Merv,
situata nell'attuale Turkmenistan, fu una delle principali città-oasi
dell'Asia centrale, sulla storica via della seta, nei pressi
dell'attuale Mary. Sono sorte molte città su questo sito, il che l'ha
reso un ricco punto di scambio culturale e politico, nonché luogo
d'immenso valore strategico. Si suppone che Merv sia stata per breve
tempo la città più grande del mondo durante il XII secolo.
Merv ha
origine in età preistorica: sopralluoghi archeologici hanno rilevato
tracce risalenti al terzo millennio a.C. Secondo alcuni sarebbe
all'origine del culto indù di Monte Meru, che secondo l'induismo
rappresenta il centro del mondo. Più probabilmente il Monte Meru
sarebbe il Monte Kailash in Tibet.
Con il nome
di Mouru, Merv viene citata con Bakhdi nella geografia di Zend-Avesta.
Sotto la dinastia Achemenide, Merv viene indicata come luogo famoso: con
il nome di Margu appartiene ad una delle satrapie citate nelle
iscrizioni di Behistun (circa 515 a.C.) del monarca persiano Dario I di
Persia. La vecchia città sembra essere stata ricostruita da Ciro II di
Persia (559 - 530 a.C.), ma i livelli achemenidi vennero coperti da
successivi strati aggiunti al sito.
La visita
di Alessandro Magno a Merv è leggendaria, infatti la città prese il
nome di Alessandria per breve tempo. Dopo la morte di Alessandro,
Merv divenne la capitale della provincia di Margiana degli stati dei
seleucidi, dei Parti e dei Sasanidi. Divenne "Antiochia
Margiana" su decisione del re seleucide Antioco I, il quale la
ricostruì ed espanse fino al luogo conosciuto ad oggi come Gyaur Kala.
Dopo che il
sasanide Ardashir I (circa 220-240) conquistò Merv, la numismatica ne
delinea la storia: Una lunga dinastia sasanide governò per quattro
secoli, e questo è dimostrato da un'ininterrotta serie di monete
coniate a Merv. In questo periodo Merv divenne la casa di vari culti
religiosi accanto allo Zoroastrismo sasanide, compresi il buddismo, il
Manicheismo ed il Nestorianesimo. Nel quinto secolo d.C. Merv fu la sede
dell'arcivescovado della Chiesa Nestoriana.
Il
governo sasanide terminò quando l'ultimo re, Yazdegerd III (632-651)
venne assassinato non distante dalla città, e l'esercito sasanide si
arrese a quello arabo. La città venne occupata dai luogotenenti del
califfo Othmàn ibn Affàn e divenne la capitale della provincia
Omayyadi di Khorasan. Utilizzando questo luogo come base, gli arabi
guidati da Kotaiba (Qotaiba) ibn Moslim assoggettarono una larga parte
dell'Asia centrale, incluse Balkh, Bukhara, Fergana e Kashgar, e
penetrando in Cina fino alla provincia di Gansu nei primi anni
dell'ottavo secolo. Merv, e tutto il Khorasan in generale, divenne una
delle prime zone del mondo ad essere in prevalenza musulmana.
Ovviamente, l'immigrazione araba fu determinante per questo fine.
Merv
ricevette una nuova importanza nel febbraio del 748, quando il generale
iraniano Abu Muslim Khorasani (morto nel 750) vi dichiarò la nascita
della nuova dinastia Abbaside, espandendo e ri-fondando la città e, nel
nome della linea Abbaside, utilizzò la città come sede dei ribelli che
combattevano contro il califfato di Omayyadi.
Dopo che
gli abbasidi ebbero conquistato Baghdad, Abu Muslim continuò a regnare
su Merv nel ruolo di principe semi-indipendente fino al suo assassinio.
Merv fu il centro della fazione abbaside per tutta la durata della
rivoluzione, ed in seguito divenne fonte di supporto politico per i
regnanti di Baghdad; il governo di Khorasan a Merv venne considerato una
delle figure politiche più importanti dell'intero califfato.
L'influente famiglia Barmakid, ad esempio, venne assegnata a Merv e giocò
un ruolo importante nel trasferimento della cultura greca (stabilitasi a
Merv fin dai primi giorni del conflitto tra seleucidi e greco-bactriani)
all'interno del mondo arabo.
