La
principale attrazione turistica del Rajasthan è costituita dalle fortezze che
dominano la maggior parte delle sue città.
Si tratta di vere e proprie acropoli fondate da capi feudali che si
proclamavano discendenti da divinità del sole, della luna e del fuoco (agni),
anche se, con maggior certezza, nelle loro vene scorreva il sangue degli Unni
Eftalidi, una tribù nomade originaria delle steppe dell'Asia centrale che
invase la sezione occidentale del subcontinente indiano nel IV secolo d.C.
Sei
di questi forti sono stati iscritti alla lista del Patrimonio dell'umanità
nel 2013; si tratta delle fortezze di Chittorgarh, Kumbhalgarh, Ranthambore,
Gagron, Amber e Jaisalmer.
Nelle
possenti cittadelle di Amber, Jodhpur, Jaisalmer, Gwalior, solo per nominarne
alcune, i discendenti degli Unni bianchi, oramai completamente induizzati,
condussero una vita raffinata come dimostrano le numerose miniature che
illustrano le loro gesta. Di questa leggendaria raffinatezza sono rimaste
traccie nell'eleganza delle donne ma anche negli elaborati turbanti indossati
dagli uomini che nel Rajasthan assumono le forme e i colori più svariati
denotandone l'origine e l'appartenenza all'una o all'altra casta.
Al
momento della proclamazione dell'indipendenza dell'India (1947), il Rajasthan
era costituito da una ventina di stati principeschi. I più antichi di questi
si erano costituiti intorno al X secolo d.C., quando il territorio
dell'odierno Rajasthan era sotto il predominio dei Pratihara che seppero
contenere con successo l'avanzata degli Arabi installati nel vicino Sindh fino
all'avvento di Mahmud di Ghazna che li sconfisse in battaglia nel 1018. Tra i
più antichi clan feudali del Rajasthan sono i Solanki, i Paramara e i
Chauhan. Di origine rajaputa era anche la dinastia dei Chandella che governò
su Khajuraho. Fu sotto il loro dominio che furono eretti i templi adorni di
bassorilievi raffiguranti scene erotiche che hanno reso celebre la località
nel mondo intero. Questi regni conobbero alterne vicende ma tutti entrarono in
declino dopo la sconfitta inflitta ai Chauhan da Muhammad di Ghor nella
battaglia di Tarain (1192).
La
ripresa avvenne alle fine del XV secolo, quando, superate le discordie, i
diversi clan rajaputi riuscirono a stabilire una confederazione tra loro. Ciò
nonostante Babur, fondatore della dinastia dei Moghul riuscì a sconfiggerli
in battaglia nel 1527. In seguito essi preferirono stringere alleanza con i
nuovi dominatori stabilendo anche vincoli di parentela con loro grazie a
matrimoni combinati. Nel XVIII secolo essi subirono la minaccia dei Maharatti
e per sventarla non esitarono a fare appello ai Britannici dei quali furono
sempre fedeli alleati fino al 1947.
Probabilmente si
tratta dello stato più conosciuto di tutta l'India, perché in Rajasthan
si possono trovare riuniti molti degli elementi che, in letteratura e
nell'immaginario comune, hanno forgiato l'idea della terra da favola esotica.
La suddivisione in piccoli clan dei Rajput, dal medioevo signori di
queste terre, ha fatto sì che ogni città divenisse un piccolo regno a sé.
Ogni centro
offre spesso infatti fortezze e palazzi, cesellati e costruiti con la
raffinatezza unica dello stile Rajput o indo-islamico. Questo particolare
genere architettonico è il prodotto della fusione delle cultura indù con
quelle che si susseguirono nel medioevo e oltre come dominanti. E la
popolazione, tra le più povere dell'India al di fuori di coloro che sono
inseriti nei circuiti dediti al turismo, mantiene quasi inalterati abbigliamento
e tradizioni antiche: gioielli, tessuti, turbanti, fogge e colori
indimenticabili.
