I Tell di Megiddo, Hazor, Beer Sheba
Israele

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2005

 

Megiddo

Megiddo è una località israeliana, famosa per motivi teologici, storici e geografici. Nell'antichità Megiddo fu un'importante città-stato. E' anche nota come Tel Megiddo (ebraico) e Tell al-Mutesellim (arabo). Secondo alcune interpretazioni della Bibbia cristiana, in questo luogo accadrà l'Armageddon (che deriva dal nome del posto in ebraico: monte di Megiddo) ovvero la battaglia finale tra le forze guidate da Cristo e quelle guidate da Satana alla fine del mondo.

Megiddo è un tell (collina-sito archeologico) fatto di 26 strati di rovine di antiche città in posizione strategica all'ingresso del passo attraverso la catena del Monte Carmelo, che sovrasta la Valle di Jezreel da ovest.  

Megiddo fu sito di grande importanza nel mondo antico, poiché controllava la parte occidentale di uno stretto passo montano ed un'antica via commerciale che connetteva l'Egitto e l'Assiria. Per la sua locazione strategica all'incrocio di varie strade, Megiddo fu testimone di molte battaglie. Il sito fu abitato dal 7000 a .C. al 500 a .C.  

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Megiddo è citato nei documenti scritti dell'Antico Egitto perché uno dei faraoni più famosi, Thutmose III, assediò la città nel 1478 a .C. La battaglia è descritta in dettaglio nei geroglifici trovati sulle pareti del suo tempio nell'Alto Egitto. 

Nominato nella Bibbia Derekh HaYam, o "Via del Mare", divenne un'importante via di passaggio degli eserciti per l'Impero Romano e fu detta anche Via Maris.

Oggi Megiddo è un importante incrocio sulla strada che congiunge il centro di Israele con la Galilea inferiore e le regioni settentrionali.

Megiddo è stata luogo di numerose battaglie. Tre delle più famose sono: 

- la Battaglia di Megiddo (XV secolo a.C.), combattuta tra le armate del faraone egizio Thutmose III ed una grande coalizione canaanita guidata dai signori di Megiddo e Kadesh; questa fu la prima battaglia storicamente documentata.

- la Battaglia di Megiddo ( 609 a .C): combattuta tra l'antico Egitto e il regno di Giuda, in cui cadde il re Giosia.

- la Battaglia di Megiddo (1918): combattuta durante la prima guerra mondiale tra le forze dell'Impero britannico, guidate dal Generale Edmund Allenby, e di quelle dell'Impero ottomano.

Nel libro dell'Apocalisse, alla fine del Nuovo Testamento, si cita l'Armaghedòn) cioè il "Monte di Megiddo" come luogo di battaglia tra Dio e le forze del male, tanto da far diventare l'espressione simbolo della fine del mondo.  

A Megiddo ci sono state tre serie di scavi. La prima tra il 1903 e il 1905 per opera di Gottlieb Schumacher per la Società Tedesca di Ricerca Orientale, la seconda nel 1925, grazie al Istituto Orientale della Università di Chicago, finanziata da John Davison Rockefeller jr fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante questi scavi si scoprì che vi erano 20 livelli di insediamenti e molti dei reperti sono conservati al Museo Rockefeller a Gerusalemme e all'Università di Chicago.  

Yigael Yadin condusse alcuni piccoli scavi negli anni Sessanta. Infine più recentemente (dal 1994) Megiddo è stato oggetto di studio da parte di una campagna dell'Università di Tel Aviv, diretta da Israel Finkelstein e David Ussishkin, insieme ad un consorzio internazionale di università.

Nel 2005, l 'archeologo israeliano Yotam Tepper dell'Università di Tel Aviv scoprì i resti di una chiesa, presumibilmente del terzo secolo, quando i cristiani erano ancora perseguitati dall'Impero Romano. Tra i reperti c'è un mosaico di circa 54 metri quadrati con un'iscrizione in greco che riporta che la chiesa è consacrata a "il dio Gesù Cristo". Il mosaico è ben conservato e presenta figure geometriche e immagini dell'Ichthys, antico simbolo cristiano. Questo potrebbe essere il più antico resto di una chiesa in Terrasanta. Le rovine sono state trovate tra le fondamenta di una prigione militare e le autorità israeliane stanno considerando l'idea di trasferire la prigione.

