Sito archeologico di Nalanda Mahavihara (Università di Nalanda) 
a Nãlandã, Bihar
India

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2016
  

 

Nālandā è la più importante università buddhista dell'India antica. Essa era situata nella regione di Magadha, a 11 chilometri da Rajgir, in un luogo visitato più volte dal Buddha Shakyamuni. Per questa ragione furono qui eretti, nel V secolo a.C. gli stūpa a ricordo di due dei suoi principali discepoli: Śāriputra e Maudgalyayana. Nel II secolo a.C. l'imperatore Aśoka, della dinastia dei Maurya, vi costruì un tempio e nel II secolo d.C. vi furono eretti un monastero ed altri otto templi dai monaci di scuola mahāyāna

Fra i primi abati del monastero (II secolo) vi furono AvitarkaRāhulabadra e Nāgārjuna. Quest'ultimo Patriarca di tutte le scuole mahāyāna e vajrayāna. Anche Āryadeva vi insegnò così come tutti i principali maestri del buddismo mahāyāna e vajrayana. Qui Aśvaghosa fu convertito al Buddhismo da Pārśva.

La Nalanda Mahavihara cominciò le sue attività nel V secolo d.C. Nel momento in cui fu fondata la prima università europea, a Bologna, nel 1088, la Nalanda offriva istruzione superiore a migliaia di studenti da oltre seicento anni. La Nalanda originaria era gestita da una fondazione buddista nella prospera (all'epoca) regione del Bihar, epicentro della religione, della cultura e dell'illuminazione del buddismo. Nel VII secolo la Nalanda aveva settemila studenti, che venivano istruiti non solo alla filosofia e al buddismo, ma studiavano anche una serie di materie laiche, come grammatica e letteratura, astronomia, architettura, scultura, medicina.  

Poco dopo Āryadeva, Nālandā fu distrutta da una incursione di barbari. Il re Buddhapaksa (III secolo) la fece ricostruire. In seguito vi insegnarono come abati Asanga e Vasubandhu. La dinastia Gupta (IV-VI secolo) fu molto favorevole al centro di Nālandā e Kumaragupta (regno: 413-455) ne costruì il tempio centrale. Qui, nel VII secolo, ci fu il celebre dibattito tra lo studioso mādhyamika Candrakīrti e quello cittamātra Candragomin. Qui fu recitato da Śāntideva (VIII secolo) il Bodhicharyāvatāra.

Al suo massimo splendore, Nālandā possedeva più di 100 aule di insegnamento, 8 sale monastiche, 11 monasteri con 300 dormitori dove risiedevano almeno 3000 monaci-studenti ammessi dopo un severo esame.

Uno splendore durato fino al 1235 quando una invasione musulmana guidata da Muhammad Khalji nel 1193 la raderà al suolo trucidando tutti i monaci. Interessante è la testimonianza di un pellegrino e traduttore tibetano, Dharmasvamin (tibetano: Chag Lo-tsa-ba, 1197-1264), il quale giunto quarant'anni e alcuni mesi dopo l'incursione musulmana vi trovò solo un vecchio monaco sopravvissuto di novant'anni, Rahulasribhadra, che tra le rovine insegnava il sanscrito a qualche decina di giovani discepoli. Avvertiti del sopraggiungere di nuove truppe musulmane, Dharmasvamin convinse il vecchio monaco a porsi in salvo, portandolo egli stesso sulle spalle insieme ad un po' di cibo e a qualche sutra scampato agli incendi. Questa è l'ultima testimonianza su Nālandā.

Tutti gli insegnanti e i monaci della Nalanda vennero uccisi e gran parte della struttura rasa al suolo. I conquistatori dedicarono particolare cura alla demolizione delle bellissime statue del Buddha e di alti personaggi del buddismo disseminate per l'università. 

La biblioteca, un edificio di nove piani che conteneva migliaia di manoscritti, si dice che abbia bruciato per tre giorni. La distruzione dell'Università di Nalanda avvenne fra la fondazione dell'università di Oxford (1167) e quella dell'università di Cambridge (1209).In questo importante centro religioso e culturale si insegnavano discipline sia teologiche, buddhistiche e brahmaniche, sia scientifiche, quali quelle mediche e astronomiche.

Nel 1915 furono scoperti i primi resti archeologici e iniziati gli scavi che termineranno solo nel 1985 mostrando al mondo l'antico splendore di Nālandā.

La struttura si sviluppa per oltre 450 metri ed una larghezza di 220 metri e si caratterizza per un ingresso principale posto a nord, otto monasteri ed est e monumenti stupa e templi nella parte occidentale. Il principale materiale usato per la costruzione della struttura è il mattone cotto. 

Il Tempio Principale è stato ricostruito ben sette volte conservando nel corso dei secoli la struttura a pianta quadrata, ed è impreziosito da stupa di Buddha e di Bodhisattva.  

Una tradizione relativa al Canone tibetano elenca diciassette pandita che furono alla guida dell'università monastica di Nālandā (l'ordine non è strettamente cronologico):

Nāgārjuna (II secolo)

Āryadeva (II-III secolo)

Asanga (IV secolo)

Vasubandhu (IV secolo)

Dignāga (480-540)

Buddhapālita (470 – 550)

Ārya Vimuktisena (VI secolo)

Gunaprabha (VI secolo)

Bhāvaviveka (500-578?)

Candrakīrti (VI-VII secolo)

Dharmakīrti (VII secolo)

Śāntideva (685?-763?)

Śāntaraksita (VIII secolo)

Kamalaśīla (713-763)

Haribhadra (VIII secolo)

Śākyaprabha

Atiśa (980-1054)