Le tradizioni
decorative, architettoniche e pittoriche - tanto quella indù
occidentale, quanto quella dei conquistatori - si incontrarono qui
dando frutti magnifici, grazie ad una base di influenza comune, grandiosa e
pre-islamica: la tradizione della confinante Persia. Non bisogna dimenticare
che lo stato del Pakistan, che oggi si frappone ai due colossi, è frutto di
una partizione politica avvenuta nel 1947, ma che fino ad allora le
popolazioni e le carovane erano fluite da un lato all'altro del fiume Indo durante
millenni.
A memoria dei
fiorentissimi commerci, si possono visitare le meravigliose Havelis,
le magioni affrescate dei commercianti Marwari, nella regione
dello Shekhawati. E per non dimenticare nemmeno che tutti
i confini e le dogane moderne hanno avuto poco senso durante
secoli per buona parte dell'umanità, basta osservare quanto resistano
qui intatti, perfettamente amalgamati ed affascinanti usi e
costumi di popolazioni che lasciarono la zona circa un
millennio fa per giungere dopo secoli di peregrinazioni in Europa. La
popolazione di Samode, deliziosa cittadina alle porte dello Shekhawati,
è composta per esempio in buona parte da Kalbeliyas,
una casta da sempre dedita all'intrattenimento di strada e nella cui
musica, danza e nei loro costumi ritroverete certamente tracce dei Gitani
di Spagna.
L'attuale
confine col Pakistan si snoda attraverso il deserto del Thar, ed è in parte
minato. Ma un buon assaggio del Grande deserto indiano si può avere
comunque in totale sicurezza, approfittando delle numerose escursioni a
dorso di dromedario o jeep che partono da Jaisalmer, straordinaria città-fortezza, oppure
visitando Bikaner e Deshnoke, col celeberrimo tempio dei topi, tra
gli ultimi avamposti prima del deserto vero e proprio.
La catena
montuosa degli Aravalli separa longitudinalmente le terre aride da quelle che,
un tempo, furono giungla e che oggi presentano piccoli laghi, giardini
magnifici e terreni coltivati. Sulle pendici di questa catena montuosa e ad
Est della stessa, si trovano alcune delle città gioiello del Rajasthan: imperdibile Udaipur
( in un certo senso, affine però alla connotazione veneziana
di citta' museo, per quel che riguarda il centro storico), Jhodpur,
dal rinfrescante colore azzurro, o gioielli medievali meno noti come
Bundi, ma anche parchi naturali ove è possibile, armati di molta pazienza,
scorgere gli animali che la furia umana ha ridotto alla quasi estinzione, come
tigri, leopardi, caracal. Il Rajasthan costituisce poi l'habitat ideale
per moltissime specie di volatili, ed inoltre si trova sulla rotta migratoria
di uccelli provenienti da zone lontanissime.
Un buon posto
per unire il safari fotografico alla meraviglie architettoniche è la poco
frequentata Kumbhalgarh, a Nord di Udaipur, dove si trova uno dei migliori
esempi di architettura difensiva Rajput, immerso in una bella campagna: 36 Km
di bastioni e sette porte protessero questa meravigliosa fortezza - oggi hotel
di lusso - che racchiude templi e palazzi e che cadde solo sotto
l'attacco Moghul, che riuscirono ad avvelenarne le acque.
Questa
fortezza fu seconda in importanza nella zona solo al monumentale e bellissimo
forte di Chittaurgarh ( Chittor ) una delle più antiche città dello Stato,
teatro di celebri leggende legate all'eroe rajput Bappa Rawal,
alcune delle quali lo vogliono addirittura fondatore del luogo, sebbene Chittor
risalga certamente a un'epoca precedente. A Ovest del forte di
Kumbhalgarh si estende l'omonima riserva naturale, abitata anche da adivasi
delle tribù Bhils e Garasias.
