Bacino minerario del Nord-Passo di Calais
Francia

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2012
  Video

 

   

Il bacino minerario del Nord-Passo di Calais è un territorio nel nord della Francia, nei dipartimenti del Nord e del Passo di Calais, segnato economicamente, socialmente, paesaggisticamente, ecologicamente e culturalmente dallo sfruttamento intensivo, dalla fine del XVII alla fine del XX secolo, del carbone dello stefaniano, presente nel suo sottosuolo. Questa era la parte occidentale di un deposito che si estendeva oltre il confine franco-belga.  

I primi affioramenti di carbone furono scoperti a Boulonnais intorno al 1660. Nel 1716 Nicolas Desaubois, Jean-Jacques Desandrouin, Jean-Pierre Desandrouin, Jacques Richard e Pierre Taffin costituirono la prima società mineraria per lo sfruttamento del carbone. Il primo giacimento di carbone nel bacino minerario del Nord-Passo di Calais venne scoperto, presso il pozzo Jeanne Colard il 3 febbraio 1720, a seguito di una campagna di ricerca. Il 24 giugno 1734 venne scoperto il carbone oleoso nel pozzo del "Pavé" ad Anzin. Per lo sfruttamento dei giacimenti venne fondata la Compagnie des mines d'Anzin, il 19 novembre 1757, che rapidamente guadagnò grande slancio. Allo stesso tempo nacquero altre società di ricerca per tutto il XVIII secolo. L'inizio del XIX secolo fu segnato dai progressi tecnologici (motore a vapore e eduzione). Gli anni 1830 e l'inizio degli anni 1840 furono segnati dalla rivoluzione industriale. Le nuove industrie avevano un enorme fabbisogno di carbone, che creò nel Nord un periodo di prezzi elevati del carbone e la conseguente creazione di un gran numero di società carbonifere. Pertanto, il bacino minerario si sviluppò in modo esponenziale. Le aperture dei pozzi si susseguivano, i cumuli di scorie aumentavano in altezza. Questa progressione avvenne per tutta la seconda metà del XIX secolo e ancora negli anni 1900. Il 1906 fu segnato dalla catastrofe di Courrières che ebbe luogo il 10 marzo e procurò la morte di 1 099 persone. Seguirono lunghi scioperi e la sicurezza delle miniere fu poi migliorata.

L'area mineraria fu duramente colpita dalla prima guerra mondiale e la ricostruzione durò fino alla metà degli anni 1920. Questo periodo fu segnato dall'arrivo di polacchi e italiani, sebbene fossero presenti anche lavoratori di altre nazionalità. I primi anni 1930 furono segnati dagli effetti dell'incidente del 1929. Durante la seconda guerra mondiale, l'area mineraria si trovò ben presto occupata dai tedeschi. I minatori resistettero all'occupante rallentando la produzione e attuando il sabotaggio, qualche volta a scapito della stessa loro vita. Più di due terzi dei minatori del bacino scioperarono nel giugno 1941.

Le società vennero nazionalizzate il 17 maggio 1946 con la creazione di Charbonnages de France, che attuò un vasto programma di ammodernamento e una concentrazione dell'estrazione per far risollevare la Francia dopo i danni della guerra. La diminuzione della richiesta di carbone iniziò nei primi anni 1960, i pozzi vennero gradualmente chiusi e scoppiarono molti scioperi nella zona mineraria. Nel 1984 venne aperto al pubblico il Centre historique minier de Lewarde, un museo delle miniere.

Se gli anni 1990 erano stati segnati dalla volontà di cancellare ogni traccia del passato, gli anni 2000 sono stati segnati dalla consapevolezza del valore del patrimonio costruito e di quello naturale da preservare. Molte vestigia sono state classificate o registrate come monumenti storici nel 2009 e nel 2010. Sabato 30 giugno 2012, 353 elementi, distribuiti su 109 siti, sono stati dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'Unesco.

L'area mineraria copriva 1 200 km2 nei dipartimenti Nord e Passo di Calais, ovvero il 9,5% dell'area dell'ex regione francese del Nord-Passo di Calais (oggi parte dell'Hauts-de-France). In essa vivevano 1,2 milioni di abitanti alla fine degli anni 1980, ovvero il 31% della popolazione regionale. In trecento anni di storia mineraria sono stati scavati centomila chilometri di gallerie, vale a dire più del doppio del giro della Terra e ottocentottantacinque pozzi di estrazione.

