Il sito
archeologico di Ban Chiang è un grande tumulo di terra preistorico
situato in un'area agricola nel sottodistretto di Ban Chiang, distretto
di Nong Han della provincia di Udon Thani nel nord-est della Thailandia,
all'interno del bacino idrografico del fiume Mekong. È un tumulo di
forma ovale formato da insediamenti umani di 500 metri x 1.350 metri e
alto 8 metri.
La
superficie totale della proprietà è di 67,36 ha di cui circa lo 0,09%
è stato scavato (a partire dal 2012).
Scoperto
nel 1957, il sito fu al centro del pubblico interesse grazie
all'appariscente vasellame colorato di rosso. I
primi scavi vennero fatti nel 1967 e portarono alla
luce numerosi scheletri e offerte funerarie in bronzo. Vennero
rinvenuti anche frammenti di riso che hanno dimostrato
l'esistenza di insediamenti agricoli risalenti all'età del bronzo. Le
tombe più antiche non contengono bronzo e sono eredità della
cultura neolitica, le più recenti invece sono dell'età del ferro.
I primi
artefatti dovuti alla termoluminescenza risalgono al 4420
a.C.-3400 a.C., il che la renderebbe la più antica cultura del mondo ad
aver raggiunto l'età del bronzo. Con gli scavi del 1974-75 è stato
recuperato abbastanza materiale da permettere l'esame con il metodo
del carbonio-14, che ha spostato la datazione delle tombe al periodo
2100 a.C.-200 d.C. L'età del bronzo iniziò verso il 2000 a.C.,
come dimostrato da frammenti di oggetti in bronzo che comprendono
braccialetti, anelli, cavigliere, cavi ed aste, punte di lancia, asce,
ganci, spade e piccole campane.
È
stato ipotizzato che gli abitanti di Ban Chiang non avessero un re, non
conoscessero le guerre e che il bronzo venisse usato per fabbricare le
armi con cui andare a caccia, oltre che per le decorazioni. Si pensa che
abbiano imparato la lavorazione del bronzo prima dei cinesi. La
metallurgia (anche quella del ferro) che avevano sviluppato raggiunse un
livello sconosciuto a quel tempo sia ai cinesi che in Mesopotamia.
Secondo
i reperti venuti alla luce, a Ban Chiang veniva addomesticato e usato
nell'agricoltura il bufalo d'acqua, il riso era la principale fonte
di sostentamento, mentre erano attivi anche l'artigianato tessile e
quello della bigiotteria in vetro e in pietra. Gli oggetti
ritrovati all'interno delle tombe hanno fatto ipotizzare che quel popolo
avesse anche delle credenze sulla vita ultraterrena e dei riti funerari
evoluti. Secondo gli studi effettuati, la cultura di Ban Chiang ebbe
fine quando i suoi ultimi abitanti migrarono altrove attorno al 200
a.C., dopo che la terra era stata deforestata e si era erosa.
Il
complesso culturale di Ban Chiang è ben definito e distinto da tutto
ciò che lo ha preceduto. Attraverso di esso è possibile tracciare la
diffusione e lo sviluppo della società preistorica e il suo sviluppo
nelle civiltà agricole stanziali che hanno caratterizzato la regione
nel corso della storia e che continuano ancora oggi. I progressi nei
campi dell'agricoltura, dell'addomesticamento degli animali, della
tecnologia della ceramica e dei metalli sono tutti evidenti nella
documentazione archeologica del sito. È anche evidente una crescente
prosperità economica e complessità sociale delle comunità successive
a Ban Chiang, rese possibili dalle loro pratiche culturali in via di
sviluppo, come rivelato dalle numerose sepolture, ricche di corredi
funerari in ceramica e metallo, scoperte nel sito.
Il sito
archeologico di Ban Chiang è anche il più ricco del Sud-est asiatico
per numero e varietà di reperti recuperati dal sito. In quanto tale, la
proprietà è stata ampiamente studiata dagli studiosi come "sito
tipo" archeologico per gli inizi delle comunità agricole stanziali
e delle relative tecnologie nella regione.
Il sito
archeologico di Ban Chiang è stato il centro di un notevole fenomeno di
evoluzione umana culturale, sociale e tecnologica che si è verificato
indipendentemente in questa zona del Sud-Est asiatico, ha avuto inizio a
Ban Chiang intorno al 1500 a.C. e si è diffuso ampiamente in tutta la
regione.