La capitale
dello stato é Jaipur, una città relativamente recente, fondata nel 1727 in
un contesto collinoso piuttosto arido. Sono molti i palazzi celebri e un po'
stravaganti di questa grande città, che merita una accurata visita: il più
celebre fra tutti è lo Hawa Mahal ( il palazzo dei venti ) un edificio rosa
alto cinque piani con un'infinita serie di finestre e balconcini traforati,
pensato per permettere alle signore della casa di osservare, non viste, le
parate e il mondo stando al fresco. In realtà si tratta poco più di una
facciata e il tutto ha lo spessore di pochi metri. Ma il vero gioiello della
zona si trova a circa 10 Km ed è la fortezza di Amber, sede dell' antica
capitale.
Chittorgarh
Si
crede che Chittorgarh sia stato fondata nel VII secolo d.C. da Chitrang Maurya
(Mori), un capo tribù il cui nome è documentato su monete dell'epoca. Il
forte da lui costruito fu espugnato nel 734 da Bappa Rawal, esponente della
dinastia di Mewar. Secondo altre versioni il sovrano Mewar acquisì la
roccaforte in modo del tutto pacifico, come dote portatagli dalla moglie, la
principessa Solanski.
La
città svolse il ruolo di capitale del regno Mewar per i successivi 800 anni,
salvo brevi interruzioni. Nel 1303 fu conquistata da Ala ud din Khilji,
sultano di Delhi ma fu ripresa 23 anni più tardi da Hammir Singh, un
esponente dello stesso clan i cui discendenti appartennero alla dinastia dei
Sisodia. Il forte fu espugnato ancora una volta nel 1527 dal gran moghul
Babur, nel 1535 ad opera del sultano del Gujarat e nel 1568 dall'imperatore
Akbar. Fu in seguito a quest'ulimo evento che la capitale fu trasferita ad
Udaipur. Il principato di Udaipur si mantenne fino al 1947, anno del suo
assorbimento nell'Unione Indiana.
Forte di
Chittor - Una vera acropoli con palazzi e templi eretta sulla piatta cima
di una collina. Vi si accede attraverso una serie di porte (7 in tutto).
L'ultima, detta "Rama Pol", è la più imponente grazie alle due
torri ottagonali che la fiancheggiano e alle numerose sculture che la
adornano.
Naulakha
Bhandar - La prima struttura che si incontra una volta varcata la porta di
Rama. Si tratta di una massiccia costruzione con camere a volta e al cui
interno era custodito il tesoro.
Rana
Kumbha è un palazzo del XIII secolo oggi in rovina ma, ciò nonostante,
di grande interesse artistico.
Fateh
Prakash - A fianco del Rana Kumbha, è un palazzo fatto erigere dal
maharana Fateh Singh (1884 - 1930). Al suo interno si trova un piccolo museo
ma la maggior parte delle sue stanze sono chiuse al pubblico.
Kumbh
Shyam - Un tempio induista eretto nel 1448 dal maharana Kumbha. È
costituito da un portico, un mandapa e una cella attorniata da un peristilio.
Mira Bai
- Dalla forma conica, è un tempio molto più piccolo del precedente ma
estremamente aggraziato. Porta il nome di una principessa di Jodhpur del 1500
che si dilettava nel comporre poesie mistiche. È consacrato a Khrishna, il
principale soggetto delle poesie della principessa.
Torre
della Fama (Kirti Stambha) - Una torre del XII secolo alta 22 m. e adorna
di sculture. È dedicata a Adinath, il primo dei Tirthamkara o maestri
spirituali del [w:Giainismo|giainismo ].
Torre
della Vittoria (Vijay Stambh) - Fu realizzata nel 1440 d.C. dal Maharana
Kumbha per commemorare la sua vittoria su Mohamed Khilji. È una torre a nove
piani adorna di sculture di divinità indù. Al suo interno si trova una
stretta rampa di scale con 157 gradini che portano in cima. Ai piedi della
torre si estende un piazzale, il Mahasati Shtal dove nel 1534 le donne della
corte compirono il sacrificio del "jauhar", quando la roccaforte fu
espugnata da Bahadur. Il jauhar era una tradizione che imponeva alle donne il
suicidio per non cadere nelle mani del nemico.