Gli altri giacimenti di carbone più vicini sono il bacino carbonifero di Boulonnais a ovest, il bacino carbonifero belga a nord-est (in continuità), il bacino carbonifero della Lorena e della Saar a sud-est nonché i bacini carboniferi di Littry e Le Plessis -Lastelle a sud-ovest.  

Questo bacino è la parte occidentale di un deposito che si estende oltre il confine franco-belga lungo il fiume Sambre e affiora nel Borinage.

Nel carbonifero, questa regione era ricoperta da un mare, che favorì la sedimentazione marina a cui si accompagnava l'attività vulcanica. Alla fine di questo periodo, nello stefaniano, datato tra - 307 e - 299 milioni di anni fa, il bacino carbonifero iniziò la sua formazione con sedimenti fluvio-lacustri.

Coinvolgimento delle miniere

L'unione di diversi proprietari di miniere portò alla creazione della Compagnie des mines d'Anzin nel 1757. Scavare in profondità i pozzi era reso difficoltoso dalle falde acquifere sotterranee e per diversi decenni l'azienda sfruttò solo alcuni pozzi. La messa in servizio di un tratto della linea da Somain a Péruwelz, nel 1834, accelerò lo scavo in profondità di nuovi pozzi, aiutato da un periodo di forte domanda di carbone. A quel tempo, erano attivi solo una quindicina di pozzi. Il loro numero aumentò notevolmente e presto le strutture ricettive presenti nei villaggi non erano più sufficienti ad ospiare i minatori e le loro famiglie.

Primi insediamenti - Gli ingegneri pertanto progettarono, in prossimità dei pozzi, delle abitazioni poste lungo la strada di accesso o perpendicolari ad essa. Erano piccole e di solito raggruppatea a sei o a dieci nello stesso blocco. Ogni casa aveva il suo giardino e alla fine di esso c'erano i servizi igienici. Il giardino era separato dalla casa da un muretto di scisto. Lungo questa muretto era disposto il pozzo comune o il tubo dell'acqua potabile. Gli appezzamenti erano lunghi e stretti e i minatori li coltivavano a orto. Le case avevano uno stile simile a quelle che esistono nei villaggi; erano costruite in mattoni, in modo razionale, e senza ornamenti.

Alcuni dei primi insediamenti costruiti furono quelli del pozzo di "Tinchon" nella frazione di Saint-Waast-la-Haut a Valenciennes, prima del 1820. Erano attaccati al piazzale del pozzo, a sud. Descrivevano due strisce poste su un asse est-ovest, i giardini erano raggruppati al centro, divisi da muretti.

I villaggi minerari più antichi, ancora conservati, sono quelli del pozzo La Sentinelle, anch'essi registrati nei monumenti storici il 1º dicembre 2009. Nel 1825 furono costruite trentadue abitazioni di operai in due edifici principali, dietro il pozzo. Pochi anni dopo, alla prima serie di abitazioni se ne aggiunsero altre, tanto che si giunse ad avere 88 case, due forni per la cottura del pane e otto pozzi per l'approvvigionamento idrico. La Compagnie d'Anzin battezzò questa città "il nuovo mondo", ma venne rinominata "insediamento della chiesa" dopo che il pozzo fu trasformato in una chiesa nel 1853. Le abitazioni a due piani erano state preferite perché avevano una maggior ricercatezza decorativa rispetto alle altre, che erano di stile abbastanza comune. Questi insediamenti estesi formavano un'unità bipolare costruita su entrambi i lati della strada centrale del villaggio. Le case situate a sud-ovest, e ad ovest della chiesa di Sainte-Barbe, furono demolite intorno al 1975 per lasciare spazio a una piazza pubblica.

La Compagnie d'Anzin presentò all'Esposizione Universale del 1867 il suo "Insediamento dei 120", composto da sei file di case a schiera allineate su 250 metri, tre verso Anzin e tre verso Valenciennes. All'epoca, questo tipo di costruzione si presentava come rivoluzionario e moderno. Ciascuna di queste file era composta da venti alloggiamenti costruiti a schiera. Le case erano circondate dai giardini, dai pozzi e dai servizi igienici. Erano costruite interamente in laterizio. Sulle facciate principali, gli architravi delle finestre erano ad arco e le porte erano evidenziate da una sporgenza in mattoni. Modanature in mattoni adornavano le facciate, le persiane erano in legno. I timpani, invece, erano più monumentali, a occhio di bue in mattoni, con frontoni triangolari, fasce sporgenti ripetitive e finte finestre. Queste case di tipo "Allodola" avevano una cantina, una stanza al piano terra e una camera da letto al piano superiore. Date le dimensioni ridotte di queste abitazioni, due abitazioni sono poi state unite in una durante i lavori di ristrutturazione.

