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Gerico è
una città palestinese situata nella regione amministrativa del Governatorato
di Gerico, in prossimità del fiume Giordano, con una popolazione
di circa 21 000 abitanti.
Almeno
tre distinti insediamenti sono esistiti in prossimità della
collocazione attuale per più di 11000 anni. Si tratta infatti di una
posizione favorevole, sia per la disponibilità di acqua, sia per la sua
collocazione sulla via est-ovest che passa a nord del Mar Morto. È
il più basso sito permanentemente abitato della Terra e datazioni
compiute dagli studiosi sulle rovine trovate fanno ipotizzare che Gerico
sia, insieme a Damasco, la città più antica del mondo. Non è chiaro quando sia sorta, ma alcune
scoperte farebbero risalire la fondazione della città a 9000 anni prima
della nascita di Cristo.
Dagli
scavi sono emerse tracce importanti di insediamenti del periodo epipaleolitico (tra
il 18.000 ed il 12.500 a.C.); sono stati trovati reperti appartenenti
alla cultura natufiana (tra il 12.000 ed il 10.500 a.C.) e
reperti del periodo neolitico preceramico (tra il 9600 a.C. ed il
7.000 a.C.), più precisamente il PPNA, secondo la divisione di Kathleen
Kanyon.
Durante
la Media età del bronzo Gerico era un'importante città della regione
cananea e raggiunse la sua maggiore estensione tra il 1700 ed il
1550 a.C. Sembra che ciò fosse un riflesso sull'elevata urbanizzazione
della regione e fosse legato al sorgere della classe dei Maryannu. Questi costituivano una casta aristocratica che utilizzava i primi carri
da guerra ed erano collegati al sorgere del regno di Mitanni. Verso il 1250
a.C., secondo la narrazione biblica del Libro di Giosuè, la città
fu invasa e rasa al suolo dagli Ebrei, guidati da Giosuè successore
di Mosè, anche se attualmente la maggioranza degli studiosi ritiene che
"l'ultima occupazione del luogo durante il Tardo Bronzo è del XIV
secolo e, da allora fino al secolo IX, non si verificarono
ulteriori stanziamenti. Quindi, al tempo di Giosuè, nessuno viveva a
Gerico".
Il
sito dell'antica città fu inglobato successivamente, verso il 1000
a.C., nel Regno di Giuda e Israele di Saul, Davide e Salomone. In seguito alla scissione della nazione giudaica, alla morte di Salomone,
l'antica città, che secondo la Bibbia venne ricostruita dal re Acab, fece parte dello stato settentrionale del Regno
di Israele. La città cadde sotto la dominazione assira, quando nel 722
a.C., il re assiro Salmanassar V distrusse la capitale Samaria.
Nel 587 a.C. l'intera
regione fu assoggettata dall'Impero neo-babilonese, quando Nabucodonosor
II conquistò definitivamente il Regno di Giuda, unico stato
ebraico rimasto nella regione. Con la caduta di Babilonia, nel 539
a.C. l'intero Vicino Oriente e la regione palestinese, entrarono a far
parte dell'Impero
Persiano.
Con
la caduta dell'impero persiano, ad opera di Alessandro Magno, tutto
l'oriente passò in mano ai macedoni. La regione fu contesa dai regni
ellenistici tolemaico d'Egitto e seleucide di Siria
per poi passare al dominio romano, divenendo parte della provincia
romana della Giudea.
Sotto
il decimo califfo della dinastia omayyade, Hisham ibn 'Abd
al-Malik (691 – 743), fu iniziato il sontuoso Palazzo
di Hisham, con due moschee, un sito termale e cortili con fontane. Il palazzo, costruito in poco più di due anni,
fu portato a termine dal nipote e successore di Hisham, Al-Walid
II ibn Yazid II. Poco dopo la fine della sua costruzione, nel 747, il
palazzo fu parzialmente distrutto da un terremoto. Le rovine del
palazzo fanno parte del sito archeologico di Gerico.
L'attuale
città, abitata prevalentemente da arabi palestinesi, fu occupata dallo Stato
di Israele durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967. Nel 1994 fu
la prima città a passare sotto il controllo dell'Autorità Palestinese secondo
gli accordi di Oslo. Dopo una nuova occupazione israeliana tornò
sotto il controllo palestinese nel marzo del 2005.
Nel 1998 vi fu
aperto un grande hotel con un casinò, l'hotel Intercontinental.
L'obiettivo era creare un polo per il turismo dei giocatori, una sorta
di Las Vegas locale. L'esperimento fallì a causa dei
conflitti tra palestinesi e israeliani ed il casinò è stato chiuso. L'albergo,
comunque, continua a funzionare generando opportunità lavorative ed
economiche nella zona.

