La città di San Giovanni d'Acri è
conosciuta nei vari idiomi dei popoli che l'abitarono: Accho, Acco, Aak,
Ake, Akre, Akke, Ocina, Antiochia Ptolemais, Antiochenes, Ptolemais
Antiochenes, Ptolemais o Ptolemaïs e Colonia Claudii Caesaris. La
cittadina si trova attualmente nello Stato di Israele, nella Galilea
occidentale, nel Distretto Nord dello Stato ebraico. Fu a lungo
considerata la "Chiave della Palestina", per essere la sua
posizione dominante sul litorale che congiunge la pianura interna di
Esdraelon, così da consentire il più agevole degli ingressi nell'interno
della regione.
La Città Vecchia
di S. Giovanni d'Acri
(Acri) è stata inclusa dall'UNESCO fra i siti definiti "patrimonio
mondiale dell'umanità", fra cui un tunnel che è pertinente alla
fortezza del XIII secolo dei Cavalieri Templari.
Dal 1990 sono stati avviati ampi
lavori archeologici e di conservazione delle antiche strutture
monumentali. I lavori si svolgono sotto l'egida della Old Acre Development
Company (OADC).
La prima cosa notevole che salta agli
occhi quando si giunge ad Acri è il possente muro difensivo, costruito a
nord e a est della città. Le mura furono edificate nel 1800-1814 da Jazzār
Pascià (chiamato dai locali al-Jezzār) e dal suo consigliere ebreo Haim
Farkhi. Esso è una moderna fortificazione di controbatteria che comprende
un compatto muro difensivo, un fossato asciutto, varchi per i cannoni e
tre Burj (grosse torri di difesa).
Nel 1750 il governatore di Acri, utilizzò ciò che sopravviveva delle mura
crociate per erigervi al di sopra le sue mura. Esse furono rinforzate tra
il 1775 e il 1799 da Jazzār Pascià e sopravvissero all'assedio di
Napoleone. Le mura sono poco spesse, la loro altezza era di 10-
13 metri
e lo spessore di solo
1 metro
.
Le mura dalla parte del mare, che
sopravvive pressoché completo, è l'originario muro di al-Omar,
rinforzato da al-Jazzār. Tuttavia le mura che guardano verso terra e che
resistette all'assedio di Napoleone è stato rimpiazzato nel 1800 da mura
moderne per volere di al-Jazzār.
La moschea di al-Jazzār fu costruita
da Jazzār Pashā con materiali prelevati da Caesarea Palaestina: la sua
tomba è all'interno.
Il Hammām è un bagno turco. Il "Hammām del
Pascià" di Acri è meritevole di ricordo perché l'Irgun lo usò per
irrompere all'interno della prigione della cittadella.
La cittadella di Acri è una
fortificazione ottomana, edificata sulla cittadella costruita a suo tempo
dall'Ordine degli Ospitalieri. La cittadella faceva parte del complesso
difensivo della città, rafforzando il muro settentrionale.
Nel corso del XX secolo, la
cittadella fu per lo più usata come prigione e luogo d'impiccagione. Nel
corso del Mandato britannico, attivisti sionisti ebraici furono
imprigionati qui e alcuni giustiziati. Nel 1947, membri dell'Irgun
irruppero nella cittadella e liberarono numerosi prigionieri.
- Oggi la cittadella di Acri ospita
quanto segue:
- - Le fortificazioni ottomane (inclusi
la torre e il fossato)
- - I Centri Visitatori della Vecchia
Città di Acri
- - Il "giardino incantato":
un nuovo giardino piantato in base alle descrizioni storiche del
giardino esistente in età crociata
- - La prigione e il patibolo
britannici di Acri
- - Monumento ai combattenti della
resistenza ebraica giustiziati durante il Mandato britannico
- - Museo sui prigionieri della resistenza ebraica
- - La cella di Bahá'u'lláh,
fondatore della fede Bahá'í
- - Le sale dei Cavalieri
Sotto la cittadella e la prigione di Acri, scavi
archeologici hanno rivelato un complesso di sale costruite dai Cavalieri
dell'Ordine dell'Ospedale. Questo complesso faceva parte della cittadella
degli Ospitalieri, connessa alle mura settentrionali di Acri.