Mentre l'architettura degli insediamenti si evolveva, l'estensione del bacino minerario oltre la concessione della Compagnie des mines d'Aniche proseguì dagli anni 1850 in avanti. Anche le nuove aziende dovevano affrontare la necessità di nuovi alloggi.

Gruppi di case o città lineare - Man mano che i pozzi crescevano sempre di più, le aziende dovevano adeguarsi per accogliere sempre più famiglie di minatori. Quindi comparvero le case a schiera, chiamate anche città lineari. Gli insediamenti erano quindi diversi, disposti paralleli tra loro e costruiti su una lunghezza maggiore. Potevano essere posizionati uniti sul retro o lungo una strada. Il criterio principale di questo piano di sviluppo era la redditività dell'uso del suolo, anche prima della posizione topografica.

Molte città di questo tipo esistono ancora nel bacino minerario nel XXI secolo. Nel Passo di Calais, a Gosnay, la città n 17a dei pozzi n. 1 - 1 bis delle miniere di Bruay (situate a Bruay-la-Buissière), è un perfetto esempio di cosa era la città lineare. A parte un insediamento lungo circa trenta metri, gli altri erano lunghi 138, 168, e 172 metri. I primi due avevano una facciata su strada, mentre gli altri due, uniti sul retro, erano circondati ai lati delle facciate principali dai giardini. La città no 16, annessa al pozzi 4 - 4 bis - 4 ter delle miniere di Bruay a Bruay-la-Buissière era costruita secondo questo principio. Da allora è stata parzialmente demolita, rinnovata e nuove costruzioni hanno sostituito quelle vecchie all'inizio del XXI secolo.

Altre società adottarono questo metodo di costruzione e a Drocourt, la Società mineraria di Drocourt costruì, vicino al pozzo n.1 diversi insediamenti di questo tipo, due dei quali lunghi 235 metri. Era anche possibile trovare questo tipo di villaggi minerari, lunghi oltre un centinaio di metri, nelle città dei pozzi n. 3 - 3 bis - 3 ter delle miniere di Liévin e più particolarmente in alcuni insediamenti della Compagnie des mines de Lens, compresi quelli dei pozzi n. 2 - 2 bis, 3 - 3 bis e 12.

Questi insediamenti furono costruiti in complementarità con altri tipi di abitazioni e, allo stesso tempo, anche alla fine del XIX secolo e fino all'inizio del XX secolo, ma anche dopo la prima guerra mondiale. Tuttavia, la configurazione delle case unite sul retro stava gradualmente scomparendo a favore delle case a schiera che evevano una facciata principale sulla strada e una posteriore sul giardino. Grazie a dieci file di case, l'insediamento della Piana vicino ai pozzi n° 1 - 1 bis - 1 ter delle miniere di Liévin consentì di ricostruire 184 case intorno al 1922. Nel XXI secolo, uno di questi insediamenti è stato demolito e altri due smembrati.

Alla fine del XIX secolo, Alfred de Folville stava indagando sulle "condizioni abitative in Francia". Descrisse le case nelle miniere come molto igieniche, perché costruite su un terreno rialzato e asciutto, al di fuori dei centri abitati, facili da ventilare, piastrellate, e a gruppi da sette a dieci case che avevano un pozzo per l'acqua potabile, un forno per il pane e servizi sul retro del giardino.

Città residenziale - All'inizio del XX secolo, le aziende miravano a "cancellare" le case a blocco, e per rendere più gradevoli le nuove abitazioni, inventarono la casa gemella; si trattava di un insediamento scomposto in serie di due abitazioni, aventi una facciata sul giardino e l'altra sulla strada, e comprendente due case gemelle sempre molto vicine tra loro, così che il termine di insediamento veniva conservato, come l'insediamento di Denain a Haveluy, vicino al pozzo di Haveluy delle miniere di Anzin. Oltre al fatto che queste abitazioni erano più adatte alle esigenze dei minatori, consentivano di contrastare il pericolo di cedimento delle miniere, sempre più frequente.

Le strade sulle quali erano costruite queste case potevano anche essere fiancheggiate da alberi, come rue Chateaubriand a Lens, nelle città del pozzo 9 dalle miniere di Lens.