Tra
i luoghi da visitare:
-
Rovine dell'antica Gerico: sebbene a prima vista possano sembrare
"una manciata di pietre", le rovine di Tel Al-Sultan situano
le origini di Gerico ad un periodo risalente a più di diecimila anni
fa. Si tratta dei resti più antichi della città.
-
Palazzo di Hisham: questo palazzo omayyade risale al VIII secolo d.C. ed
è una pietra miliare della storia di Gerico. Passeggiando tra le rovine
del complesso architettonico, è possibile distinguere il cortile, i
bagni e la moschea. Molti degli oggetti trovati durante gli scavi
archeologici sono oggi esposti nel Museo Rockefeller di Gerusalemme.
-
Fontana di Eliseo: vicino al giacimento archeologico si trova la Fontana
di Eliseo, il luogo più fotografato di tutta Gerico. Nonostante la
fontana in sé non abbia grandi attrattive, l'iscrizione ci ricorda che
siamo nella "città più antica del mondo" e merita almeno una
foto ricordo.
-
Monte della Tentazione: il luogo più spettacolare da vedere a Gerico è,
senza dubbio, il Monte della Tentazione, dove secondo la Bibbia Gesù
trascorse quaranta giorni senza mangiare, resistendo alle tentazioni del
diavolo.
-
La funicolare di Gerico: ai
piedi del Monte della Tentazione c'è la stazione della funicolare
di Gerico, che porta fin sulla cima della montagna. Dall'alto si contempla
Gerico in tutta la sua immensità, alcune rovine e le montagne della
Giordania sullo sfondo.
Archeologia
La
nascita della città nel Levante meridionale, in Palestina e
Transgiordania, tra la fine del IV e il III millennio a.C. è un
fenomeno storico che, sebbene definito «secondario» (sia in termini
spaziali che cronologici), è ugualmente affascinante e complesso. Esso
rivela, infatti, capacità di adattamento all’ambiente e di
organizzazione sociale diverse rispetto a quelle note per le grandi
coeve civiltà dell’Egitto e della Mesopotamia, ma anche rispetto ai
percorsi altrettanto straordinari dei Paesi ad agricoltura non irrigua,
come la Siria e l’Anatolia.
Le
comunità umane della Palestina e della Transgiordania svilupparono per
la prima volta un particolare modello di città, costruito in modo da
mettere a frutto le peculiarità di un territorio caratterizzato da
forte varietà geomorfolica e limitate risorse produttive. Tell
es-Sultan, l’antica Gerico, dove dal 1997 opera una missione
archeologica italopalestinese costantemente finanziata dall’Università
«Sapienza» di Roma e dal Ministero degli Affari Esteri, è uno degli
esempi meglio conosciuti di questo fenomeno, grazie al lavoro di piú
generazioni di archeologi e alle straordinarie caratteristiche di
conservazione del.
SULLA
VIA DELLE CAROVANE - A Gerico il processo di formazione della città
è lento e progressivo e si svolge negli ultimi secoli del IV millennio
a.C. nell’età del Bronzo Antico I. I crescenti rapporti commerciali
con l’Egitto, che si sviluppano durante la fase formativa dello stato
egiziano (il periodo di Naqada III e della Dinastia 0) hanno un ruolo
essenziale come volano e catalizzatore dell’esperienza urbana. Le élite
palestinesi commerciano vino, sale, zolfo, bitume del Mar Morto, e, come
gli Egiziani, percorrono la valle della ‘Arabah e la penisola del
Sinai, ricca di materie prime, primo fra tutti il rame del Wadi Feinan e
di Timnah. Le carovane dalla Palestina raggiungono il Sinai e il Mar
Rosso, ma anche, a nord, il Lago di Tiberiade e, a ovest, il
Mediterraneo.
L’accumulo
di ricchezze legate a un’agricoltura sempre piú efficiente (anche per
il graduale impiego dei bovini per le canalizzazioni e l’aratura)
porta diversi centri a divenire egemoni di rispettivi territori, sia
nella Valle del Giordano che nella regione montuosa interna, e nella
fascia collinare che delimita la piana costiera a occidente. Si formano
cosí, agli inizi del III millennio a.C., nell’età del Bronzo Antico
II, le prime città, la cui piú significativa caratteristica è di
essere cinte da possenti mura (non sappiamo se per difendersi dalle
spedizioni asiatiche di uno dei faraoni della I Dinastia, Den, che si
spinse in Palestina con ogni probabilità nell’ultimo secolo del IV
millennio a.C.).
Si
tratta di strutture difensive ampie e articolate, con mura costruite su
alti basamenti di pietra in mattoni di fango e paglia essiccati al sole,
dallo spessore di 4 m e alzato di 8, rinforzate da travi lignee e
rivestite da intonaco color avorio, a cui vengono aggiunte torri
semicircolari o quadrangolari, disposte a distanza regolare l’una
dall’altra.