Il complesso comprende: sei sale semi-comunicanti,
un ampio salone recentemente riportato alla luce, le
segrete, una sala da pranzo con un tunnel), la posta e una cripta
(resti di un'antica chiesa gotica)
Poche città hanno avuto una storia
più complessa e agitata di Acri. Di antica origine, Acri può essere
probabilmente identificata con
la Aak
citata fra le città tributarie di Thutmoses III (1500 a
.C.), mentre è certo che essa sia
la Akka
delle lettere di Amarna. Dagli Ebrei fu conosciuta col nome già ricordato
ma è menzionata solo una volta nell'Antico Testamento, come uno dei siti
da cui gli Israeliti non espulsero gli abitanti Cananei.
Teoricamente fu
il territorio della tribù di Asher, e Josephus assegnò il suo nome al
distretto di uno dei governatori provinciali di Salomone. Nel corso della
dominazione ebraica, tuttavia, le sue relazioni politiche furono sempre
intrattenute con
la Siria
piuttosto che con i Filistei: così, nel
725 a
.C. circa si unì a Sidone e Tiro in una rivolta contro Shalmaneser V.
Ebbe un'esperienza travagliata durante i tre secoli che precedettero l'era
cristiana.
Gli storici greci la chiamarono Ake (Giuseppe Flavio la
chiama anche Akre); ma il nome fu cambiato in Antiochia Ptolemais poco
dopo la conquista da parte di Alessandro Magno, e quindi in Ptolemais,
probabilmente ad opera di Tolomeo Soter, dopo la spartizione dei domini di
Alessandro Magno.
Strabone si riferisce alla città
parlando di un raduno persiano nella loro spedizione contro l'Egitto.
Verso il
165 a
.C. Simone Maccabeo sconfisse i Siriani in varie battaglie in Galilea e li
sospinse verso Ptolemais. Nel 153 d.C. circa, Alessandro Balas, figlio di
Antioco Epiphanes, disputando la corona siriana a Demetrio, s'impadronì
della città, che gli spalancò le porte. Demetrio offrì numerose
donativi ai Maccabei per ottenere il sostegno ebraico contro il suo
rivale, inclusi gli introiti di Ptolemais a beneficio del Tempio di
Gerusalemme, ma invano. Jonathan si associò ad Alessandro e nel
150 a
.C. fu da lui ricevuto con grandi onori a Ptolemais. Qualche anno più
tardi, tuttavia, Tryphon, un ufficiale dei Siriani, che aveva pesanti
sospetti sui Maccabei, attirò Jonathan a Ptolemais e qui lo prese
prigioniero a tradimento.
La città fu anche presa d'assalto e
conquistata da Alessandro Gianneo, da Cleopatra VII d'Egitto e da Tigranes
II d'Armenia. Qui Erode costruì un ginnasio e qui gli Ebrei incontrarono
Petronio, inviato per erigere statue dell'Imperatore nel Tempio,
persuadendolo a tornare sui suoi passi. San Paolo trascorse una giornata a
Ptolemais. La città fu costituita in colonia romana:
la Colonia Claudii
Caesaris.
