Più di
4.000 anni fa nell’India settentrionale c’erano costruttori che
fabbricavano mattoni. Non immaginavano di certo che quei mattoni
avrebbero trovato la loro collocazione in una gigantesca rete
ferroviaria nel subcontinente indiano.
Il
sistema ferroviario indiano è gigantesco! I treni sono il principale
mezzo di trasporto dell’India, che ha più di un miliardo di abitanti.
Oltre ai normali spostamenti quotidiani della popolazione, la tradizione
culturale dell’India prevede che i milioni di persone che vivono
lontano dai parenti vadano a trovarli di frequente per eventi familiari
come nascite, feste, funerali, matrimoni o malattie.
Ogni
giorno una media di oltre 8.350 treni percorrono circa
80.000 chilometri
con a bordo più di 12 milioni e mezzo di passeggeri. I treni merci
trasportano 1,3 milioni di tonnellate di prodotti. In totale, treni
merci e treni passeggeri percorrono ogni giorno tre volte e mezzo la
distanza terra-luna!
Pensate
alle 6.867 stazioni, alle 7.500 locomotive, alle oltre 280.000 carrozze
e vagoni e ai binari lunghi complessivamente quasi
108.000 chilometri
, inclusi i raccordi, e capirete perché le ferrovie indiane devono
impiegare circa 1,6 milioni di persone, la più grande forza lavoro di
qualsiasi azienda del mondo.
A
metà del XIX secolo l’India produceva un’enorme quantità di cotone
grezzo, il cui trasporto avveniva su strada fino ai porti dai quali
salpava per essere esportato. L’India, però, non era il principale
fornitore di cotone degli stabilimenti tessili della Gran Bretagna; gran
parte del cotone proveniva dal profondo Sud dell’America
Settentrionale. Tuttavia la perdita del raccolto del
1846 in
America, cui fece seguito la guerra di secessione (1861-1865), creò
l’urgente bisogno di importare cotone da altri luoghi. La soluzione fu
l’India. Ma per continuare a far funzionare gli stabilimenti inglesi
del Lancashire occorrevano trasporti più veloci. Nel frattempo furono
fondate
la East Indian
Railway Company (1845) e
la Great Indian
Peninsula Railway (1849). Si firmarono contratti anche con
la Compagnia
(Inglese) delle Indie Orientali, i maggiori commercianti del
subcontinente indiano. I lavori procedettero celermente e il
16 aprile 18
53 fu intrapreso il primo viaggio ferroviario: comprendeva un percorso
di
34 chilometri
dalla zona
del
porto detta Bori Bunder, situata a
Bombay
(ora Mumbai), alla città di
Thāna
.

Raggiungere
da Bombay l’entroterra in cui si produceva cotone voleva dire
attraversare i Ghati Occidentali, un’impervia catena montuosa.
Ingegneri e operai britannici, coadiuvati da migliaia di operai indiani,
anche 30.000 alla volta, lavorarono alacremente senza disporre delle
tecnologie moderne. Impiegando per la prima volta nel mondo un tracciato
a rampe, posarono un binario che superava un dislivello di
555 metri
in appena
24 chilometri
. Scavarono 25 gallerie della lunghezza complessiva di
3.658 metri
. Raggiunsero l’altopiano del Deccan e la ferrovia entrò in funzione.
Il lavoro procedette speditamente in tutto il paese, incentivato non
solo dal commercio ma anche dal bisogno di spostare rapidamente truppe e
personale man mano che gli inglesi incrementavano gli affari nel
subcontinente.
Nel XIX
secolo per i pochi che potevano permettersi di viaggiare in prima classe
il caldo e la polvere erano tollerabili. In una carrozza privata c’era
un letto comodo, gabinetto e vasca da bagno, camerieri per il servizio
ristoro che andava dal tè del mattino alla cena, una ventola installata
su un contenitore di ghiaccio per fare fresco, un barbiere e libri
tratti dalla collana della Wheeler’s Railway Library, fra cui i
romanzi più recenti dello scrittore Rudyard Kipling, nato in India.