Una iscrizione nella chiesa cita un ufficiale romano, "Gaianus," che donò "il suo denaro" per realizzare il mosaico. Alcuni si chiedono come un ufficiale romano abbia potuto rischiare la carriera o addirittura la sua vita per costruire una chiesa. D'altra parte la persecuzione dei cristiani nell'impero romano fu sporadica all'inizio del terzo secolo.

A Megiddo furono riportati alla luce dagli scavi, tra il 1927 e il 1934, anche due edifici adibiti a scuderie. Il complesso a Sud conteneva cinque strutture sviluppate intorno ad un cortile pavimentato a calce. Le costruzioni erano poi divise in tre sezioni. Due navate pavimentate in pietra furono costruite adiacenti ad un corridoio principale pavimentato con calce. Le costruzioni erano lunghe circa ventuno metri e larghe undici. Una serie di colonne di pietra divideva il corridoio principale dalle navate esterne. I fori nelle colonne erano usati per legare i cavalli. Furono ritrovati anche i resti delle mangiatoie, originalmente poste fra le colonne. Successivamente altri archeologi suggerirono che gli edifici potessero fungere da magazzini o mercati. Altre costruzioni tripartite sono state trovate in altri siti quali Hazor e Beer-Sheba, ma anche là non è certo l'uso degli edifici È inoltre possibile che costruzioni di forma simile in altre città fossero destinate ad un altro scopo. 

Hazor

Il Tel Hazor è un tell situato sopra all'antico sito di Hazor, dove i reperti archeologici sono i più grandi e preziosi della moderna Israele. Hazor fu un'antica città situata nella Galilea settentrionale, a nord del Mar di Galilea, tra Ramah e Kadesh, sull'altopiano che sovrasta il lago Merom. In tempi moderni il sito è stato oggetto di molti scavi, a partire dal 1955 con quelli guidati da James de Rothschild, che pubblicò i risultati in un'opera composta da 5 volumi editi dalla Israel Exploration Society. Nel 2005 i resti di Hazor divennero un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

La Hazor Canaanea - Durante il Secondo periodo intermedio dell'Egitto e all'inizio del Nuovo Regno (ovvero tra il XVIII ed il XIII secolo a.C.), Canaan era uno stato vassallo dell'Egitto, ed i documenti del XIV secolo dell'archivio egiziano di El Amarna descrivono il re di Hazor (chiamato Hasura), Abdi-Tirshi, come fedele al faraone. In questi documenti Hazor viene descritta come importante città di Canaan. Viene anche menzionata in alcuni testi del XVII secolo a.C. trovati a Mari, sul fiume Tigri.

Secondo il Libro di Giosuè Hazor fu sede di Iabin, un potente re canaaneo che guidò la sua Confederazione contro Giosuè, ma venne sconfitto da quest'ultimo che bruciò completamente Hazor. Secondo il Libro dei Giudici Hazor fu la sede di Iabin, il re cananeo il cui comandante, Sisara, guidò l'esercito canaaneo contro Barak, venendo sconfitto. Secondo l'ecdotica la versione prosaica del personaggio di Barak, a differenza di quella poetica della Canzone di Deborah, è una fusione di due eventi separati, uno riguardante Barak e Sisara come descritto nella parte poetica, l'altro relativo alla confederazoine di Iabin ed alla sua sconfitta. Inoltre, sempre per l'ecdotica, il Libro di Giosuè ed il Libro dei Giudici sarebbero contemporanei, riferendosi agli stessi eventi, piuttosto che descrivere eventi differenti, e quindi si riferirebberro allo stesso re Iabin (ne esistette più di uno), potente re di Hazor, la cui confederazione canaanea venne sconfitta da un esercito israelita.