La Compagnie des mines d'Aniche stava inventando una nuova tipologia abitativa identificabile grazie al suo ingresso a forma di mezzaluna in mattoni, denominata "casa operaia di tipo 4". Aveva costruito queste abitazioni raggruppate per quattro, per ogni blocco, nelle città dei pozzi di De Sessevalle, Notre-Dame e Barrois. I frontoni si trovavano di fronte alla strada. Durante i lavori di ristrutturazione, alla fine del XX secolo, i tetti di queste case sono stati rifatti in minima parte, così che i dettagli sono stati rimossi. Più in generale, gran parte degli alloggi di questa azienda sono raggruppati in blocchi di quattro.

Mentre gli appezzamenti abitativi degli insediamenti avevano un giardino di 8 000 m2, queste nuove case avevano appezzamenti di 2 ettari. Anche le altre società stavano iniziando a costruire complessi residenziali suburbani, con una grande varietà di alloggi. Così, nelle città del pozzo di Thiers, ad esempio, la Compagnie des mines d'Anzin aveva costruito case gemelle di ogni tipo. Alcune erano allineate sulla strada, altre raggruppate a due o anche a quattro (come nelle città del pozzo di Arenberg) al centro di diversi appezzamenti.

Dal 1905 al 1914 si svilupparono grandi città, con più di seicento abitazioni e duemila abitanti. Erano generalmente distanti dai centri urbani dei comuni e di conseguenza avevano una chiesa, un asilo nido, una scuola per ragazze e una per ragazzi e anche un dispensario. Alcune città avevano anche un consultorio per neonati, uno stadio e una scuola familiare.

Città giardino - Nel 1898 Ebenezer Howard pubblicò un trattato di architettura e urbanistica chiamato Garden-city of tomorrow, l'idea era quindi quella di avvicinarsi alla natura, in particolare costruendo strade tortuose, in mezzo alla vegetazione, seguendo un principio vicino al giardino all'inglese. Benoît Lévy riprese questo concetto nel 1904 ma, con una grande differenza, riteneva che queste città giardino non dovessero essere costruite intorno alle città, ma alle fabbriche, e che i produttori dovessero finanziarle e costruirle da soli.

Si rivolse quindi ai leader delle compagnie minerarie e la Compagnie des mines de Dourges costruì diverse città seguendo questo modello nel 1909, a Hénin-Beaumont. La Compagnie des mines de Béthune costruì la Cité des Jardins nel 1911 a Grenay.

Prima guerra mondiale e ricostruzione - Durante la prima guerra mondiale, sia i pozzi che le città furono distrutte, oltre alle perdite umane che diedero origine all'ondata di immigrazione degli anni '20. I danni di guerra consentirono alle compagnie di ricostruire la maggior parte delle diciottomila case distrutte e delle altre dodicimila danneggiate. Inizialmente, le città furono ricostruite in modo identico, come le "Alouette" a Bully-les-Mines vicino ai pozzi n. 1 - 1 bis - 1 ter delle miniere di Béthune.

In secondo luogo, le città vennero costruite in modo diverso. Quelle dei pozzi n. 1 - 1 bis delle miniere di Nœux erano radiocentriche, la linea delle strade rappresentava un arco di cerchio. Le città del nuovo pozzo n. 8 - 8 bis delle miniere di Dourges erano molto estese e non contigue ai pozzi.

La Compagnie des mines de Dourges innovò ancora una volta nel 1922 quando costruì la città Foch a Hénin-Beaumont, vicino ai pozzi n. 2 - 2 bis, ad ovest della linea che va da Lens a Ostricourt: le abitazioni erano raggruppate a due, tre o anche a quattro ed erano costruite con blocchi di cemento, verniciati di bianco. I timpani si affacciavano sulla strada e i motivi davano l'impressione che un graticcio formasse la struttura della casa. Lo stile architettonico era quindi l'opposto delle tradizionali costruzioni in mattoni. Questo stile era stato poi ampiamente adottato dalla Compagnie de Dourges per le sue città. La ricostruzione fu completata nel 1925.

Alcuni pozzi erano ancora aperti alla fine degli anni 1920 e negli anni 1930, ma le città costruite per l'occasione non offrivano vere novità, a parte nuovi modelli abitativi. Durante la seconda guerra mondiale, le città furono subirono pochissimi danneggiamenti. I danni di guerra venivano pagati sotto forma di risarcimento materiale. In alcune città vennero installate abitazioni prefabbricate provenienti dall'Austria. Costruite in legno e simili a chalet, poggiavano su fondamenta e zoccolo in muratura. Le facciate erano in listoni e il tetto era costituito da due falde sporgenti. Si possono trovare, in particolare, nelle città del pozzo n. 2 dalle miniere di Ostricourt a Libercourt.