Kumbhalgarh
Kumbhalgarh
è un fortezza
costruita
nel corso del XV secolo da Rana
Kumbha, e
successivamente ampliata nel XIX secolo. Kumbhalgarh è anche la città natale
di Maharana
Pratap ,
il grande re e guerriero di Mewar.
Costruito
su una collina a 1100 metri sul livello del mare, il forte di Kumbhalgarh ha
mura perimetrali che si estendono per 36 km e
pareti frontali con uno spessore di quindici metri. Kumbhalgarh
ha sette porte fortificate
e al suo interno furono costruiti oltre 360 templi Jain e Indù.
Secondo
una leggenda, nel 1443, il Maharana di Kumbhalgarh, Rana Kumbha, aveva più
volte tentato, senza successo, di costruire il muro di fortificazione. Fu
consultato un maestro spirituale per risolvere i problemi di costruzione e il
quale consigliò al sovrano un sacrificio umano volontario, che avrebbe
risolto qualunque impedimento. Ovviamente per un certo tempo non si trovò
alcun volontario che si prestasse al sacrificio, ma un giorno un
pellegrino, o alcune versioni suggeriscono un soldato, si sottopose
volontariamente alla decapitazione. Oggi
all'interno della porta principale della fortezza, Hanuman Pol, si possono
ammirare un santuario e un tempio in commemorazione del grande sacrificio.
Kumbhalgarh
nella sua forma attuale, fu progettato personalmente da Rana Kumbha,
il cui regno di Mewar
si estendeva da Ranthambore
a Gwalior.
La fortezza fu utilizzata anche come come
luogo di rifugio per i governanti di Mewar nei momenti di pericolo.
Come
Chittorgarh, il forte Kumbhalgarh Forte fu costruito sotto il regno di Rana
Kumbha ed è accessibile attraverso una serie di sette porte, chiamate Aret
Pol, Halla Pol, Hanuman Pol, Ram Pol, Vijay Pol, Nimboo Pol e Bhairon Pol.
Le
pareti esterne del forte sono stati costruite tra il 1443 e il 1458, sulla
base delle strutture murarie antecedenti. Il
perimetro completo si estende per una lunghezza di 14 km, la maggior parte dei
quali è costituito da bastioni circolari alti 3/5 metri
Tutte
le porte che conducono al palazzo sono coperte e affiancate da altre
strutture. La
zona di palazzo è costituita dal Kumbha Mahal (1443 - 1468), che integra gli
appartamenti per gli uomini e per le donne, dal Badal Mahal (1884-1930),
costruito sotto Rana Fateh Singh, e che occupa il punto più alto del forte.
Tra
le strutture religiose si trovano templi indù e Jain costruiti in epoche
diverse; come ad esempio il Tempio Mataji del XIII secolo, e i templi
successivi della Golera
costruiti fino al XVIII secolo.
Kumbhalgarh
include anche memoriali, giardini storici, strutture d'acqua, come il Badva
Bund, una diga di XV secolo, o la Langan Baori, sempre del XV secolo passo
bene.
Ranthambore
Il
Parco nazionale di Ranthambore, istituito nel 1980, occupa una superficie di
392 kmq ed è un'area naturale protetta. Il parco fa parte del Project
Tiger, e già dal 1973 l'area è stata tutelata come Riserva della
tigre.
All'interno
del Ranthambore National Park si trovano anche il Mansingh Sanctuary e il
Kaila Devi Sanctuary, monumenti storici circondati da fitta boscaglia e prati.
Le tigri possono essere avvistate all'ombra di uno di questi monumenti oppure
in riva alle numerose pozze d'acqua. Il Ranthambore Fort e lo Jogi Mahal sono
altre strutture del parco ben conservate. Il Padam Talab, il Milak Talab e il
Raj Bagh Talab sono invece i tre grandi laghi del parco dove è facile vedere
gli animali abbeverarsi, tigri comprese.