Alcuni archeologi credono che gli israeliti emersero come cultura dalla società canaanea, e quindi che la stessa conquista israelita di Canaan non è solo un dettaglio biblico; molti testi biblici credono che il Libro di Giosuè racchiuda numerose battaglie indipendenti tra vari gruppi, per un periodo di molti secoli, ed attribuite artificiosamente a un singolo leader, Giosuè. Nondimeno, un giacimento archeologico databile attorno al 1200 a.C. mostra segni di un incendio catastrofico, e tavole con scrittura cuneiforme ritrovate sul posto parlano di monarchi di nome Ibni, che potrebbe essere l'origine etimologica di Iabin. La città mostra anche segni di essere stata una magnificente realtà prima della sua distruzione, con grandi templi e maestosi palazzi, suddivisi in un'acropoli superiore e in una città al livello inferiore; Hazor sarebbe stata, con ogni probabilità, il principale centro canaaneo.

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Le tavole cuneiformi citano Ibni riferendolo alla media età del bronzo (2000-1550 a.C.), data molto anteriore alla distruzione di Hazor e a quelle avvenute nel tardo periodo del bronzo di Aphek (Antipatris), Lachish e Megiddo; questo dimostrerebbe che tali città non possono essere state distrutte da un singolo esercito guidato da una sola persona in una sola campagna bellica (come il Libro di Giosuè farebbe credere). Gli archeologi sospettano che la vera causa della distruzione di Hazor possa essere semplicemente una guerra civile, attacchi portati dai Popoli del mare e/o come risultato del collasso generale della civilizzazione che coinvolse l'intero Mediterraneo orientale nella tarda età del bronzo.

La Hazor israelita - I reperti archeologici suggeriscono l'idea che, dopo la sua distruzione, la città di Hazor venne ricostruita sotto forma di piccolo villaggio. Secondo i Libri dei Re la città, insieme a Megiddo e Gezer, venne in seguito fortificata ed espansa da re Salomone. Come quelli di Megiddo e Gezer, anche i resti di Hazor mostrano che all'inizio dell'età del ferro in città venne costruita una porta con sei camere, nello stile tipico degli edifici amministrativi; gli archeologi si sono convinti che questa costruzione sia stata aggiunta dalla stessa persona che creò quelle di Megiddo e Gezer. Riferendosi ai Libri dei Re gli archeologi conclusero inizialmente che questi reperti dimostrassero la veridicità di quanto raccontata nella Bibbia (ovvero che vennero costruite tutte per ordine di Salomone) nonostante questa idea sia avversata da alcuni che la ritengono frutto di deduzione ideologica piuttosto che di fatti dimostrabili sul campo.

A questo periodo è attribuito anche l'edificio tripartito a pilastri, con probabili funzioni di controllo delle importazioni e delle vie commerciali.

Analisi più recenti dello stile architettonico e delle ceramiche trovate nelle sei camere, e negli altri edifici amministrativi dei tre siti, indicano che le costruzioni risalgono al IX secolo a.C., durante il regno degli Omridi. Anche una successiva datazione al carbonio ha confermato quest'ultima data. Un archeologo propose che a causa di pregiudizi religiosi degli scrittori della Bibbia nei confronti degli Omridi (che erano politeisti), il merito della loro fondazione venne assegnato al mitico o semi-mitico Re Salomone.

Yigael Yadin, uno dei primi archeologi ad aver lavorato sul posto, riconobbe molti reperti come Omridi; Megiddo, Gezer e Hazor posseggono tutte degli scavi nella roccia alla base di cui partono tunnel che conducono a bacini idrici; strutture che Yadin attribuì al regno di Achab; Yadin attribuì alo stesso Achab anche una cittadella di 25x21 metri, con mura spesse due metri, eretta nella parte occidentale di Hazor. Le datazioni effettuate da Yadin si basavano sull'assunzione che lo strato che univa le due porte e l'amministrazione fosse stato costruito da Salomone, per questo motivo molti archeologi datano cittadella e pozzi a periodi successivi.

I resti archeologici indicano che verso la fine del IX secolo a.C., quando il re di Israele era Jehu, Hazor cadde sotto il controllo di Aram Damascus. Molti archeologici sospettano che in seguito a questa conquista, non citata nella Bibbia, ci fu un sostanzioso periodo di occupazione delle forze Aramee; Altri reperti indicano che Hazor venne ricostruita poco dopo la conquista da parte di Aram, probabilmente quale città Aramea. Quando gli assiri sconfissero gli Aramei Hazor sembrò tornare sotto il controllo israelita; i registri assiri dicono che Joash, re di Israele in quel tempo, pagò un tributo all'Assiria ed Israele divenne un vassallo assiro. In seguito la città, con i resti del regno di Israele, entrò in un periodo di grande prosperità, particolarmente sotto il regno di Jeroboam II; molti archeologi fanno risalire la nuova ricostruzione di Hazor, Megiddo e Gezer, compresi i pozzi idrici, a questo periodo.