Durante
tutta l'era abbaside restò la capitale nonché la città più
importante dell'intero Khorasan. In questo periodo lo storico arabo
Al-Muqaddasi la definì "deliziosa, carina, elegante, brillante,
notevole e piacevole". La sua architettura fornì lo spunto per la
ricostruzione abbaside di Baghdad. La città divenne famosa per essere
la casa degli immigrati dai territori arabi, così come da Sogdia e da
altri luoghi dell'Asia centrale (Herrmann 1999). L'importanza di Merv
per gli abbasidi venne incrementata nel periodo tra l'813 e l'818,
quando la residenza temporanea del califfo Al-Mamun la rese capitale del
mondo musulmano. Merv fu anche il centro del movimento eretico
ottocentesco guidato da al-Muqanna, il Profeta Velato, che
raggruppò molti seguaci dichiarandosi incarnazione di Dio ed erede di
Ali e Abu Muslim; il Khurramiyya che egli creò sopravvisse fino al
dodicesimo secolo.
In questo
periodo Merv, al pari di Samarcanda e Bukhara, divenne una delle grandi
città di scuola musulmana; il famoso storico Yaqout al-Rumi venne
istruito nelle sue librerie. Vennero sviluppate numerose scuole in vari
campi del sapere, partendo dalla legge islamica, lo Hadith, la storia e
la letteratura. Molti istituti assunsero il nome di Marwazi, compresa la
famosa Ahmad Ibn Hanbal.
Con
l'indebolimento del califfato, il governo arabo venne sostituito da
quello del generale persiano Tahir b. al-Husayn e dalla dinastia Tahrid
nell'821. I tahrid vennero a loro volta sostituiti dai Samanidi e, più
tardi, dai Ghaznavidi.
Nel 1037 i
Seljuki, un clan di Turchi Oghuzi, si spostarono dalle steppe orientali
del lago d'Aral prendendo pacificamente possesso dei Merv sotto la guida
di Toghrul Beg. Il sultano ghaznavide Masud venne fortemente osteggiato
dai cittadini. Il fratello Chaghri vi si stabilì mentre il dominio
Seljuke cresceva finendo con l'includere il resto del Khorasan e
dell'Iran, e facendola diventare in seguito la città preferita dai
leader seljuki. Sia Alp Arslan che il suo discendente Ahmad Sanjar
vennero sepolti in città.
È in
questo periodo che Merv raggiunge la maggiore espansione; i geografi
arabi e persiani la eleggono "madre del mondo", "punto
d'incontro del grande e del piccolo", "città capo del
Khorasan" e capitale del mondo iraniano orientale. Le fonti scritte
parlano di una grande biblioteca fondata da Nizam al-Mulk, e di altre
istituzioni culturali. Si dice anche che Merv ebbe un mercato che era
"il migliore tra quelli delle principali città iraniane e del
Khorasan" (Herrmann 1999). Si dice che fu la più grande città del
mondo tra il 1145 ed il 1153, con una popolazione di 200.000 abitanti
Il regno di
Sanjar, segnato dal conflitto con i Kara-Khitani ed i Khwarezm,
terminato nel 1153 quando i nomadi turchi Ghuzz provenienti da oltre
l'Amu Darya saccheggiarono la città. In seguito Merv passò di mano tra
i Khwarazmiani di Khiva, i Ghuzz, ed i Ghuridi, ed iniziò a perdere
importanza rispetto ad altre città, prima fra tutti Nishapur.
Nel 1221
aprì le porte a Tolui, figlio di Genghis Khan e capo dei Mongoli, che
nell'occasione macellò la maggior parte della popolazione. Lo storico
persiano al-Juvayni, vissuto una generazione dopo il massacro, scrisse:
"I mongoli ordinarono che, a parte quattrocento artigiani... ,
l'intera popolazione, incluse donne e bambini, dovessero essere uccisi,
e nessuno, né donne né uomini, doveva essere risparmiato. Ad ognuno
sarà assegnata l'esecuzione di trecento o quattrocento persiani. Ne
vennero uccisi così tanti che al crepuscolo le montagne sembravano
colline, e le pianure erano inzuppate del sangue". Secondo alcuni
storici oltre un milione di persone morì a causa dell'invasione
mongola, compresi centinaia di migliaia di rifugiati provenienti da
altri luoghi.
