costruito in stile vimana meridionale con in
cima un amalaka a quattro lati. Il plinto è decorato con
modanature triple.

Tempio Papanatha,
eretto nel 680. All'inizio la costruzione iniziò in stile nagara, ma più
tardi si decise di cambiare verso un più bilanciato stile dravidiano.
Le sculture di questo edificio raffigurano scene tratte dal Ramayana e
dal Mahābhārata.
Nella città di Pattadakal si
trovano inoltre alcuni musei dedicati alla storia della regione, una
colonna monolitica in pietra riportante numerose iscrizioni, i templi di
Naganatha, Chandrashekara e Mahakuteshwara.
Situato
a sud del tempio di Virupaksha, vanta un vimana di stile
nordico con un elaborato intaglio sukanasa nella parte
anteriore. È
il tempio più grande del complesso nello stile di rekha
nagara (nordico) e sembra avere subito aggiunte e modifiche
all’esterno dal piano originale. È possibile che il tempio,
all’inizio consisteva nella composizione tipica con un santuario,
un mandapa rettangolare e un separato con un
Nandi mandapa.
Modifiche successive mirate ad allargare
il mandapa esistente e incorporare un percorso
circumambulatoriale chiuso intorno al sancta sanctorum. Questo è stato
esteso in modo tale che il mandapa Nandi, una volta separato, ora è
diventato una parte di esso. Una bella figura di Nandi abbellisce
il passaggio all’ingresso del mandapa. Solo uno
dei dwarpala (guardiani della porta) è rimasto all’ingresso
del mandapa.
Pilastri e pilastri all’interno della sala è
splendidamente coperte di figure nella posizione tribhanga mudra,
motivi a fogliame e altri elementi. La facciata del garbha
griha è splendidamente decorato con un Garuda sull’architrave e
decorativi pilastri su entrambi i lati, accompagnati da graziosamente
figure scolpite di Ganga e Jamuna.

Glossario
amalaka: un disco di pietra che si trova sulla cima dello shikara
antarala: vestibolo
devakoshtha: nicchia
dwarpala: guardiani della porta
garbha griha: sancta sanctorum
kalash: vaso con foglie di mango e una noce di cocco
vimana: sancta sanctorum con relativo tetto
prakara : recinto
kapota: gronda del tetto
mandapa: sala con colonne/pilastri
murti: immagine consacrata
pitha: piedistallo
pradakshinapatha: passaggio per la circumambulazione
shikhara: sovrastruttura, torre del tempio
sukanasa: sporgenza arcuata esterna