Complessi di petroglifi dell'Altai mongolo
Mongolia

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2011

    

Contrasti estremi, montagne eternamente innevate che superano i quattromila metri, laghi solitari che sembrano mari improvvisi, vallate verdi mescolate al deserto, decine di etnie tra cui prevalgono i kazaki musulmani: l'Altai è un vero mosaico di scenari naturali e umani senza paragoni. Impervio da raggiungere, se non con gli avventurosi voli interni, questo territorio comprende tre aimag: Bayan-Ulghii, Uvs e Khovd. Qui sono conservate tradizioni millenarie come la spettacolare e cruenta caccia con le aquile.

La regione montagnosa dell'Altai è geograficamente scissa in quattro versanti, ricompresi rispettivamente in Russia, Mongolia, Cina e Kazakistan.

L'Altai mongolo divide la regione dell'Asia centrale da quella settentrionale: occupata da steppe e rilievi montuosi, è ricoperta da erba secca e bassa vegetazione. Le vette ghiacciate del Tavan Bogd, che raggiungono altitudini oltre i 4200 metri, costituiscono le zone più elevate di quest'area. Da queste montagne occidentali, valli scavate dai ghiacciai e fiumi impetuosi discendono fino ai grandi bacini pianeggianti della Mongolia Interna.

Nonostante il clima freddo e pungente per la maggior parte dell'anno, alle altitudini più elevate e lungo le rive dei fiumi che corrono fino alle pianure, questo ecosistema offre pascoli abbondanti. Per migliaia di anni le valli dell'Altai hanno donato sostentamento e vie di passaggio alle popolazioni che si spostavano alla ricerca di nuovi siti abitativi e pascoli freschi.

Durante il Medio Olocene la regione fu abitata da cacciatori-raccoglitori con affinità culturali con le altre popolazioni cacciatrici del nord. Approssimativamente 3500 anni fa, e come probabile conseguenza di un mutamento climatico nonché dell'arrivo di nuove migrazioni dal nord-ovest e dal nord, l'economia basata sulla caccia iniziò ad essere integrata con la pastorizia.

Negli ultimi 3000 anni questa regione è stata patria di pastori semi-nomadi il cui bestiame include cavalli, pecore, capre, bovini, yak, e cammelli di Battria. E' da quest'area che i nomadi del periodo scita si espansero verso ovest nelle steppe del Kazakistan, all'inizio del I millennio a.C. Si ritiene, d'altro canto, che i primi insediamenti turchi si siano sviluppati tra le montagne dell'Altai nella parte iniziale del I millennio d.C. Al momento la popolazione è principalmente kazaka con una piccola percentuale di tuviniani e mongoli.

Tra queste remote montagne e vallate si celano straordinari monumenti archeologici: tumuli funerari risalenti all'Età del Bronzo e del Ferro, grandi altari di pietra (khereksur) degli stessi periodi, cerchi di pietre, siti rituali dell'epoca turca - come i balbal. 

Questa regione custodisce anche alcuni dei più sublimi ed ampi complessi di petroglifi dell'Asia Settentrionale, celebri per il ricorrere costante dell' illustrazione di cervi (e chiamati in gergo archeologico "deer stones"), tipici in realtà di tutta l'area mongola. Il patrimonio archeologico più consistente risale al lungo periodo ricompreso tra il tardo Pleisotcene (circa 11000 a.C.) e l'epoca di dominazione turca (I millennio d.C.).

I petroglifi dell'Altai, risalenti a 3000-4000 anni fa, presentano diverse tematiche simboliche, tra le quali la più ricorrente è quella del cervo, diffusa altresì nell'area desertica di Gobi. Il cervo, animale largamente presente in questa parte del globo, reca seco in aggiunta un significato dai profondi connotati religiosi.

Le tradizioni mongole raccontano che la madre di tutte le tribù fu proprio una cerva: ecco perché quegli animali scolpiti non sono veri animali, ma "figli della dea-cerva", uomini che galoppano nell'aria in cerca di eternità.

I balbal sono pietre rituali, lisce o lavorate a seconda dello scultore e del periodo d'origine, che vennero erette dai Turchi durante la loro
dominazione in Asia Centrale, soprattutto nel secolo VIII d.C. (ma anche assai precedentemente). Sono diffusi in Kyrgyzstan, Kazakistan, Cina Occidentale, e Russia. Sono presenti anche in tutto il territorio mongolo, più frequentemente nelle province d'ovest e nordovest.

Questi monumenti, che presentano una grande varietà di stili e fatture, riproducono figure umane maschili caratterizzate comunemente da una peculiarità: volgono sempre lo sguardo ad est.

Sovente due linee parallele di balbal delineano un percorso rituale diretto verso l'alba. A causa dei loro connotati religiosi, non è raro che si ergano in prossimità di tumuli funerari o siti cultuali, ben distinti tuttavia dalle di molto antecedenti pietre Kurgan, poste in circoli e risalenti ad almeno 4000 anni fa. I balbal sono da considerarsi splendide opere d'arte e d'ingegno. I volti scolpiti mostrano occhi a mandorla e lineamenti delicati, baffi arrotolati che rivelano l'origine turca. Il setto nasale è prolungato e le incisioni svelano la presenza di orecchini ed altri gioielli. Le vesti lasciate cadere sopra gambe possenti e spalle larghe differiscono da area ad area. Le mani stringono un vaso, un coppa o altri strumenti, per esempio coltelli o pinze per accendere il fuoco.

Erigere le sculture deve avere richiesto un grandissimo sforzo poiché, per ogni due metri sopra il livello del suolo, almeno un metro è sepolto nella sabbia, e molte delle statue misurano come minimo tre metri di altezza. Alcune delle statue si sono piegate leggermente e sono cadute: ma per la maggior parte esse hanno mantenuto esattamente la loro posizione originaria. Talune presentano alcuni aloni bianchi sulla superficie: sono tracce del latte sacro usato per le libagioni in loro onore.

La pianura desertica prossima alle spiagge occidentali del Khargan Nuur è densa di monumenti di pietra simili a menhir. L'interpretazione più accreditata li considera esempi molto antichi di balbal, seppure tale ipotesi non sia ancora stata confermata. Queste pietre solitarie sono accompagnate da tumuli funerari e si trovano nei pressi del confine con la Cina.

Nella stessa zona di Khargan Nuur si ergono alcuni splendidi altari di forma inequivocabilmente piramidale. Pure in questo caso l'origine, la datazione e i costruttori risultano ignoti. Si stima che possano risalire ai secoli VI-VIII d.C. ed essere opera delle popolazioni turche, ma non vi sono certezze in merito. In pari modo, rimane del tutto misteriosa la loro funzione.

Nella medesima regione si trovano diffuse un po' ovunque misteriose pietre allineate circolarmente, in forma ovale, rettangolare o quadrata. Talvolta queste figure sono divise centralmente da un'ulteriore fila di pietre. Si ipotizza che la loro funzione fosse di demarcare la posizione di antiche sepolture turche: ma tale tesi non ha ancora conosciuto una conferma attendibile.