Incinta di dieci mesi, la
regina Maya Devi intraprese un viaggio tra Kapilavastu, dove viveva con
il marito, il sovrano Suddhodana, fino alla dimora dei suoi genitori, a
Devadaha. Durante il tragitto, scorse un laghetto circondato da un
lussureggiante giardino e volle fermarsi per un bagno. Le doglie
cominciarono appena uscì dall'acqua, e così si aggrappò con una mano
al ramo di un albero e diede alla luce il principe Siddharta
Gautama.
Era una mattina di maggio del
623 a.C, il luogo in cui si trova quel giardino si chiama Lumbini e quel
piccolo principe diventerà il Buddha, l'Illuminato. Le immagini
commemorative di quell'evento prodigioso mostrano la madre sdraiata sul
terreno, all'ombra dell'albero, con lo sguardo beato rivolto al bambino.
Questi ha il capo cinto da un'aureola ed è in piedi su un fiore di
loto, mentre gli dèi Brahma e Indra lo lavano con acqua e petali di
fiori.
Madre e figlio faranno ritorno
nella reggia di Kapilavastu, dove Maya Devi morirà, una settimana più
tardi, lasciando il neonato alle cure della sorella Prajapati, mentre
Siddharta vivrà a palazzo per 29 anni, prima di rinunciare ai beni
terreni e incamminarsi lungo il percorso verso l'Illuminazione. Nel suo
peregrinare, farà ritorno solo una volta nella terra natia, e in
quell'occasione abbracceranno la vita ascetica 500 sudditi del regno,
inclusi suo figlio Rahula, il fratellastro Nanda e Upali, il barbiere
che diventerà il più importante tra i suoi discepoli.
Designato
dallo stesso Buddha come uno dei cinque principali luoghi di
pellegrinaggio dei fedeli, Lumbini ricevette nel
249 a
.C. la visita dell'imperatore Ashoka, il sovrano cui la storia
attribuisce un ruolo fondamentale nella diffusione della fede buddhista
in buona parte del continente asiatico.
A Lumbini, Ashoka fece erigere
una colonna che reca un'iscrizione commemorativa della nascita del
Buddha e, in cima, l'effigie di un cavallo, Accanto a essa volle anche
uno stupa (Tempio-reliquiario a forma di cupola).
Dal resoconto del monaco
cinese Xuan Zang che visitò Lumbini nel 636 d.C, sappiamo che già
allora di quello stupa non restavano che le fondamenta; nel frattempo,
il giardino e il laghetto erano stati recintati, e accanto alla colonna
di Ashoka era sorto un tempio dedicato a Maya Devi. Tutt'intorno, poi,
erano stati costruiti altri stupa e monasteri. Lumbini fu un attivo
centro buddhista fino al XV secolo, quando, con l'invasione delle truppe
musulmane dei Moghul, i templi vennero distrutti e il luogo giacque
nell’oblio.
La riscoperta di Lumbini
risale alla fine dell'Ottocento. Seppure rotta in più punti, la colonna
di Ashoka restava a testimonianza di quel luogo sacro, e così alcuni
stupa, il giardino e la pozza d'acqua delimitata da muri a gradini. A
metà del Novecento, invece, gli archeologi individuarono a una ventina
di chilometri di distanza i resti del palazzo reale di
Kapilavastu.
Di pari passo con l'intensa
attività di scavo, Lumbini è tornata a essere meta di pellegrinaggio
per migliaia di fedeli da ogni parte del mondo.
Nel 1978, grazie a un cospicuo
investimento dell'Unesco, è stato affidato al famoso architetto
giapponese Kenzo Tange il progetto urbanistico di una "nuova
Lumbini", una sorta di città internazionale della pace che ha il
suo centro spirituale e archeologico nel giardino sacro e nella colonna
di Ashoka. Il progetto prevede la costruzione di un auditorium, un
museo, una biblioteca, un'enclave monastica e due complessi per i templi
e gli alloggi dei pellegrini, destinati rispettivamente ai seguaci delle
due scuole buddhiste Mahayana e Hinayana.
A causa dei contrasti tra
l'Unesco e il Lumbini Development Trust, l'organizzazione non
governativa che si occupa dell'attuazione del progetto, a oggi solo
alcuni degli edifici sono stati ultimati. Il 16 maggio 2003, alla
presenza del re del Nepal Gyanendra, è stato inaugurato il nuovo tempio
di Maya Devi, che racchiude la pietra posta da Ashoka per indicare il
sito esatto della nascita del Buddha.