Ci sono poi molti alberghi del parco dove i turisti possono riposarsi in
tranquillità. I visitatori vengono accompagnati all'interno del parco in jeep
o in furgoni chiamati canter, che seguono sentieri già stabiliti per non
disturbare troppo le tigri, che possono però essere ugualmente avvistate tra
la boscaglia o vicino ai monumenti. Vedere questi splendidi felini sarà un
ricordo indimenticabile.
Oltre alle
tigri però potrete vedere molti altri animali come leopardi, cinghiali
selvatici, orsi, manguste, ricci, zibetti, varie specie di cervi, antilopi,
niglai, e molte varietà di scimmie, nonché volatili quali i pavoni, aquile,
avvoltoi, cicogne, gru e uccelli d'acqua come pavoncelle, sterne, aironi e
martin-pescatori. La flora del parco è tipica delle zone semi secche e
include il famoso albero dhok le cui foglie sono cibo per gli erbivori,
bellissimi fiori e l'albero di Banyan, di cui un maestoso esemplare si trova
vicino allo Jogi Mahal ed è considerato il più grande della sua specie in
tutta l'India.
Gagron
Gagron
Fort è una
fortezza
situata a circa 10 km a nord-est di Jhalawar
, alla confluenza dei fiumi ahu e Kali Sindh.
L'accesso
principale alla fortezza, attraverso un ripido passaggio tra due cancelli, è
sul lato settentrionale. La
cinta muraria con grandi merlature, è costituita da due pareti, la prima
esterna e la seconda interna, che si alternano con rinforzi circolari.
Sul
lato del fiume, la fortezza è difesa dalla Gidh-karai (scogliera di
avvoltoio) alta 93,6 m di altezza, che la rende inaccessibile.
La
tipologia e lo stile architettonico del Forte di Gagron è rappresentativa
dell'architettura militare del XII secolo.
L'accesso
alla zona del palazzo si snoda attraverso una successione di corti e templi,
posti al di fuori del recinto interno. La
zona del palazzo stesso, che si trova a nord-ovest del recinto interno, è
costituita da strutture del XVIII - XIX secolo, come il Sheesh Mahal del
Rajput Jhala o il Zenana e Mardana Mahal, con le sue decorazioni del XIX
secolo.
Altre
strutture degne di nota sono
il Tempio indù vaisnava chiamato Madan Mohan (XVIII
- XIX secolo),
il tempio indù Hanuman e il santuario musulmano Dargah (XVI secolo).
Amber
Amber Palace
è un bellissimo gioiello incastonato nel paesaggio collinare. Venne
progettato da menti creative e difeso da Rajput senza paura. Gli edifici
sontuosi, i cancelli di ingresso, gli interni riccamente dipinti i giardini, i
templi e i quartieri residenziali sono stati arricchiti e muniti per
proteggere i suoi cittadini. Nel corso dei secoli, fin dalla sua apertura,
sono stati aggiunti diversi edifici da parte dei successivi governanti di
Amber.
Ad Amber si
può vedere come si siano mescolati vari stili d'Arte ed Architettura.
L'ingegneria locale e il materiale importato dalle località vicine si sono
combinati per un nuovo sviluppo architettonico che ha finalmente ha trovato
forma e carattere propri, conferendogli quindi un'identità unica.
L'antica città
di Amber fu la famosa capitale dello stato di Jaipur. Chiamata anche Amer è a
circa undici chilometri da Jaipur sulla strada Delhi-Jaipur. E' circondata
dalla catena dei monti Arawali. Secondo la leggenda locale il nome è derivato
da Amber Ambekeshwar Mahadao, un titolo di Shiva, una delle divinità
maggiormente venerate.
Anticamente
era abitata da tribù di Mina. Nel XII secolo, Duleh Rai, un guerriero del
clan di Kachwaha. Rajputs conquistò la città e stabilì la sua capitale qui.
Il suo successore Kakil Deo costruì un palazzo ad Amber, attualmente in
rovina.
