Ponte Mehmed Paša Sokolovič a Višegrad
Bosnia Herzegovina

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2007

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Višegrad è una bella cittadina della Bosnia Occidentale, che sorge a circa 100 Km. ad est della capitale Sarajevo, nella regione della Republika Srpska.

La parte più antica della città, in cui sorge la kasaba, è collocata su una stretta lingua di terra nel punto di confluenza dei due fiumi della città: il pressoché sconosciuto Rzav e la Drina, celebrata nel romanzo d’esordio dello scrittore Ivo Andrić, Il ponte sulla Drina. In epoca moderna la città ha assunto un ruolo di primo piano nella guerra dei Balcani a causa della sua posizione strategica, che la colloca tra il fiume e il confine con l’area Serba della Repubblica Srpska.

Višegrad è conosciuta principalmente per il suo ponte, un gioiello architettonico in pietra bianca di Banja, costruito per volere del gran Visir Mehmed-Pasa Sokolovic. Mehmed-Pasa (1505-1579) nacque a Sokolovič, un paesino Bosniaco in prossimità di Višegrad abitato in prevalenza da contadini serbi in epoca ottomana, quando ancora l’Impero Ottomano applicava il devşirme (dal turco "devşir" che significa "ramazzare"). A causa di questa pratica ai cittadini di confessioni diverse dall’Islam, soprattutto contadini serbi, veniva imposto un tributo di sangue in vite umane: essi erano quindi costretti a cedere i propri figli (chi non voleva sottomettersi a questa regola avrebbe visto i propri figli portati via con la forza) che venivano allontanati dalle famiglie natali per essere cresciuti ed istruiti come Giannizzeri, l’ordine militare che formava la guardia personale del Sultano ottomano. 

In una di queste incursioni venne rapito anche un bambino che, negli anni, si distinse per intelligenza e capacità tanto da entrare nelle grazie del Sultano Selim II, che gli concesse la mano della figlia, la Principessa Esmahan. Di quel giovane, che assunse il nome di Mehmed-Paša, si racconta che non dimenticò mai la sua terra natale, il giorno in cui ne venne rapito e il lungo e faticoso viaggio verso Istanbul, che ebbe inizio con l’attraversamento della Drina in piena. Così, insieme alle molte opere religiose e commerciali che commissionò nei territori dell’Impero, incluse anche un Ponte sulla Drina, la cui realizzazione affidò all’architetto Sinan, che portò a termine i lavori nel 1571.

Il ponte di Mehmed-Pasa Sokolovic si trova subito dopo una stretta ansa del fiume Drina, che nasce sui rilievi del Montenegro. Sulla riva destra si apre una zona pianeggiante che ha consentito a Visegrad di espandersi, mentre la riva sinistra è dominata da un'altura rocciosa. Queste condizioni topografiche resero necessaria una scalinata di 120 metri per poter accedere all'estremità destra del ponte. 

Nel 1566 il gran visir Mehmed-Pasa Sokolovic diede l'incarico di unire le due rive del fiume a Sinan, uno dei maggiori artisti turchi, dal 1538 architetto capo dell'impero ottomano. Il ponte, sulla strada che dalla pianura del Danubio porta alla costa adriatica passando per Sarajevo, servì a controllare i Balcani centrali: la Drina, infatti, segnò per lungo tempo il confine, spesso teatro di aspri combattimenti, fra l'occidente cristiano e l'oriente islamico.

Il ponte è una costruzione elegante dalle forme armoniose; l’ampia struttura è lunga 180 metri, ha una carreggiata di 4 metri, poggia su 11 arcate in muratura, ampie fra 11 e 15 metri. 

Sul lato sud della balconata centrale del ponte è stata eretta una stele in epoca incerta, che, secondo la versione più accreditata, commemorerebbe la fine dei lavori. In una nicchia, sempre sulla balconata centrale, trova invece posto un’iscrizione commemorativa della costruzione del ponte fatta installare dal sultano Murad III durante il suo regno.

Il ponte, nei lunghi anni della sua vita, ha subito parecchi danneggiamenti e distruzioni ed è stato più volte sottoposto ristrutturazione: i danni peggiori si sono verificati nel 1664 e nel periodo di particolare turbolenza politica che va dal 1875 al 1911.

Durante la prima guerra mondiale vennero distrutte 3 delle 11 arcate, mentre 5 vennero distrutte durante la seconda guerra mondiale. Successivamente vennero tutte ricostruite. 

Attualmente è stata rinnovata la pavimentazione e sono stati installati cavi elettrici per l’illuminazione dal basso, che nelle ore che vanno dal crepuscolo all’alba permettono di assistere allo spettacolo mozzafiato dell’elegante ponte che sembra essere sospeso sulle acque della Drina.

Questa meraviglia architettonica, come già scriveva Andric, fu sempre, dal momento della sua costruzione, parte integrante della vita di Višegrad: orgoglioso ponte eretto tra due mondi e tra due religioni, e triste testimone delle orribili persecuzioni perpetrate nei secoli dall’una e dall’altra parte.

La letteratura ricorda infatti che fino al secolo scorso, il ponte si prestava quale triste vetrina delle teste mozzate ed impalate dei contadini serbi, mentre durante il conflitto bosniaco interetnico del 1992-1995 fu teatro delle esecuzioni di massa operate dai serbi contro i musulmani bosniaci.

Attualmente la struttura è stata dichiarata pericolante a causa delle fluttuazioni del livello del fiume causate da una diga idroelettrica costruita a monte, a cui ha fatto seguito il danneggiamento alle fondamenta provocato dalle vibrazioni delle automobili che lo attraversavano. Per questo motivo il ponte è attualmente chiuso al traffico.