Un tentativo di ribellione israelita contro gli Assiri finì con l'invasione delle forze del re assiro, Tiglat-Pileser III; le prove rinvenute sul terreno suggeriscono che vennero frettolosamente rinforzate le difese di Hazor. Nonostante questo tentativo, nel 732 a.C. Hazor venne conquistata, e la sua popolazione deportata, e la città venne rasa al suolo da un incendio.

Be'er Sheba  

Be'er Sheva, letteralmente pozzo dei sette o sette pozzi, è una città del sud di Israele, sita nel deserto del Neghev, capoluogo di distretto. La traslitterazione del nome è variabile, potendosi scrivere anche Bersheva, o in altri modi simili.

La città viene citata numerose volte nel Tanakh, spesso per descrivere l'estensione della terra di Israele come "da Be'er Sheva a Dan". 

Antichissima città, di cui si ha notizia nel Pentateuco ai tempi di Abramo (circa 2000 a.C.). Importante centro universitario (Università Ben Gurion) e medico (ospedale Soroka), è di sviluppo recente, sostanzialmente successivo alla fondazione dello stato di Israele (1948), secondo l'ideale di redenzione delle terre desertiche.  

I reperti archeologici indicano che il sito venne usato dal Calcolitico, circa dal 4000 a.C., fino al XVI secolo. Questo è dovuto probabilmente alla ricchezza d'acqua del sottosuolo, come dimostrato dai numerosi pozzi presenti nell'area. Lo stesso insediamento è databile ai primi israeliti, attorno al X secolo a.C.

Le strade dell'antica Be'er Sheva formano una griglia, con aree separate per usi amministrativi, militari, commerciali e residenziali. La città fu il primo insediamento della regione. È anche famosa per l'elaborato sistema idrico e le grandi cisterne, scavate nella roccia su cui la città si fonda.

Un grande altare cornuto è stato riportato alla luce nel sito. Venne ricostruito con pietre squadrate, usate anche per la costruzione degli edifici. Questo altare dimostra l'esistenza di un tempio o comunque di un centro culturale che probabilmente venne smantellato durante la riforma di Re Ezechia.

Ospita nelle vicinanze numerose comunità beduine. Nel suo distretto ricade la costa israeliana del Mar Morto con le relative industrie estrattive di cloruro di potassio, bromo, magnesio, e poco più a sud le miniere di fosforite.

La parte scavata della città fa ora parte del Parco nazionale del Tel Be'er Sheva.

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Re Salomone  

Alla morte di re Davide, intorno all'anno 965 a.C., suo figlio Salomone ereditò un vasto stato che riuniva i due regni di Israele e di Giuda: un'eredità resa assai pesante dai conflitti che covavano da tempo fra il regno del nord e quello del sud. Davide li aveva repressi con la forza, Salomone invece si servì di un'amministrazione fortemente accentrata, di un sistema fiscale unificato e, non ultimo, del potere aggregante della religione, facendo erigere un grande tempio sul monte Moriah a Gerusalemme, la capitale. 

Il nuovo grandioso edificio sostituì il santuario "nomade" formato dalla tenda che fino ad allora aveva custodito l'arca dell'alleanza, il simbolo del patto che Jahweh aveva stretto con il suo popolo. La politica di pace di Salomone favorì il fiorire del commercio con gli stati vicini.

La leggendaria visita della regina di Saba indica l'apertura e la simpatia del re verso le altre culture, atteggiamenti che peraltro non mancarono di sollevare critiche, lasciate però in secondo piano dalla tradizione biblica che sottolinea invece la saggezza di Salomone, tramandandone i Proverbi, e la sua gioiosa religiosità espressa nel celebre Cantino dei Cantici, in realtà entrambe opere posteriori. 

Egli mantenne uniti Israele e Giuda fino alla morte. Oggi del suo grandioso tempio rimane il Muro del Pianto.