Gli scavi
hanno mostrato una drastica riedificazione delle fortificazioni in
seguito alla distruzione, ma la città iniziò a decadere. Nella prima
metà del quattordicesimo secolo la città venne utilizzata come sede
dell'arcivescovado del Cristianesimo orientale. Alla morte del nipote di
Genghis Khan, Merv venne inclusa (1380) tra le proprietà di Timur-i
lang, principe turco-Persiano di Samarcanda.
Nel 1505 la
città venne occupata dagli uzbeki, che cinque anni dopo vennero espulsi
per mano di Ismail Ier, fondatore della dinastia safavide di Persia. Fu
in questo periodo che venne restaurata una grande diga (la Sultan Band)
sul fiume Murghab, e l'insediamento crebbe nell'area irrigata che prese
il nome di Bairam Ali, nome con cui è nominata in alcuni testi del
diciannovesimo secolo. Merv rimase in mani persiane fino al 1787 quando
venne catturata dall'emiro di Bukhara. Sette anni dopo i Bukharani
rasero al suolo la città, ruppero la diga, e trasformarono l'antica
bellezza in una landa desolata. L'intera popolazione dei territori
circostanti, circa 100.000 persone, venne deportata in vari momenti
nell'oasi di Bukhara. Dal momento che tutti loro parlavano lo Shi'as,
resistettero all'assimilazione da parte dei Sunni. Questi Marvis sono
sopravvissuti fino ad oggi, sono stati chiamati
"Irani/Iraniani" nel censimento sovietico degli anni ottanta,
e sono presenti nelle città di Samarcanda, Bukhara e nell'area compresa
tra i fiumi Amu Darya e Syr Darya.
Quando Sir
Alexander Burnes attraversò lo stato nel 1832, i Khivani erano i
governanti di Merv. All'incirca in questo periodo i turcomanni Tekke,
che vivevano sull'Hari
Rud, vennero obbligati dai persiani a migrare verso nord. I
Khivani tentarono di bloccarne l'avanzata ma, intorno al 1856,
i Tekke presero il potere, e lo detennero fino all'occupazione dei russi
del 1883.
I RESTI - Gli scavi russi del vecchio sito
iniziarono nel 1890. Dal 1992 al 2000 un gruppo di archeologi turkmeni e
britannici fece numerose scoperte. Nel 2001 venne avviata una
collaborazione tra l'Institute of Archaeology, l'University College
London e le autorità turkmene. Il Progetto Antica Merv" si
pone come obbiettivo la conservazione del complesso e la sua gestione,
oltre all'esecuzione di nuove ricerche e alla comunicazione al pubblico
dei relativi risultati.
Merv è
composta da un po' di città murate vicine, ognuna delle quali venne
costruita da abitanti di un'era diversa, usata, e alla fine abbandonata
e mai ricostruita. Quattro città murate corrispondono ai quattro
periodi in cui Merv fu il centro del mondo: la vecchia Merv, Erk Kala,
corrisponde al regno Achemenide, ed è la più piccola. Gyaur Kala, che
circonda Erk Kala, comprende le metropoli ellenica e sasanide e venne
usata come sobborgo industriale di Sultan Kala, città abbaside/seljuke
(ed è la più estesa). La più piccola città timuride venne eretta
poco a sud ed attualmente viene chiamata Abdullah Khan Kala. Vari altri
edifici sono sparsi nel territorio delimitato da queste città; tutti i
materiali recuperati dai siti sono custoditi dal "Parco
Archeologico Antica Merv" subito a nord del villaggio di Bairam
Ali, e trenta chilometri ad ovest di Mary, città costruita dai russi
(Herrmann 1993).
GYAUR KALA - La fondazione di Gyaur Kala
avvenne in età ellenistica sotto il regno del selucide Antioco I. Fu
abitata da molti regnanti ellenici, dai parti, e in seguito dai sasanidi
che la fecero diventare capitale di una satrapia. Gyaur Kala fu la
capitale della provincia di Omayyadi del Khorasan e crebbe in importanza
mentre il Khorasan diventava il centro del mondo musulmano nei primi due
secoli di vita dell'Islam.
