Gjirokastra
è una città museo
sorprendentemente pittoresca,
abbarbicata sul pendio di una
montagna sopra il fiume Drino.
Nel XIII secolo la città
godeva di una buona posizione,
ma l'arrivo dei turchi nel
1417 diede inizio a un lento
declino. Tuttavia la città
tornò a essere attiva nel
XVII secolo, grazie alla
presenza di un fiorente bazar
dove si vendevano ricami, seta
e il famoso formaggio bianco.
La
città storica di Gjirokastra
è un’eccezionale rara
testimonianza di città
ottomana bene-conservata. Nel
XIII secolo nella città
sorgono le tipiche case a
torretta (kule turco). Il kule
ha un alto scantinato, un
primo piano per uso nella
stagione fredda e un secondo
piano per la stagione calda.
Gli interni sono
ricchi di decorazioni e
dipinti floreali, specialmente
nelle zone riservate al
ricevimento degli ospiti.
Gjirokastra è conosciuta come
una città di particolare interesse
per la sua architettura; l'area su cui
è costruita ed in particolare le sue
forme assomigliano ad un'estesa mano
ciclopica. Le caratteristiche
abitazioni si raggruppano intorno
all'imponente fortezza e risalgono al
1800-1860.
La città vecchia, con le case
dai caratteristici tetti ricoperti da
grosse scaglie di pietra, si trova in
alto e guarda nella valle i quartieri
nuovi. L'architettura di questi ultimi
è moderna; affascinante e ben
conservata quella del vecchio borgo.
Nell'architettura tradizionale non
esistono balconi, ma tante finestre,
accostate l'una all'altra, con infissi
elaborati. Eleganti verande
impreziosiscono le facciate degli
edifici, alcune rientranti rispetto a
due corpi avanzati, altre poste in
angolo. Le stradine della città
vecchia, lastricate di basoli posati
con curata simmetria, raccontano
l'attenzione che si aveva per i
particolari.
Come tutte le città
sottoposte alle scorrerie di invasori,
anche Gjirokaster fu strutturata per
rispondere all'esigenza di difendersi.
Percorrendo le sue stradine si avverte
un senso di protezione derivante dalla
quasi totale mancanza di finestre sul
piano stradale.
Gjirokaster è stata oggetto
di incursioni e alterne dominazioni,
Visigoti, Unni, Ostrogoti, Normanni.
Nel XV secolo i Turchi la
trasformarono in una città militare.
Gjirokaster si estende in pendenza del
Monte Largo (Mali i Gjere), che domina
il fiume Drino. Le prime tracce si
aggirano e si trovano intorno al I
secolo a.C.; che divenne un centro
urbanistico dal tredicesimo secolo.
Essa è menzionata per la prima volta
in un documento del 1336, sotto il
nome di Argyropolihne (distretto di
Argyro), derivato
secondo la leggenda della principessa
Argyro, la quale si scagliò da una
torre per evitare la caduta nelle mani
degli invasori, morendo.
Gjirokaster è stata sotto il
dominio Bizantino fin dal tardo XIV, quando poi
passò sotto il controllo del Principe
feudale Zanebisha albanese. Nel 1432,
essa venne catturata dai Turchi. Nello
stesso tempo Gjirokaster divenne il
trono dei lords locali feudali
albanesi. Nel 1811, Ali Pasha Tepelena,
dopo aver bombardato la fortezza con
l'artiglieria, forzò la città ad
arrendersi.
Più tardi, Gjirokaster,
giocò un importante ruolo, infatti fu
la culla dei movimenti patriottici
albanesi che combatterono per la
libertà e l'indipendenza del paese.
Nel 1908, i separatisti
albanesi guidati da Ceciz Topulli,
inflissero pesanti disgrazie (morti,
feriti) alle truppe Ottomane. Tra il
1940-1941, durante la guerra tra greci
ed italiani, Gjirokastra divenne, più
di un campo di battaglia. Oggi,
essa possiede una fabbrica di cuoio ed
una fabbrica per il processo e la
fermentazione del tabacco, ed una
produzione per le sigarette.