Città post-nazionalizzazione - Con lo statuto del minatore del 15 giugno 1945, la professione venne unificata sotto un unico regolamento, mentre prima ogni azienda aveva le proprie regole. L'articolo 23 stabiliva la concessione di un alloggio gratuito ai minatori, nonché ai pensionati e alle loro vedove. L'abitazione rappresentava una prestazione in natura, mentre in precedenza pagavano alle società un canone simbolico che veniva trattenuto loro dalla paga. Le diciannove società rimanenti nel bacino minerario vennero nazionalizzate nel maggio 1946 e divennero un'entità, le miniere di carbone del Bassin du Nord e Pas-de-Calais. Questa era una delle divisioni di Charbonnages de France ed era suddivisa in nove gruppi.

Fino ad allora, ogni azienda aveva i propri modelli abitativi. Da allora in poi, le decisioni erano centralizzate e vennero costruite nuove abitazioni indifferentemente su ogni concessione. I capi erano guidati dalle dottrine moderniste della Carta di Atene.

Di fronte all'evidente mancanza di alloggi necessari ad ospitare le famiglie dei minatori per far fronte all'aumento della produzione, venne adottato il sistema di prefabbricazione "Camus". Era una casa i cui elementi erano prefabbricati negli stabilimenti e poi assemblati in loco. Esistevano due tipi principali di Camus: il "Camus basso", su un unico livello, sempre raggruppato per due abitazioni.

Il "Camus alto", disposto su tre livelli, si presentava come un piccolo edificio, liscio e bianco, che raggruppava da quattro a otto abitazioni. I tetti erano a terrazza e le finestre in metallo più larghe che alte. Al piano terra c'era un garage, mentre l'ingresso conduceva direttamente ad una scala che portava al piano primo, occupato dalla cucina e dal soggiorno. Le camere da letto si trovavano al secondo piano. Costruite economicamente, la maggior parte delle città con case "Camus alte" sono andate distrutte negli anni 1990 e 2000. Le ultime città "Camus alte" dei pozzi n. 6 - 6 bis delle miniere di Liévin sono state demolite il 19 febbraio 2011. Nel Nord, nel 2012, ne rimanevano una nelle città del pozzo Barrois a Montigny-en-Ostrevent, due ristrutturate nelle città del pozzo Bonnel a Lallaing e quattro nelle città del pozzo n. 9 delle miniere di Escarpelle a Douai.

Oltre alle case Camus, più di dodicimila unità abitative furono costruite dalle società minerarie tra il 1946 e il 1965. Queste erano costruzioni in mattoni, con linee pulite. Vennero costruite in aggiunta a città già esistenti o per formare nuove città.

Ristrutturazione e adeguamento del patrimonio - Le compagnie smisero di costruire nuove abitazioni alla fine degli anni 1960. Possedevano 116 000 alloggi di cui 8 000 baraccati, 22 000 costruiti da sé dopo il 1945 e 86 000 costruiti dalle aziende. Un quarto delle abitazioni risalivano a prima della prima guerra mondiale, metà al periodo interbellico e il resto a dopo la seconda guerra mondiale. Le case erano quasi completamente occupate da beneficiari attivi, pensionati e vedove. Ciò costituiva per la regione un patrimonio economico ma anche culturale.

Le aziende minerarie iniziarono quindi a ristrutturare queste abitazioni negli anni 1970. Quasi tutte queste abitazioni non avevano né acqua calda né fognature, né tubi del gas. Oltre il 75% di queste abitazioni ha ancora il bagno e i sanitari esterni.

Le compagnie scelsero quattro città da sottoporre a ristrutturazione. In considerazione dei notevoli costi per le strade e le reti idrauliche e del gas, venne chiesto ai rappresentanti eletti localmente un'assistenza finanziaria da parte dello Stato. Nacque così GIRZOM, gruppo interministeriale per la ristrutturazione dell'area mineraria, che sovvenzionò integralmente la ristrutturazione di ottocentocinquanta chilometri di strade. Queste, inizialmente private, vennero trasferite al demanio comunale. I lavori di ristrutturazione degli alloggi, avvenuti negli anni 1970, furono piuttosto sommari, poiché si trattava di fornire un minimo di comfort; il lavoro svolto negli alloggi occupati, inoltre, era di esclusiva responsabilità delle aziende. Negli anni 1980 i benefici sono migliorati, grazie all'intervento finanziario dello Stato. Contemporaneamente a questi lavori di ristrutturazione, molte case furono demolite.

