Bam è situata
nella regione di Kerman, nei pressi del sito archeologico dell'antica
città Arg-é Bam.
Esistono molte
interpretazioni riguardo alla data e al motivo della fondazione della
cittadella. Secondo alcuni la città di Bam venne creata durante
l'impero partico, un potente impero persiano che esistette tra il 250
a.C. ed il 226 d.C. Economicamente e commercialmente Bam svolse un ruolo
importante nella regione, e guadagnò fama per i proprio abiti e
tessuti. Ibn Hawqal (943-977), viaggiatore e geografo arabo, scrisse di
Bam nel suo libro Surat-ul-'ard: "In questo luogo vengono
tessuti eccellenti, belli e duraturi tessuti in cotone, spediti poi in
tutto il mondo. Preparano anche favolosi abiti ognuno dei quali costa
circa 30 dinari; sono stati venduti nel Grande Khorasan, in Iraq ed in
Egitto".
L'origine del
toponimo Bam viene fatta risalire alla storia mitologica iraniana, e per
la precisione sarebbe una variante del termine "Bahman" (un
antico re mitologico) di cui parlò Ferdowsi (940-1020?) nel suo lavoro
più famoso, Shahnameh (Il libro dei Re). Nel poema Bahman era il figlio
di Esfandiyar, che lottò contro Rostam, uno degli eroici capi del
Shahnameh. Secondo Ferdowsi Bahman lotta contro uno dei figli di Rostam,
chiamato Faramarz. Una tempesta di sabbia ostacolò Faramarz permettendo
a Bahman di sconfiggerlo; per festeggiare il trionfo costruì una
fortezza su quella stessa collina rocciosa, proprio dove ora si trova la
cittadella.
L'antica
cittadella di Arg-e Bam ha probabilmente una storia che risale a circa
2000 anni fa, alla dinastia parta (248 a.C. - 224 d.C.), anche se molti
edifici vennero eretti durante la dinastia safavide. La città venne
abbandonata quasi completamente in seguito all'invasione afghana del
1722, che sconfisse un debole governo iraniano ponendo fine ai Safavidi.
I seguito, dopo che la città venne lentamente ripopolata, venne
abbandonata una seconda volta a causa di un attacco di invasori
provenienti da Shiraz. Per un breve periodo venne usato come base per
l'esercito.
La città
moderna di Bam venne costruita non lontano dalla cittadella. Ha avuto
uno sviluppo graduale come centro agricolo ed industriale, conoscendo un
rapido sviluppo poco prima del terremoto del 2003. In particolare era
rinomata per i datteri ed i limoni che vi si coltivavano. Attualmente la
città beneficia di un turismo assicurato dalla presenza dell'antica
cittadella.

Il 26 dicembre
2003, alle 5:26 locali (2:56 in Italia), la Cittadella di Bam - "la
più grande struttura in mattoni al mondo" - e buona parte della
città moderna vennero devastati da un terremoto. Lo United States
Geological Survey ne stimò la magnitudo in 6,6. La BBC disse che il
"70% della città moderna di Bam" andò distrutta. Si cominciò
a parlare di circa 80.000 vittime, ed i media parlarono di 70.000 vite
stroncate. In realtà il conto ufficiale delle vittime al 17 gennaio fu
di 56.230, e future stime di Teheran dimezzarono il valore portandolo a
26.271. Altri 10.000-50.000 vennero dichiarati feriti, ma questa cifra
è incerta; la cifra che si fa di solito è di 30.000, probabilmente
perché è il numero riportato dalla Reuters. Secondo l'agenzia iraniana
IRNA la vecchia cittadella venne "rasa al suolo".
Non appena le
notizie sulla violenza del terremoto raggiunsero il mondo esterno,
vennero organizzati aiuti internazionali. Questi aiuti si trasformarono
nella ricerca dei sopravvissuti, e molti dei morti vennero seppelliti in
fosse comuni grazie ai mullah che abbreviarono il rituale funebre
Islamico a causa dell'elevato numero di morti e del rischio di epidemie.
L'elevato numero di morti fu dovuto al fatto che poche persone
sopravvissero al crollo della propria abitazione in fango e mattoni. I
soccorritori dissero che il crollo delle case in fango e mattoni avevano
letteralmente ricoperto i corpi seppellendoli, piuttosto che
intrappolarli in spazi vuoti con aria a disposizione, come succede con
gli edifici costruiti con il cemento. I pochi sopravvissuti vennero
salvati nelle prime ore successive al terremoto. Tra le persone estratte
vive ci fu una 97enne di nome Sharbānou Māzandarānī, intrappolata in
casa propria per otto giorni. I soccorritori impiegarono tre ore per
estrarla dopo che i cani l'avevano fiutata. Sopravvisse grazie al fatto
di essersi riparata sotto al tavolo nei pressi di un condotto di
ventilazione.
Gli aiuti
portati dopo la tragedia permisero di intessere un minimo di relazioni
tra l'Iran e gli stati occidentali. Molti stati mandarono cibo, altro
materiale e squadre di soccorritori tra cui l'International Rescue
Corps. Nel febbraio 2004 Bam venne visitata da Carlo, principe del
Galles, altra dimostrazione delle migliorate relazioni internazionali
dopo il disastro.
Subito dopo il
terremoto il governo iraniano iniziò a progettare una nuova città,
basate su moderne teorie ingegneristiche, al fine di eliminare i
problemi della vecchia città. Lo sviluppo del progetto occupò almeno
sei mesi e portò a varie proteste nei confronti del governo centrale e
di quello locale per conto dei sopravvissuti. Nonostante questo il
governo di Teheran continuò il lavoro, ed ora la città è stata
ricostruita. Anche la cittadella è stata ricostruita grazie alle
particolare attenzioni del Ministero della Cultura e delle università
giapponesi.