I sovrani Kachawas
di Amber fanno risalire la loro discendenza a Lord Ramachandra
e a suo figlio Kusha. I discendenti di Kusha governarono
l'attuale Madhya Pradesh. Un esponente di questa dinastia, Duleh
Rai, nel X secolo dC, si dice abbia dato inizio al governo di questo clan
sull'attuale Rajasthan.
Duleh Rai
(morto nel 1036 dopo Cristo)
Kakil Deo (spostò la sua capitale a Amber)
Pajwan Deo
Prthvi Raj (1503-1527)
Bharmal (1547 - 1574)
Das Bhagwant (1574 - 1589)
Man Singh-I (morto nel 1614)
Mirza Raja Jai Singh (1621 - 1667)
Sawai Jai Singh-II (1700-1743, spostò la sua capitale da Amer a Jaipur nel
1727)
Singh Ishwari Maharaja (1743 - 1750)
Madho Singh-I (1750 - 1767)
Pratap Singh Sawai (1778 - 1803)
Sawai Ram Singh (1835 - 1880)
Sawai Madho Singh-II (1880 - 1922)
Sawai Man Singh-II (1922 - 1970)
Jaigarh
Fort
Il
complesso di Amber si trova nel grembo dei monti Arawali vicino
al lago Maotha. Sulla cima della collina sul lato nord si trova
il forte Jaigarh. Il forte è circondato da colline su tutti i lati ed
è lungo circa 3 km da nord a sud e un km di larghezza da est a ovest.
Ci sono
tre accesi alla fortezza Jaigarh: le porte Doongar, Awani e Sagari.
La principale via d'accesso era dal lago Sagar.
Il
forte è composto da diversi edifici, i principali sono:
1. Diwa
Burj, la torre di guardia a sette piani.
2.
Subhat Niwas, la sala a diciotto colonne.
3.
Khilbati Niwas, edificio per l'organizzazione di riunioni ufficiali.
4.
Laxmi Vilas, sontuoso palazzo con colonne di marmo, pareti con disegni
floreali e riquadri colorati in vetro.
5.
Lalit Mandir, palazzo d'estate.
6.
Aaram Mandir, giardino con fontane.
7.
Vilas Mandir, luogo di riunione delle donne.
8.
Ranawat Chowk, dove si tenevano le cerimonie (Durbar).
9. Garh
Vijay, edificio usato come armeria. |
|
All'interno
della fortezza, vi è un grosso cannone (Javana) da 20 piedi di lunghezza che
pesa circa 50 tonnellate. Venne fabbricato nella fonderia di Jaigarh nel 1720.
Amber si
trova in una valle tra i monti Arawali e il palazzo è costruito su un piccolo
rilievo lungo tutto il versante nord della collina. Il palazzo è circondato
dai laghi Maota e Sagar, protetto da un muro fortificato.
La città di
Amber aveva un sistema a tre livelli di sicurezza. Il primo, il più
importante, consisteva in un muro fortificato che circondava il palazzo, a sua
volta protetto dalle acque dei laghi. Il secondo livello proteggeva le case
residenziali di ministri e nobili.
Il terzo custodiva la città dove vivevano tutte le altre classi e caste.
Nella periferia esterna sono ancora visibili i bastioni delle porte, mentre il
muro di cinta è quasi del tutto scomparso. Parte di queste fortificazioni
sono state restaurate pochi anni fa dall'autorità governativa che si occupa
dello sviluppo di Amber. Questo lavoro ha recuperato in gran parte la bellezza
di questa antica città fortificata.
Dalla città
si arriva al palazzo con una strada lastricata in pietra che conduce a Suraj
Pole o porta del Sole per cui si accede al primo cortile del palazzo, noto
come Jalabi Chowk, un ampio spiazzo circondato su tutti i lati da edifici,
usato come piazzale di parata. Di fronte a Suraj Pole, sul lato occidentale c'è
Chand Pole o porta della Luna.