Gli Arabi presero la città nel 638,
e la tennero fin quando la persero nel 1104 ad opera dei Crociati. Costoro
la costituirono nel loro porto principale in Palestina. Fu riconquistata
da Saladino nel 1187, assediata da Guido di Lusignano nel 1189 che avviò
l'Assedio di Acri, e conquistata ancora da Riccardo I d'Inghilterra nel
1191. Divenne quindi la capitale di ciò che rimaneva del Regno di
Gerusalemme. Nel 1229 fu posta sotto il loro controllo dai cavalieri
Ospitalieri (da cui derivarono uno dei tanti nomi dell'Ordine). Fu il
caposaldo finale dello Stato crociato (Outremer) e cadde al termine di un
sanguinoso assedio nel 1291 condotto dai Mamelucchi. Gli Ottomani, sotto
il Sultano Selim I conquistarono la città nel 1517, avviando una fase di
pressoché totale decadenza per la città. Maundrell nel 1697 la trovò in
completa rovina, salvo per un caravanserraglio occupato da alcuni mercanti
francesi, una moschea e poche povere ville.
Verso
la fine del XVIII secolo la città tornò a nuova vita sotto il governo di
Ẓāhir
al-Omar, uno shaykh locale: il suo successore, Jazzār Pascià,
governatore di Damasco, la sistemò e la fortificò a costo di pesanti
imposte che gli assicurarono tutti i benefici connessi alle sue migliorie.
Verso il 1780 Jazzār mise al mando in modo perentorio la colonia
commerciale francese, malgrado le proteste del governo di Parigi e
rifiutò di ricevere un console.
Nel 1799 Napoleone, coerentemente col
suo progetto di attizzare una rivolta siriana contro i dominatori turchi,
comparve davanti ad Acri ma, dopo un assedio di due mesi (marzo-maggio),
fu respinto dai Turchi, aiutati dall'ammiraglio britannico Sir Sidney
Smith e da una forza di marinai di Sua Maestà. Avendo perso i suoi
cannoni d'assedio ad opera di Smith, Napoleone provò ad assediare il
20 marzo 17
99 la città murata, difesa da truppe ottomane, usando solo la propria
fanteria e cannoni di piccolo calibro: una strategia che si rivelò
fallimentare e che portò al suo ritiro il 21 maggio.
A Jazzār succedette alla sua morte
il figlio Sulaymān, sotto il cui mite governo la città prosperò fino al
1831, quando Ibrāhīm Pashā, figlio del wali d'Egitto Mehmet Ali,
assediò e devastò la città distruggendone gli edifici. Il 4 novembre
1840 essa fu bombardata dalle squadre navali alleate britanniche,
austriache e francesi e l'anno successivo fu ristabilito il governo turco.
La cittadella di Acri fu usata dai
Britannici come prigione e luogo d'impiccagione, per lo più per i
prigionieri politici. Gli attivisti dei movimenti clandestini ebraici,
come quello di Zeev Jabotinsky e di Shlomo Ben-Yosef (attivisti
dell'Irgun) furono incarcerati nella cittadella-prigione di Acri.
Ben-Yosef fu il primo Ebreo ad esservi giustiziato sotto il Mandato
britannico.
Il 4 maggio
1947, l
'Irgun irruppe nella cittadella-prigione di Acri per liberare gli
attivisti ebraici rinchiusi dalle autorità britanniche. Ventisette
reclusi riuscirono ad evadere. Nove furono uccisi e 5 catturati durante
l'incursione.
Malgrado il pesante costo in vite
umane, l'azione fu descritta con retorico trionfalismo da giornalisti
stranieri come "la più grande evasione nella storia". Il
corrispondente londinese del giornale Ha'aretz scrisse il 5 maggio:
"L'attacco alla prigione di Acri è stato considerato una seria
ferita inferta al prestigio britannico... Circoli militari descrivono
l'attacco come un capolavoro strategico".
Acri
era compresa nel territorio assegnato dal Piano di Spartizione dell'ONU
del 1947 allo Stato arabo palestinese. Fu occupata da Ebrei dell'Haganah
il 17 maggio 1948. Circa tre quarti della sua popolazione araba (stimata
nel
1944 a
13.000 persone) fu espulsa dalla città durante l'occupazione ebraica.
Israele ha esercitato la propria sovranità su Acri fin dal 1948.