Le rovine
più appariscenti di Gyaur Kala sono le installazioni difensive. Tre
mura, costruiti uno sopra l'altro, sono ancora ben visibili. Un muro
selucide, gradinato all'interno e verticale all'esterno, funga da
piattaforma per il secondo, più grande, costruito con mattoni di fango
e, anch'esso, gradinato all'interno. La forma di questo muro ricorda le
fortezze ellenistica trovate in Anatolia, nonostante rimanga unico
grazie al fatto di essere costruito con mattoni di fango invece che con
pietre. Il terzo muro si presume essere sasanide ed è costruito con
grandi mattoni (Williams 2002). Intorno alle mura furono trovate grandi
varietà di porcellane, eredità soprattutto dei Parti. La dimensione di
queste fortificazioni è un buon metro per giudicare l'importanza di
Merv nell'era pre-islamica; non esistono fortificazioni pre-islamiche di
tale dimensione in tutto il Karakum. Gyaur Kala è importante anche per
la grande quantità di monete che nascondeva; venne trovata
un'incredibile serie di monete sasanidi, il che mostra una straordinaria
stabilità politica se viene riferita a quel periodo.
Anche dopo
la fondazione di Sultan Kala, avvenuta per mano della dinastia abbaside,
Gyaur Kala continuò a vivere come sobborgo del nuova città. A Gyaur
Kala sono concentrati molti edifici industriali dell'era abbaside: forni
per la lavorazione di ceramica, acciaio, ferro, rame ed altri materiali.
Sembra che Gyaur Kala sia stato il quartiere degli artigiani per tutta
l'era abbaside e nel periodo pre-seljuke.
SULTAN KALA - Sultan Kala è senza dubbio la più
grande tra le città di Merv. Le fonti scritte (Herrmann 1999)
stabiliscono che fu Abu Muslim al-Khurasani, leader della ribellione
abbaside, a simbolizzare la nascita del nuovo califfato con la
costruzione di strutture monumentali ad ovest delle mura di Gyaur Kala,
nell'area che diverrà Sultan Kala. La zona venne rapidamente murata e
divenne il cuore della Merv medievale; i secoli di prosperità che
seguirono sono dimostrati dalla gran quantità di köshks abbasidi
scoperti all'interno e all'esterno di Sultan Kala. I Köshks erano
edifici unici nell'Asia centrale di quel periodo. Una specie di palazzi
a due piani semi-fortificati dalle mura ondulate, e venivano abitati
dall'elite del tempo. Si suppone che all'inizio venissero usati come
magazzino, ma che in futuro divennero residenze. I tetti erano
contornati da parapetti, comuni nei quartieri residenziali. Il più
grande köshk abbaside di Merv, che è anche uno dei meglio conservati,
è il Grande Kyz Kala, situato poco fuori dalle mura occidentali di
Sultan Kala; Questa struttura era composta da 17 stanze che circondavano
una corte interna. Il vicino Lesser Kyz Kala ha delle mura estremamente
spesse, con increspature profonde, e scale interne che conducevano agli
appartamenti del secondo piano. Tutti i köshks sono in precario stato
di conservazione (Herrmann 1999).
Le più
importanti costruzioni di Sultan Kala, tra quelle che sono
sopravvissute, sono gli edifici seljuki. Nell'undicesimo secolo i nomadi
turchi Oghuzi, ex vassalli dello Shāh di Corasmia nelle steppe
settentrionali, iniziarono a muoversi verso sud sotto la guida del clan
seljuke e del suo re Tugril Beg. Tugril conquistò Merv nel 1037 ridando
linfa alla città; con i suoi discendenti, soprattutto con Sanjar, che
vi prese la residenza, Merv si ritrovò al centro di un grande impero
multiculturale.
Le prove di
questa prosperità si trovano in tutta Sultan Kala. Molte di queste sono
concentrate nella cittadella, Shahryar Ark, sul lato orientale. Al
centro di Sharhryar Ark si trova il palazzo seljuke, costruito
probabilmente da Sanjar. Le mura di mattoni di fango sopravvissute
mostrano che il palazzo, relativamente piccolo, era composto da piccole
stanze al pianterreno che circondavano una corte interna a cui si
accedeva per mezzo di quattro iwan ,uno per lato (Ettinghausen 276). Le
depressioni trovate nei pressi sembrerebbero dimostrare l'esistenza di
un lago artificiale; giardini simili vennero trovati in altri palazzi
dell'Asia centrale (Williams 2002). Sfortunatamente tutti gli ornamenti
interni ed esterni sono stati persi in seguito all'erosione o ai furti.