A sud-ovest
di Jalabi Chowk ci sono rampe di scale che portano al Polo Singh o porta dei
Leoni che introduce alla corte superiore del palazzo. Singh Pole ha un doppio
ingresso. Sul lato destro ci sono camere per le guardie, la porta è decorata
con affreschi con motivi floreali. Sempre sulla destra il tempio di Shiva
Devi, costruito nel 1604 da Man Singh.
Dopo aver
attraversato il Polo Singh si trova l'enorme Diwan-i-Aam del palazzo.
Si tratta della sala delle udienze pubbliche, sollevata su un podio e
sostenuta da una serie di 40 colonne. Misura 12 metri per 8. E' stata
costruita da Mirza Raja Jai Singh.
In origine
era aperta su tutti e quattro i lati, ma in seguito quello orientale è stato
chiuso. Sul lato esterno della sala ha una doppia fila di pilastri in pietra e
sabbia rossa, mentre le colonne interne sono di marmo weatish (colore
marrone chiaro). Le mensole sono splendidamente scolpite e le staffe sono
coperte con figurine di elefanti.
Sul lato sud
di questo cortile la Ganesh Pole (immagine a fianco). Questa porta è
decorata con affreschi bellissimi. Al centro della facciata il dipinto che
raffigura Ganesha.
L'edificio è
a due piani, quello superiore è il Mandir Suhag, ha le finestre
traforate e veniva usato dalle donne reali per guardare le udienze pubbliche
che si svolgevano sotto nel Diwan-i-Aam.
Il Ganesh
Pole ha nove guglie sul tetto e due cupole e porta al terzo cortile del
complesso di Amber. Anche questo cortile è ornato con bellissime
costruzioni.
L'imponente
edificio in questo cortile è il Seesh Mahal (immagine a destra), la
sala delle udienze private.
E' stato costruito da Mirza Raja Jai Singh ed è anche conosciuto
come Jai Mandir. Consiste di due sale con sculture in legno e disegni
floreali eseguiti con lavorazione "a specchio".
Le due sale del Seesh Mahal sono circondate da un corridoio con
doppio colonnato. Si dice che una candela può illuminare tutto il Seesh
Mahal (palazzo degli Specchi) a causa delle intricate decorazioni
floreali e geometriche a specchio.
Appena sopra
il Taj Seesh c'è il Mandir Jess. Si tratta di una sala
aperta con pavimento lucido di tiglio (Araish) e finestre traforate
in pietra e sabbia rossa per mantenere l'appartamento fresco e arioso.
Il soffitto è intarsiato con lavoro a specchio, il tetto ha un andamento
curvilineo, con le cupole sulla parte orientale. Le nove guglie sono placcate
in oro.
Le guglie del Jai Mandir sono in linea con quelle di Ganesh Pole.
Di fronte
alla Mahal Seesh sul lato ovest c'è il Sukh Niwas (il
palazzo del piacere). Si tratta di una sala rettangolare con camere su un lato
e una veranda nella parte anteriore. La sala principale ha, sulla parete di
fondo, una cascata di marmo racchiusa in un telaio ad arco, sempre di marmo.
Di fronte c'è un giardino. Le porte sono fatte di legno di sandalo,
intarsiate in avorio.
A nord del
palazzo del piacere si trova il Bhojanshala (salone da pranzo) dove
pranzavano i governanti con familiari e ospiti. Il Bhojanashala ha un
cortile aperto verso nord.
Sul lato nord ci sono pannelli traforati da cui si può vedere il Diwan-i-Am.
Le pareti, il
soffitto e il cortile della sala da pranzo sono dipinti a profusione con fiori
e motivi geometrici. Nella stanza principale esposta a est ci sono elaborate
raffigurazioni di luoghi religiosi di Haridwar, Mathura e di altri
luoghi sacri.
Nella stanza
adiacente verso ovest, sulla parete meridionale ci sono i disegni delle
divinità indiane e episodi della mitologia indù.
Un corridoio
lungo e stretto dal cortile del palazzo Jai Singh porta al Man
Singh Palace e un alto muro separa le due costruzioni.