Louis Rousselet, che viaggiava negli anni ’60 del 1800, disse che
poteva “percorrere questa enorme distanza con relativamente poco
sforzo”.
Entro
il 1900 la rete ferroviaria dell’India era diventata per grandezza la
quinta del mondo. Le locomotive a vapore, diesel ed elettriche, il
materiale rotabile e le carrozze, che in precedenza venivano tutti
importati, ora erano prodotti localmente. Alcuni motori erano dei veri
bestioni: locomotive del peso anche di 230 tonnellate, motori elettrici
da 6.000 cavalli e motori diesel del peso di 123 tonnellate con una
potenza di 3.100 cavalli. Nel 1862 comparve il primo treno a due piani.
L’India può vantare la banchina ferroviaria più lunga del mondo,
833 metri, che si trova a Kharagpur, nel Bengala Occidentale, mentre i binari più
lunghi,
304 metri
ciascuno, si trovano a Sealdah, Calcutta.
I primi
treni correvano su rotaie a scartamento normale. In seguito, per
risparmiare fu introdotto il binario a scartamento metrico insieme allo
scartamento ridotto per le salite. Nel 1992 prese il via il piano di
scartamento unico e fino ad ora circa
8.000 chilometri
di rotaie sono passate dallo scartamento ridotto e metrico allo
scartamento normale.
I treni
suburbani di Mumbai trasportano milioni di pendolari e appaiono
costantemente sovraffollati. Sulla metropolitana di Calcutta possono
viaggiare ogni giorno 1,7 milioni di passeggeri. A Chennai (ex Madras)
c’è la prima ferrovia sopraelevata dell’India. Fra le recenti
innovazioni ci sono le prenotazioni computerizzate e gli sportelli per
informazioni muniti di elaboratori elettronici. Questo gigante si dà
molto da fare e continua a crescere.


Per
sfuggire al caldo, i colonizzatori inglesi amavano andare in montagna.
La prospettiva di arrivarci più velocemente portò alla costruzione di
una ferrovia sulle montagne con “treni giocattolo”. A quel punto
viaggiare divenne più veloce, perlomeno rispetto ai viaggi a cavallo o
in portantina. Per esempio nell’India meridionale il “treno
giocattolo” si addentra fra i monti Nilgiri, o Monti Azzurri.
Procedendo a una media di
10,4 chilometri
orari è forse il treno più lento dell’India.
Ma
che viaggio! Si attraversano le piantagioni di tè e caffé fra le
montagne, fino a Coonoor, a
1.712 metri
d’altezza. Costruito alla fine del XIX secolo, il binario sale per una
pendenza di un metro ogni 12 e ha 208 curve e 13 gallerie. Utilizza il
sistema di rotaia a cremagliera tipo Abt: è una rotaia munita di denti
su cui si ingrana la locomotiva, che spinge il treno da dietro. Queste
rotaie sono fra le più vecchie e ripide del mondo a servirsi della
cremagliera e dell’aderenza.
La
linea ferroviaria himalayana di Darjeeling si inerpica su rotaie che
sono ad appena
61 centimetri
l’una dall’altra, con una pendenza di un metro ogni 22,5, fino a
Ghoom, la più alta stazione ferroviaria dell’India, a
2.258 metri
sopra il livello del mare. Le rotaie hanno tre curve a spirale e sei
tracciati a zigzag. Il tratto più famoso, la curva Batasia, fa venire
ai passeggeri la tentazione di saltare giù dal treno, arrampicarsi su
per i pendii coperti d’erba e risalire sul treno dopo la curva.
L’emozionante viaggio raggiunge il culmine con il panorama di
Kanchenjunga, la terza montagna più alta del mondo. Nel 1999 l’UNESCO
conferì a questa ferrovia lo status di patrimonio mondiale, rendendo il
suo futuro più sicuro.
Per
raggiungere Simla, che era la capitale estiva dell’India durante il
dominio britannico, a
2.100 metri
d’altezza, il treno attraversa 102 gallerie, oltrepassa 869 ponti e fa
919 curve in una tratta di appena
95 chilometri
! Attraverso le grandi finestre e il tetto di vetroresina trasparente si
possono ammirare scenari favolosi.
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