Lumbini, luogo natale del Buddha
Nepal

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1997

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Incinta di dieci mesi, la regina Maya Devi intraprese un viaggio tra Kapilavastu, dove viveva con il marito, il sovrano Suddhodana, fino alla dimora dei suoi genitori, a Devadaha. Durante il tragitto, scorse un laghetto circondato da un lussureggiante giardino e volle fermarsi per un bagno. Le doglie cominciarono appena uscì dall'acqua, e così si aggrappò con una mano al ramo di un albero e diede alla luce il principe Siddharta Gautama. 

Era una mattina di maggio del 623 a.C, il luogo in cui si trova quel giardino si chiama Lumbini e quel piccolo principe diventerà il Buddha, l'Illuminato. Le immagini commemorative di quell'evento prodigioso mostrano la madre sdraiata sul terreno, all'ombra dell'albero, con lo sguardo beato rivolto al bambino. Questi ha il capo cinto da un'aureola ed è in piedi su un fiore di loto, mentre gli dèi Brahma e Indra lo lavano con acqua e petali di fiori. 

Madre e figlio faranno ritorno nella reggia di Kapilavastu, dove Maya Devi morirà, una settimana più tardi, lasciando il neonato alle cure della sorella Prajapati, mentre Siddharta vivrà a palazzo per 29 anni, prima di rinunciare ai beni terreni e incamminarsi lungo il percorso verso l'Illuminazione. Nel suo peregrinare, farà ritorno solo una volta nella terra natia, e in quell'occasione abbracceranno la vita ascetica 500 sudditi del regno, inclusi suo figlio Rahula, il fratellastro Nanda e Upali, il barbiere che diventerà il più importante tra i suoi discepoli. 

Designato dallo stesso Buddha come uno dei cinque principali luoghi di pellegrinaggio dei fedeli, Lumbini ricevette nel 249 a .C. la visita dell'imperatore Ashoka, il sovrano cui la storia attribuisce un ruolo fondamentale nella diffusione della fede buddhista in buona parte del continente asiatico. 

A Lumbini, Ashoka fece erigere una colonna che reca un'iscrizione commemorativa della nascita del Buddha e, in cima, l'effigie di un cavallo, Accanto a essa volle anche uno stupa (Tempio-reliquiario a forma di cupola). 

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Dal resoconto del monaco cinese Xuan Zang che visitò Lumbini nel 636 d.C, sappiamo che già allora di quello stupa non restavano che le fondamenta; nel frattempo, il giardino e il laghetto erano stati recintati, e accanto alla colonna di Ashoka era sorto un tempio dedicato a Maya Devi. Tutt'intorno, poi, erano stati costruiti altri stupa e monasteri. Lumbini fu un attivo centro buddhista fino al XV secolo, quando, con l'invasione delle truppe musulmane dei Moghul, i templi vennero distrutti e il luogo giacque nell’oblio.

La riscoperta di Lumbini risale alla fine dell'Ottocento. Seppure rotta in più punti, la colonna di Ashoka restava a testimonianza di quel luogo sacro, e così alcuni stupa, il giardino e la pozza d'acqua delimitata da muri a gradini. A metà del Novecento, invece, gli archeologi individuarono a una ventina di chilometri di distanza i resti del palazzo reale di Kapilavastu. 

Di pari passo con l'intensa attività di scavo, Lumbini è tornata a essere meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli da ogni parte del mondo. 

Nel 1978, grazie a un cospicuo investimento dell'Unesco, è stato affidato al famoso architetto giapponese Kenzo Tange il progetto urbanistico di una "nuova Lumbini", una sorta di città internazionale della pace che ha il suo centro spirituale e archeologico nel giardino sacro e nella colonna di Ashoka. Il progetto prevede la costruzione di un auditorium, un museo, una biblioteca, un'enclave monastica e due complessi per i templi e gli alloggi dei pellegrini, destinati rispettivamente ai seguaci delle due scuole buddhiste Mahayana e Hinayana.

A causa dei contrasti tra l'Unesco e il Lumbini Development Trust, l'organizzazione non governativa che si occupa dell'attuazione del progetto, a oggi solo alcuni degli edifici sono stati ultimati. Il 16 maggio 2003, alla presenza del re del Nepal Gyanendra, è stato inaugurato il nuovo tempio di Maya Devi, che racchiude la pietra posta da Ashoka per indicare il sito esatto della nascita del Buddha.