Il 31 dicembre 1985 venne creata la Soginorpa, una società immobiliare, facente capo alle aziende. Si trovò a gestire 92 290 unità abitative, in gran parte occupate da beneficiari, che doveva ristrutturare, gestire, e persino abbattere. L'azienda affittò a nuove persone estranee alle miniere, quindi dieci anni dopo, più di un terzo delle unità erano occupate da inquilini. Alla fine del 1994 Soginorpa gestiva 74 670 alloggi di cui 41 813 ristrutturati.

Cumuli di scorie

Nelle miniere di carbone del Bacino del Nord e del Passo di Calais era stato assegnato un numero a ciascun sito per identificarlo e per sfruttare commercialmente gli scisti. L'elenco principale includeva cumuli di scorie numerati da 1 a 202 fino al 1969. Negli anni 1970 fu creato un elenco complementare per identificare i siti che potevano essere sfruttati, dal numero 203 al 260. In questo modo sono stati ufficialmente elencati 339 cumuli di scorie. Alcuni siti aggiuntivi o satellitari hanno una lettera, il che spiega perché la numerazione arriva solo fino a 260.

Ogni sito, ad eccezione del n° 254, ha un nome comune, a seconda del pozzo, del lavatoio o della centrale da cui dipendeva, o della località in cui si trovava. Alcuni cumuli di scorie si trovavano insistenti in più comuni. La Chaîne des Terrils svolge un ruolo importante nella protezione e promozione di questi cumuli di scorie.

Tipi diversi - A seconda del periodo, della natura del suolo, delle aziende o di altri fattori come il prezzo dei terreni, c'è una grande diversità di cumuli di scorie e delle loro forme. I primi tre tipi di cumuli sono in maggioranza.

Cumuli piatti - I cumuli di scorie piatti furono costruiti principalmente nel XVIII e XIX secolo, poiché i mezzi meccanici ed energetici erano modesti. Questi cumuli sono lunghi da cento a trecento metri, alti da dieci a trenta e il loro volume non supera un milione di m3. La loro superficie è, per i più antichi, irregolare, perché sono stati costruiti dal ribaltamento di carri trainati da cavalli.

Altre discariche piatte furono costruite nel XX secolo nella valle del fiume Scarpe, come la n° 144, Rieulay, costruita principalmente dai pozzi di Sessevalle e Lemay, e la n° 143a, a Germinies Nord, derivante dallo sfruttamento del pozzo Barrois e dei suoi pozzi concentrati. Nel Passo di Calais, la discarica n° 75, Pinchonvalles, venne costruita gestendo il lavatoio e i pozzi n. 6 - 6 bis e 7 - 7 bis delle miniere di Liévin riempiendo una valle incolta.

Cumuli conici - L'evoluzione dei metodi di estrazione portò ad un sempre maggiore aumento dei rifiuti, mentre le tecniche di costruzione si stavano evolvendo. Un cono alto cento metri e da cento a duecento metri di base poteva immagazzinare da uno a tre milioni di metri cubi. Oltre a una maggiore velocità di smaltimento, le acquisizioni di terreni erano meno importanti e quindi meno costose nelle pianure agricole.

Nella regione del Nord, i cumuli del deposito n° 162, Renard (dal pozzo Renard delle miniere Anzin) e nº 153, Audiffret Sud (dal pozzo Audiffret-Pasquier), furono costruiti tramite una rampa. Nel Passo di Calais, i n° 97, 4-5 South Drocourt (dei pozzi n° 4 - 5 delle miniere di Drocourt), vennero realizzate mediante una funivia.

Cumuli di scorie moderni - Dopo la nazionalizzazione, alcuni pozzi vennero raggruppati per ottimizzare i costi di produzione. Questi pozzi erano anche dotati di moderni lavatoi. Questi grandi cumuli si estendevano su una superficie variabile intorno ai cento ettari e potevano contenere volumi di venti milioni di metri cubi. A questi cumuli di scorie vennero aggiunti bacini di sedimentazione di liquami.

