Nālandā è
la più importante università buddhista dell'India antica. Essa era situata
nella regione di Magadha,
a 11 chilometri da Rajgir,
in un luogo visitato più volte dal Buddha
Shakyamuni. Per questa ragione furono qui eretti, nel V secolo a.C. gli
stūpa a
ricordo di due dei suoi principali discepoli: Śāriputra e Maudgalyayana.
Nel II secolo a.C. l'imperatore Aśoka,
della dinastia dei Maurya, vi costruì un tempio e nel II secolo d.C. vi
furono eretti un monastero ed altri otto templi dai monaci di scuola mahāyāna.
Fra i primi
abati del monastero (II secolo) vi furono Avitarka, Rāhulabadra e Nāgārjuna.
Quest'ultimo Patriarca di tutte le scuole mahāyāna e vajrayāna.
Anche Āryadeva vi
insegnò così come tutti i principali maestri del buddismo mahāyāna
e vajrayana. Qui Aśvaghosa fu
convertito al Buddhismo da Pārśva.
La Nalanda
Mahavihara cominciò le sue attività nel V secolo d.C. Nel momento in cui fu
fondata la prima università europea, a Bologna, nel 1088, la Nalanda offriva
istruzione superiore a migliaia di studenti da oltre seicento anni. La Nalanda
originaria era gestita da una fondazione buddista nella prospera (all'epoca)
regione del Bihar, epicentro della religione, della cultura e
dell'illuminazione del buddismo. Nel VII secolo la Nalanda aveva settemila
studenti, che venivano istruiti non solo alla filosofia e al buddismo, ma
studiavano anche una serie di materie laiche, come grammatica e letteratura,
astronomia, architettura, scultura, medicina.
Poco dopo Āryadeva,
Nālandā fu distrutta da una incursione di barbari. Il re Buddhapaksa (III
secolo) la fece ricostruire. In seguito vi insegnarono come abati Asanga e Vasubandhu.
La dinastia Gupta (IV-VI
secolo) fu molto favorevole al centro di Nālandā e Kumaragupta (regno:
413-455) ne costruì il tempio centrale. Qui, nel VII secolo, ci fu il celebre
dibattito tra lo studioso mādhyamika Candrakīrti e
quello cittamātra Candragomin.
Qui fu recitato da Śāntideva (VIII
secolo) il Bodhicharyāvatāra.
Al suo
massimo splendore, Nālandā possedeva più di 100 aule di insegnamento, 8
sale monastiche, 11 monasteri con 300 dormitori dove risiedevano almeno 3000
monaci-studenti ammessi dopo un severo esame.
Uno splendore
durato fino al 1235 quando una invasione musulmana guidata da Muhammad
Khalji nel 1193 la raderà al suolo trucidando tutti i monaci.
Interessante è la testimonianza di un pellegrino e traduttore tibetano,
Dharmasvamin (tibetano: Chag Lo-tsa-ba, 1197-1264), il quale giunto
quarant'anni e alcuni mesi dopo l'incursione musulmana vi trovò solo un
vecchio monaco sopravvissuto di novant'anni, Rahulasribhadra, che tra le
rovine insegnava il sanscrito a qualche decina di giovani discepoli. Avvertiti
del sopraggiungere di nuove truppe musulmane, Dharmasvamin convinse il vecchio
monaco a porsi in salvo, portandolo egli stesso sulle spalle insieme ad un po'
di cibo e a qualche sutra scampato agli incendi. Questa è l'ultima
testimonianza su Nālandā.

Tutti gli
insegnanti e i monaci della Nalanda vennero uccisi e gran parte della
struttura rasa al suolo. I conquistatori dedicarono particolare cura alla
demolizione delle bellissime statue del Buddha e di alti personaggi del
buddismo disseminate per l'università.
La
biblioteca, un edificio di nove piani che conteneva migliaia di manoscritti,
si dice che abbia bruciato per tre giorni. La distruzione dell'Università di
Nalanda avvenne fra la fondazione dell'università di Oxford (1167) e quella
dell'università di Cambridge (1209).In questo importante centro religioso e
culturale si insegnavano discipline sia teologiche, buddhistiche e
brahmaniche, sia scientifiche, quali quelle mediche e astronomiche.
Nel 1915
furono scoperti i primi resti archeologici e iniziati gli scavi che
termineranno solo nel 1985 mostrando al mondo l'antico splendore di Nālandā.
La struttura
si sviluppa per oltre 450 metri ed una larghezza di 220 metri e si
caratterizza per un ingresso principale posto a nord, otto monasteri ed est e
monumenti stupa e templi nella parte occidentale. Il principale materiale
usato per la costruzione della struttura è il mattone cotto.
Il Tempio
Principale è stato ricostruito ben sette volte conservando nel corso dei
secoli la struttura a pianta quadrata, ed è impreziosito da stupa di
Buddha e di Bodhisattva.
Una
tradizione relativa al Canone
tibetano elenca diciassette pandita che
furono alla guida dell'università monastica di Nālandā (l'ordine non è
strettamente cronologico):
Nāgārjuna (II
secolo)
Āryadeva (II-III
secolo)
Asanga (IV
secolo)
Vasubandhu (IV
secolo)
Dignāga (480-540)
Buddhapālita (470 –
550)
Ārya
Vimuktisena (VI
secolo)
Gunaprabha (VI
secolo)
Bhāvaviveka (500-578?)
Candrakīrti (VI-VII
secolo)
Dharmakīrti (VII
secolo)
Śāntideva (685?-763?)
Śāntaraksita (VIII
secolo)
Kamalaśīla (713-763)
Haribhadra (VIII
secolo)
Śākyaprabha
Atiśa (980-1054)