UNA
GRANDE OPERA PUBBLICA - Le mura sono il simbolo delle prime città
palestinesi: rappresentano le capacità economiche e organizzative delle
élite urbane, e dominano il paesaggio dei primi «Stati» territoriali.
Allo stesso tempo, esse consentono ai governanti di impiegare una
considerevole quantità di manodopera per la loro costruzione e il loro
mantenimento: sono un’opera pubblica anche nel senso che servono a
offrire lavoro, specialmente durante la stagione estiva, quando nella
valle e nell’oasi si raccolgono le tribú seminomadi di pastori che,
per la nascente città, è bene tenere impegnate.
A
Gerico, il territorio governato dalla neonata città coincide con
un’oasi verdeggiante dove l’agricoltura è praticata dal Neolitico
Preceramico (IX-VIII millennio a.C.), ossia da circa sei millenni,
sostenuta dalla risorsa primaria dell’acqua dolce di ‘Ain es-Sultan,
la sorgente che, con i suoi 5000 litri d’acqua dolce al minuto, era il
vero cuore pulsante dell’oasi. E l’élite protagonista dell’ascesa
del nuovo modello urbano fonda il proprio potere sul controllo di questa
basilare risorsa.
Le
prospezioni della missione della «Sapienza» e gli scavi nel sito della
piscina ottomana, dove si trova la polla d’acqua principale, hanno
infatti dimostrato come questa sia stata regolata da costruzioni sin dal
Neolitico e che i primi canali d’irrigazione regolati da chiuse furono
costruiti agli inizi dell’èra urbana, intorno al 3000 a.C. Come le
mura, i canali furono tra le prime opere pubbliche realizzate per
assicurare ricchezza alla neonata città e alla sua classe dirigente,
impiegando un’ampia fetta della popolazione dell’oasi e formando una
nuova classe di contadini/proprietari dipendenti dell’istituzione
pubblica. Purtroppo, in assenza di fonti scritte, non siamo in grado di
stabilire con certezza di chi fosse la proprietà della terra, ma è
sicuro che il sistema di irrigazione fosse centralizzato e gestito
dall’élite che governava la città.
CITTÀ
RIGOGLIOSA E POTENTE - La fiorente produzione agricola, testimoniata
anche dal ritrovamento di numerosi granai, silos seminterrati che erano
disseminati in tutti i quartieri abitativi, mise a disposizione dell’élite
un notevole surplus agricolo, che fu reinvestito principalmente nel
commercio. Orzo e frumento, ma anche olio e vino, legumi e frutta
essiccata venivano scambiati con materie prime: rame, pietra, legname,
pietre preziose (corniola, turchese, cristallo di rocca) commerciate
lungo le carovaniere che percorrevano la Valle del Giordano e della
‘Arabah, l’altopiano della Transgiordania e la regione montuosa
della Giudea. Inoltre, Gerico controllava la sponda nordoccidentale del
Mar Morto, dove si estraevano il sale – sostanza fondamentale per la
conservazione dei cibi –, nonché fanghi sulfurei, che venivano usati
come medicamento e il bitume, utilizzato come collante e
impermeabilizzante. Il controllo, l’accentramento, il commercio e la
redistribuzione di questi beni rese la città rigogliosa e potente nel
volgere di poche generazioni.
Oltre
alle mura vennero costruiti edifici pubblici: un tempio sul pendio
occidentale della «Spring Hill», la collina che dominava la sorgente,
e un palazzo sul versante orientale, dal quale si poteva osservare la
sorgente con attorno tutta l’oasi. Verso questi centri del potere
affluivano i prodotti importati dal territorio e dai Paesi stranieri.
Tra
questi cominciarono anche ad annoverarsi status symbol, quali teste di
mazza in marmo o calcare, palette da belletto in scisto, amuleti di
pietra e d’osso, conchiglie pregiate di madreperla, vaghi di collana
in pietre preziose e semi-preziose, armi di rame. Questi reperti,
assieme a quelli che per l’antichità degli strati sono rintracciabili
solo attraverso labili indizi – quali mobilio, oggetti d’artigianato
artistico in legno, sigilli, tessuti decorati, tappeti, rivestimenti e
calzature di cuoio, ecc. –, sono l’emblema dell’emergere di una
classe dirigente che vuole essere riconosciuta e rispettata per le sue
capacità economiche acquisite di recente.
Ne
risulta il quadro di una città fiorente e attiva, che si arricchisce
ogni giorno di nuovi elementi prodotti, attraverso una rete che
raggiunge l’Anatolia, la Siria, la Mesopotamia, la Transgiordania, il
Deserto siro-arabico, il Sinai e l’Egitto, il Mar Rosso e il
Mediterraneo.
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