La
fortezza del IV-V secolo è situata
su un pendio, sull'argine sinistro del
fiume Drino, ed è protetta da 7
torri. Essa è stata ricostruita tra
il 1811-1812 da Ali Pasha Tepelena.
In
questo periodo fu costruito un
acquedotto lungo 10 km, per portare
acqua alla città dal monte Sopot.
L’acquedotto fu demolito sotto il
potere di Zogu
nel 1932, e le sue pietre vennero
utilizzate come materiale edile.
La
fortezza si trova in buone condizioni.
Nell'entrata principale della fortezza
si trova il Museo Nazionale delle
armi, che racconta la storia
dell'Albania attraverso gli anni. Al
primo piano invece si racconta la
storia dai tempo neolitico fino al
giorno dell'indipendenza, nel 1912.
Il
secondo piano include i periodi
successivi. Qui si trova una prigione
usata come tale durante la Seconda
Guerra Mondiale, dai tedeschi.
La fortezza è un teatro
aperto, dove ogni 5 anni vengono
organizzati i festival nazionali.
2.000 cantanti, ballerini e musicisti
vi prendono parte, un gruppo per
ognuno dei 26 distretti.
La
Moschea fu costruita nel 1757. E'
caratterizzata da un tetto di pietra
ed un alto minareto.
Berat
è una città del sud
dell'Albania, fondata nel IV
secolo a.C. dagli Illiri. Situata
sulla riva destra del fiume
Osum poco lontano dalla
confluenza fra questi e il
fiume Molisht, Berat è stata
fondata nel XIII secolo
probabilmente sull'antico sito
di Antipatrea.
La
maggiore attrazione della città
è il castello di Kala, uno
dei più grandi monumenti
storici nei Balcani, una
fortezza enorme che che si
trova vicino al Fiume Osum. Il
castello fu stato costruito su
un piano a forma triangolare.
Guardando il castello dal
basso verso l'alto il castello
sembra parte della collina.
La torre di ingresso verso
l'interno fu costruita con
blocchi di pietra,
appartenenti alle
fortificazioni illiriche
costruite nel IV-II secolo a.C.
La punta della collina è
circondata da un muro
perimetrale esterno con 24
torri. All'interno di questo
castello erano situate circa
14 chiese.
La
Chiesa di S. Triadhës risale
a fine XIII / inizio XIV
secolo. Al suo interno
conservano affreschi molto
interessanti. Si possono
inoltre ammirare le chiese di
S. Todrit, di San Nicola e di
San Costantino.
Sempre all'interno del
castello si trova La
Cattedrale di Santa Maria,
oggi Museo di Arte Medievale.
Fu costruita alla fine del
XVII secolo e fu completata
nel 1797. Si tratta di un
tipico edificio del periodo
ottomano, con una basilica a
tre cupole.
Il
Museo Icona Onufri, si trova
nella zona Kala e contiene
alcuni splendidi esempi
dell'arte religiosaalbanese.
Il museo fu aperto nel 1986 e
ricevette il nome della prima
scuola albanese di pittura
"Onufri" del XVI
secolo. Nel museo ci sono tre
stanze, all'interno delle
quali si trovano icone dei
santi, tessuti, piccoli
oggetti di metallo lavorato,
oggetti per la pratica della
liturgia.
La Chiesa di S. Mëhillit fu
eretta tra le rocce al di
fuori del muro perimetrale. E
una costruzione del
1300.
All'interno del castello si
trovano le rovine della
Moschea Bianca. Queste mura
furono costruite sopra le fondamenta
illiriche, turche e
bizantine.
Nel
2008 il centro storico di
Berat è stato aggiunto al
patrimonio come "raro
esempio di città ottomana ben
conservata".
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