Un'altra
famosa struttura seljuke all'interno di Shahryar Ark è il kepter khana,
o "piccionaia". Questo edificio misterioso, tra i meglio
conservati dell'oasi di Merv, comprendeva una stanza quasi priva di
finestre e molti scaffali lungo i muri. Alcune fonti suppongono che il
kepter khana (presente anche in altre città asiatiche) fosse un luogo
di allevamento dei piccioni, al fine di raccoglierne il guano usato per
concimare le famose coltivazioni di meloni di Merv. Altre fonti
(Herrmann 1999), credono che si tratti di biblioteche o depositi di
tesori, e questo sarebbe dimostrato dalla loro ubicazione nei pressi di
altri edifici importanti.
La
struttura meglio conservata di tutta Merve è il duecentesco mausoleo di
Ahmed Sanjar, anch'esso a Sultan Kala. È il più grande dei mausolei
seljuki ed il primo di tipo moschea-mausoleo, un'accoppiata che diventerà
comune in seguito. È quadrato, di 27 metri per lato, con due entrate
sui lati opposti; una grande cupola centrale è sostenuta da un sistema
ottagonale, e gli archi coprono gli interni. L'esterno della cupola era
colorato di azzurro e la sua altezza era imponente; si dice che le
carovane in arrivo potessero vedere il mausoleo ad un giorno di marcia
dalla città. Le decorazioni, in puro stile seljuke, fu conservativo,
con lavori di stucco all'interno e decorazioni geometriche di mattoni,
ora perse quasi completamente, all'esterno. Ad eccezione dei decori
esterni, il mausoleo è intatto per la maggior parte e restano, fin dal
dodicesimo secolo, una delle principali attrazioni turistiche di Merv.
Un ultimo
gruppo di rovine seljuk è composto dalle mura di Sultan Kala. Queste
fortificazioni, molte delle quali sono rimaste, iniziano come mura di
mattoni di fango alte 8 o 9 metri, all'interno delle quali erano situate
stanze dalle quali i soldati potevano scoccare le frecce. Ci sono torri
a ferro di cavallo alte da 15 a 35 metri. Queste mura, comunque, non si
dimostrarono efficaci a causa dello scarso spessore che le rendeva
fragili ai colpi delle catapulte e dell'altra artiglieria. Dalla metà
del dodicesimo secolo le gallerie vennero riempite e le mura rafforzate.
Un secondo muro, più piccolo, venne costruito di fronte a quello
principale, ed infine i sobborghi cittadini, conosciuti adesso come
Iskender Kala, vennero cintati con mura spesse alte 5 metri. I tre muri
si rivelarono sufficienti per respingere almeno la prima offensiva dei
mongoli, prima che la città cadesse nel 1221 (Herrmann 2000).
Sono state
recuperate molte ceramiche risalenti all'era abbaside e seljuke,
principalmente da Gyaur Kala, dalle mura di Sultan Kala, e da Shahryar
Ark. Le ceramiche di Gyaur Kala furono all'inizio abbaside, ed erano
bocce colorate di rosso con disegni geometrici. Le ceramiche recuperate
dalle mura di Sultan Kala sono perlopiù gialle e verdi, e risalgono
all'undicesimo-dodicesimo secolo. Sono molto simili per stile a quelle
di Nishapur (Herrmann 2000). Bocce azzurre e nere vennero scoperte nel
palazzo di Shahryar Ark, insieme ad un interessante deposito di
materiale in stile mongolo probabilmente risalente alla fallimentare
rifondazione avvenuta sotto gli Ilkhan. Della stessa era sembrerebbe
essere una maschera in ceramica usata per la decorazione delle mura, e
ritrovata tra le rovine di quello che si crede essere un tempio buddista
costruito dai mongoli nei sobborghi meridionali di Sultan Kala (Herrmann
1999).
