Višegrad
è una bella cittadina della
Bosnia Occidentale, che sorge
a circa 100 Km. ad est della
capitale Sarajevo, nella
regione della Republika
Srpska.
La
parte più antica della città,
in cui sorge la kasaba, è
collocata su una stretta
lingua di terra nel punto di
confluenza dei due fiumi della
città: il pressoché
sconosciuto Rzav e la Drina,
celebrata nel romanzo
d’esordio dello scrittore
Ivo Andrić, Il ponte sulla
Drina. In epoca moderna la
città ha assunto un ruolo di
primo piano nella guerra dei
Balcani a causa della sua
posizione strategica, che la
colloca tra il fiume e il
confine con l’area Serba
della Repubblica Srpska.
Višegrad
è conosciuta principalmente
per il suo ponte, un gioiello
architettonico in pietra
bianca di Banja, costruito per
volere del gran Visir Mehmed-Pasa Sokolovic.
Mehmed-Pasa (1505-1579) nacque a
Sokolovič, un paesino
Bosniaco in prossimità di Višegrad
abitato in prevalenza da
contadini serbi in epoca
ottomana, quando ancora
l’Impero Ottomano applicava
il devşirme (dal turco
"devşir" che
significa
"ramazzare"). A
causa di questa pratica ai
cittadini di confessioni
diverse dall’Islam,
soprattutto contadini serbi,
veniva imposto un tributo di
sangue in vite umane: essi
erano quindi costretti a
cedere i propri figli (chi non
voleva sottomettersi a questa
regola avrebbe visto i propri
figli portati via con la
forza) che venivano
allontanati dalle famiglie
natali per essere cresciuti ed
istruiti come Giannizzeri,
l’ordine militare che
formava la guardia personale
del Sultano ottomano.
In una di queste incursioni venne
rapito anche un bambino che,
negli anni, si distinse per
intelligenza e capacità tanto
da entrare nelle grazie del
Sultano Selim II, che gli
concesse la mano della figlia,
la Principessa Esmahan. Di
quel giovane, che assunse il
nome di Mehmed-Paša, si
racconta che non dimenticò
mai la sua terra natale, il
giorno in cui ne venne rapito
e il lungo e faticoso viaggio
verso Istanbul, che ebbe
inizio con l’attraversamento
della Drina in piena. Così,
insieme alle molte opere
religiose e commerciali che
commissionò nei territori
dell’Impero, incluse anche
un Ponte sulla Drina, la cui
realizzazione affidò
all’architetto Sinan, che
portò a termine i lavori nel
1571.
Il
ponte di Mehmed-Pasa Sokolovic
si trova subito dopo una
stretta ansa del fiume Drina,
che nasce sui rilievi del
Montenegro. Sulla riva destra
si apre una zona pianeggiante
che ha consentito a Visegrad
di espandersi, mentre la riva
sinistra è dominata da
un'altura rocciosa. Queste
condizioni topografiche resero
necessaria una scalinata di
120 metri per poter accedere
all'estremità destra del
ponte.
Nel
1566 il gran visir Mehmed-Pasa
Sokolovic diede l'incarico di
unire le due rive del fiume a
Sinan, uno dei maggiori
artisti turchi, dal 1538
architetto capo dell'impero
ottomano. Il ponte, sulla
strada che dalla pianura del
Danubio porta alla costa
adriatica passando per
Sarajevo, servì a controllare
i Balcani centrali: la Drina,
infatti, segnò per lungo
tempo il confine, spesso
teatro di aspri combattimenti,
fra l'occidente cristiano e
l'oriente islamico.
Il
ponte è una costruzione
elegante dalle forme
armoniose; l’ampia struttura
è lunga 180 metri, ha una
carreggiata di 4 metri, poggia
su 11 arcate in muratura,
ampie fra 11 e 15 metri.
Sul
lato sud della balconata
centrale del ponte è stata
eretta una stele in epoca
incerta, che, secondo la
versione più accreditata,
commemorerebbe la fine dei
lavori. In una nicchia, sempre
sulla balconata centrale,
trova invece posto
un’iscrizione commemorativa
della costruzione del ponte
fatta installare dal sultano
Murad III durante il suo
regno.
Il
ponte, nei lunghi anni della
sua vita, ha subito parecchi
danneggiamenti e distruzioni
ed è stato più volte
sottoposto ristrutturazione: i
danni peggiori si sono
verificati nel 1664 e nel
periodo di particolare
turbolenza politica che va dal
1875 al 1911.
Durante
la prima guerra mondiale
vennero distrutte 3 delle 11
arcate, mentre 5 vennero
distrutte durante la seconda
guerra mondiale.
Successivamente vennero tutte
ricostruite.
Attualmente
è stata rinnovata la
pavimentazione e sono stati
installati cavi elettrici per
l’illuminazione dal basso,
che nelle ore che vanno dal
crepuscolo all’alba
permettono di assistere allo
spettacolo mozzafiato
dell’elegante ponte che
sembra essere sospeso sulle
acque della Drina.
Questa
meraviglia architettonica,
come già scriveva Andric, fu
sempre, dal momento della sua
costruzione, parte integrante
della vita di Višegrad:
orgoglioso ponte eretto tra
due mondi e tra due religioni,
e triste testimone delle
orribili persecuzioni
perpetrate nei secoli
dall’una e dall’altra
parte.
La
letteratura ricorda infatti
che fino al secolo scorso, il
ponte si prestava quale triste
vetrina delle teste mozzate ed
impalate dei contadini serbi,
mentre durante il conflitto
bosniaco interetnico del
1992-1995 fu teatro delle
esecuzioni di massa operate
dai serbi contro i musulmani
bosniaci.
Attualmente
la struttura è stata
dichiarata pericolante a causa
delle fluttuazioni del livello
del fiume causate da una diga
idroelettrica costruita a
monte, a cui ha fatto seguito
il danneggiamento alle
fondamenta provocato dalle
vibrazioni delle automobili
che lo attraversavano. Per
questo motivo il ponte è
attualmente chiuso al
traffico.
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