Le discariche n° 116 e 117, 10 di Oignies, nacquero dalle operazioni del pozzo n° 10 del gruppo Oignies. Quelle n° 74 e 74A e il bacino di decantazione n° 74B derivarono dallo sfruttamento dei pozzi n° 11-19 dalle miniere di Lens. Le discariche n 2 e 3, 6 de Bruay Est e 6 de Bruay Ovest, sorsero dai rifiuti dei lavatoi e dei pozzi n° 6 - 6 bis - 6 ter delle miniere di Bruay e dai bacini di insediamento confinanti.

Cumuli di scorie di Cavaliers - Affinché il trasporto ferroviario fosse ottimale, e quindi il più orizzontale possibile, vennero creati cumuli piatti, stretti e molto lunghi e su di essi vennero poste delle linee ferrate. Questo sistema permetteva anche di passare su strade o canali trafficati.

La maggior parte delle aziende utilizzava questo processo oltre alle trincee. La società mineraria Escarpelle ne aveva molti, in particolare per collegare i suoi pozzi alla sua rete n° 8 e 7 - 7 bis, nonché le sezioni occidentale e orientale della sua concessione.

Cumuli troncati - Un cumulo di scorie troncato è un deposito la cui base è quella di un mucchio di scorie conico, ma la cui sommità è piatta.

Ciò è particolarmente vero per il n° 98, 24 North Courrières, derivato dai pozzi n° 24-25 delle miniere di Courrières, intatto, e del n 5, Lapugnoy, della Compagnie des mines de Marles a Lapugnoy.

Bacini di decantazione - I cumuli di scorie delle vasche di decantazione erano sempre piatti, e spesso annessi ai cumuli di scorie dei pozzi moderni e dei loro lavatoi.

Il cumulo n° 74B, 11-19 New Lens, dei pozzi n° 11 - 19 delle miniere di Lens a Loos-en-Gohelle era di questo tipo, si trova tra i cumuli di scorie coniche n. 74, 74A, 79 e 79A, gli ultimi due utilizzati. Il lavaggio di Fouquieres aveva il cumulo n 260. Anche gli stagni di decantazione erano uniti ai cumuli n° 110, 9 Dourges, dei pozzi n° 9-9 bis delle miniere di Dourges, e a nord-est del cumulo n° 2, 6 Bruay a est dei pozzi n° 6 - 6 bis - 6 ter delle miniere di Bruay, a Ruitz e Maisnil-lès-Ruitz.

Il cumulo n° 143, Germinies Sud, del pozzo Barrois delle miniere Aniche, a Pecquencourt e Lallaing, è un cumulo di scorie del bacino di decantazione che è stato convertito in un impianto sperimentale di trattamento delle acque reflue nel 1993.

Piattaforme di scisto - Su piattaforme di scisto venivano realizzate, centrali termiche, cokerie, lavatoi e centrali idrauliche, questo in particolare permetteva di evitare allagamenti. Le scorie del cumulo n° 259, Centrale elettrica di Gosnay, della Compagnie des mines de Bruay a Gosnay e Bruay-la-Buissière, sono un esempio di questo tipo di cumuli di scorie utilizzate per costruire una centrale termica.

Cumuli di rifiuti specifici - Alcune discariche sono state realizzate con il riempimento di vecchie cave, come la n° 257 Sablière di Pinson in Raismes e la n° 258, Sablière du Bois des Dames, a Bruay-la-Buissière. Si trovano al centro di una foresta.

Il futuro dei cumuli di scorie - Fino al 1969, i cumuli non subirono quasi nessuna modifica. La loro modifica iniziò negli anni 1970 per realizzare progetti di riconversione economica come zone industriali, strade, autostrade e la linea TGV LGV Nord. Altri cumuli vennero smistati in modo che il carbone rimanente venisse bruciato in una centrale termica. Un gruppo di lavoro composto dagli HBNPC, dall'Associazione dei comuni minerari e dai comuni interessati, si riunì il 27 ottobre 1977 e suddivise i cumuli di scorie in cinque categorie. La prima elencava i cumuli costituiti da miscele di cenere, che dovevano essere valorizzate. Se il contenuto di ceneri era superiore al 60%, le particelle di cenere venivano recuperate per alimentare le centrali termiche. La seconda categoria riguardava i cumuli di scorie che venivano sfruttati in un certo modo affinché gli scisti rossi e neri potessero essere utilizzati per lavori pubblici. La terza categoria identificava i cumuli di scorie che non sarebbero mai stati sfruttati, almeno nel prossimo futuro. La penultima categoria riguardava i cumuli nelle attività minerarie i cui scisti provenivano dalla lavorazione del carbone, categoria scomparsa nel dicembre 1990. La quinta categoria comprendeva i cumuli di proprietà degli HBNPC ma il cui utilizzo risultava problematico a causa della vicinanza del tessuto urbano.