Man Singh
fu costruito da Raja Man Singh ed è la parte più antica del
palazzo. E' anche conosciuto come il palazzo Zanana, l'appartamento
delle donne reali.
Gli
appartamenti dispongono di servizi igienici collegati. Raja Man Singh
aveva trentuno mogli e ognuna aveva una stanza privata separata. Le stanze al
primo piano sono decorate con scene erotiche.
La camera da
letto del raja Man Singh è nell'angolo sud-est. Su quattro angoli
del palazzo ci sono delle cupole i cui interni sono riccamente dipinti.
Al primo
piano sul lato est sono stati riscoperte file di pannelli dipinti, che erano
nascosti sotto uno strato di calce. L'ingresso sul lato sud-orientale ha
figurine dipinte del dio Ganesha e delle sue due consorti Riddhi e
Siddhi. Questa sembra fosse l'entrata principale del palazzo.
Nell'Induismo per intraprendere ogni opera sotto buoni auspici si cantano gli
inni di Ganesha. Anche le porte d'ingresso delle abitazioni e dei palazzi
hanno la figura di Ganesha sopra l'ingresso.
Nel centro del palazzo Zenana c'è un padiglione aperto, noto come cortile Baradari,
che è una sala con dodici arcate di colonne scanalate.
Jaisalmer
Il deserto
del Thar, situato in Rajasthan, è un deserto affascinante che copre una parte
importante di questo stato, e la città di Jaisalmer fa parte di esso.
La città
d'oro colpisce l'occhio di molti visitatori per la tranquillità che emana
anche al giorno d'oggi. Jaisalmer è una terra esotica nota soprattutto per il
suo deserto. Se guardiamo l'intero anno solare, la quantità di turismo a
Jaisalmer è potenzialmente più elevata rispetto ad altri luoghi del paese.
Questa insolita ed antica città deve il suo nome a Rawal Jaisal, il suo
fondatore, che iniziò la sua costruzione nel 1150 dC. Jaisalmer conserva
intatta la sua eredità, visibile nei suoi costumi e nelle tradizioni. I
governanti di Jaisalmer sono stati i parenti di Bhati, che si dice essere solo
dei Rajputs, molto tempo prima che in India governassero gli occidentali.
Proprio per la sua regalità, Jaisalmer è ancora conosciuta come la Città
d'Oro.
Dei molti
siti da visitare a Jaisalmer, il Forte si dice che sia uno dei luoghi più
stupefacenti. Questa fortezza, famosa per le lotte che qui si sono svolte
durante l'era dorata di governanti Rajput, è anche conosciuta con il nome
Sonar Kila. Le battaglie del Sonar Kila avrebbero dovuto proteggere il regno
Rajput dai dominatori occidentali.
Quando i
raggi del sole, durante il tramonto, cadono sul Jaisalmer, il colore del forte
assume un aspetto quasi dorato. Questo spettacolo sorprendente, molto
apprezzato da tutti i visitatori, ha dato un ulteriore nome al forte: il Forte
d'oro. Le sculture lungo i muri della struttura sono una miscela insolita di
tradizioni antiche e contemporanee. Dentro il Forte d'oro si trovano un
maestoso palazzo e alcuni templi giainisti.
Jaisalmer fa
parte del deserto del Thar, e le dune di sabbia che in esso si formano
catturano la fantasia di molti visitatori. Dette dune si formano nell'interno
del deserto, che si trova ad una distanza di più di 40 chilometri dalla città
principale, e sono di forma allungata estendendosi su di una superficie di
3000 in lunghezza, 1000 metri in larghezza e circa 500 metri di altezza. C'è
un modo speciale per scoprirne la sua bellezza, modo per il quale il Rajasthan
è ormai famoso: il Camel Safari, o safari in cammello.
Le molte
haveli presenti a Jaisalmer, aggiungono fascino alla città. Queste mansioni
erano un tempo il luogo dove i ricchi mercanti risiedevano. A Jaisalmer ogni
haveli è diversa dall'altra e l'arte pittorica sulle loro pareti continua
ancora oggi a stupire i visitatori.