La carta dei cumuli di scorie venne lanciata il 30 novembre 1992. Di fronte allo sfruttamento di troppi cumuli, La Chaîne des slag heaps suggerì di conservarne alcuni. La proposta venne in parte ratificata tra SACOMI, HBNPC, Terrils SA, Surschistes SA e Tercharnor. Da questa proposta nacque una nuova categorizzazione: i cumuli da preservare, sia per il loro interesse faunistico e floristico, culturale o paesaggistico, i cumuli da sviluppare per la loro situazione e il loro impatto generale sui paesaggi, il loro interesse per un progetto di sviluppo turistico e ricreativo, o la necessità di risanarli, e le scorie da valorizzare, per la presenza di prodotti carboniosi o materiali economicamente recuperabili.

Nel 1996, il n° 42, 3 di Nœux South, creato dai pozzi n° 3 - 3 bis della Compagnie des mines de Nœux a Nœux-les-Mines venne trasformato in una pista da sci.

Da marzo 2011 al marzo 2012, la Chaîne des Terrils, in collaborazione con varie organizzazioni come Eden 62 e il coordinamento dei mammiferi del nord della Francia, avviarono uno studio sulla presenza di scoiattoli rossi su e intorno al cumulo di scorie n° 75, Pinchonvalles, in particolare ad Avion. Questi scoiattoli avevano un habitat che comprendeva il cumulo di scorie, ma anche campi, giardini e persino il centro della città. Le scorie di Pinchonvalles sono costituite da un cumulo piatto, alto massimo trentacinque metri, e si estendono su 74,5 ettari, dove la natura si riprende i suoi diritti, e sono state dichiarate Area Naturale Sensibile. Un rapporto è stato dedicato allo scoiattolo rosso e al cumulo di scorie di Pinchonvalles il 7 marzo 2012 nel programma Des racines et des ailes.

Pozzi rimanenti - La missione del bacino minerario elenca venticinque pozzi rimanenti sul suo atlante interattivo del patrimonio. Questi rientrano in gruppi diversi:

La struttura del pozzo Saint-Quentin della Compagnie de Bouchain è in mattoni. Si trova in una fattoria a Bouchain. Anche il pozzo Sarteau della Compagnie des mines d'Anzin a Fresnes-sur-Escaut è una costruzione di questo tipo.

I pozzi di Mathilde e Sophie della Compagnie des mines d'Anzin, a Denain e Hergnies, hanno una copertura del tipo di un semplice edificio in mattoni, più grande di una casa.

I pozzi n° 6 e 13bis della compagnia mineraria di Lens ad Haisnes e Bénifontaine quello n° 2 della Compagnie des mines de Flines di Aniche ad Anhiers, e il n° 2 di Dutemple della Compagnie des mines d'Anzin a Valenciennes, hanno le strutture in cemento armato. Il n° 19 delle miniere di Lens, costruito dal Gruppo Lens a Loos-en-Gohelle, è dotato di una torre di estrazione in cemento armato.

I pozzi n° 1 e 2 dalla miniera Delloye della Compagnie des mines d'Aniche a Lewarde, il n° 2 dalla miniera Sabatier a Raismes, quelli 1, 2 e 3 - 4 dalla miniera Arenberg a Wallers, l'1 della miniera Ledoux a Condé-sur- Scheldt della Compagnie des mines d'Anzin, l'8 della miniera n° 8-8 bis di Évin-Malmaison, i 9 e 9a della miniera n° 9-9 bis della Compagnie des mines de Dourges a Oignies, il 3a della miniera n° 3-3 bis di Liévin e l'11 dei pozzi n° 11-19 delle miniere di Lens a Loos-en-Gohelle, quelli della miniera n° 1 - 1a - 1 b della compagnia mineraria di Liévin a Liévin, il pozzo n° 9 della compagnia mineraria di Escarpelle a Roost-Warendin, il pozzo n° 2 della Compagnie des mines de Marles a Marles-les-Mines, il pozzo n° 5 dalla Compagnie des mines de Meurchin de Lens a Billy-Berclau, sono dotati di struttura in metallo.